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Autore: Lily_James    24/04/2016    1 recensioni
Alcol e James Potter sono una pessima combinazione.
Genere: Azione, Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Era il 30 Marzo, e Lily Evans aveva da due mesi compiuto quindici anni. Come tutti gli studenti della sua età e oltre, le sue giornate di metà anno si stavano rivelando sempre più impegnative a causa della mole di compiti che i professori si divertivano ad assegnare quotidianamente. Tuttavia, molti dei ragazzi non se ne preoccupavano molto, preferendo dedicare le serate non solo allo studio, ma anche e soprattutto alle passeggiate vicino al Lago Nero, alle scappatelle nella Foresta Proibita, alle chiacchiere sussurrate in qualche angolo nascosto della Biblioteca, o semplicemente a una buona dormita su in Dormitorio. Lily non faceva parte di questo gruppo. Ultimamente ignorava tutti i passatempi e gli hobby ai quali solo qualche mese prima si dedicava, per impegnare tutta la sua energia nello studio. Era il suo quarto anno, e solo gli studenti del settimo parevano disperati quanto lei. Nonostante fosse una studentessa brillante, era piuttosto modesta, tanto che nessuno avrebbe saputo della sua diligenza se solo i professori non facessero altro che complimentarsi con lei. 
Quella sera, come tante altre, la stava trascorrendo in Dormitorio, da sola, a leggere e riassumere pagine e pagine di capitoli di Storia della Magia. Odiava quella materia perché impiegava giorni a imparare date ed eventi. La memoria era il suo punto debole, per questo era necessario che raddoppiasse il suo impegno con Rüf. Ed infatti, la sua serata studio si era protratta fino all’una, orario in cui decise di darsi una pausa e di rilassarsi sul letto a pensare. Come si buttò sul morbido baldacchino, allungò una mano al comodino e afferrò la lettera che aveva letto qualche ora fa. Era di sua madre, che in aggiunta alle novità del mondo babbano, le elencava le solite raccomandazioni: mangiare, dormire, non stressarsi troppo, avere pazienza con Petunia, divertirsi, dare una possibilità a James Potter. Rileggendola, Lily alzò gli occhi al cielo, sorridendo. Nonostante detestasse quel ragazzo, trovava divertente il fatto che sua madre la pressasse tanto a riguardo. Era sicura che se solo la donna l’avesse potuto conoscere dal vivo, avrebbe concordato con i suoi sproloqui su quanto fosse egocentrico ed esibizionista. Ripose la lettera sul comodino e si domandò per quanto tempo ancora le sue compagne di stanza sarebbero state in Sala Comune a festeggiare la vittoria a Quidditch dei Grifondoro. Infatti, mentre lei perdeva diottrie sui tomi di Storia della Magia, tutti gli studenti dal quarto anno in su, di sotto si divertivano tra urla e cori continui, che Lily era riuscita ad ignorare gettando un Incantesimo Silenziatore sulla sua stanza. Doveva ammetterlo, un po’ era tentata di scendere giù e raggiungere le sue amiche; ma allo stesso tempo provava imbarazzo perché aveva sempre evitato quei tipi di feste. Non era una persona noiosa, anzi. Riusciva a trovare il divertimento ovunque, tranne che in quel tipo di situazioni sociali. Ma ripensò alla lettera di sua madre e al suo consiglio di divertirsi e non pensare solamente alle responsabilità. In poche parole, decise che forse, per un giorno, avrebbe potuto comportarsi da adolescente. Perciò sospirò e si alzò dal letto con un rapido balzo. Si avvicinò allo specchio per guardare il suo riflesso: i capelli rosso scuro era ancora stretti in una crocchia severa, e le occhiaie leggermente violacee erano visibili sotto i suoi begli occhi. Sospirando, si stirò con le mani le pieghe della gonna della divisa che ancora indossava, e diede una sistemata anche alla cravatta. Infilò le scarpe ai piedi, poi si sciolse la croccia, liberando i lunghi capelli che ora erano morbidi e ondulati. Corse un attimo in bagno a sciacquarsi il viso, per poi uscire dal Dormitorio. Mentre scendeva le scale, cominciò di nuovo a sentire il fracasso che stava succedendo là sotto. Chiacchiere, risate, musica alta, urla e cori, manco si trovassero a uno stadio. Lily sentì il cuore agitarsi, perché stava davvero per affrontare una situazione che solo qualche giorno prima avrebbe evitato come la peste. Ma riflettendo aveva capito che passare tutto l’anno davanti ai libri non le avrebbe riservato alcun ricordo a cui pensare in estate.
