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Autore: black elleboro    25/04/2016    2 recensioni
[Murder in the First ]
Il finale di Murder in the first (prima stagione) mi ha molto delusa.
Credo che sarebbe bastata qualche piccola variazione a renderlo molto più interessante e originale. Quindi è proprio quello che ho cercato di fare.
Genere: Angst, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 Premessa: Erich Blunt non è un personaggio positivo, ma di certo è interessante e ricco di sfumature e Tom Felton lo ha reso come solo lui sa fare. Per questo il finale di Murder in the first (prima stagione) mi ha molto delusa. Hanno preso un personaggio complesso, ambiguo, ma in parte affascinante e hanno risolto tutto facendolo diventare una sorta di banale psicopatico. Per tutta la serie sembra che le prove siano contro di lui, facendoci credere che ci sarà un qualche colpo di scena e invece alla fine, guarda un po’, il colpevole era proprio lui.
Personalmente credo che sarebbe bastata qualche piccola variazione a rendere il finale molto più originale, quindi è proprio quello che ho cercato di fare.
Se sono riuscita a rendere questo finale alternativo più interessante, ma plausibile e rimanendo nel personaggio, vuol dire che ho raggiunto il mio scopo.
Ho cominciato dalla scena in cui Bill Wilkerson si presenta a casa di Erich Blunt, nell’ultimo episodio.

 

Jimmy Salter – Addetto alla sicurezza
Bill Wilkerson (Wilky) – Pilota del jet personale
David Hertzberg – Avvocato personale
Warren Daniels – Avvocato penalista
Tonia Pyne – Assistente/Nipote Daniels
Cindy Strauss – Assistente di volo/Amante/Vittima
Ivana West – Chief Technology Officer della Applsn
Terry English – Ispettore
Hildy Mulligan – Ispettore
Jackie Perez – Procuratore
Kevin Neyers – Padre
Sarah Harbach – Madre
James Harbach – Nonno
Betty Harbach - Nonna
Jeremy Leonard – Ingegnere informatico concorrente

 

