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Autore: Tem_93    22/04/2016    8 recensioni
Lexa Woods è la giovane CEO di una società di costruzioni, fredda come il ghiaccio e bella come la neve.
Clarke Griffin è un'artista mancata e una barista che ha appena perso il proprio lavoro. Ora come ora ha davvero bisogno di soldi ed è disposta a tutto per guadagnarli.
[AU Clexa]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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~Prologo~

-Bene, a quanto pare mi prenderò una settimana di vacanza per andare ad Atlantide- decise la ragazza, per poi voltarsi verso il desktop del suo computer, tornando a leggere la lunga mail che aveva davanti.

-Potrebbe esserci un problema – sospirò la sua assistente, ancora in piedi davanti a lei.

-Di che tipo?- domandò, senza girarsi.

-Purtroppo i proprietari sono fieri di affermare che l'hotel è solo per coppie, non accettano clienti single – mormorò Indra, abbassando lo sguardo, aspettando la prossima scontata riposta del suo capo.

-Pagheremo di più – assentì Lexa, senza sbattere ciglio – offrigli il doppio. Non è un vero problema, c'è altro? - chiese la giovane.

-Sfortunatamente gli ho già fatto questa offerta, ma hanno anche già rifiutato dicendo che “non c'è motivo per cui un single debba andare a disturbare le altre coppie o a deprimersi della sua solitudine”. Non accetteranno nessuno che non si presenti accompagnato da un partner- sospirò l'assistente, aspettandosi ora uno sguardo assassino da Lexa, cosa che ottenne effettivamente, quando la giovane si voltò verso di lei.

-Non esiste..Indra digli che offriamo il quadruplo- disse decisa, fissando ora l'altra donna.

-Lexa, io avrei avuto un'idea per evitare di aggiungere troppi zeri al costo finale, per non dare troppo nell'occhio e magari essere malvisti dagli altri ospiti della struttura. Però credo anche che questa soluzione non ti piacerà affatto.- si fermò, aspettando un invito a continuare.

-Prova a dire-. Lexa aveva molta fiducia e stima nella sua assistente, sapeva che se glielo stava proponendo sicuramente ci aveva già ripesato almeno tre volte, valutando pro e contro.

-Suggerirei di chiedere ad una escort di farti da finta partner per quella settimana – riferì Indra. Lexa appoggiò il gomito sulla scrivania, posando poi il mento sulla mano chiusa e non diede nessun segno di approvazione o negazione per almeno mezzo minuto. La sua assistente sapeva bene che stava facendo quello che lei aveva fatto prima di riferirle l'idea. Stava vagliando quanto fosse o non fosse conveniente in termini di costi, utilità, apparenze, gossip e impegno personale.

-Può andare. Ma ho delle richieste che devono per forza essere soddisfatte. Altrimenti non se ne fa nulla - asserì, tornando a rivolgersi ad Indra.

-Sono pronta – sorrise, estraendo un tablet su cui prendere nota.

-Voglio una professionista, dopo le due settimane non ci dovranno essere più rapporti di alcun tipo. Di bella presenza, sana, giovane ed educata. Niente di pacchiano, o troppo starnazzante. Preferirei bionda, più bassa di me ed acqua e sapone, ma non deve neanche sembrare una quindicenne. Non un'oca, deve almeno aver finito il liceo e avere qualche hobby di cui si possa parlare e tavola. La cosa più importante è però che non si possa risalire facilmente al suo mestiere. Non deve mai essere apparsa su un canale di gossip, ma tanto meno su un giornale o sul web. Niente, nulla, zero. Siamo intese ? - concluse Lexa, abbastanza soddisfatta del suo elenco.

-Certo, vedrò cosa si può fare – rispose Indra, finendo di scrivere le ultime caratteristiche.

-Ottimo, aggiornami se trovi una candidata. Dovrò incontrarla personalmente per la decisione finale- terminò la ragazza, tornando alla sua lettura.

-Sarà fatto – disse l'assistente prima di lasciare l'ufficio e iniziare la sua ricerca.


