Invicta
***
Aveva
di nuovo il suo scettro! Ora che lo aveva recuperato dal laboratorio del
veicolo degli umani era praticamente fatta!
I
suoi uomini avrebbero massacrato quelli dello SHIELD, Hulk
avrebbe massacrato gli altri Avengers, e lui avrebbe raggiunto
indisturbato New York, da dove avrebbe coordinato la più grande invasione che
la storia degli umani avesse mai conosciuto.
Nonostante
le cose stessero andando esattamente come lui aveva programmato, Loki sentiva una vena di inquietudine serpeggiargli
sottopelle.
Voleva
fare in fretta. Prima concludeva la sua parte dell’accordo con il Titano e
meglio era. Finché non avesse aperto il portale e consegnato il Tesseract qualunque cosa poteva andare storto e lui poteva
fallire, e al pensiero di ciò che lo attendeva in caso di fallimento Loki ebbe un momento di smarrimento.
No,
non era il momento di andare nel panico. Lui ce l’avrebbe fatta, maledizione!
Affrettò
il passo verso la cella che lo aveva trattenuto fino a poco tempo prima, alla
fine del corridoio.
Sistemare
personalmente la questione con suo fratello era una cosa che era determinato a
portare a termine di persona.
Thor
sarebbe venuto a cercarlo. Era così dannatamente prevedibile!
E
lui si sarebbe fatto trovare.
Poteva
concedersi un po' di tempo da dedicare alla vendetta.
Fu
oltremodo irritato quando una voce femminile alle sue spalle gli intimò di
fermarsi.
Considerò
la possibilità di ignorarla ma poi gli venne in mente che quella donna avrebbe
potuto chiamare rinforzi, e questo lo avrebbe rallentato ulteriormente.
Meglio
sistemarla subito.
Si
voltò e vide a pochi metri da lui un’agente dello SHIELD che gli puntava addosso
una delle loro armi.
L’espressione
della donna era determinata.
Loki si
prese qualche secondo per studiarla: tratti asiatici, capelli lisci raccolti
stretti sulla nuca, un’uniforme militare che nascondeva qualsiasi forma del
corpo rendendola identica a tutti gli altri agenti.
E
quella pistola di grosso calibro puntata verso di lui.
-Consegna
la tua arma e torna nella tua cella, e per te non ci saranno conseguenze-
Loki
dovette ammettere che l’avevano addestrata bene. Aveva mantenuto una voce
perfettamente neutra mentre gli dava degli ordini.
Solo
i suoi occhi tradivano il fatto che fosse nervosa. Probabilmente era la prima volta
che si trovava ad affrontare qualcosa di così importate da sola.
-Umana,
ti avverto che non puoi ostacolarmi. Non provocarmi-
Le
si avvicinò di un paio di passi ma lei non indietreggiò.
-Facciamo
così: tu fai finta di non avermi visto- Colpì con un fascio di energia la
telecamera di sorveglianza, che esplose in mille pezzi -Così nessuno saprà cosa
è successo. Nessuno saprà che mi hai lasciato andare ed in cambio io ti lascerò
vivere-
La
pistola rimaneva puntata all’altezza del suo petto.
-Non
ho intenzione di trattare con te-
Loki
cominciava ad innervosirsi.
Quell’inutile,
insulsa umana, gli stava facendo perdere tempo e lui non poteva permettersi il
lusso di rimanere a chiacchierare.
Se
prima aveva provato a giocare con lei adesso cominciava a provare fastidio nei
suoi confronti.
-Attaccami
con quella, oppure prova ad ostacolarmi in qualsiasi altro modo, ed io giuro
che ti ucciderò-
Le
sibilò velenoso.
Le
voltò le spalle e riprese la sua strada.
Aveva
fatto solo un paio di passi quando il boato della pistola riempì il corridoio e
Loki sentì distintamente il colpo tra le scapole.
Si
fermò sorpreso, ad occhi sgranati.
Non
lo aveva ferito come non lo aveva ferito nessun’arma umana prima, però restava
il fatto che lo aveva colpito.
Aveva
osato colpirlo nonostante lui l’avesse minacciata.
La
rabbia che covava dentro da troppo tempo prese a contorcersi dentro di lui
fuori dal suo controllo.
Nessuno
poteva permettersi di mancargli di rispetto in quel modo! Lui era un re! Quella
era l’ennesima ribellione al suo potere e lui non riusciva più a tollerarne.
Se
non si fossero inginocchiati a lui per rispetto allora li avrebbe costretti lui
a piegarsi per paura.
A
cominciare da quella donna.
Si
girò lentamente.
-Come
vedi non mi hai nemmeno ferito. Né tu né le armi del tuo popolo potete niente
contro di me. Adesso inginocchiati e chiedi il mio perdono se vuoi salva la
vita-
Lei non
accennò nessun movimento se non aggiustare leggermente la mira.
La
rabbia gli fece serrare le dita attorno allo scettro tanto forte da fargli
scricchiolare le ossa.
