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Autore: __cory__    22/04/2016    9 recensioni
Hermione, alla fine della guerra, è finalmente libera di inseguire i suoi sogni: ma vecchie paure e nuove ossessioni le impediscono di raggiungere i suoi obiettivi, rischiando di rovinare per sempre tutto ciò che aveva costruito fino a quel momento.
Dal testo: "Ma adesso si trovava intrappolata nella monotonia di giorni sempre uguali, vuoti, privi di quel brivido, quell'adrenalina che l'aveva fatta sentire viva in passato.
Durante la sua adolescenza aveva creduto che l'avventura fosse pericolosa, ma solo perché non aveva sperimentato la quotidianità: la routine, scoprì, era letale."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
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IL BURATTINAIO


 

Se pensi che l'avventura sia pericolosa, prova la routine.
È letale.
(Paulo Coelho)


 

Il tempo era una cosa strana: scorreva lentamente, e poi, all'improvviso, a una velocità impressionante.

Quando Hermione frequentava le scuole babbane, infatti, le giornate sembravano non finire mai: le lezioni erano noiose, prevedibili, monotone; ad Hogwarts, invece, c'erano sempre cose interessanti da imparare, argomenti da approfondire, ricerche extra da effettuare per cercare di capire il nuovo mondo in cui viveva, tanto che alle volte Hermione temeva di non riuscire a stare al passo con quella straordinaria realtà.

Quando la professoressa McGrannitt, durante il suo terzo anno, le aveva parlato della possibilità di usare una Giratempo per poter seguire i corsi di tutte le materie che Hogwarts offriva, Hermione aveva capito che sì, il tempo era una cosa strana, ma assolutamente meravigliosa.
Soltanto dopo aver speso ore e ore nella biblioteca, sperando di riuscire a comprendere i complicati e delicati meccanismi della Giratempo, Hermione aveva scoperto che il tempo era anche una cosa pericolosa.
Forse la più spaventosa di tutte.

***

Hermione aveva sempre creduto che avrebbe vissuto una vita tranquilla, in una casetta lontana dal ritmo frenetico della città, circondata da poche persone amate - possibilmente con caratteri simili al suo - e tanti libri.
Quando aveva ricevuto la visita della professoressa McGrannitt e aveva ascoltato tutte le spiegazioni che aveva da offrirle, la sua visione del futuro era cambiata drasticamente; la consapevolezza che sul quel pianeta coesistessero due mondi completamente diversi ma ugualmente interessanti, pieni di misteri e culture tutte da scoprire, l'aveva portata a sviluppare un desiderio mai conosciuto fino a quel momento: quello di viaggiare, esplorare nuovi posti e conoscere nuove tradizioni, per imparare il più possibile dai due mondi a cui aveva avuto la fortuna di appartenere.

Dopo aver conosciuto Harry Potter, però, la sua vita aveva preso una piega nuova e inaspettata, che l'aveva trascinata in una lotta frenetica contro il tempo e la morte: veniva trasportata da un'avventura a un pericolo mortale, senza neanche avere il tempo di respirare e prendere una pausa dal caos che le si svolgeva attorno.
Quando la guerra era finalmente finita si era sentita sollevata: davanti a lei si aprivano ora numerose opportunità, molte delle quali l'avrebbero portata a realizzare i sogni che custodiva gelosamente in fondo al suo cuore; doveva avere solo il coraggio di coglierle. Purtroppo, però, le cose non andarono come aveva sognato e adesso la noia la stava uccidendo lentamente.

***

Il tempo era una cosa strana: poteva essere il tuo migliore alleato o il tuo peggiore nemico. L'importante, ripeteva a se stessa, era non dargli il potere di controllarti.

Hermione era sempre stata fiera di poter affermare di essere padrona della sua vita, responsabile delle sue azioni e consapevole delle conseguenze che le sue scelte potevano causare.
Il controllo era importante; e il controllo, si disse, non lo avrebbe perso mai.

Non poteva prevedere che nel giro di poco tempo tutte le sue certezze sarebbero crollate come castelli di sabbia durante l'alta marea.

***

Era stato facile amare Ronald Weasley tra i banchi di scuola, in segreto, guardandolo crescere e maturare insieme a lei, tra un pericolo e l'altro.
Era stato facile amarlo durante la guerra, quando il terrore rischiava di soffocarla e il suono della sua voce e l'odore della sua pelle erano le poche cose che le davano la forza per andare avanti.
Era stato forse ancora più facile i primi mesi dopo la morte di Fred, quando l'unico modo per riuscire a calmarlo era tenerlo stretto tra le sue braccia, ricordandogli che non era solo, non sarebbe mai stato solo.
Quando poi Ron aveva deciso di prendere l'aereo con lei - nonostante non si fidasse dei mezzi di trasporto babbani - per accompagnarla in Australia dai suoi genitori, Hermione si era convinta che non avrebbe più amato nessun altro nel corso della sua vita.

