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Autore: FreddyOllow    26/04/2016    1 recensioni
Dopo che l'infezione ha divorato mezza città, Erik e il suo fratellino Brad trovano rifugio in un campo profughi della BlackWatch. Ben presto si accorgeranno che la Blackwatch non è lì per salvarli, ma per usarli come cavie. Cominciano così a prendere i bambini e trascinarli nei laboratori con la forza. Quando i sopravvissuti ribellano, i soldati li fucilano tutti.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Esci fuori! Voglio solo parlare - disse Heller, mentre camminava con un mezzo sorriso in direzione di Ginevra.
Erik non aveva nessuna intenzione di farlo. Ricordava perfettamente come aveva ridotto Alex Mercer e non voleva finire allo stesso modo. Ma sapeva anche che se non fosse uscito allo scoperto, Heller avrebbe percepito la presenza della ragazza.
- Dobbiamo parlare di Alex. Esci fuori! - continuò Heller. Poi si voltò verso l'ingresso. - Ho un conto in sospeso con quello stronzo! - Scaraventò alcuni scaffali contro il muro con una manata. - Non farmi incazzare! Esci fuori, o distruggerò questo posto! - Mutò la sua mano in una lunga frusta e tagliò in due scaffali e banconi.
Ginevra uscì allo scoperto sconvolta dalla paura e si precipito verso Erik.
- Oh, chi è questa bella ragazza? - chiese Heller con un mezzo sorriso divertito. Le cinse il corpo con la frusta e la tirò a sé.
Lei si dimenò. - Lasciami andare! - Lasciala stare! - gridò Erik, uscendo dalla penombra. - E me che vuoi, no? Lei non c'entra nulla. Lasciala andare.
Heller si voltò verso di lui e gli sorrise. - A quanto pare abbiamo un eroe.
Erik allargò le braccia in segno di resa. - Lasciala andare...
- Da qui non va via nessuno! - urlò Heller, che strinse la frusta attorno al corpo di Ginevra e la soffocò. Lei perse i sensi e la lasciò cadere sul pavimento.
- Ginevra! - gridò Erik.
L'essere emerse dalle profondità del suo corpo, strisciò fino al cervello e perse il controllo. Gli occhi si chiusero in due fessure minacciose e si scagliò contro Heller, che deviò il suo pugno e gli sferrò un calcio in faccia. Erik si schiantò contro il muro. Si rialzò e trasformò le sue mani in lame affilate.
Heller scoppiò a ridere. - Sei un evoluto come quello stronzo di Mercer... Magari lavori per lui. Vorrà dire che mi divertirò a farti a pezzi!
Erik balzò addosso a Heller, che parò il colpo trasformando il suo braccio in un enorme scudo dentato. Poi gli mollò un pugno nello stomaco e un calcio in faccia. Erik si schiantò contro il muro, lo distrugge e finì in strada.
- Sei troppo debole - lo derise Heller. - Non ho mai incontrato un evoluto più debole di te.
Erik non sentiva le sue parole. Era accecato dalla rabbia e l'unica cosa che desiderava era ucciderlo.
Heller scattò oltre lo squarciò nel muro e lo colpì con un pugno a martello, sotterrandolo sotto l'asfalto.
Erik si rialzò, ma cadde subito dopo. I suoi pochi pugni l'avevano messo quasi fuorigioco.
Heller incrociò le braccia, insoddisfatto. - Sei già fuori combattimento? Mi hai deluso. Mi aspettavo molto più da te, davvero. - Si voltò verso l'ingresso dell'edificio - Vuol dire che mi divertirò a fare a pezzi quella bella ragazza!
Erik tornò. - No... ti prego... - Sollevò un mano nella sua direzione e cercò di rialzarsi, ma cadde al suolo.
Heller abbozzò un sorriso divertito e si diresse Ginevra.
Erik si rialzò tutto insanguinato e dolorante, barcollò in avanti, ma cadde a terra. Voleva rialzarsi con tutte le sue forze, ma il suo corpo non glielo permetteva. Non poteva lasciare da sola Ginevra. Heller l'avrebbe uccisa.
D'un tratto si udì un tonfo sordo e la terrò tremò per un attimo. Qualcosa era atterrato a gran velocitò accanto a lui. Una mano gli si poso sulla spalla. Erik si voltò. - Alex...
- Tranquillo, mi occuperò io di quel pazzo! - disse Alex.
Erik gli strinse l'avambraccio. - Salva Ginevra... La ragazza...
- Ginevra...? - chiese Mercer. Improvvisamente moltissime immagini si susseguirono nella sua mentre. Il volto di Ginevra, una dozzina di neonati. Lei che ne cullava uno. Una siringa con del liquido nel braccio di un altro neonato, il ghigno malevolo del dottor Jeremia.
Era lei. Finalmente l'aveva trovata. L'artefice di tutto, la ragazza che stava cercando da molto tempo. Guardò Erik e annuì. Poi scattò verso lo squarcio nel muro.
Heller non si era accorto di nulla. Era quasi arrivato vicino alla ragazza, quando un pugno lo colpì alla schiena e lo scaraventò in un angolo. Si alzò in piedi con un sorriso e si tolse la polvere di dosso. - Finalmente. L'ultima volta sei fuggito con la coda tra le gambe, ma questa volta non fuggirai, perché ti ucciderò! - Trasformò le mani in delle grosse fruste e le schioccò contro Alex, che saltò all'indietro.
Poi lui gli sferrò un artigliata alla testa, ma Heller indietreggiò agilmente.
- Sai, credo che questa volta mi divertirò a massacrarti! - disse Heller divertito.
- Provaci pure! - rispose Alex, in posizione da combattimento.
Mentre i due si scambiavano colpi su colpi, Erik si alzò e zoppicò verso Ginevra. La ragazza giaceva priva di sensi dietro il bancone del negozio, la fronte insanguinata. Le toccò delicatamente il viso. - Ginevra... - La guardò per un momento. Poi le pulì la fronte con la manica della giacca e le accarezzò le guance con un dito. Le sollevò la testa con una mano. Non sapeva cosa fare. Forse era svenuta, oppure quella ferita alla testa era più grave di quanto pensasse.
D'un tratto si udì un fortissimo tonfo e l'edificio di fronte crollò in una nube di polvere.
Alex comparve alle spalle di Erik, che trasalì per lo spavento. - Andate via! - Puntò il dito verso la porta secondaria del negozio. - Ora che Heller è impegnato a uscire dalle macerie, dovete andarvene o vi ammazzerà!
Erik prese in braccio Ginevra, ringraziò Alex con lo sguardo, che ricambiò, e andò via.
Heller balzò da sotto le macerie e atterrò in strada, creando un piccolo fossato sotto i suoi piedi. - Dove sei, Mercer! Fatti vedere, stronzo!
   
 
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