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Autore: Smeralda Elesar    24/04/2016    2 recensioni
("Invicta" non è la marca di zaini, è il femminile di "Invictus", cioè "mai stato sconfitto")
Dopo che l'Hulk si è scatenato seminando il caos a bordo dell'elivelivolo dello SHIELD, Loki ha lasciato la sua cella, ha ripreso lo scettro di Thanos ed è tornato indietro a tendere una trappola per suo fratello.
Mentre fa ritorno alla cella ha uno scontro inaspettato.
Cosa vuol dire veramente vincere o perdere?
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Invicta

***

 

Aveva di nuovo il suo scettro! Ora che lo aveva recuperato dal laboratorio del veicolo degli umani era praticamente fatta!

I suoi uomini avrebbero massacrato quelli dello SHIELD, Hulk avrebbe massacrato gli altri Avengers, e lui avrebbe raggiunto indisturbato New York, da dove avrebbe coordinato la più grande invasione che la storia degli umani avesse mai conosciuto.

Nonostante le cose stessero andando esattamente come lui aveva programmato, Loki sentiva una vena di inquietudine serpeggiargli sottopelle.

Voleva fare in fretta. Prima concludeva la sua parte dell’accordo con il Titano e meglio era. Finché non avesse aperto il portale e consegnato il Tesseract qualunque cosa poteva andare storto e lui poteva fallire, e al pensiero di ciò che lo attendeva in caso di fallimento Loki ebbe un momento di smarrimento.

No, non era il momento di andare nel panico. Lui ce l’avrebbe fatta, maledizione!

Affrettò il passo verso la cella che lo aveva trattenuto fino a poco tempo prima, alla fine del corridoio.

Sistemare personalmente la questione con suo fratello era una cosa che era determinato a portare a termine di persona.

Thor sarebbe venuto a cercarlo. Era così dannatamente prevedibile!

E lui si sarebbe fatto trovare.

Poteva concedersi un po' di tempo da dedicare alla vendetta.

Fu oltremodo irritato quando una voce femminile alle sue spalle gli intimò di fermarsi.

Considerò la possibilità di ignorarla ma poi gli venne in mente che quella donna avrebbe potuto chiamare rinforzi, e questo lo avrebbe rallentato ulteriormente.

Meglio sistemarla subito.

Si voltò e vide a pochi metri da lui un’agente dello SHIELD che gli puntava addosso una delle loro armi.

L’espressione della donna era determinata.

Loki si prese qualche secondo per studiarla: tratti asiatici, capelli lisci raccolti stretti sulla nuca, un’uniforme militare che nascondeva qualsiasi forma del corpo rendendola identica a tutti gli altri agenti.

E quella pistola di grosso calibro puntata verso di lui.

-Consegna la tua arma e torna nella tua cella, e per te non ci saranno conseguenze-

Loki dovette ammettere che l’avevano addestrata bene. Aveva mantenuto una voce perfettamente neutra mentre gli dava degli ordini.

Solo i suoi occhi tradivano il fatto che fosse nervosa. Probabilmente era la prima volta che si trovava ad affrontare qualcosa di così importate da sola.

-Umana, ti avverto che non puoi ostacolarmi. Non provocarmi-

Le si avvicinò di un paio di passi ma lei non indietreggiò.

-Facciamo così: tu fai finta di non avermi visto- Colpì con un fascio di energia la telecamera di sorveglianza, che esplose in mille pezzi -Così nessuno saprà cosa è successo. Nessuno saprà che mi hai lasciato andare ed in cambio io ti lascerò vivere-

La pistola rimaneva puntata all’altezza del suo petto.

-Non ho intenzione di trattare con te-

Loki cominciava ad innervosirsi.

Quell’inutile, insulsa umana, gli stava facendo perdere tempo e lui non poteva permettersi il lusso di rimanere a chiacchierare.

Se prima aveva provato a giocare con lei adesso cominciava a provare fastidio nei suoi confronti.

-Attaccami con quella, oppure prova ad ostacolarmi in qualsiasi altro modo, ed io giuro che ti ucciderò-

Le sibilò velenoso.

Le voltò le spalle e riprese la sua strada.

Aveva fatto solo un paio di passi quando il boato della pistola riempì il corridoio e Loki sentì distintamente il colpo tra le scapole.

Si fermò sorpreso, ad occhi sgranati.

Non lo aveva ferito come non lo aveva ferito nessun’arma umana prima, però restava il fatto che lo aveva colpito.

Aveva osato colpirlo nonostante lui l’avesse minacciata.

La rabbia che covava dentro da troppo tempo prese a contorcersi dentro di lui fuori dal suo controllo.

Nessuno poteva permettersi di mancargli di rispetto in quel modo! Lui era un re! Quella era l’ennesima ribellione al suo potere e lui non riusciva più a tollerarne.

Se non si fossero inginocchiati a lui per rispetto allora li avrebbe costretti lui a piegarsi per paura.

A cominciare da quella donna.

Si girò lentamente.

-Come vedi non mi hai nemmeno ferito. Né tu né le armi del tuo popolo potete niente contro di me. Adesso inginocchiati e chiedi il mio perdono se vuoi salva la vita-

Lei non accennò nessun movimento se non aggiustare leggermente la mira.

