Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: ARed    25/04/2016    4 recensioni
Bella ed Edward stanno insieme, si amano molto, ma sono giovani e pieni di sogni, lei Los Angeles, lui New York. Troppo distanti, perciò decidono di lasciarsi senza urla e senza rancori, pur amandosi.
Cinque anni dopo, si ritrovano a Los Angeles, si erano sentiti in quei anni e si erano anche visti. Avevano un ruolo importante l'uno nella vita dell'altro, anche se non facevano più le loro lunghe chiacchierate. Diventano amici, ma siamo sicuri che un amore come il loro si possa limitare ad una, se pur bellissima, amicizia?
" Non parliamo più io e te"
" Già.. se non si tratta di Los Angeles o di New York"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Jessica | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dove eravamo rimasti..
Jacob raggiunge Bella a Los Angeles ed assieme ad Alice ed Emmet vanno a cena con Edward e Jessica. Passano una piacevole serata, che si conclude sul terrazzo dell’appartamento di Bella, Alice ed Emmet.
Il lunedì seguente Edward, assieme a Jessica passa a prendere Bella allo studio per andare a scegliere la cucina. Jessica deve andare a firmare un contratto e lascia i due soli, che incontrano nuovamente l’anziana signora, che gli scambia per una coppia.
Dopo aver scelto la cucina, che impiegherà un mese ad arrivare dall’Italia, vanno sul molo a prendersi un frappé e Bella gli parla di Jacob.

CAPITOLO 6 Bella - Edward
RICORDI?

Los Angeles - Ottobre 2016


EDWARD
<< Dai polenta!>>,  mi urlò Bella, come ogni mattina da quasi una settimana andavamo a correre in spiaggia, Emmet aveva detto che era fondamentale per la mia schiena, fare piccole corse mattutine.
Con Alice ed Emmet ci trovavamo spesso all'Eclipse, per bere un drink, erano davvero delle bravissime persone, non a caso i migliori amici di Bella.
Con Emmet stavo costruendo una bellissima amicizia, ma questo non escludeva che la fisioterapia fosse meno dolorosa, diceva che amicizia e lavoro dovevano essere separati. 
<< Tu mi farai morire prima dei trent'anni!>>
<< Guarda che sei tu lo sportivo, non io!>>, disse voltandosi e cominciando a correre all'indietro, da quando era diventata così atletica? Io ero sfinito e la mia schiena faceva più male del solito, mi tolsi la maglietta e Bella si fermò ad ammirarmi.
<< Le piace il panorama signorina Swan?>>, chiesi malizioso.
<< Mi sto sciogliendo..>>, disse mettendosi le mani in faccia e alzando gli occhi al cielo. Mai una gioia!
<< Ammettilo, sono bellissimo!>>
<< Oh si, Di Caprio in confronto è il nulla>>, rispose in tono sarcastico, girandosi e tornando a correre, aveva un corpo bellissimo, che io amavo ammirare.
<< A oggi pomeriggio, ti passo a prendere io!>>, le dissi quando ci salutammo, Bella si avviò verso il suo appartamento mentre io mi recavo all'hotel, dove avrei vissuti ancora per qualche giorno. Non vedevo l'ora che il mio appartamento fosse finito. Jessica era tornata a New York per la settimana della moda, mi mancava la mia biondina, come amavo chiamarla.
<< Pronto>>, risposi al cellulare, dopo aver fatto la doccia in hotel.
<< Ciao Edward!>>, non potevo crederci, il fratello di Bella, mi aveva chiamato.
<< Jasper!>>
<< Come stai?>>, speravo non volesse parlarmi del mio infortunio, non mi piaceva farlo, non parlarne lo rendeva meno reale.
<< Benone, te? Ho conosciuto Alice>>, meglio cambiare discorso.
<< Tieni le tue mani a posto Cullen!>>, mi minacciò scherzando.
<< Sicuro, hai visto che fratello che ha?>>, alla mia domanda lo sentì sorridere.
<< Ho visto, ho visto. Mi chiedo come possa fare il fisioterapista, ha le sembianze di un orso!>>, i fratelli Swan la pensavano come me.