“Non avevo scelta!”
“Sbagli ancora, Wilky! Ti rendi conto, hai cercato di fottermi!
Dopo tutto quello che ho fatto per te!”
“E di preciso che cosa hai fatto per me Erich? Cosa?
Vediamo, hai allontanato Cindy da me, Hai mandato a mia moglie quel video distruggendo il mio matrimonio!
E peggio mi hai reso complice di un omicidio che hai organizzato e pagato tu.
Ecco quello che hai fatto per me!”
“Bill….Non ti ho portato via io Cindy. Era una donna adulta, ha fatto le sue scelte e onestamente, chi sceglierebbe te quando può avere me?”
Bill digrignò i denti, fregandosene ormai di nascondere il risentimento e l’odio che aveva serbato così a lungo.
“E il tuo matrimonio? Era finito da tempo, altrimenti non avresti avuto una tresca con un’assistente di volo.
E se vuoi sapere perché ho mandato a tua moglie quella registrazione, bè te la sei voluta.
Al primo colloquio con quei due sbirri hai spifferato del mio litigio sul jet con Cindy, hai cercato di incastrarmi fin dall’inizio, non è così? Hai cercato di rovinarmi perché eri geloso, ma non hai avuto il fegato di farlo apertamente perché i miei soldi ti fanno comodo e ora hai il coraggio di venire a piagnucolare da me per il tuo matrimonio?!”
“Sì, ho sperato fin dall’inizio che quegli ispettori ti dessero quello che meritavi! Sapevo che eri stato tu!”
“Non l’ho uccisa io! Non me ne frega niente di quello che pensi, ma non l’ho uccisa io. Non so cosa sia successo, avevo sperato che andando a scusarmi l’avrei fatta ragionare, che l’avrei convinta a liberarsi del bambino, ma quella stronza si è arrabbiata. Le ho perfino offerto del denaro, ma non voleva sentire ragioni, certo, sapeva che una volta nato il bambino avrebbe potuto spillarmi molto di più. Così me ne sono andato. E lei era ancora viva, te lo posso assicurare perché mi stava urlando dietro.”
“Non ti credo. Tu menti in continuazione, tutto ciò che esce dalla tua bocca è spazzatura. Io non finirò in galera per colpa tua.”
“Senti io non sapevo che mio nonno avrebbe ucciso Kevin Neyers. L’ho incontrato perché mi parlasse di mia madre e gli ho raccontato che mi ricattava. La cosa mi aveva infastidito, ma a dire il vero non mi importava molto, voglio dire, il fatto che io sia riuscito a costruire un impero pur provenendo dai bassifondi  mi avrebbe solo fatto guadagnare più simpatie.
Ma James mi ha detto che voleva comunque parlargli e che gli serviva una pistola per proteggersi, visto che era un tipo poco raccomandabile. Per questo ti ho chiesto di consegnargli la pistola che Salter mi aveva dato.
Certo quando ho saputo che era morto sospettavo che c’entrasse mio nonno, ma cosa avrei dovuto fare? Denunciarlo? Per quanto ne sappiamo Neyers potrebbe averlo aggredito e lui si è difeso oppure lo ha fatto per vendicare sua figlia per tutto ciò che le ha fatto….Non gliel’ho mai chiesto, meno ne sapevo meglio era.”
“Dunque vorresti farmi credere che non immaginavi che sarebbe successo? Che tu sei davvero innocente? Che hai dato quei soldi a James per pura bontà d’animo?”
“Dovresti sapere che per me mezzo milione non è un grande sforzo. Loro sono stati gentili con me e soprattutto, non mi hanno chiesto nulla.
Il mio unico errore è stato andare a cercare mio padre mesi fa. È stato come scoperchiare il vaso di Pandora. E anche fidarmi di quella puttana che diceva di prendere la pillola.”
Bill sembrava disorientato, Erich poteva vedere che non gli credeva, che sperava confessasse per gli omicidi che non aveva commesso. Si passò una mano tra i capelli trascurati e si alzò di scatto.
“Bene, sappi che d’ora in avanti penserò solo a salvarmi il culo, la polizia sa che io ho portato la pistola a tuo nonno e che me l’hai data tu. E se lo vuoi sapere ti farò causa per danni per aver mandato quel video a mia moglie…”
Erich rise, ma senza allegria. “Fa, pure. Credi di potermi fare paura? Credi di poter avere avvocati migliori dei miei? Credi che qualcuno ti possa considerare una vittima?”
Il pilota gli voltò le spalle per andarsene e Erich lanciò un bicchiere contro il muro vicino alla porta da cui stava uscendo. L’uomo trasalì per lo spavento, si bloccò un attimo per controllare se era rimasto ferito da qualcuno dei frammenti di vetro che l’avevano investito, poi corse via senza guardare indietro, ma non riuscì ad evitare di udire le ultime parole che il Erich urlava nella sua direzione. ”Tutto quello che hai fatto l’hai fatto per i soldi, per il tuo tornaconto….Non ti devo niente dannato bastardo!”
Il ragazzo si lasciò cadere sul divano. Quell’idiota denunciare lui. Non avrebbe ottenuto niente. Niente. Proprio come suo padre, come Hildy e English e il procuratore….E quegli idioti di Leonard e Ivana.
Ci provassero pure a fargli concorrenza, non avevano capito che non basta essere bravi ingegneri informatici. Non bastava qualche teoria giusta. Ci volevano carisma, capacità di rischiare, di sapersi vendere, di avere una visione…..Gli dava un paio d’anni di tempo, prima che si ritrovassero con un pugno di mosche.


L’improvviso rumore del cristallo che si spaccava contro il muro fece trasalire la ragazza, nascosta nella stanza accanto. Quando aveva sentito che Erich e Wilkerson stavano alzando la voce non aveva resistito alla curiosità ed aveva sceso le scale, a piedi nudi per non far rumore. Una volta afferrato di cosa stavano parlando era rimasta impietrita. Erano affari sporchi: sapeva che non avrebbe dovuto ascoltare e aveva cominciato a temere seriamente per la sua incolumità.
E se Wilkerson aveva ragione? Se Erich aveva ucciso Cindy e sospettando che lei avesse udito qualcosa avesse deciso di toglierla di mezzo?
Voleva andarsene subito, ma le sue scarpe e la borsa erano ancora di sopra. Fuggire senza sarebbe stato ancora più sospetto.
Dall’altra parte del muro non si udiva più nulla, forse faceva in tempo a riprendere le sue cose e filarsela.
Tornò al piano di sopra col cuore in gola, e mentre afferrava la borsa si accorse di un ronzio….Era il suo cellullare, per fortuna aveva inserito la vibrazione.
Era Erich che la stava chiamando, dal piano di sotto.
“Sì?”
“Niente da fare per stasera, devi andartene.”
“…Ok…”
Non se lo face ripetere due volte. Quando attraversò il soggiorno di lui non c’era traccia, i resti del bicchiere distrutto scricchiolarono sotto le sue costose scarpe mentre usciva dalla stessa porta per la quale prima era passato Wilkerson.


