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Autore: nikki_13    27/04/2016    3 recensioni
Kate non è un poliziotto, sua madre non è morta, ma il suo carattere sarà sempre quello determinato che abbiamo conosciuto. Castle è alle prese con sua figlia di sei anni, ribelle per via della futura moglie dello scrittore. Kate entrerà nelle vite della famiglia Castle come rivoluzionerà le loro vite? Che succederà a Castle nell'incontrare la sua anima gemella? Che legame si creerà tra Alexis e Kate? Non vi resta che leggere per scoprirlo...baci...Nikki
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Una settimana dopo
 
-Come sto?- chiese Kate, uscendo dalla camera vestita da sera. –Sei stupenda Katherine- Martha era seduta con Alexis sulla poltrona allo studio. –Dici sul serio?- arrossì al suo commento. –Siete bellissime tutte e due…due principesse- guardò prima la  nipote e poi la ragazza. –Che dici Alexis, facciamo entrambi una mezza coda con i boccoli?- Kate guardò la piccola sorridere. –Si…si…- si posizionò sulla solita sedia che usava per farsi pettinare da Kate.

-Sono pronte?- chiese Rick in soggiorno. –Tranquillo, manca ancora mezz’ora all’evento caro! Una ragazza…in questo caso due, ha bisogno di tutto il tempo necessario…- sorrise Martha, guardando il figlio sedersi e rialzarsi in continuazione. La porta dello studio si aprì, Finalmente pensò Castle. –Allora? Come stiamo?- chiese Alexis, facendo un giro su se stessa per farsi ammirare dal padre. Rick rimase ammaliato dalla bellezza della figlia, ma soprattutto da quella della sua nuova fidanzata. –A giudicare dal movimento che fa con la bocca…direi di si- le fece ridere la rossa. –Sembri un pesce…- rise Alexis, seguita dalle altre due donne. –Siete bellissime- disse, finalmente, uscendo dal suo vortice –vogliamo andare?-

-Certo…- Kate, prese il braccio del suo accompagnatore e Alexis la sua mano. –Sei stupenda- sussurrò Rick all’orecchio della sua Kate, che arrossì evidentemente al complimento.

Qualche minuto dopo, la limousine si fermò davanti ad un maestoso palazzo, illuminato da fari e preceduto da un lungo tappeto rosso che giungeva alla porta d’ingresso. Nel momento stesso in cui scesero dalla vettura, centinaia di flash e paparazzi si avventarono su di loro. Rick sfoggiò il suo solito sorriso, ormai era abituato, e Kate fece lo stesso, cercando di essere più naturale possibile. –Che schianto!- urlò uno dei paparazzi –Chi è?- tutti avevano l’attenzione su di loro.
-Kate!- la tirò Alexis, lei a differenza del padre odiava vivamente quelle persone invadenti. Senza neanche pensarci la ragazza si abbassò e la prese tra le braccia, nascondendole il viso sul suo petto. Sfortunatamente quel gesto così travolgente aumentò ulteriormente la pressione dei fotografi.

Quando furono lontani dai flash, Alexis tornò a stingere la mano di suo padre, che lasciò un lieve bacio sulle labbra di Kate. –Sei stata straordinaria…spero non sia stato un peso per te- si assicurò. –No…sto bene, non è successo niente…forse Alexis è un po’ infastidita- rispose lei, lasciandogli un secondo bacio, per poi raggiungere insieme la sala della cerimonia.
 
-Eccolo lo scrittori di gialli più importante della città!- il sindaco si precipitò a salutare il suo amico scrittore. –Rudolph! Eccolo il primo cittadino di New York- si strinsero la mano. –Ciao piccola- il sindaco si abbassò per salutare la piccola rossa. –Salve signor sindaco- sorrise lei timidamente, nascondendosi dietro a Kate. –E questa deve essere la ragazza di cui mi hai parlato- si voltò verso la donna.

-Si…lei è…- Rick voleva presentarla, ma l’uomo lo precedette. –Katherine Beckett…la figlia di Johanna- sorrise cordiale –sei diventata proprio una bella ragazza…mi ricordo ancora quando giravi per l’ufficio correndo-
-E’ un piacere- non era sorpresa che l’avesse riconosciuta. –Voi vi conoscete?- li guardò interrogativo Richard. –Si…sua madre è il mio avvocato- spiegò Rudolph. –Però…com’è piccolo il mondo- scherzò Rick, facendoli ridere.

