Then Comes
The Sun
“Io ho una domanda, dentro di me…E torna
ogni istante, ogni giorno di questa lotta che si protrae sempre di più, la
domanda torna.
E non so quale sia la
risposta.
La domanda è chiara, la risposta semplice.
Sì. Oppure no.
Io…io ho sempre creduto che fosse
‘sì’.
Ma ora…”
Solleva il viso, guarda per un attimo la
luce che attraversa le vetrate, macchiandosi dei colori delle figure, tingendo
le mura bianche, il pavimento grigio. Abbassa ancora gli occhi, li socchiude,
torna a immergersi nella sua riflessione.
“Com’è possibile, che si possa rispondere
‘sì’?
Ieri ho parlato con il ragazzo. E’ venuto
da me. Con la sua eterna aria persa, l’espressione di chi cerca di attaccarsi a
qualcosa, qualcosa per sopravvivere, per non cedere alla disperazione…No,
neanche…Per non cedere alla follia. E ho ricevuto un attimo di luce, e ho dato
una risposta alla sua domanda, gli ho parlato, lasciando la mia voce libera di
raccontare il mio cuore.
Forse gli ha dato un po’ di pace.
Sì, ma per quanto?”
Stringe le mani che tiene intrecciate tra di sé. E’ una figura immobile, piccola, inginocchiata, ripiegata su se stessa, un’esile ombra ai piedi dell’altare, appena percettibile per coloro che entrano nell’immensa penombra.
“Penso alla ‘nostra’ casa. Alla cucina,
regno incontrastato di ‘loro due’. Le loro schermaglie mi facevano sorridere.
Lui era un segno, per me. Un’eterna fonte di forza. Quel sorriso che non si
spegneva, quel coraggio di affrontare le sofferenze degli altri, per portare un
po’ di consolazione, a modo suo…Sì, anche se le sue attenzioni non erano rivolte
a me, ogni volta che riportava una piccola vittoria, aiutando qualcuno a
riprendere forza, ricevevo forza anch’io. Ogni piccola risata che riusciva a
strapparci, col suo scherzare, col suo mettersi in ridicolo per amor nostro, era
una sconfitta delle ombre sempre più pesanti su di noi.
E lei…Lei che fingeva di essere fredda, ma
in realtà era solo molto spaventata. Molto sola. Era sempre stata sola, ed il
senso del dovere era il suo sentimento più forte. Così quel suo fuggire era
naturale. A ben guardarla, faceva più che altro tenerezza. Io l’ho sempre
stimata molto…In fondo…Era davvero tutto quanto io avrei desiderato essere…per
gli altri, per Te.
Ora si è spezzato tutto. Lui ha messo a
rischio la sua vita per lei, ma a quanto sembra è stato inutile, perché tutto
ciò che ha ottenuto è stato di perderla in modo ancora più terribile…E di
perdere se stesso, il suo sorriso, la sua forza. E noi siamo sempre più
deboli.
Io…Io non so più cosa pensare. Com’è
possibile che la risposta alla mia domanda sia ‘sì’?”
Riapre gli occhi, li solleva. La grande vetrata su di lei è in ombra, ma riesce a distinguere le figure. Su tutte, una donna, giovane, dai lunghi capelli scuri, involta in vesti azzurre e bianche. Sorride, ha le braccia spalancate. E’ come un invito.
“Poi c’è la ragazzina. La sua dolcezza mi
commuove. Anche lei, a modo suo, ci ha aiutati tutti. Cercando di rimanere
innocente, serena, solare. Se stessa. Un’adolescente che ha voglia di giocare,
di amicizia, di amore.
Eppure no, non è questo ciò che è stato
preparato per lei.
E io, e nessuno può fare
niente.
La persona più triste tra noi se n’è
andata. Da loro, a cercare di riempire il vuoto lasciato da un’altra persona, o
forse solo il vuoto desolato che c’è nel suo animo. Era così solo, così
lontano…Io non so se il ragazzo l’ha mai sfiorato, almeno per un attimo. Forse
sì…O almeno, mi piace pensarlo. Io so solo che l’unico momento in cui l’ho visto
sorridere, è stato quando il ragazzo gli era vicino. Ma anche questo si è
infranto.
Chissà dov’è, ora…Chissà cosa prova,
imprigionato nei suoi stessi desideri, legato alla volontà di qualcuno che non è
più, ancora più disperatamente solo e perduto, bisognoso di tutto, eppure
incapace di accettare qualsiasi cosa!
E la risposta alla mia domanda è sempre
‘sì’?”
Richiude gli occhi, come per addentrarsi
sempre più in profondità nel suo pensiero, nel suo animo. Perché sa che adesso è
arrivata al nodo più profondo della sua preghiera. A lei stessa…e a
lui.
“E poi c’è lui. Quello che, per
ironia del destino, grazie al nostro nemico, ho scoperto essere la persona più
importante per me. Io ho cercato di non vedere, di ignorare i miei sentimenti…Ma
poi è arrivato colui che conosce i desideri, e mi ha rivelato il mio, senza
riguardi. Mi ha gettato addosso la verità, e adesso non ho più nemmeno la scusa
del ‘non me ne ero resa conto’.
Oh, no. Me ne sono resa conto, e molto bene.
Mi sono resa conto di ciò che provo…Di ciò
che succede nel mio animo, nel mio corpo, in tutta me stessa, ogni volta che la
sua dolcezza, la sua timidezza, la sua onestà e il suo coraggio me lo fanno
brillare davanti agli occhi…
Lui è tutto ciò che ho desiderato per una
vita, e non ho mai avuto.