La rabbia gli fece serrare le dita attorno allo scettro tanto forte da fargli scricchiolare le ossa.

Perché non riusciva ad imporre la sua volontà su una creatura inferiore come quella?

Alzò lo scettro per colpirla ma lei fu più rapida ed esplose due colpi in rapida successione dritto sullo sterno.

Non gli fece troppo male. Non fisicamente. La ferita che bruciava veramente forte era dentro, nell’orgoglio.

Adesso la odiava di un odio cieco e feroce, e lei continuava a sfidarlo con i suoi occhi castani e la sua arma ridicola.

In un istante le fu vicino e le strappò quel giocattolo dalle mani.

Le afferrò un polso per non farla scappare.

Ora così vicino a lei poteva vedere i dettagli dell’iride, di un marrone molto scuro.

Forse non era completamente asiatica e nel suo sangue si erano mescolate razze diverse.

Trovarla simile a sé fece infuriare Loki ancora di più.

-In ginocchio, ho detto-

-Mai-

Le ossa del braccio scricchiolarono sotto la sua presa e la donna emise un lamento di dolore.

Finalmente Loki provò un minimo di soddisfazione e sorrise.

-Mai? Ma io ho tempo. Io sono immotale e voi al mio cospetto siete meno dei vermi che strisciano nella polvere -

-Tu sei un verme, che credi di poter venire qui dal tuo pianeta e fare i tuoi comodi. Noi siamo deboli ma non siamo bestie, e finché potremo combattere per la nostra libertà lo faremo-

Loki ringhiò come un animale selvatico. Sentiva l’odio per quella donna pulsargli nelle tempie.

Come osava rivolgersi così a lui? Perché non lo temeva, non piangeva, non implorava pietà? Maledetta quella femmina che lo stava facendo sentire inferiore ancora una volta! Odiava il suo modo di sbattergli in faccia il fatto che nessuno lo voleva, che non sarebbe mai stato accettato dovunque andasse.

Lo faceva inconsapevolmente ma lo stesso lo faceva imbestialire.

Le lasciò andare il braccio e le strinse una mano sulla gola.

Il suo orgoglio fu appagato solo quando la sentì sussultare e tentare di allentare la sua stretta con le sue patetiche forze da mortale.

Finalmente la vedeva, la paura; quella forza irrazionale, ancestrale, che riemergeva dal profondo ad incrinare la sottile lastra superficiale di autocontrollo costruita dall’addestramento.

Troppo tardi per rendersi conto del pericolo. Aveva scatenato il mostro e ne avrebbe pagato le conseguenze.

-Se credete di opporvi a me siete dei folli- le sussurrò malevolo -Sarà la vostra rovina. Non avrò pietà per nessuno, sappilo. Finché non vi piegherete, io demolirò i vostri edifici pietra su pietra, vedrete cose che neanche nella vostra Apocalisse sono state sognate. Io sterminerò fino all’ultimo dei vostri bambini se sarà necessario-

Non voleva solo che provasse paura, voleva che si rendesse conto di cosa era lui e cosa era lei; lui era un dio, lei una debole creatura che viveva quanto un insetto.

-E dopo che avrai distrutto tutto ti resterà solo la tua follia su cui regnare-

Fu troppo!

Con un unico scatto del braccio Loki le spezzò il collo e gettò a terra il corpo senza vita come avrebbe gettato uno straccio.

-Tu non sai niente della follia-

L’odio, la stizza ed il dispetto che lei gli aveva risvegliato dentro si erano a malapena attutiti quando l’aveva zittita in quel modo brutale perché sapeva che anche se l’aveva uccisa in realtà non l’aveva sconfitta.

Purtroppo era abbastanza intelligente da capire la differenza.

Ancora ribolliva di rabbia e lo scettro nelle sue mani tremava violentemente.

Quanto gli dispiaceva non averla fatta soffrire di più prima di ucciderla!

Avrebbe volentieri distrutto tutto quello che gli capitava davanti per sfogarsi, anche a costo di scendere al livello di quella bestia irrazionale che aveva contribuito a scatenare.

Respirò un paio di volte a fondo per riprendere il controllo.

Pazienza. Anche se non aveva potuto vendicarsi su quella donna gli restava Thor.

 

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Cantuccio dell’Autore

 

Buona sera. Ho appena finito di scrivere questa cosa dopo aver visto “Avengers” pochi giorni fa.

Mi mancava il Loki psicopatico, squilibrato e crudele del primo Thor e di “Avengers”.

Sì, insomma, quello che “ha ucciso ottanta persona in due giorni”.

Insomma, un villain che fa il suo lavoro di villain!

E che possibilmente non si smonta come un tiramisù fatto male appena si trova davanti una donna.

Ragazzi, le donne possono essere anche degni avversari, non solo docili donzelle che redimono i cuori dei cattivi con la loro bontà!

 

                                          Makoto

 

Ps: il banner l’ho fatto io, non è bellissimo? *razzola in giro facendo la ruota come i pavoni*

 

 

 

 

 

 

   
 
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