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Autore: ValeriaCasciato    25/04/2016    0 recensioni
"Io dovrei odiarti e desiderare la tua morte. Ma non posso fare a meno di amarti..."
Questa è la storia di un amore proibito tra un SS tedesca e una ragazza ebrea...
Berlino 1944
Igor Schwarz è un dedito , crudele e violento ma bellissimo soldato tedesco che lavora in un campo di concentramento , maltrattando gli ebrei e deportandoli.
Sarah Brenier è invece una bella ragazza ebrea costretta insieme alla sua famiglia a nascondersi in un nascondiglio segreto gentilmente offertogli da una brava famiglia tedesca.
Poco dopo però vengono scoperti dalle SS e deportati bruscamente in un campo di concentramento.
Tra loro vi è anche Igor che si accorgerà fin da subito di provare una non indifferenza per la ragazza ma costretto a camuffarla con mezzi violenti.
Tra di loro ci sarà dapprima un sentimento di odio che dopo muterà di forma... Trasformando così il giovane Igor in una persona migliore...
"Non me ne frega più niente della guerra , della razza ariana e cazzate varie! Ora m'importa solo di te e ti giuro che ne nessuno ti farà più del male! Non glielo permetterò!"
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Olocausto
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Continuò a trascinarla con talmente tanta forza da farle male... Era molto spaventata perché non sapeva dove la stesse portando e quali erano le sue vere intenzioni. La portò dunque molto lontano... In una baracca isolata , completamente vuota e senza dirle niente , con grande potenza la scaraventò a terra come se fosse un oggetto di poco valore. "Ti sfonderò dal sedere perché un'ebrea non riesco neanche a guardarla in faccia" - le sussurrò con voce maligna mentre ella si dimenava per cercare di fuggire. Ma lui era più forte e subito entrò nel suo corpo con una grandissima forza e violenza. Incitandola di restare in silenzio. "Ti prego smettila! Mi fai male!" - ansimò dolorante , ma egli non ci badò e continuò ad entrare nel suo corpo con violenza. Alla fine egli si rivestì e le disse con voce minacciosa: "Sei stata brava ebrea". Sarah non gli risposi ma lo guardò con uno sguardo talmente schifato che ebbe la sensazione che se ne stesse accorgendo "Forza , ora ritorna nella tua baracca!" - esclamò infine spingendola verso la porta. "Dovrai tacere capito ?! Perché la purezza di un tedesco non può unirsi con il luridume di un ebreo" "Io di certo non volevo unirmi a te! Mi hai violentata!" . Detto questo il soldato fece una risata malefica e disse sorridendo : "Dovrai farci l'abitudine ebrea. E nessuno dovrà saperlo intesi ?! Altrimenti non rivedrai mai più la tua stupida famiglia e la luce del sole." Così Sarah tornò nella sua baracca sommersa dai pensieri... "Quello sporco maniaco" - così lo definì lei, l'aveva appena violentata e tutti loro ebrei pur essendo persone come tutti non venivano trattati come tali... Quella notte Sarah cercò di trattenere le lacrime ma non riuscendovi pianse molto. La mattina seguente dopo la colazione ,che ovviamente era misera, cominciarono subito a lavorare per costruire una baracca. "Voglio tornare a casa Sarah!"