Lui è ciò che desidero ora, ma ho deciso
di non avere. Perché…
Perché, guardami, non posso farmi
illusioni su me stessa. Se distruggessi ciò che lui è, ciò che ha di più
prezioso, se irrompessi nella sua vita e lo trascinassi nelle tenebre, se lo
macchiassi, se pretendessi di dargli la felicità, e diventassi solo l’artefice
della sua rovina, allora…allora davvero non avrei più
nulla…
Né rispetto per me stessa, né l’amore per
Te che, fino ad ora, mi ha sempre sostenuta, almeno un po’, un passo dopo
l’altro…E nemmeno lui, la cosa più importante per me. Non riuscirei più nemmeno
ad alzare gli occhi verso di lui.
Però…però…ancora, mi chiedo, la risposta è
‘sì’?”
Immobile, tiene gli occhi chiusi. Non
avverte lo scorrere del tempo.
Non vede la luce che cambia la sua
traiettoria, e gira attorno all’edificio. Non sa nulla, di ciò che accade fuori
di lei, ora.
“La mia domanda…
La mia domanda è
questa…
C’è qualcosa di buono, da salvare, in questo mondo?
Io ho sempre pensato di sì,
però…
Io so che Tu hai detto che, un giorno,
tornerai, e il mondo finirà, sì, ma incomincerà il Tuo Regno, e saremo nella
gioia in eterno. Non può finire tutto così, per i desideri di alcuni uomini! Non
può cadere tutto nell’oblio, nella distruzione, in questo
modo…
Eppure, continuo a chiedermi se davvero la
risposta giusta è ‘sì’.”
Allora solleva la testa, apre gli occhi, e subito è investita dal getto di luce improvviso e stupendo che entra dalla vetrata principale: il sole ha compiuto il suo percorso, e i colori della donna ammantata d’azzurro splendono, illuminano il mondo, e gli occhi di lei si riempiono di lacrime.
Un ricordo si fa strada nel suo cuore, un sorriso compare sul suo volto.
“Pensavo che non sarei mai stata madre, e
invece…
Invece, anche se solo per un attimo, ho
avuto un figlio. Che ha deciso di sacrificarsi. Per me. Per la mia vita. E’
stato mio figlio per un attimo, ma ha rivolto verso di me tutto l’amore di
un’intera esistenza. In un attimo ho sperimentato tutto il dolore e tutto
l’amore del mondo.”
E poi un altro pensiero la attraversa, fulmineo e bellissimo, e qualcosa di simile alla speranza si fa strada nel suo petto, dove un cuore corre, sembra che voglia spronarla a vivere, col suo battito che non si ferma.
“C’è una forza che vince davvero tutto,
allora. Il nostro animo è sorprendente…Lui doveva essere una creatura senza
sentimenti, ed invece il cuore umano si è rivelato più potente di ogni progetto!
Allora, forse, quando hai affidato ai
desideri umani il compito di salvare il mondo, non hai compiuto una follia!
Forse c’è davvero qualcosa di buono, da salvare e proteggere, in questo
mondo!”
Sorride, e resta ancora lì, a lungo, finché la luce sparisce dalla vetrata. Non pensa ad altro che a quella speranza, come una brezza leggera, venuta a donarle sollievo nella disperazione.
Adesso ha qualcosa che le dia fiducia. Un
ricordo, un’intuizione, una luce. La battaglia finale è vicina, e lei
l’affronterà, e venga quel che deve venire. Ma almeno, adesso è sicura della sua
risposta.
Sa perché deve
combattere.
FINE
Che dire…Era un po’ che volevo scrivere
qualcosa su Karen, un personaggio che adoro. E mi è venuto naturale ambientare
il tutto durante una preghiera. (sarà che mi era piaciuta ‘sta signora che non
fa un gran lavoro, ma è così dolce
e buona, e pure un po’ cristiana!^^ A proposito, qui è diventata
automaticamente cattolica, in quanto prega la Madonna…Non so come la intendono
le Clamp, ma visto che si parla di maternità alla fine, mi pareva la cosa più
adatta. E poi ho sempre apprezzato l’idea di “alleanza delle religioni diverse”
che compare spesso nei manghetti clampiani).
L’idea per la riflessione è venuta da un
accumulo di cose…La discussione su un forum con altre ragazze, sulla questione
“ma è plausibile che il destino del mondo sia affidato a qualcosa di incostante
come i desideri umani?”. Una frase detta da una delle persone più care che ho (a
cui la storia è dedicata, come la maggior parte delle cose che scrivo!). E poi
canzoni, immagini, idee, pensieri…E anche la mia personale riflessione sul
mondo. Ciò che ho fatto dire a Karen…beh, non credo che sia così assurdo. (Magari poi le Clamp stravolgeranno il
personaggio di Karen e la manderanno tra i Draghi della terra… =__= Io spero di
no! Mi sembrerebbe pure improbabile, ma…non si sa mai…con quelle
là…).
E secondo voi? C’è qualcosa di salvabile
nel mondo? Se volete parlare di questo, o di qualsiasi altra cosa, anche più
amena e meno seria (del tipo quanto odiate Fuuma, o che vorreste uccidermi
perché io lo odio, oppure che Kanoe ha uno stile di abbigliamento a dir poco
orrendo, o che Kamui e Subaru fanno a gara per il trofeo “personaggio più
sfigato dei manga”, e così via…):
yumemi@hotmail.it
Ah, il titolo l’ho “rubato” da una canzone di Elisa, mentre la prima frase, quella in latino, viene da una preghiera a Maria che a me piace tanto (la traduzione è: “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio”).
Altre note? Uhm… Grazie a Leryu, Kairi, Haku, Lally, Koraen, Juuhachi Go, Lilie e tutti tutti tutti quelli che leggono le mie storie. Vi auguro il meglio! Buona Pasqua, a presto!
Vostra Harriet