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Hildy quella mattina si era alzata con una strana sensazione, come quando qualcosa non quadra, ma non sai spiegarti bene cosa.
Certo, da quando aveva iniziato a lavorare sull’omicidio di Kevin Neyers e poi su quello di Cindy Strauss, erano state molte le cose che non quadravano, ma stavolta era diverso.
Era stata certa della colpevolezza di Blunt, fino a quando lo avevano assolto in tribunale.
E non era stata la sentenza della giuria a farle cambiare idea, no. Paradossalmente erano state le parole dello stesso Blunt, quella confessione bisbigliata solo a lei e a Terry, che le era sembrata strana.
Possibile che per quanto si sentisse al sicuro dopo essere stato assolto, si lasciasse sfuggire una cosa del genere?
Possibile che la sua arroganza e il desiderio di far sentire lei e il suo collega degli idioti lo avessero addirittura indotto a dire una cosa del genere anche se non era vera?
Per quanto pazzesca, la seconda ipotesi le sembrava più plausibile. Qualcosa le diceva che se davvero fosse stato colpevole, non lo avrebbe mai ammesso.
Per questo quando Terry aveva insistito per ricominciare ad indagare sull’omicidio di Neyers lei era stata restia ad accettare.
Ma poi il suo senso del dovere aveva prevalso. In tutta questa storia c’era qualcosa di insoluto e bisognava fare giustizia.
E ora c’era la registrazione, ottenuta dal cellulare di Blunt, che sembrava risolvere tutto.
Eppure il suo istinto le diceva che qualcosa non andava.
Possibile che alla fine quel ragazzo fosse riuscito ad avere una certa di influenza su di lei?
Che si fosse fatta abbindolare come Cindy e Ivana e Betty Harbach e tutte quelle altre donne che pendevano dalle labbra di quel sociopatico?
In un certo senso Blunt risvegliava l’adolescente che c’era in lei…..Quando andava al liceo le piaceva frequentare ragazzi di quel tipo (con molti meno soldi, certo).
E quella sera in quel lussuoso ristorante era stato divertente, cercare di sedurlo per prendergli un campione di dna. E il bacio era stato….Bè, certo la pratica non gli mancava.
E a dire il vero quando le aveva chiesto di andare da lui era stata tentata. Per una volta avrebbe potuto fare una follia e sarebbe stata giustificata dal suo incarico. Ma era stato un sogno della durata di una frazione di secondo.  -“Devo andare a prendere mia figlia…” – La scusa le era uscita spontaneamente dalle labbra e l’aveva messa al sicuro, il suo istinto da poliziotto aveva prevenuto qualcosa di cui si sarebbe pentita.
E un po’ aveva sperato che il dna non combaciasse con quello trovato nella bocca di Cindy.
Non che desiderasse uscirci di nuovo. Non era certo il tipo di relazione che stava cercando, aveva una figlia, aveva bisogno di stabilità e in tutta franchezza quando quella sera l’aveva trovato fuori da casa sua le erano venuti i brividi.
Ma in fondo aveva sempre sperato che quel ragazzo così di talento non fosse un omicida, ma solo uno stronzo come tanti altri.

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 “Sì, ho sperato fin dall’inizio che quegli ispettori ti dessero quello che meritavi! Sapevo che eri stato tu!”
“L’ho uccisa io! Non me ne frega niente di quello che pensi, l’ho uccisa io. Avevo sperato che andando a scusarmi l’avrei fatta ragionare, che l’avrei convinta a liberarsi del bambino, ma quella stronza si è arrabbiata. Le ho perfino offerto del denaro, ma non voleva sentire ragioni, certo, sapeva che una volta nato il bambino avrebbe potuto spillarmi molto di più.
“Tu menti in continuazione, tutto ciò che esce dalla tua bocca è spazzatura. Io non finirò in galera per colpa tua.”