<< Hahahha, me lo sto chiedendo da circa un mese>>
<< Come va con Bella? Come sta?>>, domandò, anche lui come fratello maggiore non scherzava, era molto protettivo nei confronti della sorella. Quando io e Bella ci eravamo lasciati, mi stava quasi per picchiare, pensava che l'avessi tradita e che fosse colpa mia, Rose mi salvò.
<< Bene, sta bene, mi sta aiutando a sistemare casa>>
<< Edward, te lo dico da amico..>>, cosa voleva dirmi, sembrava serio.
<< Dirmi cosa?>>, mi stavo preoccupando.
<< Bella.. Bella è fidanzata con Jacob, ed è felice, non farla stare male, ha sofferto abbastanza per te>>, vedevo Bella felice, ed io lo ero per lei, ma anche io ho sofferto quando l'ho lasciata andare, quando ho lasciato che il nostro futuro ci separasse.
<< Lo so Jasper, lo sai che per me l'unica cosa che conta è che lei sia felice>>
<< Lo so, senti l'invito non sapevo dove mandartelo, quindi ti invito a voce>>
<< A cosa?>>, domandai, anche se capivo, volevo solo sentirglielo dire ad alta voce.
<< Al mio..>>, tentennava il ragazzo.
<< Dillo, ad alta voce*>>, lo incalzai.
<< Al mio matrimonio, va bene?>>, ma non era la sposa quella nervosa?
<< "Io non mi sposerò mai! Perché accontentarmi di una, quando ne posso avere mille?" Che fine ha fatto la tua filosofia di vita?>>, domandai limitando il suo tono di voce, lui rise, ma disse solo una parola per farmi capire.
<< Alice>>, quando ti innamori vedi solo lei, il suo corpo, i suoi occhi, le sue labbra, le altre sono zero, mi sentivo così con Bella, ed anche con Jessica, solo che con lei era un amore diverso. Un amore semplice, senza troppi sentimentalismi, ne programmi. Con lei ero tornato a sorridere, il mio cuore aveva ripreso a battere per lei, anche se il primo amore non si scorda mai.
<< Quando?>>
<< Il 24 giugno>>, era emozionato.
<< Ci sarò>>, avrei rivisto tutti, mi sarei divertito.
<< Grazie, ora vado, ho lezione. Salutami tutti>>
<< Anche te, ah non essere troppo buono con i tuoi allievi, con noi i professori non lo erano. Ricordi?>>, il signor Barner, il mio insegnante di matematica,  mi odiava letteralmente, mettermi un brutto voto era saltare per lui. Rabbrividì al ricordo.
<< Sono il figlio di Charlie Swan, ricordi?>>, come facevo a scordarmelo, quando avevano scoperto che io e Bella avevamo fatto l'amore per la prima volta, mi avevano minacciato di tagliarmelo se l'avessi messa incinta, o se l'avessi fatto solo per piacere fisico personale, e non per amore. Ancora oggi tremavo al ricordo dei loro volti minacciosi.
<< Ricordo>>
<< Paura Cullen?**>>, ricordava molto bene anche lui.
<< Ti piacerebbe>>, non stavo più con Bella, certi discorsi avrebbe dovuto farli a Jacob.
Quel giorno non feci fisioterapia, per Emmet farla tre volte a settimana bastava, i miei muscoli, stavamo piano, piano tornando ad essere elastici, ma la strada da fare era ancora molto lunga. Non potevo nemmeno allenarmi, un movimento sbagliato ed avrei detto addio per sempre al campo da gioco.
<< Ciao Edward!>>, mi salutò Bella, entrando nella mia Q7 e dandomi un dolce bacio sulla guancia.
<< Ciao anche a te>>, andai prenderla ad un cantiere dove stava lavorando, aveva il caschetto giallo e le scarpe infortunistiche, con jeans e maglietta era molto sexy, troppo.
<< Hai fatto un calendario?>>, le domandai prendendola in giro.
<< Come?>>
<< La tenuta da lavoro..>>, le risposi indicandogliela.
<< Oh, giusto, portami nel mio ufficio, mi cambio e tu guardi i progetti dei bagni che ti ho preparato>>, disse sicura di se.
<< Ai suoi ordini, capo!>>
<< Dai sbrigati>>
<< Non metti i piedi sul cruscotto, oggi?>>
<< Non mi tentare!>>, meglio non farlo, i suoi scarponi erano leggermente sporchi.
