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Autore: Natsumi Raimon    22/04/2016    2 recensioni
Il dolore di Nyssa per la morte di Laurel Lance, amica e discepola.
Dal testo:
Nyssa strinse le labbra, sfiorando delicatamente la punta delle frecce rosse e verdi, stese ordinatamente sul tavolo di vetro e acciaio del rifugio di Arrow.
Così tante armi, ma non sono servite a difenderti, non è vero, Black Canary?
Era andata al funerale, aveva abbracciato Quentin Lance e si era presentata come un'amica di Laurel.
Una sua vecchia amica.
Laurel però era stata più di questo
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, FemSlash | Personaggi: Dinah 'Laurel' Lance, Nyssa al Ghul, Oliver Queen, Quentin Lance
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Black Canary'
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Piangere fuori

 

 

 

 

Nyssa strinse le labbra, sfiorando delicatamente la punta delle frecce rosse e verdi, stese ordinatamente sul tavolo di vetro e acciaio del rifugio di Arrow.

 

Così tante armi, ma non sono servite a difenderti, non è vero, Black Canary?

 

Era andata al funerale, aveva abbracciato Quentin Lance e si era presentata come un'amica di Laurel. 

Una sua vecchia amica. 

 

Laurel però era stata più di questo. La giovane Lance, con la sua caparbietà, si era conquistata con le unghie e i denti il rispetto e l'affetto di Nyssa-Al-Ghul, qualcosa che, prima di allora, aveva concesso solo alla sua amata Sarah. 

 

Black Canary era stata sua discepola, sua amica, persino sua confidente. Più di una volta Nyssa aveva sospettato di rivelarle molto di più nei suoi lunghi silenzi che non durante una delle loro brevi chiacchierate. 

 

Era andata al funerale, la figlia del Demonio, ma non aveva pianto. 

 

Non aveva pianto quando il cellulare, ben poco usato, aveva iniziato a squillare e la voce di Oliver l'aveva informata del decesso di Laurel. 

Non aveva pianto quando Oliver aveva reputato necessario aggiungere che Black Canary era morta in battaglia, da eroina. 

 

Non aveva pianto mentre sedeva sul primo volo trovato, diretta verso Star City. 

Non aveva pianto quando si era presentata, in pantaloni neri e camicetta bianca, a casa di Laurel per poi ricordarsi che nessuno avrebbe mai potuto aprirle. 

 

Non aveva pianto quando era entrata in chiesa. 

 

Due panche più avanti Felicity, dopo averla lungamente osservata, scosse la testa e Nyssa immaginò dovesse ritenerla senza cuore, visto che era l'unica il cui viso era asciutto in quel funerale. 

 

Nyssa piangeva dentro.  

 

Aveva imparato a farlo sin da bambina, quando il Demonio in persona le ordinava di non mostrare a nessuno le sue debolezze, di non cedere mai, di non lasciarsi andare mai. 

 

Così Nyssa aveva iniziato a piangere dentro: l'aveva fatto quando era morta sua madre, l'aveva fatto quando suo padre le aveva ordinato di inseguire e uccidere la sua amata, l'aveva fatto quando era morta Sarah e quando era resuscitata come una belva, ebbra della sua sete di sangue e dimentica del loro intenso amore. 

 

Eppure, quando lasciò un giglio bianco sulla lapide, Nyssa avrebbe tanto voluto saper piangere fuori.  

 

Perché Laurel meritava quel lutto che fa crollare i cari, meritava che interi laghi venissero riempiti dalle loro lacrime. 

 

Perché senza Laurel Lance, senza Black Canary, il mondo non sarebbe mai stato più lo stesso. 

 

 

 

 

 

 

 

 











Spazio autrice

Laurel era più del mio personaggio preferito. Era una donna che ispirava e non credo che nessuno, nella serie, sarà mai in grado di sopperire alla sua mancanza. 

 

 

 

 

 

   
 
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