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Autore: carlikiller    27/04/2016    0 recensioni
Kerry Shatos non è solo una mamma ma anche un'agente di polizia con una squadra ai suoi ordini. La sua vita non è facile da quando, tre anni prima, durante una missione suo marito è stato ucciso. Ora, dopo tre anni l'uomo che ha ucciso suo marito è tornato a colpire e lei ha tutta l'intenzione di arrestarlo!
Non tutto va come lei spera e così si ritrova in una missione spericolata in cui deve mettere in gioco se stessa e le sue convinzioni, senza sapere di chi può fidarsi...neanche della sua stessa famiglia...
Gli amici di una vita sono veri amici? Può fidarsi dell'uomo che le ha sparato? Può fidarsi di se stessa ...
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’uomo che rubava caramelle

Capitolo 1
Un’altra giornata di lavoro è terminata, e finalmente mi appresto a lasciare il commissariato di polizia in cui ricopro il ruolo di investigatore capo di una squadra operativa prettamente composta da uomini.
Prima di uscire dall’edificio mi fermo a salutare la mia squadra che tanto per cambiare è molto indaffarata, anche se a quest’ora non è mai per motivi di lavoro. Come ogni giorno, essendo tutti uomini, sono presissimi da una discussione sul football di nessuna importanza, ma che per loro sembra una questione di vita o di morte.
Dirigere una squadra composta da quattro uomini non è sempre facile, anche perché spesso io non li capisco, soprattutto uno di loro. Il suo nome è Miles Ribosky, ed è l’agente più serio, rigoroso e rispettoso delle regole della polizia che appartenga alla mia squadra. I suoi capelli biondi a spazzola e le sue labbra mai stirate in un sorriso rendono i suoi tratti quasi spaventosi, e per alcune cose questo è utile.
Per fortuna io ho un carattere molto testardo e piuttosto tenace che mi ha permesso di raggiungere molti meriti nella ancora breve mia carriera lavorativa; così non ho avuto troppi problemi ad impormi su nessuno di loro. Farmi ubbidire da Ribosky è stato poi molto semplice, io sono il capo e lui da rigido ufficiale qual è mi porta rispetto per dovere.
Mentre sono immersa nei miei pensieri su quanto sia strana la mia squadra sento qualcuno urlare il mio nome in mezzo al corridoio su cui si affacciano tutti gli uffici delle squadre operative della polizia.
- Kerry, dove sei? Ho bisogno di parlarti prima che tu te vada a casa - Raggiungo l’uomo che sta urlando perché sono l’unica Kerry che lavora qui. La voce, poi, è quella del mio capo, e migliore amico, Manuel Righers, quindi è praticamente certo che stia cercando me. In corridoio trovo il capo del nostro distretto che, con una cartellina in mano, sta girando avanti e indietro cercandomi senza troppo successo. Sarà perchè sta guardando nella direzione opposta a quella del mio ufficio?
Mi avvicino a lui e come prima cosa blocco la mano con cui tiene la cartellina. Manuel ha il vizio di sbracciare e non vorrei che la cartellina mi arrivi in faccia. Sentendosi bloccato il mio capo finalmente si gira verso di me e nota la mia presenza.
- Kerry, ma dove eri finita? Ti ho cercata ovunque! - Ovunque tranne che nello spazio dedicato alla mia squadra, il mio ufficio privato affaccia e comunica solo con quella stanza.

Non mi stupisco che il mio capo utilizzi un linguaggio così familiare perchè Manuel, pur essendo il mio capitano, mi ha sempre dato del tu ed io ho sempre fatto la stessa cosa con lui. In fondo noi ci conosciamo praticamente da sempre, visto che le nostre sorelle erano amiche e ci facevano da babysitter insieme, anche se è solo dall’adolescenza che siamo culo e camicia. Quando eravamo più piccoli essendo tutti figli di poliziotti correvamo tra questi stessi corridoi mentre i colleghi dei nostri papà ci riempivano di caramelle e biscotti, ma lui si isolava un po’ perchè era l’unico maschio. Poi con il tempo il nostro rapporto si è rafforzato perchè mentre io finivo il liceo, ed ero già attratta da questo mondo, lui faceva l’addestramento per diventare un agente di polizia sotto mio padre; il tempo passato insieme si sprecava. Anche perchè io non sono mai stata una ragazza come le altre che a sedici anni stressano i genitori per avere il cellulare io lo facevo per guidare il cellulare della polizia. Il mio destino era già segnato…