Alexis venne portata nella sala dedicata ai bambini, permettendo agli adulti di godersi l’intera serata.

Kate era seduta elegantemente su di uno sgabello, con lo sguardo che studiava ogni angolo della sala. –Signorina- una voce molto familiare alle sue spalle, la fece sorridere –Perché è qui tutta sola?- le accarezzò le spalle. –Il mio accompagnatore è occupato a parlare con le persone più prestigiose della città- stette al gioco. -Deve essere proprio uno sciocco se non si concentra di più su una ragazza splendida- la voltò verso di lui.

-Balliamo?- la portò al centro della sala. –Sai ballare?- chiese divertita, guardandolo negli occhi. –Io so fare un sacco di cose mia bellissima Kate…lascia che te lo mostri…- le poggiò una mano sul fianco. I loro corpi erano coordinati alla perfezione. Ognuno seguiva il movimenti dell’altro.
-Ci stanno guardando tutti- sussurrò Kate. –Gli uomini di questa sala vorrebbero essere al mio posto, mentre le loro mogli e le altre donne muoiono di invidia per la tua bellezza- le accarezzò le spalle scoperte. –Dai sempre questa risposta alle ragazze che hai frequentato?- chiese curiosa. –Questa è la prima volta…le donne con cui sono uscite dalla stessa fabbrica- la fece ridere. –Lo prenderò per un complimento- nascose il volto sul suo petto.
 
-Rudolph…che succede?- Rick era al banco delle bibite. –C’è un problema con il pianista che abbiamo ingaggiato, a quanto pare ha avuto un incidente e non potrà suonare per noi questa sera- spiegò, strofinandosi la fronte. –Non avete trovato nessuno che possa sostituirlo?- Rick guardò involontariamente Kate, seduta nella sala accanto con Alexis. –Dove lo trovo un pianista a quest’ora? Non ho la bacchetta magica!- rispose, non gli piacevano quelle situazioni.

-Tu non avrai la bacchetta magica, ma forse io ho un asso nella manica- sorrise, ottenendo tutta l’attenzione dell’amico. Entrambi si mossero verso la zona bambino.
-Che cosa succede?- Kate conosceva bene quello sguardo. –Abbiamo bisogno del tuo talento pianistico- rispose rapido lo scrittore. –No…sono appena tornata da un tour e il medico ha detto che devo riposare- si alzò. –Andiamo…solo due pezzi…niente di più…uno come solo e uno con l’orchestra che ha suonato fino ad ora- la seguì lui insistente.

-Solo due?- guardò i due uomini acconsentire con la testa. –Il pianista che avevamo ingaggiato ha avuto un incidente…non te lo chiederei se non fosse un’emergenza- la supplicò il sindaco. Kate ci pensò un po’ poi mostrò loro un sorriso che aveva risposto silenziosamente alla richiesta. –Vorrei parlare con l’orchestra- si avviarono nella zono dei musicisti. –Tutto quello che vuoi- la seguirono come scolaretti diligenti.
-Salve ragazzi- il sindaco salutò l’orchestra che aveva smesso di suonare da un po’ –lei è Katherine Beckett sostituirà…Brooks al pianoforte- spiegò. –Ma non abbiamo mai provato con lei- disse uno dei presenti. –Si…è un po’ difficile anche per me…soprattutto perché non so neanche cosa doveva suonare l’altro pianista- intervenne Kate. –Vi lasciamo tranquilli, così avrete tutto lo spazio per decidere…qualcosa di allegro e di classe, mi raccomando- Rudolph si allontanò con lo scrittore.
-Allora, cosa suoniamo?- chiese Kate alle persone davanti a lei. –Non so…con Brooks avevamo provato un pezzo molto difficile da accompagnare e non so se riusciremo a farlo anche con te- sospirò quello che sembrava il leader di quella compagnia.

Kate pensò…li guardò un attimo –che ne dite di Mozart?- propose lei, conoscendo a memoria ogni suo pezzo. –E’ delicato…elegante e pieno di emozioni- commentò l’uomo –penso sia perfetto, a cosa pensavi esattamente?- chiese lui.
- Vorrei fare entrambi i pezzi accompagnati dall’orchestra, se siete d’accordo- li vide acconsentire in silenzio – Come brano di apertura pensavo al Piano concerto N°21 mentre per il secondo pensavo al Piano Concerto n°23- sicura che sarebbe stato di gradimento al pubblico. –Posso permettermi?- si alzò il violinista. –Certo- sorrise lei. –Le tue scelte sono molto meglio di quelle del signor Brooks- la fece arrossire, vedendo che anche gli altri la appoggiavano.

