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Autore: SusyToma    26/04/2016    1 recensioni
Biancaneve e James hanno avuto una bambina, Emma, dopo tante peripezie. Emma rappresenta il frutto del loro puro e vero amore.
Nella mia storia vediamo una giornata tipo della famiglia "Azzurra" nella Foresta Incantata e cosa sarebbe successo se Emma fosse cresciuta con loro anzichè lontana dal mondo delle favole.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I raggi caldi del sole riuscivano a riscaldare ogni cosa, anche se quel periodo dell'anno non era particolarmente caldo.
C'era silenzio nel grande giardino del palazzo, il cinguettio degli uccellini era un suono dolce e rassicurante.
«Mamma cosa ne pensi di questi?» chiese la piccola Emma indicando un fiore che aveva appena colto.
«Penso che sia bellissimo amore, puoi metterlo insieme con gli altri. Tra poco il nostro bouquet sarà perfetto».
La bambina sorrise gioiosa. Corse verso il cesto che sua madre aveva messo a terra e i capelli biondi svolazzavano dietro di lei. Si chinò a mettere il fiore insieme con gli altri e poi si girò a guardare sua madre con aria soddisfatta.
«Ne abbiamo presi tantissimi. Possiamo metterli subito in un vaso? Così quando arriverà papà, li vedrà subito».
«Tuo padre verrà più tardi, abbiamo tempo».
«E se venisse prima? Per favore, mamma!»
«Va bene» - sorrise Biancaneve - «come vuoi. Andiamo in casa».
Emma sorrise prendendo il cesto e cominciando a correre veloce verso l'interno.
Biancaneve sorrise senza sgridarla. Capiva bene la necessità di sua figlia di correre, ci sarebbe stato un momento in cui le avrebbe imposto dei compiti da eseguire ma per adesso voleva che fosse libera e senza nessuna restrizione.
Per tanto tempo aveva vissuto come una fuggitiva a causa della Regina Cattiva e aveva imparato a cavarsela da sola, adesso per sua figlia voleva il meglio in ogni senso.
Quando arrivò al castello, le cameriere le sorrisero continuando a svolgere i loro compiti e Biancaneve si sentì felice che quelle persone non la temessero.
Voleva governare come aveva fatto sua madre Eva, con pace e armonia. Sua madre le mancava moltissimo e c'era stato un momento in cui aveva creduto che Regina potesse occupare il suo posto, ma le cose erano andate diversamente e adesso si sentiva pronta per occupare il posto che era stato un tempo di sua madre. Era felice che il popolo le volesse bene e la rispettasse, desiderava solo il meglio per il suo popolo e non avrebbe più permesso che gli anni sotto il dominio della Regina Cattiva fossero più tornati.
Emma stava sistemando i fiori nella combinazione che più le piaceva e Biancaneve la guardò con un sorriso affettuoso.
La sua bambina era il frutto del vero amore, il suo e quello del suo amato Principe e ogni volta che la vedeva sentiva il suo cuore scoppiare di gioia.
Indossava un vestito azzurro a fiori, era stupenda con quel vestito, anche se era un po’ macchiato d'erba e di terreno. La sua Emma amava girare per il giardino e Biancaneve la lasciava libera di fare, era felice e questo era ciò che contava.
«Adesso mettiamo un bel nastro» suggerì Biancaneve avvicinandosi alla figlia e finendo di sistemare il prezioso bouquet colorato che la bambina stava creando.
In quel momento si sentì un rumore di cavalli, ed Emma cominciò a saltellare contenta.
«E' papà!».
Biancaneve si affacciò alla finestra e, in effetti, tra i cavalli che stavano entrando nel giardino, riconobbe quello di James.
«Te l'avevo detto che sarebbe tornato prima!» esclamò contenta Emma.
Biancaneve stava per dire alla figlia di contenere l'entusiasmo, quando la porta della stanza si aprì ed Emma corse tra le braccia di suo padre.
James prese al volo sua figlia facendola girare e provocando la sua risata allegra.
«Più veloce papà!».
James l'accontentò e poi le stampò un grosso bacio sulla guancia senza metterla a terra.
«Mi sei mancata piccola, sbaglio o sei diventata ancora più bella in mia assenza?».
