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Autore: Darth Curunir    25/04/2016    0 recensioni
Saruman il Bianco è uno degli Istari, i cinque spiriti celesti incarnati in corpi mortali che nell'anno 1000 della Terza Era furono inviati sulla Terra di Mezzo per combattere l'Ombra. Di tutti gli Istari, Saruman è il più saggio e il più potente, ma presto verrà a conoscenza di un sentimento ben più forte del sapere o della magia: l'amore. E sullo sfondo di un Regno di Gondor vessato dalla guerra civile, lo Stregone capirà che il suo cuore ha sbagliato tutto.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gandalf, Nuovo personaggio, Saruman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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8.
Cena da Annael
 
 
 
 
 
 
Due giorni dopo, Saruman si trovava a Minas Ithil. Questa era la più orientale delle città gondoriane, a ridosso delle montagne dietro alle quali si estendeva la terra di Mordor. Sauron era stato sconfitto, e il suo oscuro regno era disabitato, ma il clima a Minas Ithil era sempre vigile: benché paresse una città come tante, sulle mura e sulle alte torri non mancavano mai di soldati a guardia delle montagne. Ad ogni modo, era una città luminosa e brillante, e il momento migliore per ammirarla era alla luce della luna.
Saruman era in una Biblioteca, quando fu chiamato in strada da alcune guardie. Fuori dal palazzo, incontrò un corriere, che consegnava lettere e altri oggetti ai destinatari. Il corriere, un uomo in sella a un cavallo bruno, diede a Saruman una lettera. Lo stregone la aprì, e lesse:
 
Nobile Saruman il Saggio,
questa sera avrei intenzione di invitarti assieme a Gandalf il Grigio a casa mia per una cena fra amici, per così dire. Mi piacerebbe parlare con voi di molte cose, siccome immagino che abbiate molto da insegnarmi e da raccontarmi.
Se ti aggrada, vieni a casa mia in Piazza di Turambar all’ora di cena. Sarò molto lieta di ospitarti.
Buona giornata,
Annael Istanís
 