Finalmente arrivò in Sala Comune. Come temeva, la stanza era praticamente zeppa di persone. La seconda cosa che notò fu che la disposizione dei divanetti e delle poltrone era assolutamente insolita: erano tutti ravvicinati in una parte della stanza, cosicché da un lato c’era chi stava seduto a parlare, dall’altro chi in piedi – alcuni anche sui tavoli – faceva baccano. La luce era soffusa, la musica decisamente alta e le persone decisamente ubriache. Lily degludì e cercò con lo sguardo Emily e Alice. Sperò di individuarle immediatamente, perché trovava molto imbarazzante stare immobile ai piedi delle scale a fissare tutti. Dopo una ventina di secondi le vide: stavano sedute in uno di quei divanetti, e ridacchiavano tra loro sorseggiando due bicchieri con all'interno un intruglio dal dubbio colore. Lily si avvicinò sospettosa. Con fatica riuscì ad evitare due ragazzi che si baciavano in modo poco casto sotto le urla sguaiate degli amici – si rese poi conto che si trattava di Remus e Dylan Finnigan - e si sedette di fianco alle due ragazze. Ci misero qualche secondo a realizzare che Lily Evans si trovasse davvero a una festa simile.
«Lily?!» esclamò Emily con voce dubbiosa.
«Non ci credo!» la risata di Alice si unì a quella dell’amica.
Lily distese il volto in un sorriso che esprimeva tutto il suo disagio di fronte a quella situazione. «Ora non potete più stressarmi, eh?» ridacchiò, spostando lo sguardo sugli studenti.
La confusione era tremenda, ma non la trovava spiacevole. Pensava che tutti sarebbero stati là, pronti a giudicarla. In realtà quasi nessuno l’aveva notata, forse perché erano tutti troppo impegnati a scolarsi cocktail improvvisati o a fare incantesimi totalmente a caso. Infatti, i Prefetti stavano distribuendo bottiglie di Whiskey Incendiario in sostituzione di quelle già finite, che stavano buttate a terra o rovesciate sopra i tavolini.
«Smetteremo di stressarti solo quando berrai qualcosa!» le rispose Alice a voce un po’ alta.                        
«Dove sono Emmeline e Cass?» Lily cercò di sviare la conversazione.
«Non ci freghi, cara» Emily scosse la testa. Poi si allungò a prendere una bottiglia di alcol mezza piena che stava in terra. «È ancora l’una. Smettila di preoccuparti e divertiti» continuò. Alice annuì.
«Io… non mi fido di queste cose» borbottò Lily. Non aveva mai bevuto, e da quanto aveva visto, gli effetti che procurava l’alcol non erano affatto buoni. Che ne sapeva che entro un’ora non si sarebbe ritrovata sopra un tavolo in groppa a un Caposcuola dallo sguardo intrigante? Oh Merlino, no.
«Non rompere!» dissero insieme. Poi si guardarono e scoppiarono a ridere. Avevano entrambe gli occhi un po’ rossi, i capelli scompigliati e la faccia tutto sommato sconvolta. Anche la postura non era delle migliori. Stavano buttate sul divano, quasi appiccicate, come a reggersi tra loro.
