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Autore: LadyGio99    21/04/2016    3 recensioni
Che diavolo ci fai qui?”
“Per prima cosa mi presento: Io mi chiamo Donquijote Corazon, sono il nuovo clown dell’ ospedale e sono entrato per sapere se ti serviva un po’ di compagnia”
(Law and Corazon/ AU)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donquijote Rocinante, Trafalgar Law
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci arrivati al penultimo capitolo.
Ringrazio nuovamente  Elly_Chan18 per aver recensito il secondo capitolo e per avere messo la storia nelle preferite.
A seguire Cola23 e  ale09 per aver aggiunto la mia storia tra le preferite e quelle seguite.
Buona lettura.
 
LadyGio99

 
I giorni passavano e Corazon non saltava mai un giorno di lavoro per lasciare Law in quella lurida stanza vuota. I due si incontravano tutti i pomeriggi e rimanevano a parlare per ore e ore fino a che non calava la sera.
L’ uomo aveva raccontato al piccolo tutte le sue esperienze per mare e Law ne rimaneva incantato. Al bambino era sempre piaciuto il mare, era una delle sue più grandi passioni insieme alla anatomia. “Era pericoloso il lavoro del marine Cora- San?” gli domandò il bambino “Beh” rispose l’ uomo ispirando il fumo della sigaretta, altra cosa vantaggiosa per l’ uomo era che poteva fumare tranquillamente nella stanza senza a problemi visto che i medici entravano raramente “Si devono affrontare dei rischi, ma io me la sono sempre cavata grazie al cielo” “Ti piaceva?” “Non tanto” disse scuotendo la testa per poi passare alla tazza di the fumante che si era preparato.
Law non sapeva ancora molte cose su Corazon, per questo non si aspettava che non appena l’ uomo toccò con la lingua la bevanda bollente la sputò tutta su di lui.
Il bambino si ritrovò bagnato fradicio “E’ bollente santo cielo” si lamentò il biondo cacciando fuori la lingua come un cane per farle prendere aria fresca.
“Non posso crederci!” fece Law pulendosi la maglia con un fazzoletto nonostante non faceva miracoli “Come si può essere così idioti? Me lo spieghi? Nemmeno un neonato fa tutto questo macello” “Mi..mi dispiace Law” si scusò l’ uomo mentre con una mano faceva vento alla lingua bruciata “Ma che ci posso fare se ho la lingua ‘sensibile’?” "Tu sei un tipo strano " affermò Law "Ti ringrazio per la tua sincerità " rispose ironicamente l'uomo facendo l'occhiolino al bambino.
“No no. Dico sul serio insomma quale idiota si…cof..coff” il volto di Corazon si posò sul faccino di Law, notando che era molto pallido. “Ti senti bene” chiese avvicinandosi di più a Law per ispezionarlo meglio “Cora – San io mi sento bene” disse, ma il biondo non era per niente convinto.
La pelle del bambino era pallida, la voce bassa e il respiro affannato.
Posò una mano sulla fronte di Law e i suoi occhi color nocciola si spalancarono per lo stupore “Accidenti” esclamò “Hai la febbre!” comunicò alla fine l’ uomo che subito ordinò a Trafalgar di mettersi sotto le coperte e di non muoversi dall’ letto per nessun motivo al mondo.
Ancora una volta Law si stupì per il comportamento di Corazon, il quale, non appena si era accorto della febbre si era subito precipitato fuori per cercare qualche rimedio.
A causa del suo passato, il bambino, aveva un carattere diverso rispetto ai suoi coetanei. Giocare e divertirsi non era nei suoi interessi, non riusciva nemmeno a affezionarsi velocemente a una persona. Ma con Cora – San tutto era diverso. Era da due settimane che loro due passavano interi pomeriggi insieme, erano bastati solo dei giorni per conoscersi fino in fondo e scoprire sempre nuove cose sull’ altro. Orami Law non poteva più nasconderlo a se stesso. Voleva bene a Cora – San. Era l’ unica persona che gli  era stata vicino nell’ ultimo periodo e per di più, era diventato la sua famiglia. La paura che lo affliggeva nell’ ultimo periodo era il fatto di non poterlo più rivedere e di rimanere solo ancora una volta.
Da quando i suoi genitori erano morti, Law faceva fatica a fidarsi degli altri, ma con Cora – San , era stato tutto diverso. In lui aveva visto dopo tutto questo tempo un briciolo di umanità, era una persona di cui ci si poteva tranquillamente fidare, una persona come quelle che ti tendono la mano, la stringono e non la lasciano mai.
Quando poi, Corazon rientrò nella stanza, Law non poté notare la sua agitazione, e non riusciva a credere che era preoccupato per lui.
‘Quindi per te valgo qualcosa….’ Pensò.
Notò che Cora – San, oltre alle medicine portava uno strano mantello di piume viola  “Che cos’è?” domandò Law “È mio” gli rispose mentre era indaffarato a preparare la medicina “È un mantello di piume” “Ribadisco: Tu sei strano. Fuori c’è il sole e tu ti porti un mantello di più. Che tra l’ altro fammelo dire: Lo trovo orribile. Ma che sei un uccello” “Sei sempre molto gentile Law. Per te può anche essere orribile, ma per me ha un grande significato.
Lo fece nostra madre, uno per me e uno per Doffy in un periodo dove faceva molto freddo” “Chi è Doffy?” lo interruppe il piccolo Law e Corazon subito mutò.
