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Autore: Fauna96    27/04/2016    2 recensioni
La storia di Jimmy, Gloria e Christian: tre anime inquiete che cercano di sopravvivere nel mondo, legate da un solo destino.
Dal prologo: "Jimmy si morse il labbro. Non era giusto. A nessuno importava di lui, solo perché aveva dieci anni!
Salì di corsa le scale, con gli occhi colmi di lacrime di rabbia. Che aveva fatto di male per essere trattato come un poppante? Sì, non era ancora adulto, ma non era nemmeno uno stupido moccioso!
- Jimmy -.
Sua sorella Gloria lo guardava dalla porta della camera, infagottata in un pigiama rosa. – Che è successo? -
***
Christian si asciugò le lacrime e cercò di guardare fuori dal finestrino: il quartiere industriale dove era nato e cresciuto era sparito; si accorse con stupore che stavano attraversando la strada del centro di Detroit. Ma dove erano diretti? Davanti a lui sfilavano palazzi e case di ogni forma, macchine, persone affaccendate che camminavano sui marciapiedi.
Finalmente giunsero a destinazione. Christian scese dalla macchina e osservò l’edificio che aveva davanti: somigliava a una scuola.
- Perché ci hanno portati qui? – chiese. Nessuno dei suoi fratelli rispose."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christian, Gloria, Jesus of Suburbia, St. Jimmy, Whatsername
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Epilogo – See the light
 


Luglio 2009
 

Era una sensazione strana, che assomigliava al galleggiare, ma non nell’acqua... nell’aria. Non era affatto spiacevole, anzi. Alcuni dicevano che la morte non era spaventosa: era uguale al periodo trascorso nella pancia della madre, solo che le persone non potevano ricordarlo e quindi andavano nel panico pensando alla morte.
Per farla breve, non era spaventato. Però, c’era qualcosa che lo disturbava, come un pizzicorino sulla nuca, il ricordo di un sogno... Doveva fare delle cose, sì. Ma dall’altra c’era la quasi irresistibile tentazione di restare lì, nella pace e nel silenzio, a farsi cullare dal nulla. Era davvero rilassante stare lì, ovunque fosse lì. Dopotutto, perché dopo la morte avrebbe dovuto per forza esserci qualcosa? La vita era già abbastanza faticosa... il pensiero di affrontarne un’altra eterna non lo entusiasmava più di tanto, per non parlare della possibilità di reincarnarsi. No, grazie, stava bene lì dov’era... non fosse stato per quella sensazione...
 