Aveva amato Ron Weasley nella dolcezza della loro prima notte insieme e nella passione che aveva accompagnato i primi anni della loro relazione, lo aveva amato quando la notte si svegliava urlando e le sue labbra scacciavano via gli incubi di un passato ancora troppo vicino; lo aveva amato quando il tempo aveva iniziato a sfuggirle dalle mani, quando aveva capito che i loro desideri non coincidevano e che i loro progetti per il futuro erano diversi e incompatibili.
Lo aveva addirittura amato quando, per lui, aveva scelto di rinunciare ai sogni che l'avevano accompagnata nel corso della sua adolescenza.

Ma adesso si trovava intrappolata nella monotonia di giorni sempre uguali, vuoti, privi di quel brivido, quell'adrenalina che l'aveva fatta sentire viva in passato.
Durante la sua adolescenza aveva creduto che l'avventura fosse pericolosa, ma solo perché non aveva sperimentato la quotidianità: la routine, scoprì, era letale.

***

Il tempo era una cosa strana: come un bravo burattinaio tirava i fili dell'Universo, restando poi fermo a guardare dall'alto le conseguenze causate dalle sue azioni, senza mai intervenire.

A Hermione piaceva immaginarlo come una divinità che, dopo aver creato volontariamente le situazioni più improbabili e dolorose, lasciava agli esseri umani la possibilità di imparare a rimanere a galla in mezzo alla tempesta, o abbandonarsi alla corrente e farsi trascinare sott'acqua.

E come tutte le marionette, gli esseri umani potevano soltanto continuare a fingersi parte di quella grande commedia, recitando i ruoli che erano stati assegnati loro, sperando che ci fosse qualcun altro, lassù, a prendersi cura di loro: perché il mondo sarebbe potuto cadere a pezzi e il tempo, crudele, non se ne sarebbe neanche accorto.

***

Il breve periodo che aveva trascorso in Australia l'aveva distrutta.

Nonostante adesso i suoi genitori erano tornati in possesso di tutti i loro ricordi, il loro rapporto era ormai rovinato: nel corso dell'ultimo anno si erano rifatti una vita, una vita che amavano e che li rendeva felici, una vita a cui non erano pronti a rinunciare, neanche per lei.
I suoi genitori, che un tempo avrebbero dato e fatto qualsiasi cosa per renderla felice, si erano ormai trasformati in due perfetti estranei.

La Medimaga che l'aveva assistita durante il controincantesimo le aveva spiegato che, seppure i ricordi potevano essere restituiti ai leggittimi proprietari, i sentimenti che li avevano accompagnati spesso venivano persi per sempre.
E così, mentre lei lottava duramente per riavere il posto che prima aveva nelle loro vite, Jean e Michael Granger la vedevano soltanto come una conoscente, una bambina che avevano visto crescere da lontano e per cui provavano una particolare simpatia, forse persino un po' di affetto, ma che non sapevano bene come inserire nelle loro giornate.
Sempre ammesso che lo volessero.

Una settimana dopo Hermione non aveva retto più il flusso incessante di ricordi che rischiavano di sopraffarla in ogni momento della giornata, quindi aveva fatto le valigie e detto addio, per la seconda volta, a un pezzo importante della sua vita.
Sull'aereo che l'avrebbe riportata a casa non aveva neanche avuto la forza di piangere: sentiva crescere dentro di sé un vuoto incolmabile, un vuoto che - per la prima volta - neanche le braccia di Ron sembravano essere capaci di riempire.

***

Il tempo era una cosa strana: che senso aveva inventare le Giratempo se poi non potevano essere utilizzate per cambiare gli eventi del passato?
La McGranitt le aveva più volte ripetuto che cose terribili sarebbero potute accadere a coloro che si fossero intromessi nel tempo - e lei ci credeva, ovviamente, credeva alle tragiche storie che aveva letto nel libro che la professoressa le aveva detto di consultare per aiutarla a comprendere i pericoli di quel prezioso oggetto - ma una piccola parte di lei, dentro di sé, continuava a pensare che usare una Giratempo solo per poter studiare di più era un po' uno spreco.

