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Autore: Aquarius no Lilith    27/04/2016    1 recensioni
Questa storia è uno dei racconti integrativi della vicenda principale contenuta ne "La maledizione dell'amore eterno".
Aglae è la silver saint di Cassiopea e ha alle sue spalle un passato molto doloroso.
Quando farà ritorno al Santuario per la guerra sacra contro la dea Artemide, conoscerà un gold saint che nonostante i suoi cambi repentini di umore la farà innamorare di sé.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gemini Kanon, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La maledizione dell' amore eterno'
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Non passò molto tempo, prima che comparisse Kanon da un portale dimensionale.
Non feci in tempo né a dire né a fare qualcosa, che Kanon mi strinse a sé con forza.
<< Va tutto bene, Kanon? >>, gli chiesi, dopo essermi ripresa dalla sorpresa.
<< Io sto bene per fortuna, Aglae.
Devo però darti una brutta notizia... >>, mi rispose, con tono triste.
<< Parla, perché mi stai facendo preoccupare >>, gli dissi, guardandolo negli occhi.
<< Yume si è consegnata spontaneamente alla dea Artemide, per salvare sua madre...
Non sappiamo però quale destino le toccherà, ora che è sua prigioniera >>.
<< Non avrei mai immaginato che potesse accadere una cosa simile alla maestra...
Ieri si è comportata in modo molto strano, ma pensavo fosse a causa delle fallite negoziazioni con la dea Artemide a Delo...
E immagino, che Milo non abbia preso bene la notizia sulla scomparsa di Yume... >>
<< Io e Camus siamo rimasti con lui per buona parte del giorno, a fargli compagnia...
E spero solo, che si rimetta in sesto al più presto e che torni ad essere il fiero guerriero che è sempre stato >>, mi rispose, mentre mi stringeva ancora più a sé.
<< Sono sicura che si riprenderà completamente, Kanon.
Spero però, che una cosa simile non debba mai accadere a noi due... >>
<< Non accadrà mai, Aglae.
Dunque, stai tranquilla e non pensarci >>.
Kanon rimase così con me fino all’ora di cena e poi fu costretto a tornare alla terza casa.
Quando se ne fu andato, io raggiunsi la mensa e guardandomi intorno, cercai Dafne, ma non vedendola in giro, capii che doveva essere ancora con Camus.
Preso da mangiare, andai a sedermi all’unico tavolo ancora libero.
<< Posso sedermi qui? >>, sentii chiedermi, mentre mangiavo la mia insalata.
Alzando la testa, vidi che era stata Anna a parlare e le feci cenno di sedersi.
Passammo così il tempo a chiacchierare e scoprimmo di avere molte cose in comune.
Terminata la cena, tornai al mio alloggio velocemente, ma proprio prima che girassi la maniglia della porta, sentii una presenza alle mie spalle.
Come mi voltai, mi ritrovai davanti l’ultima persona che mi aspettavo di vedere lì, ovvero Irene, con indosso la sua silver cloth della Colomba.
<< Come mai sei qui?
Vuoi forse parlare da persone civili quali siamo o tentare nuovamente di attaccarmi? >>, le chiesi, con un tono di voce incolore.
<< Domani parto per una missione di ricognizione e, non sapendo se tornerò, ci tenevo a scusarmi con te, per il mio inammissibile comportamento...
Ti auguro una vita felice con Kanon e addio >>, disse, prima di sparire dalla mia vista.
Ancora stupita dalle sue parole, entrai in casa e cambiatami per la notte, andai a letto.
E non passò molto, prima che i miei sogni divenissero nuvolose visioni sul futuro.
Mi ritrovai nuovamente a camminare per il campo di battaglia pieno di morti, di sangue ancora caldo e grida di disperazione e di lotta.
Facendomi strada tra i combattenti dei due schieramenti, cercai la me stessa della visione, finché non sentii un grido terribile provenire dalla mia sinistra e volgendo lo sguardo, vidi Shura a terra, in una pozza di sangue.
