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Autore: fenris    24/04/2016    6 recensioni
La guerra tra Dei e Titani si è conclusa a favore dei Cronidi,ma la pace è tutt'altro che vicina.Zeus e i suoi fratelli combattono per decidere come spartirsi la Grecia,rischiando di causare un nuovo massacro,ma Estia non resta ferma a guardare.Nel frattempo il grande Oceano è roso dai dubbi e non si sente più adatto a governare i mari.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Una bambina dai capelli neri correva sulla scogliera,andando incontro al nonno,sacerdote del tempio di Delfi.L'anziano uomo stava pensieroso sulla scogliera,fissando le nuvole che sembravano concentrarsi in unico punto,dove lui sapeva si trovasse il palazzo del divino Oceano e accorto nelle sue riflessioni inizialmente non si accorse della bambina che gli tirava la manica della veste.
”Tutto a posto,piccola?”:chiese alla nipote,che aveva uno sguardo allo stesso tempo confuso e curioso:”Nonno,ma come mai ci sono tutte quelle nuvole lì sopra?Ci sarà una tempesta?”:l'uomo sospirò.Sapeva che avrebbe dovuto mentirle,la cosa non gli piaceva,ma qualunque mortale avesse assistito al duello imminente,forse il più grande di tutti i tempi,sarebbe stato spazzato via,sia nel corpo che nella mente.
”Puoi stare tranquilla,Dafne.Ci saranno un po' più pioggia e vento del solito,ma a casa non dovremmo avere problemi.”.Il sacerdote prese la nipote in braccio e si incamminò verso il villaggio,ma non prima di aver rivolto un ultimo sguardo al vortice scurissimo di nuvole:”Che vinca il migliore”.
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Dopo un viaggio di poche ore lo scuotitore di suolo era arrivato nel luogo dello scontro,in realtà non era mai stato lì e non si era certo accordato con lo sfidato per il luogo dello scontro,ma in qualche modo sapeva di dover andare lì.
Il primogenito di Urano e Gaia,che stava in piedi direttamente sulla superficie del mare,lo aveva preceduto,già armato e se possibile,ancora più terribile di come il cronide se l'era figurato.Il titano era alto cinque metri e parecchio più muscoloso del rivale,aveva la pelle del colore del mare in tempesta,capelli color verde alga,occhi penetranti,una corona di corallo con dei cristalli incastonati,una grandissima spada bianco e una corazza decorata unicamente con il volto ruggente di un leviatano(a differenza della corazza di Poseidone,dotata di diverse decorazioni puramente estetiche).
Oceano fissò il dio per qualche secondo(ma sembrò molto più tempo)e infine parlò:”E così le Moire hanno decretato che sia tu a ereditare le acque,Poseidone?Non mi sarei mai aspettato che le figlie di Notte mandassero un simile moccioso al massacro,a meno che le apparenze non mi ingannino”:Poseidone puntò il tridente sul titano,e parlò con una voce più forte e sicura rispetto al dialogo di poche ore prima:”Non vendere la pelle del coniglio prima di averlo catturato.Non ho chiesto io di essere qui,ma se le Parche mi hanno indirizzato vero il mare significa che ho una possibilità di batterti.DIFENDITI!”.
Il tridente si caricò di energia blu,che prorubbe in un'ondata di pura violenza verso Oceano,che comunque riuscì a scinderla in due dopo aver a sua volta caricato d'energia la propria lama,quindi si lanciò in un assalto contro lo sfidante,cercando di colpirlo ripetutamente ai punti vitali.Fortunatamente Poseidione era più piccolo del suo avversario,e questo era un sicuro vantaggio contro qualcuno abituato a combattere con creature grosse quanto e più di lui e dopo aver schivato per un po' riuscì finalmente a guadagnare abbastanza spazio di manovra per usare il tridente e così potè ferire(ma solo leggermente)lo zio al volto e danneggiare la corazza al fianco con tre piccoli squarci....peccato che l'avversario si accorse del suo intento e con una velocità inusuale per qualcuno di quella corporatura lo spedì lontano diversi kilomentri con un pugno ricoperto per l'occasione di spine da ricci di mare.
