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Autore: Lily_LunaPotter    23/04/2016    1 recensioni
-Gli occhi color cioccolato di Francesco si erano soffermati su quel sorriso illuminato dal sole, incontrando il verde smeraldo di due iridi incuriosite. I capelli castani chiari della ragazza si muovevano in onde di luce, mentre le lentiggini sulle guance scomparivano nella pelle chiara. Era settembre.
Nessuno dei due si immaginava ciò che sarebbe successo due anni e mezzo dopo, non immaginavano che sarebbero accaduti quei fatti. Semplicemente, non credevano che loro sarebbero successi, l'uno nella vita dell'altra.
Ma il destino è imprevedibile, e questo l'avrebbero imparato.-
Ve lo ricordate il vostro primo amore? Il batticuore, l'ingenuità. Ciascuno di noi può dire di essere stato innamorato, di amare. Però da piccoli è tutto così strano, diverso. Crescendo, si impara ad amare. Crescendo insieme, si impara a vivere.
La prima volta che si erano parlati, avevano entrambi undici anni. Ed a undici anni l'amore non sai neppure cosa sia, credi che possa somigliare a quello delle serie tv, sogni il principe azzurro. Loro erano amici, anche se tutti pensavano che fossero di più. Ma ad undici anni, chi crede alle voci? Se ne erano accorti anni dopo, che il loro inizio era molto prima.
Spero che vi piaccia ❤️
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Quando si erano incontrati per la prima volta, avevano entrambi sette anni. Piccoli, ingenui, troppo presi dagli amici, dai giochi, per accorgersi l'uno dell'altra. Infatti non si erano mai parlati seriamente, fino a quel giorno di settembre. Il sole sembrava essere in ritardo, ma splendeva comunque sopra le nuvole grigie, mosse dal vento estivo che caratterizzava l'inizio della scuola, ed il chiacchiericcio dei nuovi alunni e delle loro famiglie rompeva la quiete delle lezioni. Era il primo giorno di scuola, quello in cui si conobbero davvero. In attesa davanti al portone, dove una professoressa chiamava i loro nomi, si guardavano attorno curiosi : quello era il luogo dove avrebbero passato i tre anni seguenti. Quell'eccitazione strana e familiare, che ogni anno si poteva vedere, nascosta dietro sorrisi e saluti, che si udiva nel rumore dei passi sulle scale, nei richiami dei genitori, era palpabile. Le pareti gialle dell'aula erano diventate la cosa più interessante, quando l'ansia iniziale aveva lasciato il posto all'imbarazzo. Era normale, scrutare i volti dei compagni in cerca di particolari, come se la consapevolezza che tra quelle persone ci sarebbe stato qualcuno che sarebbe divenuto importante anno dopo anno. Anche Ginevra e Francesco non erano da meno, infatti entrambi parlavano con i loro compagni di banco, amici delle elementari scelti con cura, incuriositi e intimoriti.
Non lo sapevano, neppure lo immaginavo, che quello era l'inizio di qualcos'altro, non solo di un anno scolastico, non solo delle scuole medie. Si erano seduti in penultima fila, tutti sconosciuti uniti da un inizio comune, dalla scuola, nomi insieme per caso e per un motivo. Lei e la sua amica Eleonora erano nella fila centrale, mentre a sinistra sedevano Francesco ed un compagno mai visto prima. Sarebbe bastato allungare una mano per toccare il banco di quel ragazzino più alto di lei, con cui non aveva mai parlato. A distanza di mesi, si ricordava ancora la prima volta che le aveva rivolto parola. Nulla di importante, però quelle parole timide e sicure allo stesso tempo le avevano fatto piacere, come gocce di pioggia in inverno, mentre sei nel tuo letto e cerchi di dormire. Da quel giorno, ogni occasione era perfetta per parlare insieme, per controllare il risultato di un problema, fare battute sui compiti, sorridere. Le piaceva, Francesco. I capelli scuri sempre spettinati, gli occhi color cioccolato e quel qualcosa in più che lo differenziava dal resto, forse perché era più vero. Una volta, parlando con una compagna di classe, aveva ammesso che si, lui sembrava in sovrappeso. L'aveva ferito, ma non era sua intenzione. Semplicemente, non credeva che la compagna facesse la spia ed ingigantisse il suo commento in un'offesa. Ma era successo, e gli occhi lucidi le avevano fatto venire i sensi di colpa. Si era scusata, ed era tornato tutto come prima, anzi meglio. Erano più uniti, e si stavano conoscendo. Ad undici anni, non pensi solo all'amore, che è simile a quello delle serie tv, però i gesti ti fanno piacere. Ed a Ginevra, i sorrisi, le battute, il fatto che cercasse sempre lei, i complimenti e quei piccoli particolari del suo carattere, come la gelosia e la permalositá, piacevano. Persino i professori si erano accorti del loro legame, decidendo si separarli perché parlavano troppo spesso, ed entrambi erano arrossiti ai commenti dell'insegnante d'italiano. "Credo che sia il momento di allontanare Ginevra e Francesco perché continuano a distrarsi... non è che c'è qualcosa sotto?" Aveva detto davanti a tutta la classe. Eppure no, non c'era nulla sotto. Francesco si stava però innamorando della sua nuova amica, e la loro storia stava per iniziare. Stavolta per davvero. Ricordava i messaggi, le telefonate, e soprattutto quel giorno. Non era stata intenzione di Milena, sempre la solita compagna che aveva fatto la spia e causato il litigio per la sua "fantasia", spingerla tra le sue braccia. Anzi, probabilmente avvicinarli era l'ultima cosa che voleva. Ginevra li aveva visti, quelli sguardi che lanciava a Francesco, ed una strana sensazione l'aveva perseguitata per giorni. Era accaduto per caso, tra una lezione e l'altra. Stavano parlando insieme, quando un colpo nella schiena l'aveva fatta cadere su di lui. Sarebbe finita a terra, se Francesco non l'avesse presa al volo, i volti vicini, un abbraccio. Se lo ricordava, il pomeriggio che aveva passato, a chiedersi perché il cuore continuasse a battere al pensiero di quella scena. Tutti le ripetevano che sembravano fidanzati, o innamorati, ma ad undici anni, chi crede alle voci? Fidanzati poi, era una parola importante. Altro che amore, loro erano solo amici. Soprattutto se Francesco non le diceva niente, lei non si sarebbe mai convinta. Ginevra era testarda, ed amava scrivere. Aveva narrato le sue giornate in un diario per mesi, e quei quaderni avevano un significato speciale per lei. Quante volte si fosse chiesta il perché dei comportamenti del suo nuovo amico, senza trovare una risposta, non lo sapeva neppure Ginevra.
Però aveva una certezza, e quella era la loro amicizia, che non sarebbe finita.

Angolo Autrice
Spero che vi sia piaciuta, lasciate un commento. Ciaoo
   
 
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