 “Io sapevo che mio nonno avrebbe ucciso Kevin Neyers. L’ho incontrato perché mi parlasse di mia madre e gli ho raccontato che mi ricattava. La cosa mi aveva infastidito.
James mi ha detto che gli serviva una pistola, visto che era un tipo poco raccomandabile. Per questo ti ho chiesto di consegnargli la pistola che Salter mi aveva dato.
Cosa avrei dovuto fare? Gliel’ho chiesto. Dovresti sapere che per me mezzo milione non è un grande sforzo. Loro sono stati gentili con me e soprattutto, non mi hanno chiesto nulla.
Il mio unico errore è stato andare a cercare mio padre mesi fa. È stato come scoperchiare il vaso di Pandora. E anche fidarmi di quella puttana che diceva di prendere la pillola.”

Erich non ci poteva credere, tutto stava andando inspiegabilmente in pezzi.
Aveva cercato di spiegare a David che quella registrazione era falsa, che era stata banalmente manomessa, ma lui non gli aveva creduto. L’aveva abbandonato, come Daniels e Salter e Wilky………Tutti lo tradivano. Tutto girava intorno ai soldi e ora che la sua azienda rischiava di essere compromessa dall’ennesimo arresto e dall’ennesimo processo se ne andavano tutti, dannati bastardi.
Se Daniels e David non volevano più aiutarlo avrebbe trovato qualcun altro, non erano gli unici buoni avvocati della California. Non era ancora finita.
Se solo non avesse fatto la cazzata di dire a Hildy e a English che era stato lui ad uccidere Cindy.
Non aveva usato il cervello in quell’occasione. Forse era il caso di piantarla con gli acidi, almeno in occasioni gravi come quelle.
Ma quei due lo avevano davvero fatto arrabbiare, gli erano stati addosso fin dall’inizio e anche dopo che era stato assolto lo consideravano colpevole. E poi Hildy l’aveva umiliato, raccontando davanti a tutti in aula di averlo baciato solo per prendergli un campione di saliva, di essere riuscita a raggirarlo, l’aveva fatto apparire come un idiota.
Quanto avrebbe voluto che quella sera fosse andata a casa con lui, quanto avrebbe voluto averla tutta per sé, vedere i suoi occhi diventare lucidi mentre le stringeva la gola con la mano. Probabilmente avrebbe cercato di ribaltare la situazione, spingendolo indietro e salendogli sopra. Sì, sarebbe stato divertente.
Era sicuro di aver scalfito la sua corazza almeno per un attimo, forse anche solo per curiosità o per noia. Ma lei non aveva mai davvero ceduto, non era riuscito a portarla dalla sua parte.
E quel giorno in tribunale voleva che soffrisse, tanto lei quanto il suo collega, voleva umiliarli come era stato umiliato lui, costretto a portare gli abiti da carcerato e le manette.
E sapeva che il modo migliore era fargli credere di aver fallito. Il pensiero di non essere riusciti ad incastrare il colpevole li avrebbe perseguitati per sempre. Non c’era migliore vendetta.
Ma aveva agito troppo impulsivamente e ora ne stava pagando le conseguenze.
Dopo aver visto la cimice nell’orologio di Wilky non si era sentito tranquillo e quel mattino era andato da loro, per raccontare di come e perché aveva dato la pistola a suo nonno e per rimangiarsi quella falsa confessione.
E invece si era ritrovato di nuovo in manette e abbandonato da tutti.