Emma rise ancora e poi abbracciò suo padre ricambiando il suo bacio.
«Mi sei mancato anche tu papà. E ti ho anche preparato una sorpresa».
Saltò a terra e corse verso sua madre che le diede il bouquet da mostrare a James.
«Wow è bellissimo! E l'hai fatto tutto da sola?»
«La mamma mi ha aiutata solo un po’»
«Credo proprio che dovremmo metterlo in un posto d'onore, è troppo bello perché sia lasciato in questa stanza» - decise James - «hai preferenze?».
«La stanza dei giochi così quando vieni a giocare con me, la vedrai subito» decise Emma.
«Ottima idea, allora va a cercare un vaso e mettilo in camera. Io arrivo tra un attimo».
Emma non se lo fece ripetere due volte e cominciò a correre via con i fiori.
«Non stava più nella pelle, non vedeva l'ora che arrivassi» confessò Biancaneve.
«Almeno qualcuno ha avuto nostalgia di me» osservò con aria offesa James.
«E questo cosa vorrebbe dire? Sei tu quello che non mi ha nemmeno salutata» incrociò le braccia al petto Biancaneve.
«Ero occupato a salutare nostra figlia, che come hai notato era felicissima di vedermi. C'era un tempo in cui anche mia moglie lo era».
«Sei proprio uno stupido» - sorrise Biancaneve andandogli incontro e abbracciandolo - «certo che mi sei mancato, ma dovevo lasciare la precedenza a Emma. Penso che ti veda come il suo principe azzurro, ma ancora non sa che invece sei il mio».
«Posso esserlo di entrambe senza nessun problema» affermò James baciandola.
«Almeno finché Emma non troverà il suo vero amore».
«Per quello c'è molto, molto tempo» assunse un'espressione contrariata James che fece scoppiare a ridere Biancaneve.
«Non oso immaginare cosa dovrà sopportare il poveretto in questione».
«Mia figlia merita solo il meglio. Sono certo che anche se tuo padre Leopold fosse stato in vita, avrebbe fatto lo stesso».
«Io sono certa che saresti piaciuto a entrambi i miei genitori».
«Mi sembra ovvio. Ho salvato la loro figlia da una banda di orchi».
«Ed io ho salvato te subito dopo» - gli ricordò Biancaneve - «anche se dopo mi hai lasciata andare per andare a sposarti con la tua promessa».
«L'unica donna che ho mai voluto sposare ce l'ho qui davanti» - le carezzò con dolcezza i capelli James - «hai catturato il mio cuore dal primo momento che ti ho visto».
«E tu hai catturato il mio» mormorò Biancaneve prima di baciarlo.
Il loro era stato un amore contrastato fin dall'inizio. Avevano lottato molto e avevano superato molti ostacoli ma alla fine, il vero amore aveva trionfato e insieme erano riusciti a trovare quella felicità che meritavano e di cui sapevano di essere degni.
Biancaneve amava James, anche se nel suo sangue non scorreva sangue blu. Non l'avrebbe cambiato per nessun altro al mondo e sapeva che lo stesso era per lui.
«Andiamo da Emma?» propose James passandole un braccio sulle spalle.
Biancaneve annuì e si strinse a lui mentre salivano le scale.
Sentivano le risate di Emma in sala e Biancaneve sapeva che la sua felicità era completa. Con suo marito e sua figlia non poteva chiedere di più dalla vita.
«James?»
«Si?»
«Anche se non sono venuta subito a salutarti prima, voglio che tu ricordi che ti amo. Ti amo immensamente».
James si fermò fuori dalla porta della stanza e alzò il viso di sua moglie per poterla guardare negli occhi.
«Lo so. Ti amo tanto anch'io».
C'era sicurezza e amore in quello sguardo. Nel tempo che erano stati separati, quando tutto tra loro sembrava dovesse avere un finale tragico, lui non aveva mai vacillato. La sua sicurezza in loro, la sua fede e il suo amore non erano mai cambiati e Biancaneve era felice di leggere ancora quegli stessi sentimenti nel suo sguardo.
Sapeva con la sua incrollabile fiducia, niente sarebbe mai più andato male.
   
 
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