Chi era questo Doffy? Semplice suo fratello. Naturalmente non era il suo vero nome, ma un semplice nomignolo che Cora – San gli aveva attribuito con simpatia. Inizialmente, quando era piccolo, Doflamingo era il suo eroe, ma dopo tutte le disgrazie che i due fratelli avevano dovuto subire, si era trasformato in un mostro.
Ora era un pericoloso criminale, uccide per piacere, o forse per vendetta.
Mentire a Law era l’ ultima cosa che il biondo voleva fare, ma non voleva parlare a Trafalgar di suo fratello, si vergognava di avere una persona in quel modo e non capiva il perché l’ animo di Doflamingo si era riempito d’odio mentre il suo era rimasto buono.
Il bambino intanto continuava a guardarlo impaziente di una risposta. Se gli avrebbe mentito, Law avrebbe voluto sapere di più e questo voleva dire creare una lunga fila di bugie.
Prese la decisione giusta e finì per dire la verità.
“Lui è mio fratello” “Hai un fratello?” chiese Law stupito per poi scoppiare a ridere e darsi un leggero schiaffo in fronte “Dovevo arrivarci prima! Anche questo è un nome ridicolo, perché non ho subito capito che eravate fratelli? In ogni caso, dove è adesso?” “Non lo so” si limitò a dire Corazon come modo per tagliare corto e non ritoccare più l’ argomento “Io e lui non ci vediamo da molto tempo”.
Il bambino ne rimase deluso, si aspettava una descrizione da parte di Corazon su questo Doffy invece…nulla. L’ uomo gli mise la pelliccia di piume sul suo corpo e lo sistemò per farlo stare più comodo. Il bambino tuttavia, continuò a guardarlo male, deluso per non averlo informato su suo fratello, odiava il fatto che la gente gli teneva i segreti e questo da parte di Cora - San non se lo aspettava.
"Forza Law , prendi la medicina" gli disse il biondo porgendogli un bicchiere di plastica che conteneva un liquido denso dalla puzza nauseante: lo sciroppo. L’ odore disgustò così tanto Law che rifiutò di berlo “Non pensare che io ingoia questa…cosa…” “Law!” esclamò Cora – San “Non essere stupido! Vuoi forse morire!” “Morire…” sbraitò il bambino “Non ti sembra di esagerare!”.
Improvvisamente il bambino avvertì due dita chiudergli il naso impedendogli di respirare. Era tutto chiaro, Corazon stava giocando sporco e gli aveva tappato il naso per costringerlo a aprire la bocca.
Law tentò di opporsi ma il suo tentativo fallì miseramente, alla fine, per necessità d’ aria fu costretto a aprire bocca per prendere aria, a quel punto un liquido disgustoso si intrufolò nella sua bocca e scese nella sua gola.
Finita la missione, Corazon lo lasciò andare e il bambino lo guardò male.
Il suo sguardo era talmente pieno di cattiveria e dentro di se il biondo tremò, quel bambino in qualche modo gliela avrebbe fatto pagare. Ma per fortuna, aveva la sua arma segreta.
“Ehi Law!” disse improvvisamente “Vuoi vedere un trucco di magia” lo sguardo del piccolo era indifferente ma Corazon non si arrese “Lo prendo come un si…guarda..adesso schiocco le dita, faccio cadere a terra questo bicchiere di vetro e tu non sentirai il rumore dell’ oggetto che si rompe. Guarda qui..tre..due..uno..” l’uomo procedette subito con la sua missione ma le cose non andarono come sperava, infatti il bicchiere di vetro si ruppe in mille pezzi non appena toccò terra.
L'uomo guardò i cocci pietrificato cercando di capire che cosa era andato storto, ritentò il suo trucco diverse volte ma fallì tutte le volte. Alla fine Law perse la pazienza, voleva bene a Cora - San ma a un certo punto diventava insopportabile. "La pianti" ordinò il bambino esausto di vedere magia che non funzionava “Invece di pensare a questo inutile trucco di magia, pensa a pulire il disastro che hai fatto stupido!” “Certo sua altezza” lo prese in giro Corazon mentre buttava i pezzi di vetro nel cestino “Senti la prossima volta non farmi vedere queste cose, mi fanno venire il volta stomaco” “Io volevo solo essere carino con te” si giustificò il biondo “Che torto ti ho fatto?? La medicina?” “Lascia perdere…” concluse il bambino sdraiandosi comodamente sul suo lettino pronto a addormentarsi, non prima che Corazon lo fermò, obbligandolo a guardarlo negli occhi “Se c’è qualcosa che non va puoi dirmelo, non ti mangio sai…” “Niente Cora – San. È solo che…non so cosa mi succederà non appena uscirò da qui. Forse finirò in un orfanotrofio”.
Orfanotrofio? Dannazione. Non aveva tenuto conto di questo particolare.
Gli era impossibile immaginarsi Law in un orfanotrofio. Forse perché…non voleva perderlo? Il biondo si ritrovò a combattere con questo quesito finché non trovò la risposta.
Non voleva perderlo. Quel bambino era la luce dei suoi occhi. Negli ultimi giorni Law era riuscito a tenergli compagnia nonostante il suo carattere duro e poco educato.
Ma gli voleva bene, in qualche modo si era affezionato a quel bambino e come era possibile, non sapeva spiegarlo.
Ma ormai aveva le idee chiare. Non avrebbe permesso a nessuno di portargli via Law. “Non ti preoccupare” disse attirando l’ attenzione del bambino “Che cosa?” “Tu vuoi andare all’ orfanotrofio?” “Non ci penso nemmeno” “Allora non ci andrai, abbiamo fatto un patto vero?” “Si” affermò il bambino illuminato “Bene. Questo vuol dire che non ti muoverai da qui senza di me”.
Law accennò un sorriso.
E nella stanza risuonò un Dammi il cinque.
 
 
 
 
 
   
 
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