Alla fine, il capo dei “medici” aveva chiesto a Christian il permesso di iniettare a Gloria un sonnifero: era sveglia da troppe ore, senza contare lo stress e la stanchezza accumulati; finora aveva retto solo grazie all’adrenalina e alla testardaggine, ma avrebbe presto avuto un collasso. Christian aveva acconsentito un po’ a malincuore perché non gli piaceva sapere Gloria sotto medicinali, ma capiva bene che non c’era alternativa per farla riposare qualche ora. Lui era riuscito a dormire un poco, così si ritrovava a vegliare entrambi i fratelli.
Non l’aveva detto a Gloria, ma purtroppo era convinto che Jimmy fosse spacciato: l’aveva letto nei visi troppo seri che li circondavano, nelle lacrime malcelate di Tunny e della ragazza bionda; e se lo sentiva dentro. E poi, bastava guardare le guance bianche di Jimmy per dargli ancora qualche ora, giorno a voler essere ottimisti.
Jimmy non sarebbe stato certo il primo a morire tra loro: nel giorno appena passato, Christian aveva assistito a più morti e funerali di quanto avesse fatto in diciotto anni di vita. Il campo di battaglia si era tramutato ben presto in un cimitero, sia per i loro soldati quanto per i nemici, ora uniti per sempre nella sepoltura. Christian ricordava di qualche poeta o scrittore studiato al liceo che declamava che nella morte siamo tutti uguali; l’aveva davvero capito solo ora, coperto di sangue e sporco, circondato da morti e feriti.
Si sentiva così stanco... non aveva nemmeno capito se avessero vinto o no. Probabilmente sì, dato che non erano stati arrestati o altro e l’esercito ‘regolare’ si era ritirato senza più colpo ferire. Ma da parte loro non c’era stato nessun festeggiamento: solo dolore, esaurimento, tenue speranza per alcuni feriti che non erano messi troppo male. Le facce che lo circondavano erano tutte così svuotate in quel momento... che senso aveva combattere se non riuscivi neanche a gioire delle poche vittorie? Non potevi farlo, perdevi troppo e non guadagnavi un bel nulla.
Abbassò lo sguardo su Gloria; probabilmente avrebbe dimostrato una disgustosa insensibilità, ma non appena si fosse ripresa un poco, voleva parlare con lei del loro futuro. L’ideale sarebbe stato voltare le spalle a tutto e tutti e vivere loro due nel bel mezzo del nulla, senza preoccupazioni o casini vari. Il Christian che era partito mesi prima l’avrebbe fatto senza pensarci due volte, chiuso com’era nel suo egoismo, nella sua malattia, nel suo amore per Gloria; il Christian del presente poteva ben dire di essere cresciuto e diventato un po’ più saggio e sapeva che, fosse anche fuggito in Siberia, i problemi del mondo avrebbero sempre trovato il modo di raggiungerlo. Gliel’aveva dimostrato quel viaggio: erano partiti spinti da un personalissimo motivo e si erano ritrovati invischiati in qualcosa di molto più grosso.
In sostanza, voleva proporre a Gloria di restare con i ragazzi di Murder City, anche se Jimmy non ci fosse stato più. Finalmente, dopo anni di inadeguatezza, aveva trovato il modo di fare qualcosa, piantandola di crogiolarsi nell’autocommiserazione, e non voleva mollare tutto di nuovo.
Non sapeva come l’avrebbe presa Gloria e non sapeva come avrebbe preso lui un eventuale rifiuto; non poteva immaginare una vita senza di lei, eppure... eppure...
 
Whatsername piangeva. Non capiva come né perché, ma Jimmy lo sapeva. La sentiva accanto e la sentiva piangere. Aveva pianto più di tutti, più di Tunny, anche più di Gloria, e lui questo non riusciva a sopportarlo. Non aveva mai sopportato i pianti, di chiunque, perché si sentiva un idiota, incapace di dire una parola di conforto. Se a piangere poi era una persona come lei, come Gloria, ragazze che amava e che erano forti, tanto più forti di lui... il dolore e l’impotenza erano schiaccianti.
Come in quel momento. Lui non poteva fare niente, giaceva immobile in un nulla che da confortante era diventato soffocante, come una coperta troppo calda. Non riusciva ad allungare la mano per asciugarle le lacrime né poteva parlarle per dirle che sarebbe andato tutto bene. No, lui doveva... doveva svegliarsi!
 