 



 

Clarke si guardò allo specchio, notando che sì, forse la scollatura era eccessiva, ma quella sera ne avrebbe avuto davvero bisogno se voleva riottenere il suo lavoro.

Era stata davvero un'idiota a tirare un pugno in faccia a quel tipo.

Appena aveva sentito una mano infilarsi sotto la sua gonna si era girata e lo aveva colpito, senza rendersi conto che l'uomo era uno dei clienti abituali dell'hotel, se non uno dei più ricchi.

Però se lo meritava tutto. Lei era lì per fare cocktail e intrattenere i clienti logorroici che non avevano nessuno con cui parlare; non certo per altro. Se aveva certi bisogni non era sicuramente lei a cui doveva rivolgersi.

La realtà però è che aveva disperatamente bisogno di quello stipendio ed ora si odiava davvero per essere stata così impulsiva. Per convincere il suo ex datore di lavoro a riassumerla ora come ora aveva bisogno di ogni aiuto possibile, e le scollature aiutano sempre se hai una terza abbondante e magari anche un bel reggiseno imbottito.

Si riguardò per l'ultima volta, prima di applicarsi il mascara, afferrare la borsa e la giacca in pelle, per poi uscire di casa e fermare il primo taxi.


 

Quando scese dalla vettura si fiondò all'ingresso dell'hotel, salutando con un sorriso il portiere per poi avviarsi al bar come era solita fare ogni sera di lavoro. Oggi però sedette dalla parte opposta del bancone, stampandosi un sorriso di scuse in faccia mentre aspettava che Dough si accorgesse di lei. L'uomo stava servendo silenziosamente due clienti, col suo solito fare gentile e non invadente. A Clarke era piaciuto dalla prima volta che l'aveva visto e da allora gli aveva sempre voluto bene. Lui le aveva insegnato tutto con estrema pazienza e bontà, per lei aveva sempre un sorriso e una mano pronta ad aiutarla. Clarke lo vedeva come il nonno che non aveva mai avuto.

Appena la vide le sorrise, avvicinandosi a lei .

-Ciao bambina- iniziò, guardandola dispiaciuto.

-Ciao Dough – squillò lei -io avrei bisogno..-

-Di un favore immagino – la precedette l'uomo passandole un bicchiere di Coca-Cola. Lei annuì con fare colpevole, sospirando. Non le piaceva l'idea di coinvolgerlo, ma lui era il dipendente prediletto del Signor Banks e se qualcuno poteva far cambiare idea a quell'uomo, di certo era Dough.

-Io vorrei poter parlare con Signor Banks . Convincerlo che non si ripeterà mai più un comportamento come quello dell'ultima volta, che d'ora in poi sarò impeccabile, farò anche straordinari, mi impegnerò a fare tutto il necessario per riparare al mio errore – supplicò la ragazza, guardando Dough dritto negli occhi. L'uomo le posò una mano sulla sua.

-Bambina, sai che ho già cercato di convincerlo più volte- le rispose avvilito – quello che posso dirti è che stasera mi ha detto che sarebbe passato per incontrare un cliente. Per cui io non ne so niente eh, ma tra qualche ora potrebbe sedersi a quel tavolo – mormorò Dough, indicando con un gesto del capo un tavolino sul soppalco del locale. Clarke gli afferrò entrambe le mani sorridendo gioiosa -

Grazie Dough, sei come sempre il migliore, aspetterò qui senza disturbare nessuno – esclamò, ottenendo in risposta un sorriso complice.


 

Dough tornò al suo lavoro, e Clarke iniziò a sorseggiare la sua bibita, particolarmente contenta di dover aspettare due ore l'arrivo del suo ex datore di lavoro. Dopo poco però iniziò ad annoiarsi e, in modo molto discreto, si mise ad osservare i clienti che si aggiravano per l'hotel. Erano tutte persone molto ricche, pompose e veramente noiose; ma dopotutto quello era il miglior hotel di lusso della città e quelli erano i clienti tipo che la ragazza aveva iniziato a conoscere e sopportare, ma non certo ad invidiare. Sì, i loro soldi le avrebbero fatto comodo, ma se per averli bisognava vendere la propria anima e diventare persone vuote come quelle che aveva visto lì, bè preferiva di gran lunga la sua condizione.

