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Autore: kithiara    07/04/2009    5 recensioni
Come può una persona senz’anima, provare un dolore lacerante al petto per un amore non ricambiato? E perché io non posso sperare in un amore normale? Leggete e lo scoprirete.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Buffy Anne Summers, William Spike
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono qui davanti a te e nemmeno mi guardi, ma allora per quale motivo sono venuta

Un piccolo tributo ai miei due personaggi preferiti di questo fandom, amanti imperfetti, ma per questo ancora più veri ed emozionanti.

Quando ci sono loro sullo schermo, state pur sicuri che voleranno scintille!

Naturalmente i personaggi non sono di mia proprietà, io mi limito a farli interagire per il semplice gusto di rivederli ancora insieme anche dopo la fine della storia e magari fantasticare su come poteva essere e non è stato.

Spero di fare cosa gradita, se vi piace lasciate un commentino e mi renderete una donna felice.

 

Chiara

 

 

Qui davanti a te

 

Sono qui davanti a te e nemmeno mi guardi, ma allora per quale motivo sono venuta?

Va bene, il motivo lo conosco, è perché io non posso più fare a meno di guardarti.

Durante ogni maledetto singolo istante della giornata e contro ogni logica, non riesco a impedirmi di pensare a te, mi sorprendo ad attendere inquieta il momento in cui finalmente ti incontrerò, perché so che succederà, succede sempre.

Ormai so riconoscere i tuoi passi dietro di me, posso percepire il tuo odore anche se non nello stesso modo in cui tu puoi sentire il mio, i tuoi sensi sono fini, ma io arrivo a sentirti anche solo attraverso le vibrazioni che emani e che entrano in risonanza col mio corpo.

La tua forza è vitale per me, mi riempio di essa e da essa traggo parte della mia energia, per questo a volte mi chiedo che cosa sarei se tu non fossi con me e mi rendo conto di aver paura di scoprirlo.

 

Qui in questa cripta umida e buia, illuminata solo dalla luce calda di alcune candele, osservo le tue spalle larghe, fasciate nella morbida camicia di seta nera e non posso fare a meno di immaginare le mie mani su di te; vorrei posarle sulla tua schiena e sentirti sussultare, sì perché sebbene il tuo cuore non possa più accelerare i suoi battiti, ci sono molti modi in cui il tuo corpo può reagire alla mia presenza.

So perché non mi guardi, non vuoi che veda la sofferenza nei tuoi occhi, quella stessa sofferenza che mi strazia l’anima ogni volta che mi dici che mi ami mentre pensi di essermi indifferente.

Tante volte me lo sono chiesta, come può una persona senz’anima, provare un dolore lacerante al petto per un amore non ricambiato?

E’ così che l’hai definito una volta, cantando, mi hai detto che il tuo cuore traditore se potesse battere ti squarcerebbe il petto, perché starmi vicino ti tocca più di quanto tu possa ammettere…vedi che mi ricordo? E sai perché? Perché è esattamente quello che provo quando sto con te…se ci sei tu, io non capisco più me stessa.

Però come faccio a dirtelo? Non riesco a tradire completamente me stessa e la mia essenza di Cacciatrice, quindi come posso dirti che quando mi sei vicino mi sento così confusa? Vorrei stringerti a me, spiegarti come mi fai sentire, farti sapere che sei l’unico capace di capirmi, di vedere realmente tutto il casino che ho dentro e l’unico in grado di sopportarlo. Allora perché non riesco a farlo?

 

Mi avvicino piano e facendomi forza appoggio la fronte alla tua schiena, la tua pelle è fresca e i muscoli sono tesi sotto la stoffa leggera; ancora non parli, ma so a cosa stai pensando, che ancora una volta sono qui per giocare con te, per renderti una volta di più schiavo di me e del mio corpo, ma non è così. Sono qui perché sono io ad essere schiava di te, perché in balia del tuo fascino oscuro arrivo a provare cose che altrimenti non potrei mai provare.

Perché io non posso sperare in un amore normale, in un sentimento puro, ma solo in questo rapporto malato e perverso che ci unisce, che ci fa ferire chi più significa per noi.

 

Poso le mani sui tuoi fianchi e lentamente le faccio scivolare in su, verso il tuo petto, facendo aderire il mio corpo al tuo…mi sento così piccola vicino a te. Chissà se senti il mio cuore battere all’impazzata, chissà se percepisci la paura che mi pervade in questo momento, nell’attimo in cui sto per abbattere completamente tutte le mie difese e dirti finalmente ciò che nascondo in me.

Quanto vorrei sentirti parlare, la tua voce così bassa e sensuale mi fa vibrare, ogni più piccola sfumatura di essa mi fa sciogliere, anche quando mi accusa, quando mi umilia, quando ironicamente si prende gioco di me in quel modo che solo a te, Spike, consento di fare.

 

Continui a rimanere immobile, silenzioso e allora sono io a parlare, ad occhi chiusi e come un fiume in piena inizio a liberarmi da tutto ciò che mi opprime, esternando finalmente i miei sentimenti.

Ti sento trattenere il respiro, come se poi avessi bisogno di respirare, tu che da più di cento anni ormai sei un non morto, un vampiro affascinante e letale, ma forse è quel desiderio costante che hai di essere umano, di essere come io vorrei, che fa reagire il tuo corpo come se avesse ancora vita.

Hai il capo chino, i pugni chiusi, gli occhi fissi a terra e io provo un improvviso desiderio di stringerti a me, di cullarti, di accarezzare con dolcezza i tuoi morbidi capelli biondi e poi tirarli con forza, per costringerti a reagire, a guardarmi in viso. Con te è sempre così, tenerezza e passione vanno di pari passo, si confondono in me come il giorno e la notte, come il bene e il male, le nostre essenze.

 

Sempre senza fretta ti giro intorno fino a trovarmi davanti a te, la camicia slacciata lascia intravedere uno spicchio di pelle candida alla base del collo, proprio lì dove scorre quel sangue che tu tanto brami, ma vorrei essere io questa volta a morderti, a saziare fino in fondo il mio bisogno di te. E non si tratta solo di un bisogno fisico, non questa volta, per quanto io stia già sentendo l’eccitazione crescere e il desiderio di te risvegliare tutti i miei sensi.

Mi avvicino ancora di un passo e con una mano ti accarezzo piano una guancia umida di pianto, costringendoti a sollevare il viso da terra; i tuoi occhi sono ancora chiusi, ma si aprono al suono della mia voce e quando lo fanno io mi perdo in loro, nel loro blu profondo, nella loro intensità magnetica, nel lampo di gioia che per un momento li illumina e nella luce di speranza che subito dopo li anima.

Ora mi chiedo, bastava così poco? Potrei morire qui, ora e sarei felice.

Mentre con slancio le tue braccia forti mi avvolgono in un abbraccio vigoroso e le tue labbra cercano le mie in un bacio liberatorio dal gusto dolce e salato allo stesso tempo, tutti i dubbi del passato vengono cancellati, spazzati via dall’eco delle mie parole che risuona fra di noi come una dolce melodia…Ti amo, perdonami.

 

 

FINE

  
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