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Mentre Tonia saliva in macchina continuava a ripetersi che stava facendo la cosa giusta. Non avrebbe mai più avuto un’occasione come quella e lei era ambiziosa abbastanza da correre il rischio.
Se fosse rimasta al fianco di suo zio Warren ci sarebbero voluti anni prima che fosse diventata qualcosa di più di un’assistente, ma non era per questo che si era laureata a pieni voti.
Essere un avvocato di successo come lui era sempre stato il suo sogno e lavorare nel suo studio le aveva insegnato moltissimo e le aveva permesso di avere molti contatti utili. Ma Erich Blunt rappresentava un’ occasione d’oro per lei, soprattutto ora che suo zio e Herzberg non volevano più saperne di difenderlo.
Avevano avuto un’accesa discussione, lui temeva di compromettere l’immagine dello studio perché tutti sapevano che era la sua assistente, ma alla fine era riuscita a spuntarla, era sempre la sua nipotina preferita dopotutto.
La preoccupazione di suo zio per l’immagine pubblica e per l’opinione dei suoi colleghi gli impedivano di vedere tutte le possibili ipotesi o forse non gli interessava vederle perché pensava che ormai l’impero creato da Blunt fosse destinato a sgretolarsi.
Ma lei fin dall’inizio aveva avuto un sospetto di cui non aveva parlato con nessuno, perché in fondo sembrava che le cose stessero andando bene e quindi aveva lasciato che ˈi grandiˈ se la sbrigassero a modo loro.
Ora però i giochi erano riaperti.

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Quando la guardia gli aveva detto che aveva una visita, Erich aveva pensato che David si fosse ravveduto.
Poi quando aveva visto che era Tonia Pyne aveva pensato che Daniels avesse deciso di accettare di difenderlo ancora.
Era rimasto molto sorpreso nell’apprendere che era venuta per conto proprio.
“Quindi tu mi credi?”
“Credo sia possibile che la registrazione sia stata manomessa come dici. E se deciderai di assumermi la prima cosa che farò sarà chiedere che vengano fatti i dovuti accertamenti.”
Erich non aveva bisogno di pensarci.
“Quant’è la tua parcella?”
Tonia sorrise, non lo faceva spesso.
“Credo di non essermi spiegata bene, voglio che tu mi assuma, come tuo avvocato personale. Voglio il posto lasciato da  Hertzberg, al suo stesso stipendio. Se vuoi possiamo firmare un accordo che vincola la mia assunzione all’esito del processo.”
“Non ce n’è bisogno, se perdiamo sarai tu a lasciarmi, no?”
“Giusto.”
“Ma se vinciamo ti darò uno stipendio più alto di quello di David.”
“Sai come tenere motivati i tuoi dipendenti. Mi piace.”
Erich la osservò, questa ragazza non era male, la presenza dello zio aveva offuscato la sua personalità nei loro incontri precedenti. Era qualcosa di più di un bel faccino, ma non poteva evitare di pensare a come sarebbero stati belli i suoi capelli castani sparpagliati sulle lenzuola bianche. Un po’ gli ricordava Ivana, ma
lei non era il tipo da mischiare il lavoro con il piacere. Sarebbe stato divertente per una volta portarsi a letto una che non gli aveva reso la cosa facile.
Non ci poteva fare niente, era la sua indole, possedere tutto quello che poteva: le cose, le idee, le persone, le donne…… Voleva tutto nel palmo della sua mano e avrebbe voluto sempre di più.
Era questo che gli aveva permesso di arrivare dov’era , insieme alla giusta dose di egoismo e di mancanza di scrupoli.
Ma ci sarebbe stato tempo per pensare a queste cose, ora avevano un problemino da risolvere.
“Perché tu non la pensi come tuo zio?”
La ragazza si risistemò sulla sedia.
“Vedi, mio zio ha detto a Hertzberg che hai superato il test con la macchina della verità solo perché lui l’ha fatto manomettere.”
Erich scattò in avanti, gli occhi sbarrati. “Perché gli avrebbe detto una cosa simile?”
“Perché è la verità, non hai superato quel test.”
“Ma, ma io…..” Tonia alzò una mano per zittirlo.
“Lo so. Onestamente mi è sembrato strano che tu fossi andato stamattina alla polizia dopo che Wilkerson era venuto da te con una microspia. Se davvero fossi stato colpevole, non credo avresti rischiato tanto, anche se non sapevi che ti avevano registrato.
Così volevo rintracciare la persona che aveva eseguito il test per mio zio, per fargli delle domande, capire se qualcosa poteva non aver funzionato, ma non mi è stato possibile.”
“Perché?”
“Perché è sparito. Pare sia partito il giorno dopo aver eseguito il tuo test e nessuno ha saputo dirmi dov’è andato o se e quando tornerà.”
“Quindi tu pensi che….”
“Penso che abbia dato a mio zio un esito errato di proposito, penso che qualcuno l’abbia pagato per farlo e che non si aspettasse che mio zio gli chiedesse a sua volta di truccare il risultato.
Così ha preso i soldi da entrambe le parti  ed scappato da qualche parte con un bel gruzzolo.”
Erich si portò le mani alla testa.
“Ma chi può essere stato? Voglio dire, hanno truccato quello e poi perfino la registrazione fatta dalla polizia…….Qualcuno sta cercando di fottermi e sta usando risorse che non ha chiunque a disposizione…..”
“Una cosa alla volta. Rifaremo la macchina della verità, stavolta mi assicurerò che sia qualcuno di cui ci possiamo fidare e non ti nascondo che voglio che tu lo faccia per mia tranquillità personale. E anche per dimostrare a mio zio che ho ragione.
Poi invalideremo la registrazione e cercheremo di ottenere quella originale, non manomessa e soprattutto cercheremo di capire se c’è un collegamento tra chi vi ha avuto accesso e il tecnico che aveva eseguito il tuo primo test della verità.”
“Ora che ci penso, c’era una ragazza da me, ieri sera quando Wilky è arrivato. Forse ha sentito qualcosa è potrà raccontare quello che ho detto realmente.”
Tonia annuì.
“Sarebbe un bel colpo di fortuna. Come dici tu, sembra che qualcuno stia tirando le fila fin dall’inizio per incastrarti. È plausibile che dal momento in cui sei stato collegato all’omicidio di tuo padre ti abbiano tenuto d’occhio, aspettando l’occasione per metterti nei guai, cercando di minare la fiducia dei tuoi avvocati nei tuoi confronti per renderti le cose più difficili.”
“Ma chi?”
“Davvero non ci hai pensato? É iniziato tutto proprio mentre la tua azienda stava entrando in borsa.
Ai tuoi concorrenti certo non mancano le risorse. Il tuo processo dev’essere stata un’occasione insperata per loro. Sanno che anche se vieni assolto, perché non è poi così difficile dimostrare che le prove sono state manomesse, ogni volta che finisci dentro perdi tempo, denaro e fiducia da parte dei consumatori.”
La guardia li interruppe, il tempo era scaduto.
“Visto che sei il mio nuovo curatore legale, ho bisogno che tu faccia un salto in azienda per me. Devo incaricare qualcuno di mandare avanti le cose, devi dirgli come stanno le cose, fare in modo che non mi mollino.”
“Ci proverò. A domani.”
 