La sala fu organizzata in pochi minuti per assistere alla performance musicale. Sedie vennero disposte in fila e le luci abbassate per creare la giusta atmosfera. –Signori…signore…- Il sindaco raggiunse il microfono davanti all’orchestra –grazie per aver preso parte anche a questa splendida serata. Come avrete visto dalla locandina all’esterno la serata si sarebbe conclusa con il pianista John Brooks, purtroppo c’è stato un impedimento e non è potuto essere qui con noi questa sera- sentì il pubblico demoralizzarsi. –Sono lieto di informarvi che abbiamo trovato una pianista all’altezza della situazione che gentilmente ci delizierà della musica che andremo ad ascoltare – fece segno a Kate, che lo raggiunse al microfono.

-Buonasera a tutti- disse un po’ timida –spero che la musica che vi offriremo sarà gradita da tutti- sorrise. –Con l’orchestra abbiamo deciso di proporre due brani del grande compositore Wolfgang Amadeus Mozart…grazie e buon ascolto- si allontanò dal microfono per raggiungere il suo strumento. Quando le luci in sala si abbassarono, Kate fece un cenno al maestro d’orchestra ed iniziarono la loro performance.
Il tutto durò quasi una mezz’ora e quando l’ultima nota fu suonata, il pubblico, entusiasta, si alzò in piedi per dedicare all’artista un caloroso applauso. –Oh….Katherine…- il sindaco le si avvicinò subito –Sei stata eccezionale, anche il l’orchestra…certo, ma tu…oh che splendida serata ci hai regalato- le stava stringendo la mano. –E’ stato bello Rudolph…grazie per la bellissima serata- lui rimase sorpreso da quella affermazione e anche lo scrittore, che li aveva raggiunti in quel momento.
-Kate…sei stata tu a suonare per noi, non il contrario…- disse con tono ovvio Rick. –Lo so…ma, la musica mi rilassa e mi diverte, quindi anche io vi sono grata- Kate si spostò, per ricevere un dolce bacio sulla guancia dal suo scrittore.
-Sei stupenda…- le lasciò un lieve bacio sulle labbra. –Dobbiamo parlare del tuo compenso…- li interruppe il sindaco. –Non ce n’è bisogno…per me è stato un onore suonare per voi e non serve che mi paghiate…se volete il compenso che doveva andare a Brooks e che penso stia proponendo a me, può essere dato come extra all’orchestra- sorrise tranquilla.

-Sei sicuro che sia la tua fidanzata?- il sindaco sempre più sorpreso del comportamento della ragazza, guardava lo scrittore –te lo chiedo perché le ultime che sono state al tuo fianco…primo non avrebbero mai accettato e secondo non avrebbero mai rifiutato un ingente bottino- gli fece notare.
-Sono sicuro…e credimi, è la migliore che si possa mai trovare e per fortuna l’ho incontrata! Immagina se mi fossi sposato con Gina!- entrambi scoppiarono in una risata, pensando ai soldi da sborsare per l’eventuale divorzio. –Lo sapete che sono qui vero?- li guardò Kate divertita.
 
-Nonna…nonna- Alexis era esausta, ma non negò il bacio della buona notte a Martha. –Piccolina mia!- la riempì di attenzioni. –Credo che qualcuno debba andare a dormire- affermò Rick, vedendo la figlia sbadigliare. –Mi racconti la favola della buona notte?- chiese Alexis.
-Ma certo piccola…- la seguì Rick, fermata però dalle sue manine. –Non tu…Kate…- indicò la sua fidanzata –tu mi racconti degli zombie…lei di principesse e principi- spiegò semplicemente, sbadigliando ancora. –Oh…- fece finta di essere offeso –vorrà dire che la storia sugli zombie la racconterò a Kate- le fece ridere.
-Andiamo a dormire?- si avvicinò Kate, si era tolta i tacchi ed era scalza. –Solo se mi prendi!- rise Alexis, iniziando a correre verso le scale, raggiunta subito dalla bella Kate che la prese in collo e continuando a correre raggiunse il piano superiore.
Rick sentì le risate delle due echeggiare ancora per l’intera casa, non negava di essere un po’ geloso del loro legame, ma soprattutto era orgoglioso di entrambe per averlo costruito.

