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Autore: La_Figlia_Delle_Maschere    27/04/2016    3 recensioni
DystopianAU!
Dopo parecchie vicissitudini cinque ragazzi di nostra conoscenza riescono finalmente a salire sul treno che li porterà verso un futuro migliore, lontano dal mondo al metà tra il medievale e il moderno nato dopo la quarta guerra mondiale in cui sono cresciuti e in cui non riescono più a vivere. In questo momento di tranquillità ognuno di loro si fermerà a riflettere a modo suo su se stesso e il rapporto che ha con gli altri.
Ma come si sono incontrati?
Perché sono su quel treno?
Cosa succederà una volta che saranno scesi da quest'ultimo?
Non vi resta che leggere per scoprirlo!
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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~ 7 mesi prima ~

Merida si lasciò penzolare della finestra tenendosi aggrappata alla corda di lenzuola che aveva fabbricato con cura, sentiva il cuore battere a mille ma sapeva che doveva rimanere calma, non avrebbe rovinato tutto non quando era così vicina alla libertà... Per un attimo prima pensò ai suoi fratellini più piccoli e a suo padre, gli sarebbe mancata? cosa succederà dopo che se ne sarà andata? la odieranno? Altre mille domande le affollavano la mentre ma non aveva tempo per i ripensamenti, poteva sentire le risate dei suoi pretendenti mentre discutevano di quello che le avrebbero fatto la prima notte di nozze una volta che sarebbero diventati i prossimi eredi dell'enorme azienda di suo padre (primo produttore e fornitore di qualsiasi arma in tutta la nazione specialmente nella loro regione), a Merida veniva da vomitare ogni volta che pensava a quegli uomini presuntuosi e con quasi il triplo degli anni di lei che le mettevano le mani addosso in quel senso. Ma per quanto i sensi di colpa fossero forti eccola lì con le belle (e scomode) vesti della sera prima, quando era stata presentata ufficialmente, sostituite da una felpa scura, un paio di jeans neri e due pesanti scarponi insieme ad uno zaino scuro sulle spalle con i suoi indomabili ricci rossi costretti in un comodo ma stretto chignon disordinato, probabilmente sua madre sarebbe inorridita davanti a quella vista.... Bene, questa era solo una cosa positiva. Mosse qualche passo calandosi giù, or mai non aveva molto tempo, nonostante fosse notte fonda, la paura che sua madre spuntasse fuori da un momento all'altro si faceva sempre più intensa; un passo, due passi, tre passi, quattro passi, Merida fece per guardare giù ma solo la vista della terra così lontana dai piedi la fece inorridire, voltò il viso imponendosi di rimanere concentrata. Era ormai a svariati passi sotto la finestra (quasi alla fine) quando una voce le fece sobbalzare -MERIDA! - Sua madre. Merda. Non si fermò a chiedersi nemmeno perché sua madre fosse sveglia a quell'ora, accelerò la discesa freneticamente e basta quasi non sentendo più lo stacco tra i battiti del suo cuore, non poteva farsi beccare o sarebbe stata semplicemente la fine -MERIDA DOVE SEI? - urlò di nuovo sua madre, mentre lei era praticamente a quasi meno di 50 centimetri da terra, in quel momento prese un respiro profondo e spingendosi con le gambe si lasciò andare, e, per puro miracolo atterrò sul praticello del cortile senza rompersi l'osso del collo emettendo solo un piccolo tonfo che si perse nella notte, Merida incominciò a correre il più silenziosamente possibile verso l'alta parete di pietra che delimitava il giardino ignorando i richiami sempre più isterici della madre, pensando che forse c'è la stava facendo, che forse sarebbe realmente riuscita ad uscire da lì silenziosamente, ma caso volle che non fu così.