Normalmente, Saruman sarebbe stato al settimo cielo per l’invito a cena da parte della donna che amava. Ma appena il suo occhio scorse sulla prima riga, e vide che aveva invitato anche Gandalf, un odio profondo iniziò a ribollirgli nel petto.
Perché Annael aveva invitato anche Gandalf? Avrebbero potuto trascorrere una serata piacevole, solo loro due, parlando di argomenti interessantissimi. E invece, ecco che spuntava fuori anche Gandalf il Grigio, con i suoi modi da cascamorto e le sue ridicole battute! Dannazione!
Saruman fu tentato dal rifiutare. Perché doveva condividere una serata così piacevole con Gandalf? Ma poi pensò che sarebbe stato un comportamento stupido: Annael era così bella! Era un peccato perdere una simile occasione.
Alla fine, dopo mille indecisioni, Saruman decise che sarebbe andato alla cena, ma che avrebbe confutato ogni cosa che avrebbe detto Gandalf, così da far capire ad Annael che la compagnia di Saruman il Bianco era di gran lunga preferibile a quella di Gandalf il Grigio!
Quella sera, alle otto circa, Saruman il Bianco si trovava davanti alla casa della bella Annael. Era partito da Minas Ithil alle sei del pomeriggio, e aveva percorso tutta la strada verso Osgiliath pensando ad Annael. Ma ecco che il volto di Gandalf continuava a venirgli in mente all’improvviso, turbando quelle placide immagini.
Saruman bussò alla porta di casa col bastone. Dopo poco tempo aprì Annael.
“Saruman, che piacere vederti!” esclamò la donna. “Prego, accomodati in sala!”
“Grazie, Annael,” disse Saruman consegnandole il bastone, “sempre molto lieto di vederti!”
Saruman entrò in casa e percorse il corridoio d’ingresso. Lo stregone entrò nella prima porta a destra, che dava sul salone della casa. Era una stanza elegante e deliziosa, con molti vasi di fiori e molti busti di personaggi della Storia di Arda, come Fëanor, Fingolfin, Beren e Lúthien, Turgon, Idril, Túrin Turambar, Eärendil, Gil-galad e molti altri. Nel salone c’erano anche molti mobili riccamente decorati, e in un angolo c’era l’arpa di Annael, che era un’eccellente suonatrice.
Ma su una delle comode sedie del salone, Saruman vide Gandalf. Il Grigio era seduto, e accanto a lui una sedia messa di sbieco indicava che Annael gli era seduta accanto fino a poco prima.
“Prego, Saruman, siediti,” disse Annael porgendo a Saruman una sedia, vicino a Gandalf.
“Buonasera, Saruman,” disse Gandalf sorridendo, “piacere di rincontrarti.”
“Buonasera, Gandalf,” disse Saruman inespressivo.
Annael si sedette accanto a Gandalf, mentre questi guardava in giro.
“Hai un salone meraviglioso,” disse Gandalf, “i miei complimenti, mia signora. Non riesco tuttavia a identificare quel busto… mi pare rappresenti Fingolfin, ma non ne sono sicuro…”
“In verità,” disse acido Saruman, “rappresenta Fëanor, suo fratello. Lo si capisce perfettamente dal fatto che porta in una mano una pietra, che evidentemente rappresenta uno dei tre mitici Silmaril.”
“Oh, che sciocco, hai ragione!” esclamò Gandalf.
“Non ti devi preoccupare, Gandalf,” disse in tono amorevole Annael. “Quei busti sono stati creati da un mio antenato, e non sono eseguiti con grande perizia. In fondo, Fëanor e Fingolfin si assomigliavano così tanto!”
“In verità, mia signora,” disse Saruman in tono benevolo e carezzevole, “devo dire che Fëanor aveva tratti facciali più spigolosi del fratello Fingolfin. Lo so perché lo incontrai ben due volte, nella lontana Prima Era, quando ero un Maia su Aman.”
“Affascinante!” esclamò Gandalf; “Purtroppo io non ebbi mai questo privilegio, nei Giardini di Irmo.”
“Immagino che i racconti bastino, Gandalf!” esclamò Annael come per rassicurarlo.
Per un istante, tutto tacque.
“Perché non ci esegui qualche brano, mia signora?” chiese Gandalf.
“Certo!” esclamò Saruman. “Sei un’eccellente arpista, Annael!”
“Grazie, signori, non dovete!” Annael si alzò e si sedette su uno sgabello affianco all’arpa. Poi, accomodandosi, disse:
“Eseguirò una Fantasia composta da Finrod figlio di Finarfin nell’anno 356 della Prima Era.”
Annael iniziò a suonare. Era una musica molto romantica, d’una bellezza quasi sublime. Annael era molto partecipe, e suonava con estremo sentimento, quasi commuovendosi. Gandalf era visibilmente contento, mentre Saruman era sul punto di piangere.
Per un attimo, l’Istar Bianco ebbe l’impressione che Annael stesse suonando quel brano per lui. Quelle note così romantiche e così dolci gli toccavano il vecchio cuore, e sentiva di amare alla follia quella donna così bella, così intelligente, così… unica!
Il pezzo non durò molto, ma quei pochi minuti furono davvero meravigliosi. Quando Annael concluse di suonare, Saruman applaudì con forza, fra lo stupore di Gandalf, che pure si complimentava.
“Brava!” gridava Saruman, trattenendo a stento le lacrime.
“Grazie, amici miei,” disse Annael. Saruman notò che la donna non guardò Gandalf per un po’ dopo aver suonato, tenendo lo sguardo fisso a terra.
“Bene,” disse poi la donna dopo un po’, “vogliate accomodarvi in sala da pranzo.”
Saruman e Gandalf entrarono nella sala da pranzo, e si sedettero attorno al tavolo rotondo, mentre Annael andava in cucina a prendere le pietanze. Saruman e Gandalf non parlarono: anche se il Grigio pareva ben disposto al dialogo, il Bianco cercava di scansare ogni dialogo con l’altro.
Dopo qualche minuto, Annael arrivò con un piatto di stuzzichini e antipasti. La donna posò il piatto in mezzo al tavolo, assieme a una bottiglia di vino elfico e a una cesta di pane, poi si sedette fra i due Istari.
“Oh, vino elfico del 1298!” esclamò Gandalf versandosene un bicchiere e versandone un po’ ad Annael. “Fra l’altro, un’ottima annata!”
“Via, Gandalf!” esclamò Saruman, “Non esagerare col vino!”
“Lascialo bere un goccio, Saruman!” esclamò ridendo Annael.