- sussurrò Micol a Sarah con voce rotta. "Anche io..." "La mamma già non c'è la fa più ! Qui ci maltrattano" "Lo so Micol! Ma sia tu che la mamma dovete capire che ora ci siamo e se non dovessimo lavorare verremo uccisi" "No! Dobbiamo fare qualcosa! Dobbiamo fuggire" "Shhh abbassa la voce ti prego! Non possiamo fare nulla! E ora pensiamo a lavorare..." Nel pomeriggio , Sarah notò che ogni tanto quel soldato passava per il loro campo fissandola ogni volta .... Sarah non riusciva a capirne il motivo ma questo fatto la spaventava moltissimo , di certo non voleva che la violentasse ancora. C'era qualcosa di lui che la spaventava terribilmente , qualcos'altro che le suscitava odio e qualcosa in lui che l'attraeva spaventosamente... Ma come poteva attrarle proprio il suo nemico? Poco dopo il soldato le si avvicinò: "Stanotte , all'una tornerai in quella baracca di ieri notte intesi ebrea?" - mormorò freddo "E perché mai ?" - rispose Sarah cercando di fare la forte. "Lurida ebrea come osi rivolgerti con quel tono con me?! Dovrò insegnarti l'educazione a suon di punizioni corporali ?!" - mormorò stavolta furioso. "Non voglio tornarci! Lei non può abusare così di me signore!>> - mormorai questa volta con la voce rotta "Tu sporca ebrea, devi fare quello che ti diciamo noi altrimenti riserveremo per te delle punizioni dolorosissime" "Mi uccida anche se vuole! Tanto ormai non ho più una dignità e vedere mia sorella e mia madre in quello stato e pensare anche a quello che staranno passando mio padre e mio fratello mi fa davvero stare male!" "Se tu stasera non dovessi venire da me , oltre a te ne pagheranno le conseguenze anche la tua famiglia" "La mia famiglia?! No! Lei non può!" "Allora ti conviene venire sudicia ebrea" - detto questo si allontanò da lei , lasciandola  lì con gli occhi colmi di lacrime. Cercò però di non piangere per il solo motivo di non farsi vedere. Poco dopo rientrò in baracca dove vide la madre intenta a ricucire alcune divise molto scucite. Sarah era ancora con le lacrime agli occhi e lei se ne accorse. "Tesoro mio cos'hai?!" - le chiese debolmente "Niente mamma..." "Dimmelo amore mio ti prego" "No niente davvero... È solo che vorrei tornare a casa... Poi vorrei sapere se papà e Daniel stanno bene...". Ella non mentii , quelle cose l'affliggevano davvero ma decise di non raccontarle l'abuso da parte del soldato per non procurarle un altro dolore. "Oh Sarah... Anche io... Non ne posso già più di stare qui ... Mi tormenta sopratutto lo stare lontana da mio figlio e mio marito... Fortunatamente ho almeno qui , con me , voi due bambine mie." "Mamma... Finché sarò qui con voi farò di tutto purché non vi succeda niente di male. Voglio che almeno voi due stiate bene!" "Sarah ti prego pensa anche a te stessa! Io ormai sto invecchiando... Fino a qualche giorno fa ho vissuto una vita serena insieme alla mia famiglia nonostante negli ultimi tempi siamo stati costretti a nasconderci. Ma sai... Ho trovato un marito fantastico e ho avuto tre meravigliosi figli... Perciò voglio che anche tu riuscirai ad avere tutto questo. Ma spero che tutti e tre a differenza mia morirete di vecchiaia e non qui. NON QUI. Magari circondati da tanti bellissimi nipotini." "No mamma non dire così! Neanche tu e papà morirete qui!" "Bambina mia... Io sono già così debole in due giorni che sono qui..." "No , noi usciremo di qui! Tutti e cinque! E torneremo ad essere la famiglia serena e bellissima che siamo sempre stati te lo prometto!" "Lo spero tesoro mio ... Lo spero davvero." "Si... Ti hanno costretta a ricucire queste divise così rotte ?" - le chiese Sarah per cambiare argomento "Si... Meglio così per me, perché se mi avessero imposto un duro lavoro di forza non sarei riuscita..." "Capisco. Ora però sarà meglio che esca poiché se ci scoprissero qui a chiacchierare non immagino cosa sarebbero in grado di farci " - le disse infine dandole un bacio sulla fronte e uscendo dalla baracca. Il pranzo fu anch'esso misero e la fame cominciava a farsi sentire sempre di più. In quel luogo tremendo , Sarah vide inoltre persone trasformate in cavie e capii quindi la malnutrizione che c'era. Sarebbe diventata una cavia umana anche lei. Nel pomeriggio tornarono a lavorare , ed