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Autore: Small Wolf    21/04/2016    2 recensioni
Erano rimasti in quella posizione, per un tempo che nessuno dei due sarebbe riuscito a classificare in seguito, fino a quando le mani possenti del moro, non le avevano afferrato le braccia per distanziarla da lui e poggiare la propria fronte contro quella ancora spaziosa dell’Haruno, respirando nel suo respiro, catturandole l'anima.
Si buttò sul cuscino e chiuse gli occhi un po’ umidi per quei pensieri, abbracciando la pancia.
-Sasuke…-sussurrò nella penombra della sua stanza, rannicchiandosi nel letto accanto alla finestra aperta.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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L’ultima immagine che aveva di Sasuke era quella della sua schiena ampia e magra che si dirigeva verso il buio della foresta. Gli alberi fitti, ricordò, avrebbero circondato la sua figura snella ed agile con le loro dita ombrose e il rumore dei passi si sarebbe fatto sempre più impercettibile, ovattato dalla distanza fra loro.
Sakura ricordava quei capelli lisci e neri che aveva stretto fra le dita durante il rapporto che avevano avuto in una piccola radura fuori Konoha, avvenuto quasi per caso. Lei era uscita a fare una passeggiata per godersi il cielo stellato e poi, come una visione, aveva scorto Sasuke fare il bagno nel laghetto della stessa radura.
Il cuore aveva preso a batterle prepotentemente nella cassa toracica, come se volesse rompere lo sterno per uscire, le gambe molli l’avevano quasi fatta cadere in ginocchio fra l’erba alta mentre una miriade di ricordi le attraversavano la testa, la cui temperatura si era notevolmente innalzata. In quel primo momento non si era chiesta se Sasuke fosse lì per tornare alla foglia, vedeva semplicemente il suo corpo candido, immerso fino alla vita nel laghetto, essere bagnato dall’acqua fresca, gli occhi bicolore per le differenti abilità oculari, acquisite dopo la guerra, socchiusi sotto i rivoli d’acqua che scivolavano dalle lunghe punte dei capelli fin sul naso e sulle guance. Erano quasi sette mesi che non lo vedeva, benchè lui le avesse promesso che sarebbe tornato dopo il suo viaggio di espiazione e maturazione interiore.
Sakura si rese conto che i sentimenti per Sasuke erano rimasti invariati seppur più consapevoli e maturi di un tempo e che davanti a lui, si sentiva ancora un pò la fragile dodicenne innamorata che era stata.
Era rimasta paralizzata quando il ragazzo si era voltato nella sua direzione e i loro occhi si erano incrociati. Nei loro sguardi era possibile leggere emozioni contrastanti, parole mai dette e un potente bisogno di stare insieme, là, nell’acqua trasparente, al cospetto dei raggi lunari argentei e della silenziosa armonia notturna. E così era stato, senza che ci fossero parole né saluti. Semplicemente Sakura gli era andata incontro lentamente, fino ad immergersi assieme a lui e poggiare la testa rosa sul suo petto nudo. Ascoltando il suo battito regolare, si era resa conto come finalmente lui fosse realmente lì, immobile di fronte a lei per farle d’appoggio per tutte le volte che non c’era stato in passato.
Erano rimasti in quella posizione, per un tempo che nessuno dei due sarebbe riuscito a classificare in seguito, fino a quando le mani possenti del moro, non le avevano afferrato le braccia per distanziarla da lui e poggiare la propria fronte contro quella ancora spaziosa dell’Haruno, respirando nel suo respiro, catturandole l’anima come mai aveva fatto.
Il silenzio era stato supremo durante le loro discrete strette e quei baci profondi che stavano a dire tutto ciò che le voci, l’una paralizzata dall’emozione, l’altra semplicemente più taciturna e dalle parole inadeguate, non riuscivano a fare e il loro unirsi fra la fanghiglia della riva e poi la rugiada del prato, sotto lo sguardo luminoso di una miriade di stelle ed l’abbraccio del vento freddo che gelava le gocce ancora presenti sui loro corpi attaccati, fu qualcosa più che un semplice atto sessuale. Quei due stavano parlando con i loro fiati ansimanti e i baci sul collo, le profonde inspirazioni per cogliere il profumo reciproco delle loro pelli, i movimenti lenti, passionali all’unisuno.
Una certa brezza le scompigliò i capelli rosa, tenuti a caschetto sulle spalle, un piccolo movimento dentro di lei, attirò la sua attenzione. Sakura poggiò la mano sul rilevante pancione in cui il frutto di quel discorso d’anime era cresciuto e si sentì improvvisamente piuttosto malinconica. Erano passati quasi nove mesi interi da quella notte e Sasuke non si era fatto ancora vivo. L’ultima immagine era, appunto, quella di lui che spariva di nuovo mentre lei rimaneva stesa nuda e inerte sulla terra umida, il corpo ancora fremente di piacere, le guance paonazze e gli occhi appannati da lacrime di emozione che, paradossalmente, le avevano impedito di inseguirlo.
Si buttò sul cuscino e chiuse gli occhi un po’ umidi per quei pensieri, abbracciando la pancia.
-Sasuke…-sussurrò nella penombra della sua stanza, rannicchiandosi nel letto accanto alla finestra aperta per l’afa della sera estiva.
 
Sasuke si perse a guardarla dormire e la trovò, per la prima volta, semplicemente bellissima, una vera, fragile e allo stesso tempo forte donna che ancora lo aspettava e si dimenava nei sogni alla ricerca della sua ombra.
Si morse il labbro inferiore e si chinò dal davanzale, verso il letto per avvicinare il proprio naso all’orecchio di una Sakura sudata da un incubo.
Diede una rapida occhiata al pancione coperto dal leggero strato della camicia da notte rosata e poi le scostò una ciocca di capelli appiccicati alla guancia.
“Grazie” le sussurrò prima di proseguire il suo viaggio e vederla sorridere nel sonno.
 
  
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