-Se continui a tenere la bocca aperta dovrò comprarti una zanzariera- lo distolse dai suoi pensieri Martha. –Stavo solo riflettendo- la raggiunse al bancone della cucina per prendere un bicchiere di vino con lei.
-So già a cosa…- gli fece un sorrisetto -…è una ragazza adorabile, ha un’leganza…una classe che poche donne hanno- annuì, sorseggiando il suo pinot.
-E tu sei tra queste?- la punzecchio Rick. –Ma che domande!- lo guardò divertita –tienila stretta…ogni giorno con lei è prezioso…nel vedervi insieme e la luce che avete negli occhi mi ricorda tanto…tuo padre e me alla tua età- lo avvertì. –Kate non morirà come papà…non ora che l’ho trovata! Non permetterò a niente e a nessuno di portarmela via- strinse i pugni. –A tuo padre sarebbe piaciuta sai? Una donna determinata e con un anima così grande…lo diceva sempre…una persona per essere grande non ha bisogno di cose grandi, ma di un grande cuore-
 
Kate si era alzata presto e aveva preparato come sempre la colazione. Pancake. Uno a forma di coniglietto e uno a forma di cuore. Per Martha aveva cucinato la solita omelette.
-Buongiorno!- Rick si avvicinò e le cinse da dietro il corpo con le sue braccia. –Ciao- sussurrò a fior di labbra, regalandogli il solito bacio mattutino. –Mmmm- si lasciò sfuggire lui. La spinse contro il bacone e prese a baciarla più intensamente del previsto. –Qui qualcuno ha fame!- scherzò Kate, godendosi quelle dolci attenzioni. –Posso dire di non essere mai sazio allora...- le lasciò un ultimo bacio, consapevole che a breve sarebbe scesa Alexis. –Inizia con il mangiare questo allora…non vorrei che in una delle nostre…attività di coppia, svenissi- disse maliziosamente, porgendogli il suo piatto e il caffè. –Sei nata per tormentarmi Kate? Non puoi provocarmi così di prima mattina!- obbiettò lui, fiondandosi nuovamente su di lei. Baciandole avidamente il collo e le spalle.

Kate gli accarezzò la pelle da sotto la maglietta che usava per dormire e la cosa lo eccitò sempre di più. Lei si attaccò al suo corpo e iniziò a strusciarsi sensualmente su di lui, alzando e abbassando le punte dei piedi…tanto che ad un certo punto sentì la sua virilità iniziare a pigiare sulla sua coscia.

-Mi vuoi uccidere…dillo che mi vuoi uccidere- lui tratteneva i gemiti in gola. Sentendo la sua prominenza che necessitava di più attenzioni. –Se volessi ucciderti non lo farei così… ma così – mormorò al suo orecchio. –Arg…- ringhiò lui nel sentire la sua mano entrare nei pantaloni e muoversi su tutta la sua lunghezza.
-Ti piace?- gli stava baciando il collo. –Se vuoi smetto!- gli lanciò un sorrisetto. Lui scosse la testa. Poi la vide guardarsi attorno e contemplare il silenzio della stanza.
Sorprendendolo, si inginocchiò a terra ed iniziò un lavoro meticoloso con la bocca e con la lingua…senza mai distogliere lo sguardo da lui. –Cerca di non fare troppo rumore signor scrittore!- mormorò continuando il suo lavoro. –Oddio…non ce la faccio...- sentiva il suo culmine avvicinarsi ogni volta che sentiva il calore della sua bocca avvolgerlo in quel punto ormai troppo sensibile. Kate aumentò sempre di più la velocità e lui si portò una mano alla bocca per non rompere il silenzio.
Il momento in cui Rick si abbandonò al piacere fu talmente travolgente, che per non urlare si morse la mano fino a lasciarci i segni dei denti.

Kate compiaciuta dell’ottimo risultato, coprì l’intimità del suo uomo con i pantaloni del pigiama, sfiorandolo involontariamente. –Kate…- si irrigidì ancora lui. –Scusa- ridacchiò, baciandogli prima la mano che si era morso e poi avvolgerlo in un dolce bacio. –Forse sarebbe meglio andare a calmare i bollori in camera tua…non vorrai farti vedere così dalle tue rosse!- indicò ancora l’evidente prominenza sotto il tessuto. –No…ora vado, altrimenti divento rosso io- abbassò lo sguardo per vedere il suo piccolo amico ancora alzato.