Un'oretta dopo notò entrare una donna di colore, molto elegante, con un'espressione decisa e severa. Scrutò attentamente intorno a se, finché non posò gli occhi proprio su Clarke, la quale distolse immediatamente lo sguardo, tornando al suo terzo analcolico.

-Posso disturbarla? - chiese gentilmente la donna, cogliendo Clarke di sorpresa.

-Certo- rispose la bionda, abbozzando un sorriso.

-Gradirei usufruire dei suoi servizi per due settimane, ma ci sono alcune condizioni da soddisfare – esordì la donna. Clarke alzò un sopracciglio confusa.

Usufruire dei suoi servizi per due settimane? Che cosa intendeva esattamente? E che servizi poi?

La bionda annuì sorridendo – mi dica pure – la invitò a continuare, sperando che le chiarisse i suoi quesiti.

-La prima settimana le servirà per conoscere il mio capo, la seconda dovrà accompagnarlo in un hotel. Ma quello che veramente interessa è un lavoro professionale, niente discorsi sciocchi, rozzi o imbarazzanti e.. ha qualche hobby? - domandò piegando leggermente il volto.

Ok, forse ora aveva capito lo strano approccio.

Era chiaro, credeva fosse una escort. Effettivamente si trovava sola, al bancone dell'hotel più prestigioso della città, con un vestito particolarmente succinto e due tacchi vertiginosi.

-Mi piace dipingere nel tempo libero – rispose prontamente, stando al gioco. Forse era una situazione che poteva sfruttare. Aveva conosciuto bene una ragazza del mestiere che frequentava abbastanza spesso l'hotel e quando le aveva detto quanto veniva pagata anche solo per accompagnare qualcuno ad una cena era sbiancata.

-Mhh, bene- annuì la donna, soddisfatta, per poi squadrarla velocemente – anche l'aspetto fisico fa a caso nostro. La cosa più importante è però questa : non si deve assolutamente, in nessun modo, risalire al suo lavoro Signorina..-

-Clarke Griffin- si presentò la ragazza, allungandole la mano.

-Indra – rispose la donna, con un lieve sorriso.

-Di questo non si deve preoccupare, lavoro in proprio e nessuno risalirà al mio lavoro. Almeno non a questo – asserì Clarke, sorridendo in modo mellifluo.

-Bene, di questo mi accerterò personalmente. – Indra si sedette al suo fianco – Il lavoro come le ho già anticipato le occuperà due intere settimane a partire dalla prossima. Le faremo delle analisi per controllare che sia in salute; le forniremo tutti gli abiti e quello che è necessario. Questo solo se il mio capo prima la approverà. Le fisserò un colloquio per domani pomeriggio– riferì pacatamente Indra, lasciando il tempo alla ragazza di memorizzare ogni istruzione.

-Perfetto. La avverto però che anche io deciderò se accettare solo dopo aver incontrato il suo capo. Non voglio avere a che fare con gente troppo pericolosa. - affermò Clarke, cercando di essere il più possibile sicura di sé.

-Capisco. La avviso sa subito che per il compenso il mio capo non ha intenzione di spendere più di ottocentomila dollari, dato che provvederà a coprire tutte le sue spese di queste settimane. Quindi tenga conto anche di questo -.

Clarke per poco non si affogò col drink.

Ottocentomila dollari.

Ottocentomila dollari.

Ottocentomila dollari erano tipo trent'anni e passa del suo vecchio lavoro.
-Benissimo. Le lascio il mio numero - si offrì Clarke, prendendo dalla borsetta un post-it e una penna, per poi scrivere frettolosamente il suo nome e il suo numero. Lo passò poi con un sorriso ad Indra che lo afferrò, lo studiò per due secondi e poi lo infilò in un piccolo taccuino.
-A presto Signorina Griffin - le disse allentandosi. Clarke ricambiò il saluto per poi sospirare incredula di quello che era appena successo. Troppo confusa per poter stare ancora lì lascio i soldi sul bancone per non disturbare Dough e uscì dalla struttura, fermando il promo taxi per tornar a casa.