I tre iniziarono a servirsi e a mangiare, parlando e discutendo al lume di qualche candela accesa nella stanza.
“Dove sei stato nell’ultimo periodo?” chiese Annael rivolta a Gandalf.
“Mi sono recato nell’Eriador,” disse Gandalf. “In questa regione da poche decine di anni si sono stanziati degli individui davvero buffi!”
“Fai riferimento agli Hobbit?” chiese serio Saruman.
“Precisamente!”
“Chi sono costoro?” chiese Annael.
“Oh,” disse Gandalf, “li chiamano anche Mezzuomini. Sono come degli Uomini, ma molto più bassi, e con i piedi ricoperti di pelo. Sono degli individui molto socievoli e simpatici, e inizio già a fare amicizia con loro.”
“Che cosa ammirevole!” esclamò Annael. “E da quando sono arrivati nella Terra di Mezzo?”
“Da pochi secoli,” disse Gandalf, “anche se non riesco ancora a capire con esattezza le loro origini.”
“Perché sprechi tempo dietro a simili popolazioni, Gandalf?” chiese Saruman ridendo. “Saresti capace di studiare persino delle talpe mentre la Terra di Mezzo va a rotoli!”
“Non essere intollerante!” disse Annael.
“Era una battuta, la sua!” osservò Gandalf con aria sardonica. “Saruman è sempre molto simpatico!” Annael iniziò a ridere insieme a Gandalf, mentre Saruman mangiava in silenzio.
Dopo un po’, Annael si alzò e andò in cucina. Poi, tornò con un piatto di arrosto di montone con verdure. Gli invitati si servirono, mentre Annael si riaccomodava.
“Ad ogni modo,” disse Saruman, “io preferisco stare a Gondor. La situazione in questo Regno non è delle migliori, e personalmente ritengo sia meglio vigilare.”
“Fai bene, Saruman,” disse Gandalf seriamente.
“Speriamo che la vicenda si risolva per il meglio…” osservò Annael.
I tre iniziarono a gustare il piatto preparato da Annael, quando Gandalf esclamò:
“Mia signora, questo è un piatto degno del palato di Manwë, Signore dei Valar! Credo di non aver mai mangiato nulla di così buono!”
“Oh, grazie, Gandalf!” esclamò Annael arrossendo, “sei sempre così gentile!”
“Beh,” proruppe Saruman, stanco dei commenti di Gandalf, “vuol dire che non hai assaggiato i banchetti di Galadriel a Lothlórien! Quelli sono più che superbi!”
Annael guardò storto Saruman.
“Non che questo piatto non sia buono!” Saruman divorò subito un boccone. “È sublime!”
 Il resto della cena trascorse in un clima di imbarazzo. Saruman non parlò praticamente più, limitandosi a osservare di sottecchi Gandalf con odio. Gandalf parlò ancora un po’ con Annael, la quale rideva sempre a ogni battuta dell’Istar Grigio. Ma poi, quando si arrivò al dolce, tutti finirono di mangiare in silenzio.
Dopo la cena, la conversazione riprese un poco, e si parlò un po’ della situazione di Gondor. Saruman apprese da Gandalf (cosa che lo fece imbestialire: quando mai Saruman aveva appreso qualcosa da lui?) che Valacar era sempre più stanco, e che alla Casa delle Stelle si iniziava già a parlare di eredità, che sarebbe andata al controverso figlio Eldacar, di cui molto abbiamo parlato.
Verso le undici di sera, Saruman decise di andarsene: vedere Gandalf vicino alla bella Annael gli risultava ormai insopportabile.
Così, dopo aver salutato calorosamente Annael e controvoglia Gandalf, Saruman uscì dalla casa della donna. Lo stregone decise di andare alla Casa delle Stelle, dove Valacar riservava sempre una stanza per lui: avrebbe dormito lì, la notte.
Saruman attraversò l’Iant Rómendacil ed entrò nella Casa delle Stelle. Valacar dormiva, ma Saruman conosceva la strada verso la propria stanza anche senza bisogno di una guida, e vi entrò. Era una stanzetta modesta ma con un letto comodo, un comò e una finestra sull’Anduin.
Saruman appoggiò il bastone alla parete, chiuse le tende e si gettò sul letto. Non riusciva a dormire, né a riposare: poteva solo pensare ad Annael.
“Come è possibile?” si chiedeva. “Sei un Maia, uno spirito di Ilúvatar! Sei stato mandato sulla Terra di Mezzo per contrastare il Male! Sei di stirpe divina, uno dei più potenti maghi sulla faccia di Arda e… t’innamori? Come puoi, Saruman, innamorarti? Tu, che sei a capo dell’Ordine degli Istari e dei Saggi, tu, che sei il mago più potente della Terra di Mezzo, tu, che sei da tutti ritenuto il più sapiente! Ah, come posso amare una donna, una mortale?
“E poi c’è Gandalf… lui sì che è un idiota. Spreca tempo dietro a stupidi Mezzuomini e… sì, lui ti vuole rubare Annael! Ah, Annael, sei troppo bella, troppo sublime perché io non possa amarti! Sono impazzito! Sì, sì, sto impazzendo, è vero! Annael è la mia unica ragione di vita! Annael… il suo nome è più bello della Fantasia di Finrod!
“Gandalf, maledetto! Ti odio!! No, tu non avrai mai il mio bene, la mia ragione di vita! Annael ama me, sì, ne sono certo! E io amo lei! Oh, dovrei decidermi a confessarmi… chissà, magari lei aspetta solo che io mi faccia avanti, e io sono qui a piangermi nella barba! Ma c’è quel bastardo di Gandalf, lui mi impedisce tutti i piani! Manwë non doveva farlo venire!
“E se… oh, mio Ilúvatar! E se Annael amasse Gandalf? Magari la Fantasia per arpa era dedicata a lui, magari è lui il suo amato! Oh, se fosse così morirei! No… no, non è così! Annael è troppo intelligente per amare quel barbone idiota! Io sono la persona giusta per lei: sono intelligente, sono saggio, e lei è come me, solo molto più bella!
“Oh, Annael! Mi chiedo come Ilúvatar abbia potuto crearti, senza ingelosirsi della sua creazione! Ah, la tua bellezza supera quella di tutti gli Elfi, di tutte le creature di Arda! E poi, la tua intelligenza, il tuo cuore, sono due cose immense, meravigliosamente infinite! Ah, vorrei che tu fossi qui, vorrei poterti stringere e baciare… Annael, mia dolce… bella…”
E Saruman il Bianco, stremato, si addormentò.
   
 
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