Così a vent’anni sono entrata all’accademia di polizia, un po’ in ritardo rispetto alla tabella di marcia a causa di un errore giovanile, e dopo di essa sono diventata un agente della squadra investigativa a cui era a capo Manuel insieme al mio defunto marito e alla mia, altrettanto defunta, migliore amica. Io amo quello che faccio, ma non è decisamente un lavoro che ti allunga la vita. Prima di cadere nei ricordi delle mie perdite rispondo all’uomo che mi cercava urgentemente e al di fuori del mio orario di lavoro. Infondo potrebbe essere importante! - Manuel, mi hai cercata ovunque tranne che nel mio ufficio. Stavo salutando la mia squadra, perché, non so se te lo ricordi, ma il mio turno è finito -
- So che per oggi saresti libera di andare a casa, ma ho bisogno di parlarti - Perché Manuel tende ad avere sempre qualcosa da dirmi? E perchè non sembra mai essere troppo urgente?
- Sii rapido. Ho tre figli a casa a cui devo dare da mangiare, e tanto per cambiare il frigo è vuoto. Sembra il deserto del Sahara -
- Prometto che sarò rapido. Comunque anche loro sono capaci di ordinare la cena a domicilio -
- Stronzo - gli rispondo facendogli anche una matura linguaccia.
Comunque ha ragione su come finirà la cena, perché già io non sono mai stata una gran cuoca, e lui lo sa, e poi è già tardi e difficilmente avrò il tempo di passare a fare la spesa. Anche stasera ordineremo cinese, ormai a casa mia ci sono più volantini delle consegne a domicilio che cibo. Tanto sembra che nessuno abbia idea di come funzionino i fornelli!
Essere a capo di una squadra investigativa della polizia e contemporaneamente una madre single di tre ragazzi non è facile. Anche se non è che il mio povero marito fosse poi così utile, infondo era un agente come me e quindi assente quanto me.
Manuel sorride passandomi la cartellina che sventolava quando sono arrivata - Mi hanno comunicato che abbiamo un nuovo caso - spiega lui ed io intuisco che la cartellina raccoglie tutti i documenti che abbiamo sul caso.
- Manuel, tesoro, ci conosciamo praticamente da sempre quindi non mi stupisce avere l’ennesima riprova che non mi ascolti praticamente mai.  Ma il mio orario di lavoro è finito e visto che a casa ho un bambino di quattro anni che mi aspetta direi che puoi passare il caso ad una delle squadre del turno di notte - 
Anche se per me la giornata lavorativa è finita per altri è appena cominciata. Possono decisamente occuparsi loro del nuovo caso.
- Potrei farlo, ma ti conosco. Se io provassi a tenerti lontano da questo caso tu mi uccideresti - Manuel sa decisamente come stuzzicare la mia curiosità.
- Ok, parla - lo incito io e non solo con le parole. Per la curiosità sto muovendo le mani nello spazio fra noi per fargli capire che deve parlare o questa è la volta che mi libero per sempre di lui.
- O abbiamo un emulatore o Cole Richards è tornato - Il mio sguardo si accende. Gli strappo di mano i documenti del nuovo caso e li stringo contro il mio petto mentre ritorno nel mio antro buio. Ripensandoci Manuel ha ragione, i miei figli sanno ordinarsi la cena da soli. 

Non posso rimandare la lettura di questo fascicolo perché Cole Richards è stato il caso più importante della mia carriera. Oltre che il più traumatico. Nessuno si aspettava che finisse così!
Quello che all’apparenza sembrava essere un ladro di poco conto era riuscito ad uccidere due nostri agenti e a ferirne gravemente un terzo.
- Manuel chiama i miei ragazzi e digli di ordinare del cibo d’asporto. Farò tardi - urlo dal mio ufficio e lo sento percorrere il corridoio ridendo. Il capitano del mio distretto è un idiota!
Ignoro la risata di quello che dovrebbe essere il mio capo e migliore amico a cui si aggiunge quella della mia squadra. Non fingono neanche di non aver spiato la nostra conversazione in corridoio. Forse non solo il capitano è un idiota!
Non riesco a ridere con loro perché sentire il nome di Richards mi fa ritornare con la mente al passato. A quando non ero ancora vedova e non avevo ancora una squadra tutta mia. Erano tre anni che non c’era alcuna notizia su di lui o nuovi casi che gli si potessero attribuire, ma ora potrebbe essere tornato.