***

Con la fine di luglio era arrivata la notizia che Hogwarts era pronta a riaprire le porte ai suoi amati studenti.
I professori, con l'aiuto volontario di maghi e streghe di tutte le età, si erano impegnati tanto per ricostruire il castello e riportarlo alla sua vecchia gloria e all'antico prestigio.
Hermione era stata contenta di scoprire che la professoressa McGrannitt, ormai Preside, avesse deciso di invitare gli studenti che, a causa della guerra, non avevano potuto ottenere i propri M.A.G.O. a partecipare ad un ottavo anno ad Hogwarts al fine di completare gli studi.
Ron aveva deciso di non tornare al castello con lei, ma di trasferirsi nell'appartamento di George per aiutarlo a portare avanti il progetto e la vita che un tempo aveva condiviso con Fred e che adesso non riusciva più a gestire da solo.
« E l'accademia per diventare Auror?»
« L'accademia può sempre aspettare, George ha bisogno di me adesso»
Hermione gli aveva sorriso dolcemente, sentendosi sempre più orgogliosa e innamorata dell'uomo che stava diventando.

E così, nonostante le mille preoccupazioni, Hermione si era preparata ad affrontare il ritorno ad una scuola in cui, ormai, non si sentiva più di appartenere.
Era come essere tornata indietro nel tempo, quando ancora non sapeva cosa aspettarsi da quella strana scuola così diversa da quelle babbane che aveva conosciuto, ma allo stesso tempo così simile nel modo in cui gli studenti si rapportavano tra di loro da mandarla nel panico: sarebbe riuscita a integrarsi con gli altri studenti o sarebbe rimasta sempre un'esclusa? Fortunatamente, quella volta, nonostante non potesse avere vicino a lei i suoi migliori amici, non sarebbe stata da sola: Ginny e Luna sarebbero tornate per frequentare il loro settimo anno ad Hogwarts, mentre Neville aveva orgogliosamente annunciato che sarebbe stato presente come assistente della professoressa Sprout.

***

Il tempo era una cosa strana: esisteva una quantità abbondante di libri che prometteva di svelare tutti i suoi segreti, ma che, in realtà, offriva solo teorie non confermate ed esperimenti mai effettuati.

Ciò l'aveva sempre incuriosita: sarebbe mai riuscita a capire appieno il tempo e il suo funzionamento, in modo da poter creare le migliori Giratempo mai esistite e scrivere i libri più dettagliati e accurati sull'argomento?

Ma, come scoprì nel corso delle sue ricerche, il tempo era una cosa sfuggente.

***

La sua relazione con Ron aveva resistito alla lontananza; anzi, se possibile, alla fine dell'anno i due sembravano essere ancora più vicini.
Hermione aveva quindi deciso, non senza timore, di rivelare al suo ragazzo uno dei piccoli segreti che, nel corso degli anni, non si era sentita di condividere con i suoi migliori amici: nonostante stesse frequentando la prestigiosa scuola di magia, infatti, Hermione aveva continuato parallelamente la sua istruzione babbana da privatista, dando gli esami annuali durante le vacanze estive.
Esami che, durante la guerra, era stata costretta a mettere da parte e che adesso voleva riprendere in mano, possibilmente frequentando l'ultimo anno in un college londinese.

Ron si era messo a ridere e lei si era sentita morire.
Quando lui aveva capito la serietà delle sue intenzioni si era scusato dicendo che, ovviamente, lei era liberissima di fare ciò che desiderava anche se, aveva aggiunto, davvero non ne capiva la necessità.
« Non è come se un diploma babbano possa servirti a qualcosa, no? Nel mondo magico, intendo. Nessun lavoro richiede una qualifica babbana.»
Poi, dopo qualche secondo, un'espressione tradita comparve sul suo volto.
« Sempre che tu non abbia deciso di trasferirti nel mondo babbano. Ma non avevamo deciso che tra un paio d'anni avremmo comprato una casa vicino a quella di Harry e Ginny e che, nel frattempo, avremmo potuto vivere tutti e quattro a Grimmauld Place? Ne abbiamo parlato insieme durante le vacanze di Natale... O hai già cambiato idea?»

Hermione non si sentì in grado di raccontargli quali fossero davvero i suoi desideri, non gli spiegò quel bisogno di viaggiare, di vedere il mondo - entrambi i mondi - e le bellezze che avevano da offrire.
Non espresse la voglia di cercare una casa al confine tra le due realtà, abbastanza isolata dai babbani per poter usare liberamente la magia, ma lontana dai maghi per poter usufruire della corrente e dell'elettricità.
Non disse mai niente, e Ron non chiese più.
Perché, davvero, cosa c'era da dire? Aveva sempre saputo che Ron apparteneva al mondo magico e lei non riusciva a pensare di potersi allontanare da lui: perdere Ron avrebbe significato perdere l'unica persona che riusciva ancora a farla sorridere.

***

Il tempo era una cosa strana: perché esisteva la possibilità di tornare indietro nel tempo di qualche ora, ma non di qualche giorno? O di qualche anno?