<< Vieni>>, mi disse entrando nello studio, Alice lavorava, e nello studio c'era solo Jane, la loro segretaria.
<< Buongiorno>>
<< Buongiorno, Jane io mi cambio e porto Edward a scegliere le camere, chiudi te?>>, le domandò.
<< Certo Bella>>, disse lei gentile ed io seguì Bella nel suo ufficio.
<< Allora siediti pure..>>, mi disse indicando la sua postazione.
<< Quale onore>>, Bella alzò gli occhi al cielo e sbuffò, ed io andai ad accomodarmi sulla poltrona del potere.
<< C'è una cartella con su scritto il tuo nome, aprila>>, mi disse mentre apriva l'armadietto dove teneva le sue Converse, voleva cambiarsi davanti a me? Qualcosa nei miei pantaloni, cominciò a svegliarsi, calmati Edward.
<< Non la trovo dov'è?>>, domandai controllando tutto il desktop del IMac, non trovando il file.
<< Cerca bene!>>
<< Bella non c'è!>>, perché non mi credeva.
<< Arrivo>>, Bella, si mise al mio fianco e prese il mouse, era in una posizione scomoda per lei, a me permetteva di ammirare bene il suo lato b.
<< Ti lascio la sedia>>, dissi facendo per alzarmi ma Bella mi bloccò.
<< No, no, ora la trovo..>>, disse mentre apriva e chiudeva una miriade di cartelle.
<< Siediti>>
<< Come?>>, domandò distratta.
<< Sulle mie ginocchia, dai, non voglio essere responsabile del tuo mal di schiena>>, lei mi guardò perplessa ed io la presi per un fianco e la feci sedere sulle mie ginocchia, << Edward..>>, disse voltandosi verso di me, la mia mano era ancora sul suo fianco. 
<< Allora l'hai trovata?>>, le dissi regalandole un sorriso e lei arrossì.
<< Eccola, non ci avevo messo il tuo nome.. scusa>>
<< Non fa nulla>>, era ancora in braccio a me, non pesava, era bello averla così vicino, potevo sentire il profumo dei suoi capelli.
<< Ogni cliente ha il suo codice, il tuo è lo 0259>>, per lei ero solo un cliente, come tutti gli altri. Bella aprì la cartella e all'interno ce n'era un'altra con il mio nome.
<< Quale onore>>
<< Eccoti le immagini in 3D dei progetti dei due bagni delle camere da letto>>, disse leggermente agitata.
<< Sono bellissimi>>, dissi aprendo la prima immagine.
<< Da un'occhiata, mi vado a cambiare ed andiamo>>, si alzò ed io sentì una sensazione di vuoto, quando lasciò il suo ufficio, dovevo cercare di calmarmi.
Venti minuti dopo eravamo di nuovo in macchina, verso il mobilificio italiano, amavo il loro stile e la qualità dei loro prodotti. A detta di Bella erano i migliori di tutta la California.
Lei si era cambiata, aveva sostituito maglietta e jeans con un vestito blu, molto leggero e dei sandali con zeppa. Il blu le donava molto.
<< Scommetto che Alice ha messo una cabina armadio nello studio!>>, le disse mentre aspettavamo lo scoccare del verde.
<< Scommetti bene, è anche dotata di doccia>>, ecco perché c’era un forte profumo di buono, di Bella.
<< Questo, credo sia perfetto per la tua stanza, bianco e con la testiera imbottita, rivestita in eco pelle..>>, disse indicando un letto matrimoniale.
<< Dici che si abbina alla cassettiera?>>, domandai veramente interessato, mi piaceva scegliere i mobili con lei.
<< Si, è nera in vernice lucida.. Cullen da quando riesci a fare certi abbinamenti?>>, domandò curiosa, avvicinandosi al letto.
<< La considerazione che hai di me è davvero molto bassa signorina Swan!>>, mi fece la linguaccia e andò a parlare con l’addetta alle vendite.
<< Per le tende direi qualcosa di bianco, per non togliere luce alla stanza..>>, disse mentre entravamo in un negozio di biancheria per la casa.