Circa quattro anni fa, quando io lavoravo ancora nella squadra comandata da Manuel con mio marito, Mark Ronson e la mia migliore amica, Claudia Liver, una serie di furti colpì la nostra città.  Quello che incuriosì la polizia fu che il ladro attaccava negozi di medie dimensioni durante la notte rubando alcuni beni alimentari e i soldi lasciati a fondo casa. Chi commette un furto per rubare un valore di denaro pari a circa cinquecento dollari? E poi perché rubare del cibo?
Purtroppo la nostra squadra fu sorteggiata per occuparsi del caso e ci vollero sei mesi prima di riuscire a prevedere le mosse del ladro. Poi, finalmente, tre anni fa ci eravamo riusciti. Avevamo previsto dove avrebbe colpito così potemmo anticiparlo e prenderlo sul fatto.
Quando finalmente ce lo trovammo davanti non sapevamo praticamente nulla di lui, perché anche se avevamo studiato ogni sua mossa non avevamo scoperto quasi nulla di utile, e questo ci rivoltò contro il piano. Non conoscevamo né il nome né l’aspetto del ladro e soprattutto non sapevamo come avrebbe reagito di fronte a tre poliziotti armati.
Grazie a delle accurate ricerche però, eravamo riusciti a capire le zone che prediligeva. E così avevamo scoperto quale negozio avrebbe scelto per il suo prossimo furto, e studiando i tempi morti fra i furti avevamo capito quando lo avrebbe colpito. L’avevamo preceduto dentro il negozio, avevamo aspettato che arrivasse e gli avevamo bloccato le via di fuga.
Il caso volle che fossimo solamente io, Mark e Claudia inquanto Manuel all’improvviso era stato spostato su un altro caso. E quello fu il primo problema. Manuel Righers non era solo il nostro capo squadra, era anche il cecchino del gruppo e quindi la nostra copertura armata. In pratica ci siamo presentati senza alcuna copertura, perchè ovviamente lo abbiamo affrontato comunque, ignorando l’assenza di Manuel ci siamo parati di fronte a lui con le pistole cariche pronti a sparare, ma anche lui tirò fuori la pistola.
Qualcuno fece fuoco. Non so chi. Purtroppo non ricordo altro di quella sera perché quel primo sparo mi colpì al fianco e svenni. Tutto ciò che so e che quando ripresi conoscenza ero in ospedale, Mark e Claudia erano morti e quell’uomo era sparito nel nulla.
Quando, dopo un paio di mesi di degenza, mi dimisero dall’ospedale e tornai a casa trovai nella mia buchetta delle lettere un biglietto che diceva:
“ So che non mi crederai ma non sono stato io a spararti, io non ho mai sparato a nessuno. Rubavo solo per fame, per mantenere mia figlia e mia moglie che aspetta un bambino. Sono dovuto fuggire, ma non perché sono colpevole. Purtroppo io ho visto tutto, so chi ti ha sparato e ho paura di essere il prossimo.
Non fidarti di nessuno Kerry, le cose non sono come sembrano.
Cole Richards
P.S. Smetterò con i furti. Troverò un altro modo per sopravvivere. Lo devo a te e alle mie ragazze. ”
Capii subito di chi era il messaggio e non ne parlai mai con nessuno. Finalmente l’uomo che aveva ucciso mio marito e la mia migliore amica aveva un nome, Cole Richards. Misi il nome nel fascicolo e mai nessuno chiese come lo avevo scoperto. Tutti volevano solo andare avanti.

