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Autore: guimug    27/04/2016    0 recensioni
Quanto bisogna soffrire per raggiungere la felicità? Dopo il fugace incontro descritto in "Juliet" Terence e Candy non si sono più visti, ma il destino ha deciso di rimescolare le carte. Candy dovrà pagare ancora un tributo al dolore ma nessuna notte è così lunga da impedire al sole di risorgere, ed il sole sorgerà ancora ad oriente!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Annie Brighton, Archibald Cornwell, Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Candy saga'
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BACK TO HAPPINESS

 




Cap. 1 – Campane

 


I rintocchi che avevano scandito quella giornata finalmente tacevano, quelle lugubri martellate che il campanile della chiesetta di Lakewood aveva fatto riecheggiare erano cessati ma nella testa di Candy ancora risuonavano come a volerle ricordare che era successo ancora, che la Nera Signora di nuovo si era presentata alla sua porta per rubarle la felicità.
Quando le avevano portato la notizia lei era nel roseto intenta a potare un cespuglio di “Dolce Candy” e l’apparire di quei due uomini che entravano dal cancello con un aspetto formale non l’aveva impressionata più di tanto, era abituata a veder comparire banchieri e uomini d’affari ed anche qualche esponente politico che con suo marito Albert intrattenevano rapporti di lavoro, ma quando uno dei due le si rivolse direttamente capì subito che c’era qualcosa di stonato.
“È lei la signora Candice White Andrew?” La domanda posta con tono freddo ed ufficiale la prese in contropiede. “Sì” rispose, “Ma voi chi siete?”
“Moglie del signor Albert William  Andrew?” continuò nella stessa forma e Candy cominciò seriamente a preoccuparsi
“Sono io, ma cosa volete da me? È successo qualcosa ad Albert?” chiese con un leggero tremito nella voce e l’uomo rispose “Sono il detective Reynolds, deve seguirci alla stazione di polizia!”
“Perché? Cosa è successo? Vuole rispondere?” ma nessuno dei due volle fornire alcuna informazione, si limitarono ad intimarle di fare presto e di seguirli nella loro vettura.
Al comando della Polizia di Chicago Candy fu ricevuta dal commissario capo James Malone che la invitò a sedere, sedendosi a sua volta di fronte a lei cominciò a guardarla indeciso…si vedeva che aveva qualcosa di molto importante da comunicare ma non riusciva a trovare le forze per cominciare; diamine conosceva bene quella signora bionda, aveva anche ballato con lei alla festa annuale della polizia ed ora era costretto ad essere per lei il latore di una tragica notizia.
“Commissario la prego, mi dica cosa è successo! Dov’è mio marito? La prego non mi tenga sulle spine!” lo esortò Candy che ormai sentiva l’ansia attanagliarle il cuore.
“Signora, lei sa dove doveva andare oggi suo marito?”
“Mah, so che doveva incontrarsi con due rappresentanti di non so quale grossa compagnia europea per delle questioni d’affari, si dovevano vedere al Plaza qui a Chicago ma non so di preciso di cosa dovessero parlare. Ma cosa c’entra questo?”
Il commissario era arrivato al punto, raccolse le forze e pregò che nulla lo interrompesse perché certe cose è meglio riferirle tutte di un fiato:
“Allora…suo marito ha effettivamente incontrato queste due persone al Plaza ma poi, siccome questi due uomini volevano fare un po’ di festa per celebrare gli accordi presi e, come lei sa, negli Stati Uniti per legge non si possono commercializzare alcolici hanno convinto il sig. Andrew ad accompagnarli in uno speak-easy di cui avevano avuto l’indirizzo dal concierge. Come lei saprà questi locali clandestini sono in mano alla malavita organizzata e spesso fra le bande scoppiano delle lotte…dei regolamenti di conti e oggi…”
“No!!! Non è possibile!! Albert è rimasto coinvolto? Ma dov’è adesso? Come sta?”
“Ecco signora” continuò Malone con fare sempre più imbarazzato “c’è stato uno scontro a fuoco, colpi di pistola e di mitra ed una pallottola ha colpito il sig. Andrew al torace…”
“Si ma lo avranno portato in ospedale!! Dove? Al S.ta Johanna? Perché non mi hanno portata là?” chiese Candy con la voce rotta, aggrappandosi a quell’ipotesi per scacciare la terribile verità che sentiva essere dietro l’angolo, se l’avevano portata alla polizia voleva dire che…
“Purtroppo signora il colpo è stato fatale, il sig. Andrew è deceduto. Quando sono arrivate le ambulanze non hanno potuto far altro che constatarne la morte.”
Candy rimase muta, non riusciva a comprendere appieno ciò che il commissario le aveva appena raccontato, Albert non c’era più? La persona che per tutta la sua vita l’aveva tratta fuori da ogni guaio l’aveva lasciata per sempre? l’uomo che aveva sposato per costruirsi finalmente un futuro sereno era stato ucciso in un locale malfamato? No, rifiutava di accettare questa realtà anche se in cuor suo sapeva che ancora una volta la morte era venuta a riscuotere un tributo di dolore alla sua porta.
Facendosi forza per ricacciare indietro le lacrime chiese “Dov’è adesso? Posso vederlo?”
“Certo signora” rispose Malone “Reynolds l’accompagnerà all’obitorio, tra l’altro è necessario che lei riconosca la salma ufficialmente”
La salma? Ora il suo Albert veniva chiamato così? “Venga signora” la chiamò Reynolds “Mi segua”
Candy seguì il detective per corridoi e scale fino all’obitorio posto nel sotterraneo dove su delle barelle si indovinavano le sagome di alcuni corpi celati alla vista da lenzuoli bianchi, Reynolds chiamò un inserviente che spostò in avanti una delle barelle: “È pronta signora?”, chiese il detective a bassa voce.
Pronta? E come si può essere pronti a qualcosa di simile! Candy era frastornata, vedeva le pareti piastrellate della camera mortuaria, le barelle addossate al muro, sentiva l’odore dei disinfettanti ma ancora non riusciva a rendersi conto…pronta, sì doveva esserlo e la riposta le uscì con un filo di voce: “Sì detective, sono pronta!”
L’inserviente scostò il lenzuolo scoprendo la salma; i tratti dolci del viso incorniciato dai capelli biondi, gli occhi chiusi in un sonno troppo profondo per essere interrotto, le labbra appena dischiuse come se avessero un’ultima parola da pronunciare le apparvero dietro un velo di lacrime che cominciava a riempirle gli occhi.
“È lui…il mio Albert! Albert!! Albert!! Dio che ti hanno fatto!!!”, l’angoscia non più trattenuta dall’esile speranza che dopotutto potesse trattarsi di un errore eruppe in tutta la sua forza e Candy la lasciò fluire, esplose in un pianto dirotto e cercò di buttarsi sul corpo del marito trattenuta a stento dal detective Reynolds poi, quasi a voler fuggire dal dolore, fece l’unica cosa che poteva fare per trovare un minimo sollievo e svenne.

 

  
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