 
Nel giro di qualche ora erano tutti vestiti e lavati…era sabato, ma avevano deciso di andare tutti al parco per un picnic di famiglia. –Pronte?- chiese Rick alle sue donne. –Certo…per chi ci hai prese? E poi eri tu quello in ritardo- Kate gli lanciò un’occhiata maliziosa, alludendo al tempo che aveva aspettato per far calmare i bollori del suo corpo.
-Allora andiamo- aprì la porta, per evitare che quel semplice sorriso causi altri danni al suo delicato sistema nervoso. Neanche il tempo di girare la maniglia che una bionda furiosa entrò nel loft. –E’ per questo che mi hai lasciato?!- Gina, l’ex fidanzata dello scrittore, stava guardando sia lui che Kate con occhi infuocati.

-Una semplice provincialotta? Dillo che è solo per fare bella figura davanti ai tuoi amici!- urlava. –Ma che diavolo ti prende Gina? Ti pare il modo di piombare in casa mia questo?- cercò di spingerla fuori dalla porta. –Non toccarmi- ringhiò –non ti permetterò di rovinare il nostro rapporto a causa sua- continuava a sbraitare.

-Cara…senza offesa, ma sei stata tu a rovinare il vostro rapporto…tradendolo con quel Philip- obbiettò Martha, irritata dal comportamento inadatto di quella donna. –Non intrometterti vecchia!- cercò di darle uno spintone, ma si ritrovò la piccola Alexis che le morse la mano che aveva teso per l’azione. –Sta lontana dalla mia nonna!- disse, parandosi davanti a lei. –Come osi…brutta mocciosa?!- si avvicinò sempre più in collera con lei. –Non ci provare neanche! Tu prova a torcerle un capello…tu provaci…- Kate fece da scudo alle due rosse infuocando anche i suoi occhi.

-Vuoi la guerra ?- si stavano guardando negli occhi. –Richard fa qualcosa!- intervenne Martha, guardando il figlio immobile davanti alla porta. –Chiamo la polizia!- annuì…esasperato. –Bastardo! Non osare nemmeno!- si voltò la bionda, urtando contro una statua che era li. –O te ne vai con le tue gambe…o chiamo la polizia- l’avvertì Rick avviandosi al telefono vicino al divano. Gina si apprestò a seguirlo,  lo afferrò per un bracciò e lo spinse a terra, facilitata dal fatto che aveva una gamba alzata.
-Che diavolo fai- si aggrappò al pavimento con le mani. –Voglio riprendermi ciò che è mio- ringhiò, voltandosi nuovamente verso Kate. La raggiunse con passo svelto e la spinse all’indietro.

Kate si difese, facendo cadere Gina al posto suo, con una mossa di Karate. –Brutta stronza!- imprecò la donna, rialzandosi da terra –Mi hai rotto un unghia!-
-O beh…tu hai rotto qualcos’altro- obbiettò Martha, ricevendo un’occhiataccia dal figli che nel frattempo aveva chiamato il 911.
Gina afferrò uno degli strumenti del camino ed iniziò a sventolarlo in aria. Kate per evitare i colpi inciampò sul tappeto alle sue spalle e cadde a terra. –Te l’ho detto!- la spinse con la schiena sul pavimento, con un calcio –Non puoi competere con me- mosse violentemente il ferro che aveva in mano e colpì lo zigomo di Kate, che iniziò a sanguinare. 

-Lasciala stare!!- Rick alla vista del sangue si fiondò su Gina, fregandosene che sia una donna e la sbatté contro la colonna. –Tratti così la donna che ti ama?- lo guardò sorpresa la bionda. –Io non ti amo! Il tuo non è amore! Lasciami in pace e lascia stare la mia famiglia!- la minacciò.
-Va bene…va bene, me ne vado!- ansimò per l’urto. Rick lasciò la presa su di lei, vedendola allontanarsi. In una frazione di secondo però Gina era tornata vicino a Kate e senza pensarci pestò con tutta la forza della sua gamba la mano di Kate, che urlò dal dolore e dalla paura nel sentire l’arto andare in frantumi.

 
Eccomi qui con questo nuovo capitolo, scusatemi per il netto ritardo, ma ho avuto dei problemi di connessione. Allora, che ne dite? La strega cattiva ha lanciato il suo sortilegio. Cosa succederà a Kate? La mano è sicuramente rotta e sappiamo che Kate non è un poliziotto, ma una pianista agli esordi…cosa serberà il futuro? Vi aspetto al prossimo capitolo per scoprirlo insieme…grazie per i commenti (fa sempre piacere riceverli) e per avermi seguito fin qui. Baci. Nikki.
   
 
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