ella dovette trasportare cose molto pesanti dato che  le avevano imposto di costruire insieme alle altre una baracca. Quando arrivò l'una di notte Sarah decise di avviarsi verso la baracca abbandonata per incontrare il soldato. Si trattò ovviamente di una scelta molto sofferta perché lei non aveva alcuna voglia di rivederlo e di farsi violentare da lui , tuttavia non potevo neanche permettere che facesse del male alla sua famiglia a causa sua. Così anche quella notte per più di un ora la violentò dal sedere e la toccò ininterrottamente ... Sarah cominciò ad odiarlo sempre di più. Il dolore che provava non era solo fisico ma anche e soprattutto interiore. Il giorno seguente , dopo pranzo venne verso di lei la terribile soldatessa: "TU VAI IMMEDIATAMENTE IN CUCINA A LAVARE I PIATTI!" "Mi scusi signora, la cucina non so dove si trovi perché è da poco che sono qui" "SAREBBE ORA CHE IMPARI DOVE SI TROVANO I LUOGHI EBREA SCHIFOSA!"- esclamò rabbiosa prendendola forte per un braccio e portandola verso la cucina. La cucina era abbastanza piccola e molto disordinata , inoltre si respirava uno sgradevole odore di stantio. Vi erano anche altre due donne intende a lavare i piatti, probabilmente sull'età della signora Brunner e sembravano  molto stanche , malnutrite e tristi. Una aveva i capelli neri ma un po' brizzolati e nonostante lo stato in cui si trovava come tutti loro , era ancora molto bella. L'altra invece aveva i capelli color topo e brizzolati, e sembrava ancor più trascurata. "Salve signore" - le salutò Sarah con malinconia. Una di loro le sorrise debolmente e l'altra rispose al saluto. Poi senza indugiare si avvicinò ai piatti ancora da lavare e cominciò a pulirne uno. I piatti in generale non erano molto sporchi , sicuramente perché a causa della fame li pulivano tutti molto bene. Poco dopo entrò il soldato biondo che Sarah nella sua testa , chiamava "biondino bastardo" ovvero il maniaco che l'aveva violentata per ben già due volte. " LI STATE PULENDO BENE?!" - gridó lui. Le tre donne fecero cenno di sì ed egli cominciò a guardarli per constatare. "Qui dentro c'è una puzza tremenda , vedete di risolvere!" - esclamò di nuovo. "Questa puzza..." - iniziò Sarah - " È solo quello che ci date da mangiare!" continuò senza alcun pelo sulla lingua. "Lurida ebrea..." - disse avvicinandosi verso di lei. "Quando lo perderai il viziaccio di di rispondermi con quel tono da strafottente?!" Sarah non rispose e continuò a mantenere il capo chinato. "ALLORA?!" - gridò alzandole bruscamente il mento con la mano. Non gli rispose ancora , ma lo guardò terrorizzata, a quel punto i loro occhi s'incontrarono di nuovo ed egli sembrò guardarla con degli occhi diversi... Come se non fosse arrabbiato ma in qualche modo attratto da lei. "Hai paura ma non tremi" - mormorò gelido guardandola ancora negli occhi con quello sguardo così strano. "Ora finisci di lavare i piatti " - disse infine uscendo dalla cucina. In quel momento Sarah fece finta di niente e tornò a pulire il piatto. "Il tedesco prova qualcosa per lei signorina?" - esclamò la bella signora dai capelli neri , Sarah si voltò verso di lei e la guardò stranita: "Odio ovviamente, come a tutti noi ebrei" "No... Un sentimento di attrazione forse" - mormorò come se ne fosse convinta. "No... Come può pensare una cosa simile?" - chiese sempre più confusa. "Non so... L'ho notato dal modo in cui la guardava signorina. Ma può darsi mi sbagli." "Uno come lui non proverebbe mai un sentimento positivo per un'ebrea ovvero il suo "nemico"" "Sai ero una psicologa prima di venire qui, alcuni sguardi li so capire bene" - disse sorridendo con debolezza. "Beh ... Anche se fosse io lo schiferei comunque... È un verme!