Il giorno seguente si svegliò presto e con un gran mal di testa. Aveva passato la notte in dormiveglia a pensare e ripensare cosa aveva fatto. Da una parte stava per vendere il suo tempo e forse il suo corpo ad uno sconosciuto su cui non sapeva assolutamente nulla e che avrebbe potuto studiare solo nel colloquio che forse sarebbe avvenuto nel pomeriggio. Dall'altra parte c'erano ottocentomila dollari che avrebbero potuto comprarle forse la felicità. In quel momento ne aveva davvero bisogno e non sapeva se le sarebbe potuto capitare mai più un'occasione simile.
Sospirò per l'ennesima volta. Poi si vestì velocemente e afferrò le chiavi della macchina con una destinazione ben precisa.

Un'oretta più tardi si trovava nel parcheggio ghiaioso di un maneggio che era ancora chiuso, ma dove sapeva benissimo di trovare una delle poche persone di cui si fidava.
Maledicendosi per aver messo delle scarpe da tennis arrivò fino alla stalla, dove sentì una vocetta contenta chiacchierare con qualcuno che non rispondeva. O almeno, rispondeva ma non con parole.

-Hey O! - esclamò Clarke, entrando e salutando l'amica con un cenno della mano.

Octavia girò di scatto la testa, smettendo di parlottare con cavallo bianco che stava strigliando.

-Clarke Griffin sveglia prima delle dieci di mattina è qualcosa di preoccupante – le rispose la ragazza, alzando un sopracciglio sorpresa.

-Sì, lo so – mormorò la bionda, avvicinandosi – ho bisogno di parlarti -.

Octavia spalancò gli occhi ancora più stupita – Sei incinta?- domandò a bruciapelo.

-Ma di chi? L'ultima relazione l'ho avuta con una ragazza ed era tipo sei mesi fa – brontolò Clarke aprendo le mani quasi in difensiva. Octavia alzò le spalle, tornando a guardare l'animale per riprendere il suo meticoloso lavoro – E allora potevamo parlarne stasera a cena -.

-Stasera sarebbe stato troppo tardi. Ho fatto una cosa.. cioè ancora in realtà la devo fare, ma.. mi sono imbarcata in una cosa che .. boh. Non penso di poter gestire – iniziò Clarke agitata. Da una parte voleva assolutamente un consiglio, dall'altra aveva paura di essere giudicata.

-Ovvero? - la invitò la mora, ora più interessata.

-Mi hanno offerto ottocentomila dollari per fare la escort per due settimane- sputò Clarke, mordendosi puoi un labbro.

-Che cosa hai fatto scusa? - strillò Octavia interrompendo quello che stava facendo per rendere anche più drammatica la sua reazione.

-O, lo so che da pazzi e che non è la scelta migliore della mia vita. Ma sai quanto mi servano quei soldi- spiegò tristemente la giovane, abbassando lo sguardo. Octavia strinse le labbra e sospirò dubbiosa. Per un po' tra loro regnò il silenzio, interrotto solamente dallo sbuffare dei cavalli e dal rumore delle setole strofinate contro il manto dell'animale. L'amica poi si interruppe, rivoltandosi verso Clarke.

-Hai ragione, di sicuro è una buona occasione e la vita e il corpo sono tuoi dopotutto. Di certo non è quello che vorrei per te, ma so quanto tu ne abbia bisogno – le disse poi con un sorriso.

Clarke sorrise di rimando, apprezzando il fatto che no, Octavia non l'aveva giudicata e ci aveva pensato in modo oggettivo giungendo alla sua stessa conclusione.

-Solo non durerai mai – commentò poi – Miss pugno facile – ridacchiò, parandosi poi dietro al cavallo che brontolò richiamando la sua attenzione.