Oceano si ripulì la mano dal sangue con ostentata noncuranza e dentro di sé sorrise constatando che il nipote aveva ereditato l'indole di Rea,e proprio per questo decise di dargli la possibilità di arrendersi:”Notevole,ragazzo.Finora solamente Nereo e mio fratello Giapeto hanno potuto vantarsi di aver danneggiato le mie protezioni.Ascolta,se ti arrendi ora ti lascio tornare sull'Olimpo vivo,ma sappi che sarà la mia unica offerta.”:non finì neanche di parlare,che dovette schivare un'altra ondata di energia,decisamente più grande e potente della prima.
Dal punto in cui era partita si trovava il dio,ora col naso rotto per la potenza del pugno ricevuto,rispetto a prima la sua voce aveva una nota leggermente più debole,ma non per questo meno determinata:”MAI!!Già mio fratello mi ha sottratto i cieli,pensi forse che io possa rinuncia re al regno indicatomi dal fato come facesti tu una volta?!Meglio la morte”:nonostante le sue parole Poseidone stesso cominciava a essere dubbioso della sua vittora,visto che Oceano si era rivelato potente quanto Giapeto e probabilmente anche più di Crono(che per essere il re dei titani era durato decisamente poco ed aveva provato a scappare già poco dopo l'inizio dello scontro),quindi doveva ricorrere ad alcune contromisure.
Le acque sotto di lui cominciarono a ribollire e una figura comparve sotto di lui,una figura enorme.Dall'acqua emerse qualcosa che Oceano riconobbe come una versione ingigantita della cavalcatura di Poseidone dotata di zanne da squalo,infatti il dio salì sulla testa della creatura e si scagliò contro l'avversario,che riuscì a malapena a schivare,infatti a discapito della stazza era tutt'altro che lenta.
Il signore dei mari decise di rispondere al fuoco con il fuoco e evocò anche lui la sua creatura più forte,in questo caso un gigantesco serpente marino dotato di robuste braccia con speroni nei gomiti e artigli affilatissimi nelle zampe.Le due creature,insieme ai rispettivi padroni,si squadrarono per un lungo istante prima di scagliarsi l'una contro l'altro mordendosi,graffiandosi o percuotendosi e inquinando le acque circostanti col loro sangue.
Ovviamente i loro padroni non erano da meno e ogni volta che le teste delle bestie si incontravano ne approfittavano per colpire l'avversario con tutto ciò che avevano a disposizione(pugni,armi,colpi d'energia,acqua ad altra pressione e qualsiasi altra cosa adatta e ferire e/o uccidere)e usando le brevissime pause per riprendere fiato.Però neanche le bestie più forti del mondo potevano riuscire a resistere troppo a lungo a un assalto reciproco del genere e a un certo punto le loro membra diventarono molli come gelatina prima di cadere sfinite e a quel punto i due duellanti si comportavano in maniera diversa.
Infatti se Oceano congedò il suo servitore per evitargli uteriori sofferenze,Poseidono urlò in tutti i modi per cercare di convincere il suo destriero a rialzarsi,ma con risultati abbastanza scarsi.”Ragazzino,non otterrai niente così.Le uniche cose che puoi fare sono ucciderlo o rimandarlo a casa.Pensi forse di poter governare i mari con un atteggiamento del genere?!Le creature marine pretendono rispetto e libertà,nessuna di esse obbedirebbe mai a qualcuno che le schiavizzerebbe per i propri capricci.A questo punto direi,che anche perdendo la sfida,ti sconfiggerei comunque dal punto di vista morale.”:sentendo queste parole,il cuore di Poseidone si riempì di dubbi,perchè Oceano aveva ragione.
Durante la guerra aveva sempre preteso il massimo dalle proprie truppe(umane e non) e nei momenti in cui la situazione sembrava disperata non aveva concesso loro neanche un minimo di riposo,forse in fin dei conti non era migliore né di suo padre,nè della stessa Campe,uccisa per liberare i ciclopi e i centimani.Ma non poteva mostrare segni di cedimento proprio in quel momento,perciò congedò l'ippocampo e riprese in mano il tridente,caricandolo di energia molto più di quanto avesse mai fatto in precedenza,prima che l'avversario potesse anche solo muoversi.
