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Autore: acchiappanuvole    27/04/2016    1 recensioni
"...la maggior parte di quelle persone sono nate dormendo, vivono dormendo, si sposano dormendo, allevano i figli dormendo, muoiono dormendo senza mai svegliarsi. Non arrivano mai a comprendere la bellezza e lo splendore di quella cosa che chiamiamo esistenza."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Of all the strange things that Alice saw in her journey Through The Looking-Glass, this was the one that she always remembered most clearly. Years afterwards she could bring the whole scene back again, as if it had been only yesterday—the mild blue eyes and kindly smile of the Knight—the setting sun gleaming through his hair, and shining on his armour in a blaze of light that quite dazzled her—the horse quietly moving about, with the reins hanging loose on his neck, cropping the grass at her feet—and the black shadows of the forest behind—all this she took in like a picture, as, with one hand shading her eyes, she leant against a tree, watching the strange pair, and listening, in a half dream, to the melancholy music of the song.

 

Alyss/Alice


Guida creata da il blog di Lisa.

Alice le aveva detto di fare attenzione poiché il tempo non era molto. La stanza nell’ala ponente, quella che guarda verso la torre, così aveva detto. “Me lo sono fatta dire da Glen ma non ti devono scoprire oppure ci rinchiuderanno per sempre e non usciremo mai più. Non portare con te Cheshire, potrebbe fare rumore”.
Alice trattiene il respiro, stringe Cheshire al petto decisa a portarlo con sé, quel cattivo di Vincent potrebbe  approfittarsi della sua assenza e fargli del male con quella forbici orribili che nasconde sempre nella blusa. Alice odia Vincent, lo odia!Lo odia! Lo odia! Forse è stato sempre lui ad uccidere il coniglio. Vorrebbe piangere ma non ci riesce. Fra un minuto verrà il mattino, vede la luce che delinea le tende, fuori nel giardino gli uccelli già cantano. Verrà mattino e Alice ritornerà e lei resterà di nuovo sola. Quando la luce grigia penetra nella stanza, si veste e si avvicina furtiva alla porta. La sua carceriera, la balia dalla veste blu, starà dormendo sicuramente. A piedi scalzi attraversa il bosco, l’erba è umida e l’odore  è piacevole nelle narici; la porta delle cucine, i lunghi corridoi che portano alle scalinate, giunge sul ballatoio. Silenzio. Si fa coraggio. Non riusciranno a tenerla lontana i Baskerville che la disprezzano. Oswald che si affanna a portarglielo via, come Vincent e quel suo fratello dagli occhi d’oro. Non passa per la scala di servizio, una cameriera potrebbe essersi alzata e magari vederla. La scala principale è più sicura. Poi il corridoio laterale e un altro, un altro ancora. Passa davanti alla stanza dell’argenteria e a quella della porcellana, alla camera delle governanti, alla dispensa. Alice conosce bene quel labirinto poiché lui glielo ha descritto un sacco di volte. Quando si avvicina ad uno dei saloni sente delle voci…ma poi supera un angolo ed è al sicuro. Spinge una porta rivestita di feltro verde e, con il cuore in gola, si ferma. Sulla destra c’’è una stanzetta spoglia con un letto di ferro e un lavamano. La stanza, dove anni prima dormiva il valletto di turno, non è più usata. Di fronte c’è la scala che conduce allo spogliatoio. Alice sa che le è vietato salire, ma non importa. Non hanno il diritto di tenerla lontana da lui.
Sale furtivamente. La porta in alto è chiusa e Alice origlia. Sente dei passi, un fruscio di gonne… forse una cameriera? Un tintinnio di vetro sul metallo, un mormorio, poi silenzio. Ma Jack è vicino. Alice lo sa e, sebbene non osi andare oltre, quella certezza la rasserena. Si lascia cadere sul pavimento e si raggomitola come un animale. Immagina se stessa nella mente di Jack perché lui comprenda che è lì, che è lei, la sua piccola Alice, Alice che lo ama. Chiude gli occhi. Dopo un po’, Alice si addormenta.

Quando apre gli occhi la testa le fa un po’ male, spaventata da quel luogo sconosciuto si alza di colpo, volge lo sguardo ad una delle finestre, è l’alba e lei non si trova dove dovrebbe. Spinge la porta , guarda il letto. Le tende ondeggiano e la spaventano. Si avvicina cautamente , tende una mano e scosta la sovraccoperta, i cuscini la rassicurano, sono puliti e non recano l’impronta di una testa.  Rimette a posto la sovraccoperta, si allontana dal letto, si aggira toccando i mobili. Lo schienale di una sedia, un’altra sedia… va nello spogliatoio e poi nel bagno, accende le luci. Guarda la vasca in rame, le leve e i rubinetti, le meraviglie dell’impianto idraulico che lui si vanta di aver inventato. Prende dal lavabo una saponetta al giglio, la mette in tasca e torna in camera da letto. Sul cassettone ci sono gli oggetti personali di quell’uomo tolti dall’abito della sera probabilmente. Qualche moneta, una scatolina di quarzo bianco vuota; l’orologio da taschino con la catena; un fazzoletto candido di lino.
Alice prende il fazzoletto ma è fresco di bucato, non ha l’odore di quell’uomo, ma forse a lei farà piacere ugualmente. Afferra l’orologio per la catena. Ne apre la cassa lucida, ha la stessa melodia che Oswald suona al piano, guarda il quadrante notando che nessuno lo carica da giorni e quindi è fermo. Le lancette puntano in direzioni opposte. Alice chiude la cassa e stringe l’orologio prima di riporlo sul cassettone. Guarda di nuovo il letto e il letto è sempre deserto. Quell’uomo non vi ha dormito e lei deve avere pianto per questo.  Poi si muove di sbieco e si avvicina allo scrittoio tra le finestre.  I cassetti non sono chiusi a chiave. In quello in basso a destra, sotto fogli e bozze di stampa, c’è un nécessaire di legno per scrivere. Chiuso ma la chiave è appesa alla catena dell’orologio. Alice stringe la lingua fra i denti, si china e si concentra. Inserisce la chiave, la gira. Dentro c’è un fascio di lettere bianche; Alice non le esamina. C’è un quaderno con la copertina nera, Alice ha timore di toccarlo, tende le mani, le ritrae. Finalmente prende il quaderno, non ha la copertina rigida, si può arrotolare come un giornale. Qualcuno potrebbe sospettare di lei? Forse no ma è certa che una persona in particolare non la perdonerebbe. Richiude il cofanetto, il cassetto, rimette l’orologio sul comò. Non guarda lo specchio: ne ha paura. Sarebbe terribile; forse la chiamerebbe con un cenno.  Iniziano i rumori, la grande casa dei Baskerville si sta svegliando, Alice deve fare presto. E’ tardi!  E’ tardi!E’ tardi! Presto!

 

  
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