-Ah.Ah.Ah. Molto divertente O – gracchiò Clarke, incrociando le braccia .

-No, sai cos'è divertente? Vederti strigliare i cavalli! - esclamò l'amica, tirandole una spazzola che la bionda afferrò al volo.

-Lo sai che i cavalli mi odiano – sbuffò roteando gli occhi.

-Proprio per quello è divertente- sorrise Octavia, facendole l'occhiolino – ricorda solo di mantenere sempre una mano sul cavallo, così sa sempre dove sei e non ti calcia come l'altra volta!-.

 

 


 

Clarke passò metà mattina con l'amica, per poi lasciarla al suo lavoro quando iniziarono i corsi di equitazione. Torno a casa un po' più sollevata ma non propriamente serena, ma in realtà non le era ancora arrivata nessuna conferma.

Le giunse solo poco prima di pranzo. Un semplice messaggio che le indicava dove e quando farsi trovare e di vestirsi in modo formale. Alle ore 14.30 Indra l'avrebbe attesa all'ingresso della Woods Corp.


Dopo aver scaraventato il suo armadio sul suo letto ed averlo rigirato diverse volte Clarke optò per una semplice camicia color pesca, il paio di jeans più nuovi che aveva e delle scarpe basse. Afferrò la sua fedele giacca di pelle e uscì, non troppo contenta del risultato, ma ormai non c'era più tempo per insultare tutte quelle cianfrusaglie che erano i suoi abiti soliti.

Alle 14.20 si trovò di fronte ad un grattacielo molto più elegante di lei. Si guardò intorno, ancora non del tutto sicura di quello che stava facendo. Davanti all'imponente edificio vi era un giardino particolarmente curato, al centro c'era una tavola in pietra che raffigurava il centro di New York, dove però apparivano solo le costruzioni della compagnia. Clarke sorrise dell'idea carina. Poi frugò nella sua borsa trovando due orecchini che credeva perduti, li infilò e infine si ritoccò il mascara in fretta, pensando che avrebbe anche potuto truccarsi con più cura per l'occasione. Sbuffò per l'ultima volta e decise di entrare.

Quando le porte a vetro le si spalancarono davanti notò immediatamente la ragazza di colore della sera precedente. Le si avvicinò compostamente, sentendo un buon odore di vaniglia avvolgerla.

-Buongiorno Signorina Griffin – la salutò Indra, scrutandola. Clarke capì che probabilmente lei avrebbe scelto un outfit diverso al posto suo, ma decise di non pensarci più. Ormai non l'avrebbero cacciata solo per quello. O forse sì, la verità è che non lo sapeva.

-Salve – rispose cordialmente la bionda, stampandosi un sorriso forzato.

-Il mio capo la sta aspettando, sono contenta che sia in leggero anticipo. Odia il ritardo, mi segua – disse la donna, dandole le spalle e procedendo a passo deciso verso l'ascensore. Si fermarono ad uno dei primi piani e Indra la condusse per un lungo corridoio di cui una delle pareti era solo vetrata mentre l'altra era di un color giallo pastello, nel complesso molto luminoso. La donna poi si fermò per bussare ad un ufficio. Clarke non sentì la risposta, ma Indra le aprì la porta e le fece cenno di entrare da sola.

-Grazie- le sorrise Clarke, sentendo il cuore scoppiarle nel petto dall'ansia.

Poi entrò.



 

Heylà.

Avevo detto che non avrei probabilmente più scritto.

E poi è arrivato il Clexa che mi ha preso proprio male, ma tanto. Quindi niente, mi è tornata la voglia (e il coraggio) di iniziare una long. Mi scuso per ogni errore di distrazione o ignoranza, per ogni ripetizione o per periodi troppo complessi e mal pensati, purtroppo non scrivo da tanto e si vede eccome.

Per il titolo non mi veniva niente di meglio, ma vi assicuro che sarà in qualche modo collegato con la storia.

Niente, se vi va fatemi sapere cosa ne pensate :)

Grazie ad ogni lettore!

Tem_93


 

  
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