Dopo pochi secondi il tridente risplendeva ancora più delle folgori di Zeus ed era sufficientemente carico da distruggere una montagna,così lo lanciò,ma Oceano era rimasto in attesa semplicemente per schivare all'ultimo istante sapendo che con quel colpo Poseidone avrebbe sprecato quasi tutte le energie che gli rimanevano(non che lui se la cavasse molto meglio ad essere sinceri)e così fu..................peccato che i due si accorsero solo all'ultimo che un gruppo di nereidi aveva deciso di disobbedire ai genitori e ad assistere allo scontro,e il luogo dove si trovavano era proprio sulla traiettoria del tridente!
Il signore dei mari decise di assolvere al compito che ancora gli competeva,ossia la protezione di tutte le creature del mare,quindi si mosse a una velocità quasi impercettibile e nel contempo caricò la sua lama di energia il più possibile come aveva fatto in precedenza Poseidone.Dopo pochi secondi il titano blu era davanti alle nereidi ,in attesa del devastante proiettile,che arrivò puntualissimo.L'impatto fu semplicemente devastante,al semplice contatto si innalzò una colonna di luce e acqua alta fino al cielo e Oceano dovette stringere i denti e tenere ben salda la protezione per poter resistere,ma probabilmente non ce l'avrebbe mai fatta se qualcuno non si fosse messo dietro di lui,spingendolo in avanti e aiutandolo a resistere e infine la luce si spense e una cascata di metallo cadde su tutta la zona,formata dai resti di entrambe le armi divine.
Oceano,quasi sfinito,si voltò verso il suo salvatore,scoprendo con poca sorpresa che si trattava proprio del suo ostico avversario e a quel punto si misero tutte e due a ridere:”Ahahahahahah,vedo che finalmente hai compreso in parte cosa significa essere un sovrano,Poseidone.Avresti potuto scappare e approfittare della mia morte,ma hai deciso di restare e proteggere chi aveva bisogno di te.Questo è ammirevole,senza alcuna ombra di dubbio,ma non basterà.La distruzione delle nostre armi non rappresenta la fine del nostro combattimento.”.
Poseidone non sembrò demoralizzato da quelle parole,tutt'altro,si volse a guardare le nereidi rimaste a osservare,in particolare il suo sguardo si soffermò su una ragazza dai capelli neri:”Mie dame,penso vi convenga andarvene.Ormai lo spettacolo non è più adatto a delle donne,ma spero di rivedervi qualunque sia il risultato quest'oggi.”.Dopo che il gruppo di dee si riimmerse,i due duellanti si misero in posizione di guardia l'uno contro l'altro per l'ennesima volta e nuovamente si scagliarono l'uno contro l'altro,colpendosi con pugni,calci,prese di ogni genere e persino testate violentissime.
Poseidone tentò di vendicarsi per il colpo subito prima con un pugno al naso,ma Oceano fu più veloce e dopo aver schivato fece cadere l'avversario e lo colpì allo stomaco con una serie di calci,fino a quando il figlio di Rea non riuscì ad afferrargli il piede e a proiettarlo a diversi metri di distanza,per poi colpirlo con una serie di montanti,e continuarono così quasi all'infinito.Ma Poseidone comionciò a percepire qualcosa di diverso da prima,capì che non era più solo una semplice lotta e che c'era qualcosa di più,perchè per qualche motivo che non comprendeva ora arrivava a percepire tutto ciò che lo circondava poco a poco come se fosse il suo stesso corpo.
Sentiva l'acqua,l'aria,i pesci e lo stesso Oceano,il suo dolore,sia fisico che mentale,i suoi dolori e le sue speranze,e capì cosa doveva fare.Un rivolo d'acqua cominciò a risalire lungo la sua gamba fino ad arrivare al braccio,ricoprendolo di un folto strato d'acqua,che vorticava ad altissima velocità.Il dio osservò ciò che circondava il suo braccio,scoprendo con sua grande sorpresa che nell'acqua vorticavano anche i frammenti del suo tridente,così raccolse le sue ultime energie e corse più veloce che potè verso il suo rivale colpendolo col suo pugno e spedendolo dritto nelle profondità marine,poi discese egli stesso,trovandosi davanti al roseo palazzo di Oceano e con lo stesso ,che pur sanguinante e sfinito gli sorrideva.