«Ma siete ubriache!» realizzò Lily. Scosse poi la testa, incredula ma divertita. «Se avessi una scopa la userei ora per dare un colpo a quell’idiota di Sirius Black» – indicò con una mano il ragazzo intento a ballare in modo seducente con una colonna – «e per fuggire da questa situazione» concluse, trattenendosi dal non ridere. L’ultima cosa che voleva era dare corda a quelle due, che infatti scoppiarono di nuovo a ridere all’unisono. Emily cercò di mettersi dritta, e goffamente afferrò una caraffa di succo di zucca gentilmente offerta da uno del sesto anno le cui condizioni non erano delle migliori. Poi prese un bicchiere – che Lily vide fosse già usato, ma decise di ignorare il fatto –, ci versò per tre quarti Whiskey e finì di riempierlo col succo di zucca, facendone cadere gran parte a terra a causa dei suoi movimenti poco coordinati.
«Ecco!» esclamò fieramente, porgendo a Lily il bicchiere.                                                                              
Ora tutte e due la guardavano. Lily guardò sospettosa quella bevanda e la portò al naso per annusarla. Sapeva di alcol, semplicemente. Non era esperta a riguardo, ma era piuttosto sicura del fatto che Emily avesse delirato, dal momento che il succo di zucca era pressoché inesistente lì dentro.
«Non penso proprio» disse poi, scuotendo la testa. In realtà era tentata di berlo semplicemente perché desiderava provare la sensazione di essere brilla come loro. In quella stanza era probabilmente l’unica sobria. Forse si sarebbe potuta concedere un drink.
Dopo le insistenze delle due e di tre studenti del settimo anno con i quali Alice aveva fatto amicizia dieci secondi prima, Lily bevve tutto il bicchiere in pochi sorsi. Quasi si strozzò dopo averlo ingoiato: il sapore era orribile, e le bruciava la gola in modo pazzesco. Tuttavia finse indifferenza per non sembrare una ragazzina ingenua alle prime armi. Alzò le spalle e guardò Emily e Alice, che la fissavano sconvolte.
«Ma sei pazza?!» urlò Emily sguaiatamente. «Tutta quella roba in cinque secondi?!»
«Ma che ne sapevo io!» si difese Lily, offesa. «Mica me lo avete detto! Ma cosa mi succede ora?»               
Le amiche la ignorarono perché, ancora una volta, erano impegnate in una ridarella incontrollabile. Lily decise di arrendersi e si mise comoda sul divano per guardare meglio lo spettacolo davanti a sé. Dopo qualche minuto cominciò a sentirsi strana. Dentro di sé sentiva che qualcosa stesse accadendo, perché cominciava a desiderare di fare cose che in un qualsiasi altro momento avrebbe ritenuto bizzarre ed imbarazzanti, come ad esempio dire a un Prefetto che passava di lì che aveva onestamente un bel sedere.
«Hai onestamente un bel sedere» gli disse infatti. Il ragazzo sorrise divertito. «Grazie!
»
e andò a sedersi in un divanetto poco lontano. Emily e Alice la guardarono divertite e sconcertate allo stesso tempo.
«Ma che Merlino dici?!» esclamò Alice.
«Non lo so, cosa ho?» chiese Lily, più a se stessa che a loro. «Sta salendo qualcosa… in me» continuò. «E non è l’istinto omicida verso Potter. Che diamine hai messo nella mia acqua, Emily, piscio di Troll?» chiese allegra e preoccupata al tempo stesso.
Emily scoppiò a ridere. «È andata!» realizzò in un raro momento di ragione.
«Non è vero!» si difese Lily. «Non sono mica come voi. Sto bene» annuì. «Potrei scrivere un intero rotolo di pergamena sul piscio di Troll. Ha proprietà accelerative per il metabolismo. Quasi quasi potrei metterlo nel succo di zucca mattutino di quella pazza furiosa di Amy Renoir» proseguì, sotto lo sguardo incredulo di Emily e Alice,
«Va bene, Lily, va bene» ridacchiò quest’ultima, che non era di certo in condizioni migliori di lei.