>> - disse Sarah a voce bassa con sicurezza. La donna annuì. "È una persona terrificante... Come tutte le SS" - s'intromise ad un tratto l'altra donna dai capelli color topo. " E non penso assolutamente che uno come lui possa provare un sentimento forte come quello dell'amore, né tantomeno per un ebrea..." - continuò. "Lo so, e questo è uno dei tanti motivi per cui schifo le SS." "Fai bene a schifarle... Le schifiamo tutti! Sono solo delle stupide e crudeli marionette nelle mani di Hitler. Uno degli esseri più ripugnanti mai nati." "Lo so... È esattamente così"- affermò Sarah , in quel momento , però , alla donna dai capelli color topo scivolò per sbaglio un piatto che si si ruppe in mille pezzi. Ella portò le sue mani davanti la bocca e cominciò a disperarsi. Anche Sarah e l'altra signora si spaventarono molto e la ragazza subito scattò per abbassarsi ad aiutarla. Ma esattamente in quel preciso istante entrò il biondo crudele infuriatissimo. "HO SENTITO UN PIATTO CADERE! CHI È STATA ?!" "M-mi scusi s-s-signore... D-davvero non v-volevo!" - farfugliò disperata la donna. "COME...HAI...OSATO?!?! LURIDA EBREA!!!" - gridò, avvicinandosi di più a loro e abbassando lo sguardo, per guardarla, con tutta la cattiveria possibile. "Non le faccia del male! Può capitare a tutti di sbagliare! Ad esempio , in questo caso di rompere un piatto!" - dichiarò Sarah a gran voce interponendosi davanti al lui e la donna. "TU STANNE FUORI SPORCA EBREA!"- strepitò scansando Sarah con rabbia e scaraventandola a terra. "COME HAI OSATO SPORCA, LURIDA, SCHIFOSA , LAIDA EBREA?!?! EBREA DI MERDA! EBREA SUDICIA!!!"- urlò prendendola a calci con una tale violenza da non riuscire a trovare bene le parole per descrivere tale scena. La donna dai capelli neri , spaventata, si coprì gli occhi con le mani , Sarah invece rimase a guardare la scena allibita e completamente terrorizzata. "LA SMETTA! LA PREGO!" - gridò Sarah "STA ZITTA TU! HA SBAGLIATO E ORA DEVE PAGARE!" - urlò continuando a prenderla a calci. "MA TUTTI POSSIAMO SBAGLIARE! SI FERMI! LA PREGO!" "TI HO DETTO DI STARE ZITTA EBREA!" - gridò colpendo forte , con un piatto la donna che cadde a terra molto dolorante e priva di forze. Subito dopo si diresse verso di me e mi mollò una fortissima e violenta sberla sul viso. "TU SUDICIA EBREA , A ME NON DICI QUELLO CHE DEVO FARE E QUELLO CHE NON DEVO FARE INTESI?! POICHÈ IO POSSO FARE QUELLO CHE VOGLIO ESSENDO DI RAZZA SUPERIORE. VOI INVECE FATE PARTE DI UNA RAZZA SPORCA E MALATA. SIETE EBREI!" enfatizzò. "E dopo avrai anche il resto sudiciume di un'ebrea!" - esclamò infine rivolgendosi alla donna malmenata e uscendo dalla cucina. Sarah e l'altra donna , molto preoccupate si avvicinarono alla signora , che si trovava ancora per terra con la fronte dissanguata. "Oh cielo! Come stai?!" - le chiese Sarah allarmata. La donna non rispose ma Sarah capì benissimo lo stato in cui si trovava ... Si contorceva dal dolore... La ragazza non poteva credere alla scena che aveva appena visto, le veniva da piangere , da urlare e desiderava con tutto il cuore di andare via da quell'inferno terreno... Quella sera a cena, Sarah non spiccicò neanche una parola , era totalmente scombussolata. Inoltre le cose cominciarono ad andare sempre peggio : la signora Brunner iniziò ad avere pensieri suicidi e Micol diventò sempre più depressa. Sarah invece , che era sempre stata una ragazza positiva , cercò di farsi forza con tutta sè stessa, nonostante fosse costretta a subire abusi da parte di un SS . Tuttavia , nei suoi occhi, vi era comunque un velo di malinconia. Verso l'una di notte , Sarah fu costretta a tornare nella baracca abbandonata per rincontrare il soldato... Le faceva talmente