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A Erich piaceva osservare San Francisco dal finestrino del suo jet privato, poteva racchiuderla tutta in uno sguardo, la sua città.
Aver rischiato di perdere tutto gli faceva apprezzare di più questi piccoli piaceri.
A distanza di quasi tre anni ancora ci pensava a volte.
Tonia aveva avuto ragione, ovviamente non erano riusciti a dimostrare quale grande azienda ci fosse dietro alla cospirazione ordita contro di lui, ma non appena avevano dimostrato che la registrazione era stata modificata lui era stato scarcerato.
Quando poi era venuto fuori che la persona sospettata di aver manomesso la registrazione era stata uccisa, era stato chiaro che qualcuno aveva avuto paura che parlasse. Sotto c’era qualcosa di grosso.
Ma il vero colpo di scena era stato il collegamento con la morte di Cindy. Un’automobile che era stata ripresa da telecamere di sorveglianza fuori dall’abitazione del tecnico assassinato era stata vista anche vicino alla casa di Cindy la sera in cui era morta. Forse il colpevole era già in casa mentre Erich era lì e aveva colpito appena era uscito, proprio con l’intento di farlo accusare di omicidio. Ma l’auto era risultata rubata e non era mai stata ritrovata.
Le indagini erano andate avanti un bel po’, causandogli molti fastidi, ma alla fine agli occhi della gente era passato come una specie di martire perseguitato dalle forze dell’ordine e dai politici e la sua azienda era decollata di nuovo.
Daniels aveva gentilmente offerto il suo aiuto a Tonia una volta dimostrato che sia il test con la macchina della verità che la registrazione erano stati manomessi, ma lei giustamente aveva rifiutato, il merito era tutto suo e se l’era tenuto stretto. Certo quel vecchietto non sarebbe mai stato capace di immaginare quanto può essere cruenta la concorrenza nel campo dell’informatica.
David si era scusato con lui, a volte si sentivano ancora, ma il suo posto ormai era di Tonia e comunque non avrebbe riassunto qualcuno che non gli aveva creduto e l’aveva mollato proprio nel momento più difficile.
Avrebbe rivoluto Salter con sé. Quell’uomo gli era sempre piaciuto, ma lui aveva rifiutato. Forse era rimasto scottato perché Erich aveva sospettato che avesse una microspia, che cercasse di incastrarlo come aveva fatto Wilky, ma in quel frangente non aveva avuto scelta. Pazienza, nessuno era insostituibile avendo le giuste risorse.
Quell’idiota di Wilkerson gli aveva davvero fatto causa e ovviamente non aveva ottenuto nulla, se non una costosa parcella da pagare al suo avvocato.
Sua nonna stava bene, un paio di volte l’anno andava a trovarla. Si era dispiaciuta molto per aver aiutato Hildy e English.
L’espressione di quei due quando in tribunale avevano sentito la versione originale della registrazione era stata impagabile. Probabilmente lui ancora non era convinto della sua innocenza, pensava avesse continuato a mentire a Wilky anche dopo aver rotto la microspia. Lo pensasse pure, tanto non ci poteva fare più nulla. Ma Hildy l’aveva guardato come se fosse sollevata. Forse un giorno le avrebbe chiesto di nuovo di uscire, perché no?
Il fatto di aver posseduto un’arma non registrata e di non aver detto prima di averla data a suo nonno gli aveva procurato una piccola pena, ma con la condizionale. Doveva solo stare attento a rigare dritto per un po’.
Il fatto che Erich non avesse fatto causa allo stato per avere un risarcimento per i danni subiti dalla sua azienda a causa di accuse infondate aveva fatto si che il procuratore Perez non fosse costretto a dimettersi. Quindi sia lei che i suoi sottoposti non avevano cercato di fargli avere una condanna più pesante.
L’azienda avviata da Jeremy Leonard e Ivana era stata assorbita dalla Microsoft tre mesi prima. Loro due erano rimasti come semplici Chief Technology Officer.
Ora stava molto più attento alle persone che assumeva e alle amanti che si sceglieva. Non andava più a letto con le dipendenti, bè avrebbe sempre fatto un’eccezione per Tonia, ma lei era davvero un osso duro. Ma c’era tutto il tempo.
“Ti vedo pensieroso, sei preoccupato per la conferenza?”
Decisamente era più piacevole da guardare di David.
“No, sono tranquillo.”