Mi portai le mani alla bocca, per evitare di mettermi ad urlare e copiose lacrime iniziarono a scendermi, sulle guance.
<< Shura, non te ne andare, per favore...
Non chiudere assolutamente gli occhi e resisti >>, disse la me stessa del sogno, piangendo.
<< Addio e auguri per un futuro roseo con la persona che ami >>, le rispose Shura, prima di chiudere i suoi occhi, per sempre.
Poco dopo, vidi Kanon correre nella nostra direzione, ma fu bloccato a pochi passi da noi da un guerriero della dea Artemide, che brandiva una spada.
Non so il perché, ma questa scena mi sembrava di averla già vissuta, in passato.
<< Per favore, dea Atena, fa in modo che non debba rivivere nuovamente quel terribile strazio >>, disse improvvisamente l’altra me e non potei non incupirmi a quelle parole.
Quale terribile e oscuro significato nascondeva quella frase?
Una terribile fitta di dolore alla testa mi colpì improvvisamente e la visione sparì.
Mi risvegliai così parecchio intontita e rimasi per diverso tempo, a fissare il vuoto.
Quando mi fui ripresa abbastanza, mi alzai dal letto e andai a lavarmi il volto.
Indossati gli abiti da allenamento e la mia maschera, uscii e andai in mensa a fare colazione senza aspettare Dafne, poiché sapevo che non era ancora tornata.
Essendo solo le sette e mezza del mattino, c’erano pochissime sacerdotesse guerriere in giro e la mensa era quasi del tutto deserta.
Terminato il mio pasto, andai nell’Arena, dove trovai Anna intenta ad allenarsi e così passammo tutta la mattinata, ad allenarci insieme.
Impegnando così il tempo, riuscii a non pensare alla mia strana visione notturna.
Dopo l’ora di pranzo, Dafne fece ritorno e mi raccontò la sua riappacificazione con Camus.
Ero veramente felice per lei, poiché sapevo quanto avesse lottato anni prima, affinché l’amore che provavano reciprocamente, portasse a una relazione vera e propria.
Il pomeriggio trascorse molto velocemente, tra chiacchere ed allenamenti e mi sembrò che fosse arrivata troppo presto l’ora di andare a riposare.
Mi spiaceva non aver visto Kanon per tutto il giorno, ma mi rendevo perfettamente conto che lui aveva impegni molto più gravosi dei miei, in quanto gold saint.
Pensando così all’uomo che amavo, mi addormentai con il sorriso sulle labbra e quella notte dormii finalmente un lungo sonno tranquillo.
Nei due giorni successivi, continuai ad allenarmi con Anna e Dafne, sperando che quella maledetta sensazione di stallo in cui ci trovavamo, finisse presto.
La sera del secondo giorno, mentre tornavo al mio alloggio, vidi Kanon appoggiato alla porta d’ingresso, che mi fissava molto intensamente.
<< Sono felice di poterti rivedere >>, gli dissi una volta che lo ebbi raggiunto.
<< Anche io lo sono, Aglae.
Sono passato per farti una visita veloce, poiché tra non molto dovrò tornare alla casa dei Gemelli >>, mi rispose, con tono leggermente dispiaciuto.
<< Grazie per essere passato, Kanon.
Mi sei mancato molto in questi giorni, ma non t’incolpo, per quest’assenza giustificata.
Puoi fermarti ancora qualche minuto o no? >>
La risposta alla mia domanda, fu uno dei suoi bellissimi sorrisi enigmatici.
Una volta nella mia casetta, parlammo un po’ di quello che era successo in quei giorni passati lontani e venni così anche a sapere della profezia, sulla fine della guerra sacra.
Ero preoccupata per il destino della mia maestra e di Milo, ma sapevo che erano entrambi due persone molto forti e che avrebbero superato qualsiasi ostacolo.