Le feci scegliere tutto, cuscini, lenzuola, tappeti. In un altro negozio prendemmo alcuni accessori, stava davvero uscendo una bella cosa.
<< Voglio la statuina di Michael Jordan>>, era bellissima, in bronzo, in camera avrebbe fatto la sua bella figura.
<< Scordatela!>>, classico di Bella non accontentarmi mai.
<< Bella, tesoro>>, le feci gli occhi da cucciolo, una volta si scioglieva, certe abitudini non si perdevano.
<< Non funziona>>
<< Io la prendo..>>
<< Non si abbina alla camera..>>, teneva lo sguardo fisso su di me, ma non l’avrei fatta vincere questa volta.
<< Certo che si, se la prendo in argento. Bianco, nero e argento il trio perfetto!>>, scacco matto mia Bella.
<< Chapeau>>, disse lei alzando le mani in segno di resa. Uno a zero per me.
Dopo le spese folli la portai a Venice Beach a prendere qualcosa da bere, lo meritava, aveva scelto tutto con attenzione quasi maniacale.
<< Ciao, cosa vi porto?>>, ci chiese una cameriera con il seno rifatto, mi mangiava con gli occhi, sono irresistibile lo so!
<< Un tè freddo al limone per me e una Coca Cola per Edward>>, rispose Bella.
<< Volevo una birra!>>, mi lamentai.
<< Dovresti limitare l’alcol visto che usi gli antidolorifici..>>
<< Ma..>>
<< Edward, come stai?>>, mi domandò, preoccupata per me, non curiosa di sapere come gli altri. Abbassai lo sguardo, come stavo?
<< Hey.. Lo sai che a me puoi dire tutto>>, mi disse mettendomi due dite sotto il mento e alzando il mio viso alla sua altezza, i nostri occhi s’incatenarono.
<< Mi sento inutile, Bella. Non faccio nulla tutto il giorno, non posso allenarmi, faccio solo un’ora di terapia, la corsa lenta al mattino e poi nulla>>, sospirai, << Quando c’è Jessica, esco con lei, ma è sempre in giro tra una passerella e l’altra. Solo quando usciamo assieme a scegliere quei cavoli di mobili sento di essere vivo o quando usciamo con Alice ed Emmet, ma voi lavorate..>>, Bella prese la mia mano nella sua e la strinse forte, << Io ci sono, sempre per te. Ricordi?>>, annuì.
<< Ho paura Bella, ho paura di non poter più giocare, chi mi dice che tra un anno la mia schiena tornerà come prima?>>
<< Edward, tu tornerai a giocare, chiaro?>>, mi disse guardandomi dritto negli occhi.
<< La mia schiena non tornerà più come prima, quello che dicono Emmet e i medici serve solo ad illudermi>>, i dolori che provavo erano troppo forti.
<< No, Emmet è il migliore, giusto?>>, annuì.
<< E tu sei venuto qui a Los Angeles per lui?>>, annuì, ed anche per lei, speravo di poterla incontrare di nuovo, di farla tornare nella mia quotidianità.
<< Allora, forza, l’Edward che ho lasciato a Forks era pieno di sogni, ed ora che gli hai realizzati ti tiri indietro per la paura?>>, negai con la testa e lei mi regalò il suo bellissimo sorriso per poi circondarmi il collo con le sue braccia e stringendomi forte a sé in un abbraccio. Io ricambiai, avevo bisogno di quel contatto, avevo bisogno di lei, lei che aveva creduto sempre in me.
<< Ecco il vostro ordine>>, la cameriera interruppe il nostro abbraccio, Bella sorrise e mi lanciò uno sguardo che disse tutto, lei ci sarebbe stata, sempre.
<< Grazie>>, disse Bella.
<< Complimenti ha un bellissimo ragazzo>>, lei arrossì violentemente al complimento della cameriera.
<< In verità si stanno per sposare>>, disse una voce, che ormai avevo imparato  a riconoscere.
<< Salve>>, la salutò Bella, << Si accomodi>>, la invitai io, ora cominciava il nostro gioco.
<< Non voglio disturbarvi>>
<< Nessun disturbo, ci faccia compagnia>>, le disse Bella, avvicinando la sua sedia alla mia, era entrata in modalità gioco anche lei.
