Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
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Autore: Lesye    24/04/2016    4 recensioni
La protagonista ha seri problemi a relazionarsi con l'altro sesso. Fa palesemente di tutta l'erba un fascio, giudicando tutti gli uomini inutili, bugiardi e arroganti. Ma la nostra eroina, riuscirà davvero a mantenere le distanze da questi “uomini pericolosi”?
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Lysandro, Nathaniel, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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SFIDA.

 

 


 

Occhi dorati incontravano i miei, spesso, pure troppo. L'ansia lentamente mi divorava, non riuscivo a concentrarmi sulla lezione.
- “Era da tanto che, volevo parlarti.”- Una voce profonda ruppe il silenzio. Quasi indugiò, nel pronunciare quella frase, se non l'avesse detta, mi sarei sentita meglio. Un profondo fastidio mi scosse, non volevo aver nulla a che fare con questi uomini inutili. Sentii uno sguardo maligno poggiarsi sulla mia schiena, subito la drizzai. Piegai il collo, osservando la provenienza di quelle onde negative, Melody. Non mi era mai piaciuta, in questo mese era sempre stata gentile ma, in modo sospetto. Sembrava come se, dietro ad ogni suo gesto garbato ci fosse una ragione o, semplicemente, non riuscivo a comprendere la bontà d'animo incondizionata. Il mio compagno di banco, leggermente con il gomito mi toccò il braccio, rabbrividii.
- “Non toccarmi così, alla leggera.”- Lo sgridai, con voce bassa.
- “Scusa, io...”- Arrossi il biondo, continuando la frase, - “sembravi sovrappensiero.”-
- “Non ti preoccupare per me.”- Aggiunsi, riservandogli una fredda occhiata, dopo distolsi subito lo sguardo, non riuscivo a concentrarmi su di lui. Sentii caldo, spostai i miei lunghi capelli da un lato, poi, impugnai la penna cercando di scrivere svariati appunti su, una lezione di cui non avevo sentito quasi nulla. Lui non parlò più, si limitò a guardarmi di tanto in tanto. Come si spostò, percepii subito un dolce profumo di vaniglia, fin troppo delicato per un uomo, però, non mi dispiaceva. Almeno una nota positiva era che, aveva lo stesso odore di una ragazza.
- “Il tuo profumo.”- Dissi, arricciando il naso, - “è troppo dolce.”- Conclusi, lo ammetto stavo indagando, cercando di restare più discreta e distaccata possibile, magari apparteneva davvero ad una ragazza, forse con una con cui stava.
- “Mia sorella,”- disse, poggiandosi una mano alle tempie in un gesto esasperato. - “Ne ha spruzzato così tanto stamattina che, l'odore mi sarà rimasto addosso.”- Risi, leggermente e delicatamente potandomi una mano davanti alla bocca. Mi regalò un sorriso, - “finalmente, una bella espressione!”- Commentò lui, subito mi fermai tornando seria e composta. - “Mi sono lasciata coinvolgere,”- ammisi con una punta di menefreghismo. Sentì il suo sguardo addolcirsi, - “Anch'io sono sempre freddo con chi conosco poco.”- Mi misi con le braccia conserte, sfoderando una delle mie più dure espressioni, - “Odio gli uomini, è diverso.”- L'osservai attentamente, cambiò drasticamente espressione, spalancando le palpebre e rimpicciolendo le iridi dorate. Per fortuna la campanella suonò liberandomi da quella prigione, cinque ore di scuola erano trascorse, alternandosi tra noia e ansia. Mi scostai rumorosamente dal banco, lasciando Nathaniel lì.
Uscì da scuola passando dal cortile, pochi sapevano che fumavo, presi il pacchetto dalla giacca e portai alle labbra una sigaretta, avevo bisogno di nicotina. Frugai nello zaino, alla ricerca dell'accendino quando, qualcuno l'accese per me. Alzai lo sguardo afferrando la sigaretta tra l'indice e il medio, i miei occhi si poggiarono su Castiel, il ragazzo di stamane. Sapevo già il suo nome, per la sua non bella nominata che circolava in tutta la scuola, il mio sguardo verde brillante si soffermò sul suo grigio scuro, perfino i nostri occhi erano in contrasto.
- “Dolcezza.”- Disse a mo' di saluto, ancora con la piccola macchinetta focaia in mano.
- “Ancora tu?”- La mia voce sembrava leggermente esasperata mentre, con tranquillità assaporavo e sentivo la nicotina entrare in circolo. Iniziai a camminare verso casa, ignorando il rosso che ancora mi seguiva, tenendomi il passo.
- “Sei davvero interessante.”- Disse cercando di sfiorarmi con la mano la guancia, ma mi scostai.
- “Non toccarmi!”- Gli ringhiai contro.
- “Sei diversa dalle altre.”- Constatò, con un favoloso sorriso che, avrebbe fatto sciogliere quasi tutte le donne del pianeta, ma non me.