schifo che avrebbe voluto sputargli in un occhio e tirargli un calcio nei testicoli. "Brava ebrea... Vedo che sei tornata. Hai capito allora come funzionano le cose"- mormorò il soldato con fare minaccioso. "Come hai potuto farle quello?!" - chiese Sarah con malinconia "Cosa? ... Intendi quella sudicia ebrea che con quelle sue schifose mani di ricotta marcia ha rotto il piatto?" "Si!" "Oh beh... Lei ho solo riservato il trattamento che meritava. Vedi ebrea... Se voi doveste sbagliare oppure svolgere male un dovere o addirittura non lavorare , noi SS vi daremo la lezione che vi spetta... La pagherete cara! E le punizioni ebrea... Sono molte diverse! Dipende dai casi"- spiegò il tedesco sorridendo e facendo spallucce. "Che tipo di punizioni?" "Come ho detto ebrea... Dipende dai casi. Possono essere percosse , calci , bastonature fino ad arrivare alla morte, o a colpi di pistola oppure con l'impiccagione."- spiegò ancora mantenendo il suo fastidiosissimo sorriso "Come potete fare delle cose tanto cattive? Non avete un cuore ?!" "Certo che lo abbiamo , ma non per il nostro nemico! Il nostro nemico deve solo soffrire...MORIRE." Sarah a quel punto scosse debolmente la testa con gli occhi lucidi. "Tu però sei una brava ebrea, fai tutto quello che ti viene detto senza lamentarti. Ma devi assolutamente perdere il tuo schifoso vizio di rispondere con strafottenza!" "Nessuno ha il diritto di sottomettermi signore!" "NOI SI! TU SEI UN EBREA! Non so se ti è chiaro! SEI SOLO UNA STUPIDA, INUTILE EBREA. La tua è la razza inferiore , siete lo scarto di questo mondo!" " Non osi!" - gridó "Taci ebrea!" - gridò brusco il tedesco avvicinandosi a lei. "Domani verrò da te e ti scorterò a casa del generale , noi SS pranzeremo tutti insieme a lui e la sua famiglia e tu dovrai apparecchiare , servirci e dopo pulire." "Va bene ... Ma sappi che non è bello vedere voi che mangiate tanto e bene e non poter fare lo stesso" "A me questo non importa , siete voi la razza inferiore non di certo noi . Noi siamo Ariani ... La razza pura!" Sarah a quel punto non disse nulla e abbassò lo sguardo. In quel luogo cadde un breve silenzio che sembrò però interminabile. "Come mai sta parlando con me ? Le faccio così schifo no? Lo ha detto anche lei che non vuole parlare con un ebrea!" - mormorò dopo un po' Sarah . Il tedesco la guardò a lungo ed ella ebbe la sensazione che lui non sapesse cosa rispondere. "Beh... In effetti è così. Parlare con una come te deturperebbe solo quello che sono realmente io. Ora infatti abbiamo già parlato abbastanza, andiamo al sodo!" - rispose infine il tedesco iniziando a palpitarle il sedere. "Non mi tocchi , la prego!" - mormorò , ma egli non ci badò e continuò toccarla salendo fino a toccarle i seni. Subito dopo Sarah alzò lo sguardo e per la terza volta i suoi occhi s'incontrarono con quelli del tedesco... Ogni volta che lo guardava sentiva in lei una sensazione stranissima , una specie di attrazione unita però ad un forte sentimento di odio. Eppure era così bello ... Bello da sembrare un angelo ma angelo non era. Il suo sguardo divenne sempre meno duro , la guardò nello stesso modo degli altri giorni. Come se avesse messo da parte l'odio per lasciare il posto ad un sentimento di attrazione... "Signore..."- mormorò Sarah. "Come mai mi guarda spesso con questi occhi diversi?" #Spazioautrice Salve a tutti , mi spiace davvero di aver ritardato così tanto nel pubblicarlo ma ho avuto davvero pochissimo tempo... Comunque spero che il capitolo vi piaccia :) Ps- come avete potuto vedere non scriverò più in prima persona ma in terza , per cui ho modificato anche il primo capitolo. Baci :)
   
 
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