La mano di Jimmy stretta nella sua ebbe un guizzo. Gloria si chinò a controllargli il viso, che però rimase addormentato, anche se inquieto.
Al risveglio, Gloria si era ritrovata accanto al fratello, con Christian che vegliava entrambi e parlottava piano con Tunny; quando si era alzata, si erano zittiti tutti e due, ma lei aveva ovviamente intuito di cosa parlassero. Non era stupida: sapeva che le possibilità che Jimmy si svegliasse erano rade, tuttavia non aveva intenzione di abbandonare la speranza: la sua testardaggine l’aveva condotta fino a lui quando chiunque avrebbe rinunciato da tempo, perché darsi per vinta ora? Così si era seduta di nuovo accanto a Jimmy, aveva abbozzato un sorriso a Christian e Tunny e aveva ripreso la sua veglia.
- Gloria –
Dopo forse ore di silenzio quasi assoluto, anche la voce quieta di Christian la fece sobbalzare; incrociò i suoi occhi nocciola, stanchi probabilmente quanto i propri, ma ancora dolci, ancora amorevoli. Le si avvicinò piano e sedette accanto a lei con le ginocchia strette al petto.
- Pensavo una cosa – cominciò – o meglio, a cosa fare... dopo – prese un profondo respiro – Cioè... nel caso Jimmy non ce la facesse – la fissava come se temesse una crisi isterica. Gloria gli lanciò un’occhiata obliqua. – Credi che non lo sappia? Lo vedo da me che... che può non farcela. Piantatela di trattarmi come una bambina -.
Il suo sbotto sembrò in qualche modo tranquillizzare Christian, che raddrizzò la schiena e assunse un’espressione decisa. – Ho pensato molto, Gloria, a cosa voglio fare dopo. E ho deciso che voglio restare qui, con loro, a combattere. Finalmente ho trovato qualcosa e... – si interruppe. – Non è che tu non sia abbastanza. Sai quanto ti amo. Ma questo è diverso, è... –
- E perché pensi che io non sia d’accordo?  - lo colse di sorpresa, se ne accorse.
- Non sapevo se ti andasse di restare, soprattutto con Jimmy... be’. Noi dopotutto siamo venuti fin qui per lui e non abbiamo mai parlato realmente di cosa significa quello che lui ha fatto e costruito qua. E’ comprensibile non voler restare... –
- E’ egoista e infantile – lo interruppe Gloria. – Jimmy è mio fratello ed è la ragione per cui sono rimasta, è vero. Ma ci ho pensato anch’io e sono d’accordo con te – per la prima volta lasciò andare la mano di Jimmy e afferrò quelle di Christian. – Io voglio stare con te, Chris, ma voglio stare con te in un mondo migliore di quello che abbiamo visto. E’ una cosa sciocca da dire, ma non so come altro dirla. Voglio continuare a combattere, con te e lui al mio fianco... o in sua memoria -.
Dopo tutta l’insofferenza, la rabbia, la paura e il dolore, era quasi strano ritrovarsi così pacificati, pur avendo deciso di continuare a combattere; non era la lotta a testa bassa dei ragazzini che scrivevano sui muri e saltavano la scuola, era una cosa molto più profonda e indefinibile. Ma migliore senza dubbio.
 
Christian avrebbe ricordato quel momento per tutta la vita probabilmente: il viso di Gloria era come illuminato dal sole, solo che, be’, era una giornata piuttosto  nuvolosa e cupa e loro erano letteralmente circondati dal grigio, del cemento e dei palazzi. Ma lui sentiva come uno scintillio nell’aria, una certa aria di attesa; e anche Gloria dovette sentirla perché, senza lasciargli le mani, si chinò nuovamente su Jimmy. E, senza preavviso, quelle labbra livide si schiusero per inghiottire aria, due fessure azzurre si aprirono lentamente...
 
- Gloria – gracchiò Jimmy. Sua sorella lo fissava sbalordita e felice, così come Christian accanto a lei. Jimmy tentò un sorriso.
- Ho ricordato il suo nome.


THE END
 




Non ci posso credere: è finita! Devo ammetter che è stato un lingo viaggio scrivere questa storia: per quanto ci fossi affezionata, mi sono bloccata spesso, come avrete notato e qualche volta ho persino pensato di non farcela. E invece no, ed è solo grazie a voi, miei cari lettori e recensori; vorrei abbracciarvi uno per uno e invece mi limiterò a citare chi posso:

Fiore_Del_Male, GipsyK, incismile, Ladradifiori, Little_girl, Lizzie96, mizu_chan_foREVer, OriginalPrankster, Rage Ramone, Sidney Rotten, SweetRevengeMCR che mi hanno preferito;

belieber_idiot, Class Of 13, Jawaad_69, Michelle Diamonds, Nutella_Girl, sarathevampirediaries che mi hanno ricordato

Billie_LoveLove, Class Of 13, DoMaggiore, ele29na, endless_nameless, Fearfromthedarkness, gigiola, Giuliasassoli, Hoshi_Hime, Ladradifiori, Little_girl, OriginalPrankster, _neith che mi hanno seguito;

Class Of 13, _Idiot_, Christine02, DoMaggiore, Rage Ramone, SweetRevengeMCR, OriginalPrankster, endless_nameless, ele29na, _hell_inside_, Hoshi_Hime che mi hanno recensito.
 
Spero di aver messo tutti! E ovviamente, un grazie sentitissimo  a chiunque abbia letto e apprezzato in silenzio <3 E un grazie anche ai puffi verdi, mia fonte d’ispirazione e di vita :3

Baci verdi e alla prossima!
  
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