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Autore: guimug    27/04/2016    5 recensioni
Quanto bisogna soffrire per raggiungere la felicità? Dopo il fugace incontro descritto in "Juliet" Terence e Candy non si sono più visti, ma il destino ha deciso di rimescolare le carte. Candy dovrà pagare ancora un tributo al dolore ma nessuna notte è così lunga da impedire al sole di risorgere, ed il sole sorgerà ancora ad oriente!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Annie Brighton, Archibald Cornwell, Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Candy saga'
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BACK TO HAPPINESS

 




Cap. 4 – Ancora campane

 


Il campanile della piccola chiesa di Lakewood suonava ancora ma stavolta Candy era felice di sentire il suono di quel bronzo, non erano i lugubri rintocchi che troppe volte aveva dovuto udire dando l’ultimo saluto a qualcuno che le era caro; prima Anthony, poi Stear ed infine Albert, sembrava quasi che quelle campane la odiassero.
Le avevano trasmesso solo dolore, non erano state testimoni nemmeno del suo primo matrimonio visto che lei ed Albert si erano sposati nella cattedrale di Chicago, ma ora era venuto il momento di imporre una nuova direzione alla sua vita e cosa c’era di meglio se non esorcizzare quel nemico sonoro costringendolo a partecipare alla festa?
Attraverso la finestra aperta della sua camera Candy lasciò vagare lo sguardo sulla campagna circostante, era passato un anno da quando Terence l’aveva ritrovata ad Ellis Island strappandola alla disperazione in cui era sprofondata; all’inizio non voleva credere che lui fosse tornato, che fosse pronto a ricominciare una storia con lei, aveva paura che la maledizione di cui si era convinta essere portatrice avrebbe finito per distruggerlo.
Terence era stato paziente, l’aveva lasciata sfogare e le era stato vicino per settimane mentre lei continuava la sua opera di assistenza presso il centro di smistamento immigrati; si incontravano quasi tutti i giorni, lui le aveva trovato una sistemazione modesta ma accogliente a New York da cui poteva facilmente raggiungere Ellis Island ma che le consentiva di vederlo con sufficiente regolarità.
Era anche riuscito a convincerla ad andare a vederlo a teatro e quella sera finalmente aveva recitato davvero per lei, le battute di Romeo le aveva potute dedicare alla sua vera Giulietta e, dopo qualche mese, aveva preso il coraggio a due mani e al termine di una giornata particolarmente romantica trascorsa fra Central Park ed un grazioso locale del centro le aveva fatto la fatidica domanda.
“Candice White, vuoi farmi l’onore di diventare mia moglie?”
Lei al primo momento era rimasta di sasso, poi era scoppiata a ridere come una bambina.
“Ma come? Io ti chiedo di sposarmi secondo le regole e tu mi ridi in faccia?”
Candy rideva ancora, poi asciugandosi gli occhi rispose “È proprio per quello! Da te mi sarei aspettata una richiesta molto meno formale, qualcosa tipo -Ehi Candy, perché non mi sposi?-, qualcosa di più adatto al tuo caratteraccio insomma!”
“Si va bene, con te non ne faccio mai una giusta! Se mi comporto in maniera rude dici che sono un maleducato, se faccio il gentiluomo mi ridi in faccia, dimmi cosa devo fare con te?”
“Mah, non so! Prova a rifarmi la domanda!”
“Candy, vuoi sposarmi?” ripeté Terence, stavolta con una punta d’ansia nella voce; voleva una risposta e la voleva adesso.
Candy lo guardò negli occhi, i suoi magnifici occhi di smeraldo incrociarono lo sguardo trepidante del ragazzo, poi la sua voce sottile rispose semplicemente “Sì!”, non serviva altro a Terence, dolcemente allungò una mano e la accarezzò attirandola a sé, le loro labbra si cercarono e sugellarono l’intesa con un bacio dolcissimo.
Ora il giorno era arrivato e lei era già pronta nel suo vestito bianco, sotto Archie l’aspettava per accompagnarla in chiesa su una carrozza e Patty ed Annie sarebbero state le sue damigelle d’onore.
Scese lentamente le scale della villa ed uscì nel tiepido sole della tarda primavera, la carrozza era lì davanti ed Archie l’aiutò a salire; uscirono dal Cancello delle Rose che per l’occasione sembrava voler mostrare tutta la sua magnificenza con una fioritura fuori dell’ordinario quasi a voler celebrare il ritorno alla felicità di colei che tanto amava quei fiori.
Giunsero alla chiesa ove gli invitati avevano già preso posto, a differenza del matrimonio con Albert, che aveva dovuto svolgersi secondo le precise regole dell’etichetta, l’atmosfera era molto più rilassata; c’erano Miss Pony e Suor Maria con una delegazione dei bambini della Casa di Pony, c’erano Tom ed il Sig. Cartwright, il sig. George e persino Flanny che per una volta aveva messo da parte la sua gelida corazza e mostrava un sereno sorriso.
Archie le offrì il braccio e mentre Patty ed Annie camminavano avanti a loro la scortò lungo la navata verso l’altare dove, elegantissimo nel suo abito scuro, Terence aspettava senza riuscire a celare l’emozione.
Ad un passo da lui Archie lasciò che Candy prendesse posto a fianco dello sposo e la cerimonia finalmente iniziò:
“Siamo qui riuniti per unire quest’uomo e questa donna nel sacro vincolo…”
“Ci siamo” pensava Terence “Ora finalmente sarai mia moglie e non ti lascerò mai più fuggire via!”
“Vuoi tu Terence Granchester prendere la qui presente Candice White…”
Il “Sì” gli uscì quasi prima che il prete avesse terminato la formula, strappando qualche risatina poi fu la volta di Candy:
“E vuoi tu Candice White prendere il qui presente Trence Granchester come tuo legittimo sposo, per amarlo ed onorarlo in ricchezza e in povertà, in salute e malattia finchè morte non vi separi?”
Candy ricacciò indietro il nodo di commozione che le serrava la gola, incrociò lo sguardo con quello del suo Terry e sussurrò un tenero “Sì!”.
“Allora per i poteri conferitemi dalla chiesa e dallo stato dell'Illinois vi dichiaro marito e moglie, può baciare la sposa!”
Terence scostò il velo che copriva il viso di Candy e la baciò dolcemente, mentre i singhiozzi di Miss Pony e Suor Maria facevano da colonna sonora.
Uscendo le campane suonavano a festa ma presto un altro suono si aggiunse, era una melodia che Candy conosceva bene perché l’aveva sentita per la prima volta tanti anni fa sulla Collina di Pony suonata dal suo principe.
Si voltò e vide Archie che, indossato il costume scozzese, stava suonando la cornamusa; a Candy parve che fosse il suono più bello del mondo e per un attimo credette di vedere a fianco di Archie le ombre di altri tre suonatori che le sorridevano e le auguravano di esser per sempre felice.
“Candy, andiamo” le disse Terence offrendole il braccio per salire sulla carrozza
“Vengo Terry, con te per sempre!” e prese posto accanto a lui, la carrozza partì mentre le campane riprendevano il loro festoso concerto.

 

  
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