”Poseidone,mi dichiaro sconfitto.Sei riuscito a battermi e non solo.Sei arrivato a comprendere la vita delle creature marine e del mare stesso.Ora capisco perchè le Parche hanno scelto te,ora come ora hai tutte le carte in regola per succedermi.E inoltre sono felice di vedere che somigli molto più a Rea che a Crono.”.Detto questo l'ormai ex re dei mari si tolse la corona e la diede al vincitore del loro intenso scontro,che nel frattempo si era ritrovato senza neanche accorgersene il tridente e la corazza nuovamente integri e se possibile molto più belli di prima.
Quindi si pose la corona sul capo e parlò,e per effetto della corona la sua voce venne udita,forte come non mai,in tutto il Mediterraneo:”IO SONO POSEIDONE,FIGLIO DI REA,DISCENDENTE DI URANO E GAIA....ED EREDE DI PONTO.IN QUANTO SCELTO DAL FATO E VINCITORE DEL DIVINO OCEANO,SONO ORA SOVRANO DEI MARI,GARANTE DELLA LIBERTà E DELLA VITA DI QUALSIASI CREATURA VIVA NELLE ACQUE.ED è MIO COMPITO TROVARE UNA CASA A CHIUNQUE ABITI NEL MIO REGNO!”:poi però si rivolse a Oceano,e la sua voce diminuì d'intensità:”Compreso te,grande re,non lascerò che tu sia dimenticato.Questo luogo è ancora tuo e della tua famiglia,che nessuno osi danneggiare te o qualcuno a te caro.”.
A quel punto il titano rise nuovamente:”Però non consiglierei a nessuno di governare un regno tanto grande da solo.Un re ha bisogno di una regina,Poseidone e sarei fiero di diventare tuo suocero.”:però il nuovo dio dei mari aveva uno strano sorrisetto,lo stesso che la sorella gli aveva riservato solo quella mattina da cui sembravano essere passati secoli:”Grazie,zio,le tue figlie sono senz'altro bellissime,sagge e amorevoli,ma so già con chi voglio passare il resto dell'eternità e inoltre come tuo nuovo sovrano ti do un ordine-a questo punto lo sguardo di Oceano si fece sorpreso e contemporaneamente curioso come non mai-,se mai dovessi rivelarmi un re ingiusto e indegno,ti ordino di sfidarmi nuovamente,e di usare tutte le tue forze.”.
                                                                                                            Epilogo
Poseidone era seduto  su una spiaggia a medicarsi le ferite,Estia e diverse ninfe si erano offerte di aiutarlo e guarirlo,ma lui era troppo orgoglioso per accettare
.In quel momento aspettava qualcuno e si stava chiedendo quando Tartaro sarebbe arrivato,ma finalmente vide un piccolo punto all'orizzonte,che andava diventanto sempre più grande,rivelandosi infine un delfino un po' più grosso del normale cavalcato da una bellissima ninfa dalla pelle verde acqua e i capelli neri.
Poseidone sorrise dalla gioia e si incamminò verso la riva per accogliere la ragazza,a cui offrì un braccio per scendere dal delfino.Poi le sorrise e le baciò la mano:”è un piacere riincontrarti,Anfitrite,mia regina”:la ragazza ricambiò il sorriso:”è un piacere riincontrarti,Poseidone,mio re”.

Salve a tutti coloro che hanno avuto il coraggio per leggere(e magari anche recensire)questa storia orrenda,che mi è venuta in mente durante un corso di poesia estivo e che ho pubblicato probailmente solo per poter dire di aver pubblicato una storia completa su questo sito.L'idea di base(lo scontro tra i 2 e il passaggio della sovranità del mare)mi è venuto in mente leggendo il prologo di raptus(di crateide,scrittrice senz'altro incomparabilmente più abile e competente di me) e ho deciso di elaborare qualcosa.Chiedo scusa se il combattimento fa troppo manga shoen(anche se l'intento era in parte quello)o se il discorso a metà scontro assomiglia troppo a quelli che fanno nel cartone dei pokemon(questo invece era assolutamente non voluto).Concludo con un saluto a tutti,e degli auguri per chiunque debba affrontare degli esami, in primis quelli di maturità(me compreso)
 
  
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