Note:
-La cosa più difficile nello scrivere questa storia è stato avere a che fare con questioni legali (anche perchè si tratta di legge americana), tecniche e tecnologiche.
-Da una piccola ricerca che ho fatto su internet pare che in California possedere un’arma non registrata non sia considerato un reato grave, purché non la si usi o porti in giro.
-Non so quale pena potrebbe essere prevista dalla legge americana per aver taciuto informazioni riguardanti un omicidio o se in un caso come quello di Erich sarebbe previsto un risarcimento danni. Ma mi sembrava verosimile che dopo aver fatto una figuraccia ci andassero leggeri.
-Non so esattamente fino a che punto sia possibile truccare un test con la macchina della verità o una registrazione, ma visto che questa serie è molto incentrata sulla tecnologia e i responsabili sono avversari di Blunt, mi sembrava plausibile.
-Forse sono stata un po’ troppo di parte in questo mio finale, ma devo ammettere che benché sia usuale per me affezionarmi ai personaggi che hanno un lato oscuro, raramente mi è capitato di trovare i personaggi “buoni” (in pratica tutti gli ispettori e poliziotti….) così insipidi e privi di smalto, mentre quelli “cattivi” o comunque che gravitavano intorno ad essi (non solo Erich, ma anche Hetrzberg, Daniels, Salter…), tanto più interessanti e ben costruiti.
Di certo l’interpretazione di Tom Felton spiccava su quella di tutti gli altri e il personaggio di Tonia meritava più spazio. Spero di aver reso giustizia ad entrambi con questa mia piccola one-shot.
P.S. Non ho alcun diritto sulle immagini allegate sotto, però la gif animata l'ho fatta io :).

 

 

 
   
 
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