Perché
non riusciva ad imporre la sua volontà su una creatura inferiore come quella?
Alzò
lo scettro per colpirla ma lei fu più rapida ed esplose due colpi in rapida
successione dritto sullo sterno.
Non
gli fece troppo male. Non fisicamente. La ferita che bruciava veramente forte
era dentro, nell’orgoglio.
Adesso
la odiava di un odio cieco e feroce, e lei continuava a sfidarlo con i suoi
occhi castani e la sua arma ridicola.
In
un istante le fu vicino e le strappò quel giocattolo dalle mani.
Le
afferrò un polso per non farla scappare.
Ora
così vicino a lei poteva vedere i dettagli dell’iride, di un marrone molto
scuro.
Forse
non era completamente asiatica e nel suo sangue si erano mescolate razze
diverse.
Trovarla
simile a sé fece infuriare Loki ancora di più.
-In
ginocchio, ho detto-
-Mai-
Le
ossa del braccio scricchiolarono sotto la sua presa e la donna emise un lamento
di dolore.
Finalmente
Loki provò un minimo di soddisfazione e sorrise.
-Mai?
Ma io ho tempo. Io sono immotale e voi al mio cospetto siete meno dei vermi che
strisciano nella polvere -
-Tu
sei un verme, che credi di poter venire qui dal tuo pianeta e fare i tuoi
comodi. Noi siamo deboli ma non siamo bestie, e finché potremo combattere per
la nostra libertà lo faremo-
Loki
ringhiò come un animale selvatico. Sentiva l’odio per quella donna pulsargli
nelle tempie.
Come
osava rivolgersi così a lui? Perché non lo temeva, non piangeva, non implorava
pietà? Maledetta quella femmina che lo stava facendo sentire inferiore ancora
una volta! Odiava il suo modo di sbattergli in faccia il fatto che nessuno lo
voleva, che non sarebbe mai stato accettato dovunque andasse.
Lo
faceva inconsapevolmente ma lo stesso lo faceva imbestialire.
Le
lasciò andare il braccio e le strinse una mano sulla gola.
Il
suo orgoglio fu appagato solo quando la sentì sussultare e tentare di allentare
la sua stretta con le sue patetiche forze da mortale.
Finalmente
la vedeva, la paura; quella forza irrazionale, ancestrale, che riemergeva dal
profondo ad incrinare la sottile lastra superficiale di autocontrollo costruita
dall’addestramento.
Troppo
tardi per rendersi conto del pericolo. Aveva scatenato il mostro e ne avrebbe
pagato le conseguenze.
-Se
credete di opporvi a me siete dei folli- le sussurrò malevolo -Sarà la vostra
rovina. Non avrò pietà per nessuno, sappilo. Finché non vi piegherete, io
demolirò i vostri edifici pietra su pietra, vedrete cose che neanche nella
vostra Apocalisse sono state sognate. Io sterminerò fino all’ultimo dei vostri
bambini se sarà necessario-
Non
voleva solo che provasse paura, voleva che si rendesse conto di cosa era lui e
cosa era lei; lui era un dio, lei una debole creatura che viveva quanto un
insetto.
-E dopo
che avrai distrutto tutto ti resterà solo la tua follia su cui regnare-
Fu
troppo!
Con
un unico scatto del braccio Loki le spezzò il collo e
gettò a terra il corpo senza vita come avrebbe gettato uno straccio.
-Tu
non sai niente della follia-
L’odio,
la stizza ed il dispetto che lei gli aveva risvegliato dentro si erano a
malapena attutiti quando l’aveva zittita in quel modo brutale perché sapeva che
anche se l’aveva uccisa in realtà non l’aveva sconfitta.
Purtroppo
era abbastanza intelligente da capire la differenza.
Ancora
ribolliva di rabbia e lo scettro nelle sue mani tremava violentemente.
Quanto
gli dispiaceva non averla fatta soffrire di più prima di ucciderla!
Avrebbe
volentieri distrutto tutto quello che gli capitava davanti per sfogarsi, anche
a costo di scendere al livello di quella bestia irrazionale che aveva
contribuito a scatenare.
Respirò
un paio di volte a fondo per riprendere il controllo.
Pazienza.
Anche se non aveva potuto vendicarsi su quella donna gli restava Thor.
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Cantuccio
dell’Autore
Buona
sera. Ho appena finito di scrivere questa cosa dopo aver visto “Avengers” pochi giorni fa.
Mi
mancava il Loki psicopatico, squilibrato e crudele
del primo Thor e di “Avengers”.
Sì,
insomma, quello che “ha ucciso ottanta persona in due giorni”.
Insomma,
un villain che fa il suo lavoro di villain!
E
che possibilmente non si smonta come un tiramisù fatto male appena si trova
davanti una donna.
Ragazzi,
le donne possono essere anche degni avversari, non solo docili donzelle che
redimono i cuori dei cattivi con la loro bontà!
Makoto
Ps:
il banner l’ho fatto io, non è bellissimo? *razzola in giro facendo la ruota
come i pavoni*