Ormai passava ore intere a rigirarsi tra le mani quella vecchia Giratempo ormai inutilizzabile, rubata nella confusione del disastro all'Ufficio Misteri tanti anni prima in un attimo di disperata follia; il pensiero che decine di Giratempo fossero state distrutte le aveva procurato una forte fitta allo stomaco: quel piccolo oggetto, infatti, era stato un amico fidato durante il corso del suo terzo anno. Era stato il suo unico confidente, l'unico a conoscere i suoi segreti, e averlo dovuto restituire alla fine dell'anno scolastico le aveva procurato un forte senso di nausea.

Quel giorno aveva afferrato la Giratempo in un gesto di disperazione, senza fermarsi a pensare davvero a ciò che stava facendo, e poi l'aveva custodita gelosamente nel fondo del suo baule, senza mai rivelare a nessuno della sua esistenza.
Ma, se inizialmente l'aveva conservata solo per ricordo, successivamente aveva pensato di provare ad aggiustarla o, addirittura, di migliorarla. Era stato un progetto difficile, a tratti quasi impossibile, ma recentemente era riuscita a progettare le modifiche che avrebbero consentito, almeno in teoria, di viaggiare indietro nel tempo di anni, anche se ancora non aveva avuto il coraggio di incidere nella Giratempo le rune necessarie e lanciare poi gli incantesimi finali.

Il tempo, dopotutto, era una cosa imprevedibile.

***

Alla fine Hermione decise di non frequentare il college babbano, né di prendere il diploma. Perché a volte andavano fatte delle scelte, non sempre facili, ma necessarie; e lei aveva scelto di mettere l'amore davanti a tutto, persino davanti ai suoi sogni, perché in fin dei conti a cosa serviva viaggiare, scoprire cose nuove, se non potevi condividerle con la persona che amavi?
Così decise di cercare lavoro al Ministero della Magia, come tutti si aspettavano da lei, e trasferirsi a Grimmauld Place, ormai diventata irriconoscibile dopo i lavori che Harry aveva apportato alla casa.

Ma rinunciare ai suoi sogni aveva distrutto un qualcosa dentro di lei: e nonostante Hermione sorridesse e cercasse di comportarsi normalmente con le persone che amava, sentiva dentro di sé quel vuoto familiare trasformarsi sempre più velocemente in un mostro che, in breve tempo, l'avrebbe divorata viva.

***

Il tempo era una cosa strana: era davvero un crudele burattinaio, o erano gli esseri umani ad attribuirgli un potere e un'importanza eccessivi? Perché era più facile pensare di essere vittime di una forza più grande di noi, piuttosto che ammettere di essere il risultato di scelte sbagliate.

La Giratempo era ormai pronta per essere utilizzata: Hermione aspettava quel momento da anni ormai, il momento in cui avrebbe potuto porre rimedio ai suoi errori, fare scelte diverse, sperando di riuscire a raggiungere la felicità che aveva sempre sognato.

Ma all'improvviso sentì la porta di casa aprirsi, e la voce di Ron la colpì come un pugno allo stomaco. Non poteva farlo. Non poteva lasciarlo.
Hermione era sicura di non poter continuare a vivere così, costretta a fingersi soddisfatta di una vita che le stava stretta, ma non poteva neanche scappare e abbandonare Ron.

Per la prima volta, dopo tanto tempo, sentì una forza sconosciuta riempire il vuoto che aveva dentro di lei, una forza che riuscì a spingerla verso l'uomo che amava, pronta a raccontargli tutto ciò che gli aveva taciuto nel corso degli anni, pronta a pronunciare tutte le parole non dette che avevano creato un muro tra lei e il mondo esterno.

C'era ancora speranza, adesso lo capiva: aveva dovuto rischiare di perdere tutto ciò che di buono c'era nella sua vita per capire che poteva ancora inseguire i suoi sogni senza dovere abbandonare le persone che amava.

Il tempo, dopotutto, era solo un'illusione.
L'amore no.






 

*****

Questa storia è stata scritta per il contest "Di vite intrecciate e verità emblematiche" di Freya Crescent sul forum di efp, basandosi sul seguente pacchetto:
VUOTO
Coppia: Ron/Hermione
Citazione: "Se pensi che l'avventura sia pericolosa, prova la routine. E' letale. (Paulo Coelho)
Oggetto: Giratempo
La one shot partecipa anche al contest "Seconda edizione - Per ricordare i bei momenti" di aturiel, utilizzando l'avvertimento "Future!Fic" e alla "Challenge a Prompt" indetta da Sarah.H, utilizzando la coppia Ron/Hermione per la sezione "Coppie di Innamorati".

 
  
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