<< Allora a che punto siete dei preparativi?>>
<< Oggi abbiamo scelto la camera da letto>>, l’aggiornai io.
<< La stanza più importante della casa..>>, constatò lei, Bella era sempre più rossa in faccia, io sorrisi.
<< Posso vedere l’anello?>>, oh cavoli. Bella fece una faccia dispiaciuta e mostrò l’anulare sinistro vuoto, un giorno ci avrei messo un anello, con diamante che brillasse quanto i suoi occhi, quando era felice. Edward che stai dicendo? Spetterebbe a Jacob, mi ricordò la mia coscienza.
La dolce signora mi guardò quasi schifata, grazie mille Bella! 
<< Edward non ha ancora trovato quello giusto, mi ha chiesto di sposarlo con una semplice margherita>>, era un genio.
<< Come sei romantico>>, il suo sguardo schifato si addolcì.
<< Già.. Trovarne uno all’altezza della sua bellezza è complicato!>>, Bella mi guardò e sorrise, poi sorprendendomi mi diede un bacio sulla guancia, davanti agli occhi felici della vecchietta.
<< Non accontentatevi mai, prendete sempre ciò che vi rende felici..>>, disse alzandosi e andando verso un ragazzo adolescente che la prese a braccetto. 
Mai accontentarsi, ero felice?
<< Prima o poi dovremmo dirle che..>>
<< No, ci rimarrebbe male, facciamoglielo credere>>, mi piaceva fare quel gioco con Bella, fingermi il suo ragazzo era così semplice, così naturale, così sbagliato, perché non lo ero.
Anche ottobre passò, i bagni e le due camere da letto furono completate, a giorni avrebbero montato anche la cucina, e finalmente mi sarei trasferito nella nuova casa.
Sfogarmi con Bella era stato utile, camminavamo assieme ogni mattina sulla spiaggia, quasi ogni sera andavamo tutti all’Eclipse, Jessica era stata con me un’intera settimana, per poi ripartire come sempre. Ma quello era il suo lavoro, e non le avrei mai chiesto di restare, non volevo fosse infelice. 

BELLA 
Edward si divertiva troppo a prendere in giro la dolce signora, che incontravamo ogni volta che uscivamo, come si diverte il destino, il fato o la vita a volte. Con il progetto della scuola ad impatto zero, ero ad un ottimo punto, mancavano giusto i dettagli e il modellino in 3D e potevo consegnare il progetto agli investitori. Ero molto fiera del mio lavoro. Qualcuno bussò alla porta del mio ufficio, << Avanti>>, dissi senza guardare nemmeno chi fosse. << Potrei essere un pericoloso criminale ed ucciderti!>>, disse una voce che avrei riconosciuto tra mille, sorrisi alle sue parole, effettivamente aveva ragione, ma non l’avrei mai ammesso.
<< Ciao>>
<< Ciao architetto>>, mi salutò lui sedendosi sulla poltroncina davanti alla mia scrivania.
<< Cosa mi dici?>>
<< Per esempio che hanno montato la cucina a casa mia! E che assieme ad Alice sono andato a comprare piatti, posate, padelle, e vari accessori!>>, sorrisi, in quel momento ero piena di lavoro, e il tempo da dedicare ad Edward era poco ed Alice si era offerta di accompagnarlo.
<< Alleluia!>>, dopo oltre un mese la casa era finalmente pronta.
<< Dimmi che questo che vedo è un modellino!>>, disse con gli occhi che gli brillavano per la felicità, da piccolo amava i lego.
<< Si, ti andrebbe di sistemare una fila di alberi al lato nord?>>
<< Dici davvero?>>, Edward Cullen era emozionato, io annuì e gli posai la scatolina con gli alberelli.
<< Ho fatto un'opera d'arte>>, disse orgoglioso quando finì, nel frattempo io avevo finito il lavoro per un cliente.
<< Mi complimento>>, lui sorrise e mi fece l'occhiolino, io sorrisi catturata dai suoi occhi verdi.
<< Pensavo di fare una cena>>, disse lui sedendosi sul divano dello studio.
<< Per festeggiare il tuo nuovo appartamento?>>, domandò entusiasta Alice, che ci aveva raggiunti assieme ad Emmet.
<< Cibo..>>, il solito orso.