- “Tu invece sembri il solito stronzetto maschilista che, va a letto con tutte e poi le molla.”- Commentai acida, guardandolo sprezzante. Lui con tranquillità, fece l'ultimo tiro alla sua sigaretta e successivamente la butto nell'asfalto, spegnendola col piede.
- “E' un cliché intramontabile.”- Rise, poggiandomi un braccio sulle spalle.
Mi rizzai a quel contatto indurendomi, lui se ne accorse e strinse di più la presa, in modo che non riuscissi a divincolarmi.
- “Castiel, lasciami,”- sospirai.
- “Altrimenti?”- Disse beffardo, d'un tratto si fermò, guardandomi stordito. - “Come mai sai il mio nome?”- Aveva un sorriso beffardo, che non voleva proprio sparire, anzi, il fatto che io già sapessi come si chiamasse, mentre per lui il mio nome restava un mistero, l'aveva stuzzicato ancor di più.
Avevo ancora più di metà sigaretta accesa, lo presi dalla T-shirt e glie la spensi sopra. Sorrisi e gli diedi un leggero schiaffetto in faccia.
- “Quando ti dico una cosa devi farla.”- Con quel gesto risposi solo alla sua prima frase, ignorando completamente la sua seconda domanda, con un sorriso di scherno me ne andai vittoriosa, lasciandolo là.
- “Sarai mia!”- Mi urlò dietro, anche se non mi girai sentii sulla schiena i suoi occhi puntati.
Per fortuna che non mi aveva seguito oltre, figuriamoci se mi innamorerò mai di lui! Rientrai in casa dove, trovai mia madre sdraiata sul divano a dormire, aveva ancora in mano una tavolozza di colori, l'odore dei pastelli ad olio inebriava la stanza, i pennelli erano posti in modo disordinato dentro il piccolo recipiente che conteneva acqua raggia per sgrassarli. Il suo ultimo quadro raffigurava una natura morta, delle bellissime rose che stavano appassendo, anche su un dipinto gravava la costante del tempo. Sospirai, spalancando le finestre per togliere quel forte odore, presi il mio blocco da schizzi e come facevo di solito iniziai a disegnare. Era una cosa di famiglia, che mia madre era riuscita a trasmettermi, io però adoravo i ritratti, le posizioni e spesso adoperavo carboncini e matite. Mentre mi dilettavo a scarabocchiare sul mio blocchetto, mi soffermai a guardare il corpo esile di mia madre ed, a pensare a quante ne avesse passate per colpa di quello stronzo, subito una forte rabbia mi fece stringere talmente tanto i palmi da rompere la matita che si trovava nella mano destra in due. Mi alzai lasciando il ritratto incompiuto, cercando qualcosa da mangiare nel frigo, presi un'insalata giusto per tenermi leggera. Il mio cellulare vibrò, lo presi controllando il mittente di quel messaggio: -“Rosalya.”- Pronunciai a bassa voce il suo nome, lessi velocemente il messaggio in cui mi invitava ad uscire per provare una nuova pasticceria francese. Sapeva proprio come prendermi, andavo ghiotta per i dolci! Preferivo rinunciare ad un pasto piuttosto che ad un dessert, forse tutti quegli zuccheri compensavano la mia mancanza in amore.
L'appuntamento era per le quattro davanti al negozio del suo fidanzato Leigh che, era proprietario di una graziosa boutique d'abbigliamento. A me andava bene quel luogo perché distava solo cinque minuti da casa mia, nonostante non mi fidassi dell'altro sesso, quel ragazzo mi ispirava fiducia, quindi ero contenta per Rosa. Girovagando per casa il tempo passò velocemente, tra una doccia e una lettura veloce ai testi scolastici, si fecero le quattro e svegliai mia madre che, doveva andare ad aprire la nostra piccola Galleria D'arte. Eh sì, dopo tanti sforzi c'era riuscita, aveva risparmiato tanto per aprire questo piccolo spazio tutto suo, per esporre i sui preziosi dipinti, aveva anche già un buon numero di acquirenti, che andavano a trovarla ad ogni nuovo quadro. Si poteva dire tranquillamente che si stava integrando nel mondo degli affari. Anche io in questo mese qui mi ero rimboccata le maniche, avevo trovato un lavoretto part-time in un grazioso bar e, la paga era decente. Il mio turno attaccava alle cinque e mezza quindi, la mia passeggiata con Rosalya sarebbe stata abbastanza veloce. Infilai dei pantaloni neri aderenti, abbinati con degli stivali del medesimo colore, di pelle e con il tacco quadrato. Con un bel maglioncino color senape, intrecciato davanti, misi in fretta il mio giubbotto di pelle, afferrai la borsetta ed uscii di casa con il cellulare in mano chiamando già Rosa.


ANGOLO MIOOOOOO
Salve ragazze, posto adesso, lo so in ritardo, ma ho preferito scrivere Sweet Amoris!
Mi scuso se ci sono errori ma ho appena il tempo di postarla, domani, o pomeriggio la correggerò. >_>
Chiedo venia, fatemi sapere cosa ne pensate, un bacione Lesye! 

  
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