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Autore: AndreMCPro    24/04/2016    4 recensioni
"Quel mondo era fantastico! Avrebbe voluto restare lì per sempre!"
Chi avrebbe mai detto che il suo desiderio sarebbe stato esaudito?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akihiko Kayaba, Kirito Kirigaya, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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This is not a game anymore
Cap.2 Questo non è più un gioco
 
Aincrad, piano 1, Città di Inizio. 6 novembre 2022
Riapparvero nella piazza principale della Città d’Inizio. Lì erano già presenti centinaia di giocatori, e il chiasso causato dallo sgomento di tutti era immenso. Axel e Moonlight non poterono fare altro che guardarsi intorno, chiedendosi che senso avesse tutto questo. Poi la campana si quietò, e con essa anche tutti i diecimila giocatori, ormai tutti apparsi nella piazza.
«Guardate! Lassù!» Disse uno, indicando il cielo. Al di sopra di una costruzione nei pressi del campanile centrale lampeggiava un esagono rosso. Su di esso, la scritta “WARNING”.
Un attimo dopo gli esagoni iniziarono ad espandersi, generando una cupola che racchiudeva l’intera piazza. Dalle fessure tra gli esagoni iniziò a filtrare un fluido rosso che, raggruppandosi, formò una figura incappucciata e con il volto coperto. Era il Game Master. Era Akihiko Kayaba.
Kayaba allargò le braccia, e iniziò a parlare: «Miei cari giocatori, benvenuti nel mio mondo Il mio nome è Akihiko Kayaba, e sono l’unico in grado di controllare questa dimensione»
Controllare questa dimensione? Ma di che sta blaterando? Pensò Axel, guardando per un attimo Moonlight al suo fianco. Il suo sguardo era sconcertato, come quello di tutti i player.
Kayaba riprese: «Immagino che ormai avrete notato quasi tutti che l’opzione di Logout è scomparsa dal Main Menu» E per sottolinearlo fece vedere il suo menu di gioco. Neanche lui aveva la possibilità di effettuare il logout. «Sappiate che non dipende da un errore del gioco. Ripeto: non c’è nessun bug nel sistema. È un requisito di Sword Art Online»
Un requisito? Come può essere l’impossibilità di Logout un requisito?
«Non potete disconnettervi di vostra iniziativa. Ed è altrettanto impossibile che altre persone spengano o rimuovano il NerveGear per voi. Perché nel caso ci provassero, un trasmettitore all’interno del NerveGear emetterebbe microonde ad alta potenza che terminerebbero il vostro cervello… e la vostra vita»
No… non può essere… quest’uomo vuole tenerci intrappolati qui per sempre? È assurdo! «Ma quest’uomo è pazzo… Il NerveGear non è in grado di fare una cosa del genere!»
«Temo che invece possa farlo…» Rispose Moonlight. «il trasmettitore è veramente in grado di emettere tali onde, senza una limitazione…»
«No, io non ci voglio credere, è assurdo!»
«Sfortunatamente…» Riprese il Game Master «…si sono già registrati molti casi di parenti e amici di giocatori che, ignorando il mio avvertimento, hanno provato a rimuovere il NerveGear con la forza. Di conseguenza, 213 partecipanti a SAO hanno lasciato per sempre Aincrad, così come il mondo reale»
Apparvero attorno a lui delle schermate. Annunci di notiziari. Allora era vero… 213 persone erano già morte per mano di quel pazzo…
Axel non aveva più neanche la forza per pensare, e guardava esterrefatto Akihiko Kayaba. L’unica cosa che passava per la sua mente era il numero delle vittime.
«Come vedete, i mass media stanno affrontando l’argomento, divulgando informazioni sulle varie vittime. State tranquilli… il pericolo che il NerveGear venga rimosso a forza è già notevolmente ridotto. Mantenete la calma… e impegnatevi a completare il gioco. Ma badate bene: da questo momento nell’MMO non ci sarà più alcuna possibilità di resurrezione»
«Cosa…?» Mormorò Moonlight, d’un tratto allibita.
«Negli istanti in cui gli Hit Points arriveranno a zero il vostro avatar scomparirà per sempre, e al tempo stesso il vostro cervello sarà distrutto dal NerveGear»
«No, un momento… dovremmo completare un RPG senza mai morire?» Iniziò Axel, per poi urlare: «È inconcepibile! Non lo accetto! Non puoi fare una cosa del genere!»
Ma Kayaba andò avanti come se nulla fosse «Esiste un unico modo per riguadagnare la libertà: finire Sword Art Online. Vi trovate al primo livello di Aincrad, il più basso. Superate i labirinti e sconfiggete i boss di ogni piano per passare al successivo. Superato l’ultimo livello, il centesimo, avrete completato il gioco»
Moonlight strinse i pugni, con un’espressione ormai indecifrabile. Al solo pensiero di cosa significasse “completare il gioco”, e sapendo che lei era arrivata a malapena al sesto piano durante i beta test… pensare di superarne ben cento non era possibile.
«E per finire… nel vostro inventario ho depositato un piccolo regalo da parte mia. Prego, controllate»
Tutti aprirono il menu oggetti, terrorizzati all’idea di cosa potesse essere. Anche Moonlight lo fece, sempre con sguardo freddo, così Axel la imitò. Nel suo inventario c’era soltanto un semplice Specchietto. Lo prese in mano.