<< Si, Emmet cibo>>, lo rassicurò Edward.
<< Mi piace come idea, così tutti vedranno la mia opera>>, dissi sapendo di stuzzicare Edward, odiava quando facevo finta di darmi delle arie.
<< Vanitosa>>, per l'appunto.
<< Professionista>>, risposi io, facendo ridere i fratelli Brandon.
<< A che giorno hai pensato?>>, domandò Alice.
<< Non saprei, per me vanno bene tutti, sono sempre libero in questo periodo>>, disse triste per l'ultima frase, gli mancava tanto il basket.
<< Un sabato sarebbe l'ideale>>, dissi io.
<< Per me va bene, solo che questo sabato ho il turno al pronto soccorso dalle 20>>, disse Emmet guardando il suo IPhone, dove aveva scritto i suoi orari all'ospedale.
<< Io vado a New York con Jasper settimana prossima, però torniamo sabato pomeriggio>>, già Alice doveva aiutare Jasper a scegliere il completo di Armani, e ne avrebbero approfittato per fare una breve vacanza.
<< Emmet sei libero sabato 19 novembre?>>, la cena si sarebbe svolta tra dieci giorni.
<< Per me è perfetto>>
<< Anche per me, Jessica c'è?>>, amavo molto la sua compagnia, era davvero un'ottima persona, sempre positiva e solare.
<< Si, quindi vi invito ufficialmente a cena sabato 19 novembre nel mio nuovo appartamento..>>, disse in tono solente, facendo lo sbruffone.
<< Dove tu non cucinerai, precisiamo. Ricordi?>>, non era tra i migliori in cucina, una volta aveva impostato il forno al massimo per far riscaldare un pizza surgelata,  l'aveva dimenticata ed aveva riempito la casa di fumo. Esme aveva un diavolo per capello quel giorno, era bellissimo vederla mentre sgridava il figlio diciottenne, come se fosse un bambino delle elementari.
<< Sono migliorato in cucina sai?>>
<< Si, certo>>, risposi sarcastica.
<< Allora, visto che siamo in clima di confidenze..>>, disse Emmet, quale momento di confidenze?, << Chi ha lasciato chi?>>, era peggio di una pettegola di paese. Lo guardai con occhio omicida, idem Edward.
<< Emmet.. non si chiedono così certe cose>>, disse Alice, l'intelligenza dei Brandon l'aveva presa tutta lei, << Devi chiedere: Perché vi siete lasciati?>>, come non detto, sono uguali. Guardai Edward che tratteneva le risate.
<< Volete davvero saperlo?>>, chiesi io, ora mi sarei divertita, annuirono entrambi, Edward sembrava molto curioso.
<< Allora, ho trovato Edward tra le gambe di una cheerleader, mentre io entravo nello spogliatoio assieme ad un giocatore della squadra di baseball!>>, dissi seria, cercando di trattenere le risate, Edward mi aveva raccontato che Emmet era giunto a questa conclusione, quando aveva scoperto della nostra precedente relazione.
<< Proprio così!>>, confermò lui, e loro ci credevano, ne ero sicura, ci credevano perché erano senza parole.
Edward mi guardò con i suoi bellissimi occhi verdi e in pochi secondi ci trovammo piegati in due dalle risate, davanti agli sguardi sbalorditi dei fratelli Brandon.
<< Ci stavate prendendo per culo?>>, finalmente l'ultimo neurone di Emmet si era messo in funzione.
Noi annuimmo e facemmo gli occhi da cuccioli, ed anche loro due scoppiarono in una bellissima risata.
<< Dio li fa, poi gli accoppia!>>, disse Alice, facendomi l'occhiolino.

Eccoci con il sesto capitolo, Edward e Bella sono sempre più vicini e complici, ma loro non se ne accorgono, ai due risulta tutto così naturale. Edward, per la prima volta, racconta le sue paure a Bella.
Grazie a chi a scelto di fare questo viaggio assieme a me..❤️ Allora cosa ne pensate? Vi piace? Fatemelo sapere, mi fa piacere leggere le vostre parole. A lunedì, qualcosa sta per succedere..
Un bacio, buona settimana.

PS. Forse ci vediamo prima..


*tratto da Twilight
**tratto da Harry Potter
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: ARed