Lily sospirò, serena. Guardò l’orologio appeso alla parete e notò che erano passati appena venti minuti. «Oddio, che bello. Abbiamo ancora tempo per fare rock 'n roll»Ma che diavolo sto dicendo, pensò. Subito scacciò quella voce.
«Ti vedo disidratata, Evans. Rinfrescati» le disse un ragazzo. Lily alzo lo sguardo confusa e vide, davanti a lei, Sirius Black, in piedi, che le porgeva un bicchiere con un sorriso innocente.
«Mollala, Black» si intromise Emily con tono seccato, nonostante avesse segretamente una cotta per lui.
Sirius la ignorò. «Magari dopo parleremo di te, Clarson. Ora vedo agitata la cara Lily. Tieni» e le porse il bicchiere. Lily, senza lamentarsi, prese l’intruglio dal dubbio colore. «Che cosa sarebbe, Black?» gli chiese, dimostrandosi per un attimo la Lily sospettosa di sempre.
«Vedrai» ridacchiò Sirius. Lily alzò le spalle. Massì, pensò. Non può essere peggio della cacca di Goblin. O era sangue di Troll? Boh. Capì che si sbagliava appena ne inghiottì un sorso; tuttavia continuò a berlo perché, dopo un po’, ci si abituava al sapore terribile. Quando posò il bicchiere, si rivolse a Sirius.
«Black, fattelo dire: non hai talento a fare drink, così come Emily. Avete qualcosa in comune. Forse è per questo che lei-» si bloccò quando Emily cacciò un urlo per farla tacere. Lily, taci e ciao. «Ciao» disse appunto, e si alzò.
Appena si mise in piedi, realizzò che la Lily di tredici anni prima avrebbe potuto camminare meglio. Infatti, mentre si faceva spazio tra le persone per andare nonsodovestoandando, trovò impegnativo perfino mettere un piede davanti a un altro. Cercò sostegno appoggiandosi di tanto in tanto a qualche persona. Forse sto schiacciando piedi. Decise allora di trovare un tavolino dove potersi appoggiare. E lo trovò, anche se era occupato da Remus Lupin e Frank Paciock intenti a fare a gara a chi ingoiava più Cioccorane in una volta. Al momento stava vincendo Frank. Lo stesso Frank un secondo dopo vomitò pure l'anima. Lily non si scompose e si avvicinò a Remus.
«Dovrei mettervi in punizione, se fossi al quinto anno» disse con convinzione.
«Stai bene, Lily?» rise Lupin, che si accorse del tono di voce della ragazza. «Oggi è un delirio abissale! Meno male che abbiamo Insonorizzato la stanza, altrimenti la McGranitt ci avrebbe già sodomizzati da tempo. Meno male. Penso che non gradirei un manico di scopa su per il culo. Godric, ho detto una parolaccia» scosse la testa. «Bella collana, comunque. Si intona ai tuoi occhi verdi prateria irlandese».
Lily a stento sentì le sue parole. Cominciava a vedere sfocato, e le voci dei ragazzi si facevano strane, lontane. Si appoggiò al ragazzo.
«Remus, mi sento strana…» si lamentò. «E non so neanche chi mi abbia messo quest’orribile collana di boccini...»
Un secondo dopo si sentì presa per i fianchi da qualcuno, e venne staccata rudemente da Remus. Quando si voltò verso quel qualcuno, si rese conto che era James Potter. Oh, no.
«Oh salve, Madame» esclamò James con un grande sorriso. «Lo sai, non mi sarei mai aspettato di vedere una ragazza responsabile come te in mezzo a questa festa. Remus, vecchio mio, hai un aspetto fantastico». La prese per mano e cominciò a trasportarla in mezzo alla stanza.