Prima di andarsene, Kanon mi diede un bacio dolce e passionale allo stesso tempo, che mi fece letteralmente vedere e toccare le stelle del firmamento.
Quando scomparve in uno dei suoi passaggi dimensionali, mi cambia e andai a letto.
Da quel giorno, passarono due lunghissimi mesi, durante i quali non subimmo attacchi da parte delle milizie della dea Artemide.
In questo lasso di tempo, arrivarono al Santuario tutti i restanti bronze e silver saint, che erano ancora sparsi per tutto il mondo.
In quei giorni, avevo avuto modo di conoscere meglio Kanon e avevo compreso che per quanto i nostri caratteri fossero diversi tra loro, riuscivamo a trovare un punto d’incontro.
Ero veramente felice di stare con Kanon e non avrei mai rinunciato a lui.
I miei sogni però, erano continuamente tormentati da visioni senza senso e da campi di battaglia pieni di sangue, feriti e morti.
Alla fine, avevo dovuto parlarne con Kanon, poiché era preoccupato dal fatto che mi svegliassi sempre urlando, quando avevo quelle visioni.
Finii anche con il raccontargli la mia visione del passato che avevo avuto al tempietto diroccato, lasciandolo con un’espressione parecchio sconvolta.
Quando però mi aveva risposto che non gli importava ciò che era successo in un passato talmente lontano e che mi amava ora e che non mi avrebbe mai lasciata sola, mi ero quasi messa a piangere dalla felicità.
Il primo giorno del terzo mese dall’ultimo attacco, mi alzai con un brutto presentimento.
Una volta lavatami e vestitami, andai a fare colazione in mensa con Dafne e Anna, come ormai facevamo ogni mattina da quasi due mesi.
Anna e Dafne, infatti, andavano molto d’accordo tra loro e così eravamo diventate un trio assolutamente inseparabile.
Uscite dalla mensa con l’intenzione di andarci ad allenare, sentimmo tutte e tre apparire un enorme cosmo nemico all’interno del Santuario.
Dopo esserci scambiate uno sguardo eloquente, richiamammo le nostre tre silver cloth, che andarono subito a ricoprire i nostri corpi, per difenderli dagli attacchi.
A quel punto, prendemmo direzioni differenti e andammo a mischiarci tra gli altri silver e bronze saint che già combattevano con le guerriere semplici della dea Artemide.
Dopo non so quanto tempo e innumerevoli feriti da entrambe le parti, vidi apparire tra i nemici una ragazza dai lunghi capelli neri e dagli occhi viola scuro.
Al suo solo passare, vidi molti saint cadere a terra esanimi e con gli occhi sbarrati.
Capii immediatamente che quella era una prima guerriera della dea Artemide e che i suoi colpi erano di tipo mentale, esattamente come i miei.
Allora, per evitare che altri compagni morissero senza potersi difendere, mi diressi verso di lei e vidi passare una scintilla di divertimento, nei suoi occhi.
Tentò di attivare la sua tecnica mentale su di me e quando essa non sortì alcun effetto, a causa della mia barriera mentale, un ghigno si formò sulle sue labbra.
<< Finalmente una guerriera degna di questo nome...
Qual è il tuo nome, ragazzina? >>, mi chiese, guardandomi attentamente.
<< Io sono Aglae, silver saint di Cassiopea.
Tu invece chi saresti, di grazia? >>
<< Io sono Aurora, prima guerriera di Pentesilea.
E sarà un piacere sconfiggerti con le mie mani... >>
<< Non essere così sicura di te, Aurora.
Non ti hanno forse insegnato durante l’addestramento che sottovalutare un nemico, può portare a conseguenze parecchio inaspettate? >>
A quelle mie parole, divenne scura in volto e si gettò verso di me, per combattere.
Cominciammo così uno scontro corpo a corpo, nel quale nessuna delle due riusciva a prevalere, poiché eravamo allo stesso livello.