Angus, Merida amava quel cane davvero, sempre allegro ed iperattivo come lei ed inoltre era stato il suo unico compagno di giochi durante la sua lunga infanzia solitaria, quando era ancora abbastanza piccola da poter cavalcare l'enorme alano grigio come se fosse un cavallo con in mano un arco di plastica regalatole dal padre nonostante i "Ma non è uno strumento per bambine!" stupefatto di sua madre contro il padre ma nulla aveva potuto staccare la piccola se stessa da quel prezioso giocattolo. Ma in quel momento Merida avrebbe volentieri tagliato la lingua a quel cane, che brutto traditore insonne, dopo averla vista aveva incominciato ad abbaiare freneticamente facendo saltare la sua copertura -MERIDA? MERIDA COSA STAI FACENDO?!- prese a correre automaticamente, in quel momento pensava solo a correre, quasi travolse il suo cane ignorandolo completamente mentre la sua mente veniva offuscata da quello che sarebbe successo se non fosse stata abbastanza veloce: la madre adirata che le riversava addosso qualsiasi insulto concepibile per una signora come lei (non molti ma efficaci se usati bene), lo sguardo deluso di suo padre, le risate dei pretendenti che scherzavano su come non sarebbe scappata una volta che si sarebbe trovata nelle loro braccia ma soprattutto vedeva se stessa, infelice, costretta in abiti assurdi, senza poter praticare il tiro con l'arco e a condividere il letto con un uomo che non ama e probabilmente brutto; a quel pensiero accelerò così tanto il passo che le sembrò di volare finché alla distanza giusta commise una della più grandi pazzie della sua vita: saltò verso il muro e tese il più possibile le braccia per afferrare il bordo.
Gli dei quella notte probabilmente avevano avuto compassione di lei, perché incredibilmente Merida c'è la fece, sbatte dolorosamente l'intero corpo (faccia inclusa) contro il freddo muro ma riuscì, ignorando le urla di sua madre e le luci che incominciavano ad accendersi nella casa si spinse con uno sforzo enorme fino al bordo, dove si accasciò ansimante con il cuore che pompava a mille e i muscoli che urlavano pietà rimettendosi in piedi poco dopo. Merida si guardò intorno velocemente, se tutto andava come aveva calcolato sulla destra ci sarebbe stata la strada principale con qualche bancarella incustodita da poter sfruttare come atterraggio morbido; corse a controllare e infatti una fantastica bancarella dal telo blu era giusto sotto di lei - MERIDA! MERIDA TORNA QUI! - sentì le urla di sua madre che si avvicinava rabbiosa al muro e incredibilmente mentre Merida, spiccava un salto verso il telone sotto di lei ,sorrise orgogliosa di se stessa, pensando a tutti quei rimproveri, ai divieti e soprattutto ai "sei una donna dei Dun Broch e come tale ti sposerai, manderai avanti e amplierai l'azienda e la nostra ricchezza con un matrimonio tra i pretendenti degni del tuo ceto sociale!" E fuggendo lungo la strada oscura del mercato pensò che si, lei era una Dun Broch ma prima di tutto era Merida e lei sarebbe stata libera.

Angolo (della sempre presunta) Autrice

Ma salve! Ri-eccomi qua a rompere le scatole con i miei aborti ^^
Ebbene sì dopo una lunga riflessione, numerosi dubbi e un altro paio di notti insonni ho deciso di continuare questa FF! :D
Per quanto riguarda il capitolo, spero vi sia piaciuto, in realtà è solo l'incipit di tutta la questione legata alla nostra Merida che vedrò di spiegare meglio più avanti ^^ (perché credo che si sia capito or mai che io, le cose non le spiego mai subito per bene XD)
Per quanto riguarda la storia in generale, NON prometto aggiornamenti regolari, né capitoli sempre lunghi o sempre corti per via di scuola, pigrizia ed eventualmente mancanza (o eccesso) di ispirazione ma, in ogni caso, spero che qualche povera anima decida di seguire questa mia piccola storia e lasci un commento. :) Saluti,
La_Figlia_Delle_Maschere
   
 
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