«Forse perché non mi conosci, Potter» urlò Lily per farsi sentire sopra la musica assordante. Ma perché mi sto facendo trasportare da James Potter? «Anche io so divertirmi».
James si fermò e la prese per i fianchi, stavolta con più dolcezza. «Davvero? Dimostramelo» le sussurrò all’orecchio. Lily – spiacevolmente - si sentì ridere. «Col cavolo. Sono brilla, non stupida» e si staccò dalla presa del ragazzo.
James rise. «A me sembri molto più che brilla» osservò divertito, squadrandola da capo a piedi.
«E allora tu?» si difese lei in tono lamentoso. «Cammini come se fossi appena stato sodomizzato dalla McGranitt con il manico di scopa di Remus».
James scoppiò in una risata ancora più fragorosa della precedente. Poi le afferrò la collana e ci si infilò dentro, tanto che i due erano ora vicinissimi.
«Dio, Evans, sei bellissima. Balla con me» le disse. Ma che fa?! Viva la Piovra Gigante! Viva la Piovra Gigante!
«Oddio, che situazione…» borbottò Lily, mentre James cominciava ad avvicinare il bacino al suo. «No, Potter, questo non va bene» e si staccò di nuovo. Tiè! Ubriaca, ubriaca un corno! Evans 1, Potter 0.
Come Lily si allontanò, la collana si ruppe, e rimase in mano a James.
«Mi hai rotto la collana!» disse allora, offesa.
James sbuffò, divertito. «Va bene, Evans. Facciamo così. Me ne vado solo se mi dai un bacio sulla guancia!»
Lily lo fissò dritto negli occhi – con un po’ di fatica, anche, visto che era piuttosto alto – e vide che era stranamente serio. Decise che per una sera poteva dare fiducia a uno sconsiderato come Potter. Poi dicevano che fosse prevenuta nei suoi confronti. «Oh, e va bene» borbottò.
Si alzò sulla punta dei piedi e avvicinò il viso alla guancia del ragazzo. Mancavano pochi centimetri, e le labbra di Lily erano protese, pronte a schioccare un casto bacio, quando James girò improvvisamente la faccia e Lily si ritrovò a baciare le sue labbra.....…COSA? ODDIO. ERANO LABBRA?! James non perse tempo: appena Lily ebbe poggiato le labbra alle sue, le circondò i fianchi con le braccia e approfondì il bacio facendosi spazio con la lingua dentro la bocca della ragazza. Lily sgranò gli occhi e si sentì arrossire violentemente. Non sapendo cosa fare, piantò il suo sguardo su James, e lo vide intento nella sua azione tanto che teneva gli occhi chiusi. Eppure, per un attimo, Lily si sentì ricambiare il bacio. Un attimo, appunto: perché cinque secondi dopo, si staccò da James col volto rosso fuoco, e senza guardarlo negli occhi si allontanò barcollando alla ricerca delle sue amiche. Sentì solo un “Evans! Hey, Evans!” alle sue spalle, ma decise di ignorare quel richiamo.
In quel momento, seppur sbigottita, non si era ben resa conto di ciò che era appena accaduto, tanto che, incontrate nuovamente le due amiche, non aveva ritenuto fondamentale comunicarglielo. Ma il mattino dopo, quando si svegliò sul suo letto ancora vestita e con un terribile mal di testa, ci mise poco a realizzare ciò che era successo appena qualche ora prima. Aprì subito gli occhi e si schiaffò una mano sul viso, imbarazzata e tremendamente a disagio poiché la scena le tornò esatta in mente. Maledetto Potter. Era il mio primo bacio!



Note dell'Autrice:
Cito Remus "Oggi è un delirio abissale!". Mi era mancato tutto questo.
Spero vi sia piaciuta.
Un bacio. :)
Lily_James.

 
  
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