Dopo l’ennesimo scontro di pugni, ci separammo ed entrambe cominciammo a bruciare il nostro cosmo, per lanciare le nostre tecniche più potenti.
Stavamo entrambe per attaccare, quando una colonna di luce avvolse completamente la figura di Aurora, facendola scomparire.
A quel punto, richiamai il mio cosmo e cominciai a cercare nelle vicinanze l’essenza cosmica della mia avversaria, ma mi resi subito conto che era scomparsa del tutto.
<< Anche la tua avversaria è scomparsa in un fascio di luce? >>, mi chiese Dafne, che mi aveva appena raggiunta insieme ad Anna.
<< Sì e credo che chi l’abbia portata via, sia stata la dea Artemide...
Solo il cosmo di una divinità potrebbe fare una cosa simile... >>, le risposi, seria.
Non potemmo perdere tempo a riposarci, poiché dovemmo raccogliere i corpi dei caduti in battaglia e seppellirli nel cimitero del Santuario.
Molte erano state le perdite e altrettanti erano i feriti ormai costretti a letto e con ferite talmente gravi, che tutti loro non si sarebbero ripresi prima di qualche mese.
La cerimonia funebre fu celebrata velocemente dal gran sacerdote e dalla dea Atena, poiché eravamo ancora in stato d’allerta totale.
Feci ritorno al mio alloggio solo verso le cinque di pomeriggio ed ero proprio esausta.
Presi degli abiti puliti, andai a farmi una doccia rilassante, per togliermi di dosso la terra e l’odore di morte che sentivo ancora troppo vicino a me, nonostante quella mattina non avessi posto fine alla vita di nessuno, in battaglia...
Una volta terminata la doccia, mi andai a sdraiare sul letto e mi venne naturale pensare a come stesse il mio Kanon su alla terza casa.
Era ancora così strano per me chiamarlo in quel modo, ma ero veramente felice con lui e speravo con tutta me stessa, che sarebbe andato tutto per il meglio e che questa guerra sacra sarebbe terminata il più velocemente possibile.
Quando però feci per alzarmi dal letto per andare a vestirmi, vidi Kanon comparire improvvisamente nella stanza, da un suo portale dimensionale.
Fece per salutarmi, ma vedendo del rossore appena accennato sulle sue guance, mi ricordai di essere vestita solo con un asciugamano.
Arrossi di botto e il mio cervello smise di funzionare, facendomi dire solo parole sconnesse.
<< Sono solo venuto a vedere come stavi...
So che hai combattuto stamattina contro una prima guerriera della dea Artemide e volevo vederti >>, disse, guardandomi intensamente negli occhi.
<< Grazie per il pensiero, amore mio.
Come vedi però, sto bene e quindi non ti devi preoccupare >>, gli risposi, sorridendo.
Kanon però mi abbracciò improvvisamente, prendendomi alla sprovvista e facendo in modo che il mio capo posasse sulla sua spalla destra.
<< Mi preoccuperò sempre per te, Aglae.
Non posso farne a meno >>, mi sussurrò e il mio cuore perse diversi battiti.
Rimanemmo abbracciati così per un tempo, che mi parve veramente infinito.
Quando però sentimmo bussare alla porta, non potemmo evitare di separarci.
<< Ci vediamo stasera >>, mi disse Kanon, prima di baciarmi dolcemente.
Una volta che se ne fu andato, mi vestii e indossai nuovamente la mia maschera.
Aperta la porta, mi ritrovai davanti Dafne e Anna, che bisbigliavano tra loro.

Nota dell'autrice: e con questo pezzo siamo quasi arrivati quasi alla conclusione della nostra storia, infatti, il prossimo sarà l'ultimo capitolo.
Sperando che visia piaciuto il capitolo e in un vostro piccolo commento, vi saluto e alla prossima settimana,
Lilith.
  
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