Quanto tempo ci fermiamo sulle piccole cose? Quante volte abbiamo preferito uno stupido amore ad una delle più belle amicizie? Michael aveva attraversato questo momento e aveva giurato che non avrebbe mai fatto pace con se stesso.
Quel 12 marzo si trovava sotto la finestra di Clare, la sua migliore amica. Stava lanciando dei piccoli sassi alla finestra della ragazza e cercava disperatamente di attirare la sua attenzione.
Aveva preferito una delle tante alla sua migliore amica, una delle poche persone che era riuscita ad abbattere i suoi muri ed accettarlo per il Michael che era realmente. Era disperato, voleva poter avere una fottuta amnesia in quel momento e dimenticare tutte le stupide cose che aveva fatto, facendo star male lui stesso e le persone che aveva vicino.
Erano circa le 11 di sera e Michael era ancora lì, con qualche sassolino tra le mani, pronti per essere lanciati contro il vetro della finestra, ancora una volta.
Era stanco; stanco di tutto lo schifo che aveva sulle spalle, stanco di essere così poco per tutti, stanco di dover combattere per una persona che lo aveva cancellato totalmente dalla sua vita, come si cancella una lavagna piena di gesso.
Voleva Clare