Prima di sedermi alla mia scrivania per leggere i documenti del caso mi fermo nell’ufficio dei miei miei uomini, devo assegnare una missione vitale ad uno di loro.
-  Capo Shatos possiamo fare qualcosa per lei? Siamo ai suoi ordini, come sempre - Non serve nemmeno che io giri la testa verso l’uomo che ha parlato perché io sappia senza alcun dubbio chi è, questo è Miles Ribosky. Se la voce seria non bastasse a farlo riconoscere, ci sono anche i suoi modi sempre impostati e ufficiali. Anche quando siamo fuori orario.
- Non ti devi preoccupare Ribosky, puoi andare a casa. Ho solo bisogno di parlare con Sean -
Sean Murray è il mio investigatore e tecnico informatico e con i suoi 23 anni è il membro più giovane, ed inesperto, del nostro distretto. È uscito dall’accademia solo l’anno scorso.
- Sono subito da te, capo. Ma non dovevi tornare a casa dai tuoi ragazzi? - Mi chiede lui, che probabilmente durante la discussione fra me e Manuel aveva la testa fra le nuvole. Sean è una persona stupenda ma ogni tanto si perde fra i suoi pensieri. Per fortuna non è mai successo durante una missione.
- La mia idea era quella, ma il direttore Righers era di diverso avviso - dico io mentre lo invito con la mano a seguirmi nel mio loculo. Il mio ufficio privato è decisamente poco spazioso e familiare.
- Mia padrona, ed io in cosa posso esserle utile? - dice facendo un finto inchino ed io sorrido.
Sean che fa un inchino è come una giraffa che mangia l’erba. Buffo. Sean è alto un metro e novanta e credo non arrivi a pesare sessanta chili. Il tutto è condito con un viso da bambino, senza un accenno di barba, e dei capelli che sembrano paglia. Sean Murray è decisamente il clown della nostra squadra e forse dell’intero commissariato. Essendo un agente da così poco sente ancora il bisogno di sdrammatizzare ciò che affrontiamo.
Devo ammettere che più tempo passo con lui, più mi rivedo in questo giovane ragazzo. Anch'io sono entrata nella polizia che ero molto giovane e tutti credevano che non ne fossi all'altezza. Sean viene ritenuto debole per il suo aspetto smunto e la sua sessualità, io solo perché sono una donna. Per entrambi però si sbagliano di grosso. Abbiamo dovuto combattere più degli altri per arrivare dove siamo e se ce l’abbiamo fatta è perché ce lo meritiamo.
- Sean, schiavetto mio adorato, dovresti farmi un piccolo favore che tanto so non pesarti affatto -
Io e Sean abbiamo legato fin da subito, tanto che alcuni all’inizio pensavano che andassimo a letto insieme. Poi hanno capito. Noi ci siamo trovati subiti perché siamo simili, perché Sean mi ha subito dimostrato di che pasta è fatto e perché questo mocciosetto sa fare il suo lavoro meglio di tanti altri.
A questo si è, con il tempo, sommato il fatto che Sean ha una cotta, pienamente ricambiata, per Matthew, mio figlio di soli sedici anni. Loro non sanno di essere ricambiati ma questo non gli impedisce di passare il tempo a farsi gli occhi dolci. E per farlo Sean è costretto a frequentare casa mia molto spesso ed io ne approfitto per sfruttarlo a mio piacimento. È inutile che andiamo entrambi a casa mia!
- Spara Kers -
- Il direttore Righers ha sottoposto un nuovo caso alla mia attenzione quindi devo restare al lavoro più a lungo per visionare la documentazione già in nostro possesso ... -
- Vuoi che rimanga anch’io per darti una mano? Per fare delle ricerche? - mi interrompe lui convinto di aver capito dove voglio andare a parare, ma io nego.
- No, per ora faccio da sola - Questo caso ha già fatto soffrire molto la mia famiglia e non voglio che accada di nuovo, non voglio che i miei figli soffrano ancora a causa di Richards. E, che io lo voglia o no, se a Sean dovesse accadere qualcosa loro soffrirebbero. - Vorrei solo che tu andassi a casa mia a controllare che Drew e Thew si ricordino che Tommy è solo un bambino. Quando arrivi lì ricordati di ordinare la cena perché il frigo è vuoto, troverai dei soldi nel mobiletto dell’ingresso. Ci lascio sempre qualcosa per situazioni come questa perchè non voglio che, se dovesse capitare qualcosa, i ragazzi non abbiano un soldo. Sia che servano per la pizza sia che servano per un taxi -
Io mi preoccupo molto per i miei ragazzi e non solo perché con il mio lavoro sono abituata a vedere ed immaginare il peggio. Il vero motivo per cui mi preoccupo così tanto è che tra i miei figli c’è una differenza di età molto marcata ed io ho sempre paura che loro se lo dimentichino. I più grandi sono due gemelli di sedici anni e si chiamano Andrew e Matthew mentre il piccolo ha solo quattro anni e si chiama Thomas. C’è un motivo se fra loro ci sono dodici anni di differenza. Non hanno lo stesso papà. I gemelli sono quell’errore giovanile che mi ha portata a ritardare la mia entrata in accademia mentre Tommy è figlio del mio defunto marito.
Sean arrossisce come un dodicenne alla mia proposta ma io faccio finta di nulla. Più o meno.
- Grazie Sean. E mi raccomando, tu sei lì per controllarli non per fare cose che potrebbero condurti in prigione - Sia Sean che Matthew sanno che mio figlio è ancora troppo giovane per poter stare insieme, ma è sempre meglio ricordarglielo.
- Kerry, ti prego ti ho già detto che non devi preoccuparti. Non farei mai nulla a Matthew che lui non voglia -
- Ed è proprio per questo che mi preoccupo! -
- Vuoi dire che … a Thew io … piaccio? - balbetta Sean ed io sorrido. Dei due lui dovrebbe essere quello adulto!
- Vai a fare il baby-sitter Sean - gli rispondo io spingendolo fuori dal mio antro.
Essere una madre single di 35 anni con tre figli e contemporaneamente il capo di una squadra della polizia non è facile.