Un attimo dopo essersi specchiato lo avvolse una luce azzurra, come quella dei teleport, e il suo aspetto, alla fine della trasformazione, era cambiato. L’altezza non era variata, ma la sua corporatura era ora nella media. Aveva riacquistato i suoi capelli arancioni e gli occhi gli erano diventati verdi. Aveva ripreso il suo aspetto… quello che aveva nel mondo reale.
D’istinto si voltò verso Moonlight. I suoi lunghi capelli lisci e blu avevano lasciato spazio a dei capelli mossi, castani, ma pur sempre della stessa lunghezza precedente. Era un po’ più bassa di lui, ora, mentre prima era della sua stessa altezza. Quando anche lei si voltò verso di lui, vide due occhi azzurri che lo fissavano.
«Moonlight…?»
«Sì…» Lei guardò lo specchio e poi lui. «Ma tu chi sei…?»
«Sono io, Axel!»
«Il vero… Axel?»
Quello annuì, per poi tornare a guardare lo specchio. «Ma cosa sta succedendo…?»
«Vi starete chiedendo perché, non è così?» Riprese Kayaba. «Perché Akihiko Kayaba, creatore di Sword Art Online e del NerveGear, ha preso un’iniziativa simile?» E dopo un attimo di silenzio, rispose alla sua stessa domanda. «Il mio obiettivo è stato raggiunto. Ho programmato SAO solo per creare questo mondo e per osservarlo con mia immensa soddisfazione. È così… adesso tutto è compiuto»
«Tu sei un PAZZO!» Gridò qualcuno vicino ad Axel. Conosceva quella voce… era il suo coinquilino Matthew. Allora anche lui aveva loggato, alla fine. Gridò il suo nome, ma non ricevette risposta, perché Kayaba aveva coperto la sua voce.
«Termina qui il tutorial per il lancio ufficiale di Sword Art Online. Auguro buona fortuna a tutti i giocatori»
E la sua figura iniziò ad afflosciarsi, espellendo il materiale, qualunque esso fosse, che teneva in forma quella immensa mantella. La veste glitchò, iniziando a svanire, e un attimo dopo la sua dipartita, svanì anche la cupola rossa. Il silenzio calò nella piazza, e i pensieri ripresero a scorrere nel cervello di Axel.
Quindi è così… questa ora è la realtà, per noi. Ormai questo non è più un gioco… Questo… questo ora è un enorme, colossale incubo…
D’un tratto Moonlight afferrò il suo polso e lo trascinò via dalla piazza, infilandosi in un vicolo.
«Axel» Disse con voce atona. «Dobbiamo andarcene da qui. Dobbiamo raggiungere la prossima città, aumentare di livello… Dobbiamo andarcene. E vorrei che venissi con me»
«No, non posso andarmene così… c’è un mio amico lì, nella piazza, e…»
«Allora vai e trovalo. Ti aspetto all’uscita nord della città» E alzò lo sguardo verso di lui. Si vedeva in lei tutta la paura che avevano trasmesso in lei le affermazioni di Kayaba. La stessa paura che lui provava, ma che faceva di tutto per non dare a vedere. «E ti prego, fa’ presto…»
La ragazza corse via. Axel rimase lì, esterrefatto, sentendo un suo singhiozzo mentre si allontanava. Avrebbe voluto andare da lei, consolarla… ma non poteva lasciare il suo amico da solo. Il un gioco del genere più si è, più facilmente si prosegue.
Tornò tra la folla, gridando il nome di Matthew, e finalmente dopo quasi un quarto d’ora lo trovò. Aveva anche lui il suo aspetto reale: non molto alto, sul metro e 75, corporatura abbastanza robusta, capelli neri ricci e occhi marroni.
«Matthew!»
«Nathan!»
I due i abbracciarono, sfogando l’uno sull’altro tutta la propria paura. Poi si staccarono.
«Matthew vieni con me, c’è…»
«Aspetta» Ribatté quello. «Come ti chiami qui?»
«Axel…»
«Come sempre…»
Un attimo dopo gli arrivò in rapida successione una richiesta di amicizia -il nickname del suo amico era Crow- e una di party. Accettò la prima, ma rifiutò la seconda.
«Perché?»
«Vieni con me, ti ho detto. C’è una persona che ci aspetta»
Raggiunsero Moonlight più in fretta possibile. Lei guardò freddamente il nuovo aggiunto. «E tu sei…?»
«Crow, e tu?»
«Moonlight»
Fu lei a creare il party. Invitò tutti e due, e poi si volò verso la pianura. Attese che le loro barre di salute apparissero sotto la sua, e poi disse loro di seguirla. Ma non fece neanche un passo che si accasciò a terra. Sopra il suo cursore verde una scritta, “Connection lost”, e davanti a lei un conto alla rovescia da 120 minuti.  Axel non osò immaginare cosa potesse accadere se non fosse stata ricollegata al sistema in tempo. Fece per soccorrerla, ma un attimo dopo anche Crow si accasciò. Forse avevano intenzione di spostare i loro corpi? Portarli in strutture ospedaliere? Beh, a ben pensarci non c’era altro modo per tenere in vita i loro corpi reali, visto che non potevano nutrirsi autonomamente. Axel aveva appena pensato questa cosa che anche per lui venne il turno di perdere conoscenza. La sua barra di salute divenne nera, seppur restando piena, e al centro della sua visuale ora del tutto scura apparve lo stesso conto alla rovescia, con al di sopra una semplice frase.
“Attempting reconnection. Please wait”
  
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