Raccolgo i miei lunghi capelli color grano dietro la testa con una matita poi apro il fascicolo che sventolava Manuel e mi metto a leggere i documenti.
Il rapporto degli agenti che hanno risposto alla chiamata è abbastanza dettagliato, ma domani manderò lo stesso  due miei agenti a fare dei rilevamenti. Nel rapporto preliminare si parla di una rapina a notte fonda in un negozio di media grandezza protetto solamente da due telecamere e da una guardia notturna. La quale ha dichiarato di non essersi accorto della presenza del ladro fino a che questo non gli è arrivato alle spalle e lo ha stordito con il teaser. Secondo il rapporto è la guardia, una volta ripresa conoscenza, ad aver chiamato la polizia.
Il caso è arrivato a noi solo la sera perché ha girato vari distretti fino a che qualcuno non ha notato delle somiglianze con il caso Richards.
Secondo gli agenti che hanno fatto il primo sopralluogo nel negozio non c’erano danni e la guardia notturna ha riportato solo una ferita superficiale alla testa quando è caduto. Il ladro ha rubato generi alimentari per un valore di trecento dollari e il fondo cassa che ammontava a duecentocinquanta dollari. Anche i furti di Richards erano sempre di poco valore.
Prendo un taccuino su cui degno in nero gli avvenimenti accertati descritti nel rapporto, il blu le conclusioni degli agenti e in rosso le mie considerazioni personali. Alla fine confronterò il tutto con il modus operandi di Richards.
Nessuno conosce quel vecchio caso meglio di me. Ci ho lavorato per più di un anno arrivando anche a non dormire pur di trovarlo, ma è stato tutto inutile. Così, per il bene della mia famiglia, ho lasciato perdere.
Mi segno tutti i dati insieme all’idea di mandare Robbins e Cheng ad indagare al negozio mentre Miles lo manderò a cercare la registrazione delle telecamere. Dubito che troveremo qualcosa, Richards le disattivava sempre. A Sean lascio il compito della ricerca informatica, che poi è il suo lavoro. Mentre io parlerò con il proprietario del negozio. Nel caso non centri Richards lui potrebbe avere dei sospetti.
- Ehi capo! Sono venuto a darti una mano - dice Sean apparendo sulla porta del mio ufficio ed io gli rispondo senza neanche alzare gli occhi dal mio taccuino.
- Sean, il piano era che tu restassi con i ragazzi fino al mio ritorno -
- Lo immaginavo. Sono andato via quando è arrivato tuo fratello, li ho lasciati con lui -
- Sean! Io non ho fratelli! - urlo io scattando in piedi.

 
   
 
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