Serie TV > NCIS
Ricorda la storia  |      
Autore: ladyT    28/04/2016    0 recensioni
NCIS: New Orleans.
Allerta spoiler: storia ambientata dopo il diciottesimo episodio della seconda season.
Brody cerca di archiviare delle cartelle di lavoro, ma un macigno al cuore la porta ad aprire un nuovo foglio bianco di Word e, con forza e coraggio, incomincia a scrivere alla sua defunta sorella, Emily. “[…] Sento che tutto sta cambiando intorno a me, e non so se sono pronta a tutto questo e se voglio tutto questo.”
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà degli autori Gary Glasberg e Mark Harmon; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro

Autrice: ladyT
Regular Cast: Meredith Brody and Christopher LaSalle.
Tipologia: One-shot
Spoiler: SI, dopo l’episodio 18 della seconda season di NCIS: New Orleans.
Rating: G.
Riassunto: Sola in ufficio, Brody cerca di archiviare delle cartelle di lavoro, ma un macigno al cuore la porta ad aprire un nuovo foglio bianco di Word e, con forza e coraggio, incomincia a scrivere alla sua defunta sorella, Emily. “[…] Sento che tutto sta cambiando intorno a me, e non so se sono pronta a tutto questo e se voglio tutto questo.”
Titolo:

OGNI ODORE È UN RICORDO CHE TORNA A BRUCIAPELO.

--- Ufficio: NCIS New Orleans ---

“Cara Emily,
sono in ufficio a sbrigare delle pratiche come faccio solitamente a sera inoltrata.
Tutto sta andando a rallentatore. Vedo i miei colleghi ritirarsi alla loro vita privata dopo una giornata intensa di lavoro. L’ansia mi sta divorando viva. Anzi, no. Il vuoto mi sta succhiando dentro una voragine senza fine e nessuno se n’è accorto. Sarà perché sono brava a nascondere i miei stati d’animo? Tu che mi dicevi sempre “Merri, sei un libro aperto!
» e, a quanto pare, sono come quel libro dimenticato sul solito ripiano dello scaffale. Quel libro che vive solo di polvere e di sguardi assenti. Quel libro dalle pagine rosicchiate da un topolino. Il suo unico fratello. L’unico che gli era affezionato. Compagno di giochi, di avventure e di condivisioni. Il pensiero di aspettarlo ogni sera non gli faceva pesare gli sguardi indifferenti di passanti che erano interessati ad adottare altri libri. La sua presenza gli disinfettava i dolori. Ma chi se lo poteva aspettare che, un giorno, il topolino lo avrebbe lasciato? Che quel libro avrebbe viaggiato da scaffale a scaffale, da libreria a libreria con la speranza di rincontrarlo? Nonostante le persone che gli passavano vicino, che osservavano la sua copertina, che cercavano di sforzarsi ad essere interessati alla sua trama e a leggere qualche riga del primo capitolo, il libro continuava ad aspettare il suo fedele roditore. Cercava la verità del suo abbandono. Ma dopo otto anni, per uno strano scherzo del destino, gli era giunta voce che il topolino era morto per mano di qualcun altro infastidito della sua presenza. E, mentre prima aveva quella fievole speranza che lo avrebbe incontrato di nuovo, ora cosa gli era rimasto? Si sarà sentito smarrito? Perso? In piena crisi esistenziale?
Sento la tua voce dirmi: “Merri, quel libro non sei tu!
», ma sorellina mia, mi dispiace contraddirti. Sono proprio io quel libro. Pieno di polvere e di pagine rosicchiate solo da te. Solo da te. Solo da te, Emily!
Ogni mattina, per otto anni, mi sono svegliata con un solo obiettivo in testa: il mistero del tuo omicidio.
Ogni sera, per otto anni, riepilogavo mentalmente gli indizi che, man mano, sono venuti a galla.
E, dopo otto anni, sono riuscita a completare il puzzle. Il tuo omicidio non era più un cold case.
Chiuso in una scatola con su scritto: “Caso risolto”.
E dopo aver risolto quel mistero, che si fa?
Certo, il senso di sollievo per aver trovato la verità l’ho avuto. L’ho percepito. L’ho avvertito. E sono stata bene, ma per un po’.
Ora mi sento come ‘E adesso? Che faccio? Chi sono? Qual è lo scopo della mia vita?’
Questo come la chiami, senso di libertà o di solitudine?
E così sono arrivata in un periodo in cui non so più chi sono, cosa voglio, dove voglio andare e dove, invece, voglio restare e che scopi ho nella mia vita.
Troppi pensieri. Troppe domande. Troppi dubbi che mi lacerano nell’anima e mi mandano fuori strada.
Mi spaventano e mi procurano tanta ansia.
Sento che tutto sta cambiando intorno a me, e non so se sono pronta a tutto questo e se voglio tutto questo. Sono così confusa che sono diventata un totale mistero per me stessa. La notte è diventata l’inferno di questi miei pensieri che, puntualmente mi aspettano per traghettarmi  chissà dove, e io per evitarli vado a rifugiarmi nei posti molto affollati e rumorosi.
La verità è che preferisco tenere continuamente la mente in allerta, con quel pizzico di costante sempre pronta a darmi il motivo delle mie giornate. Sai perché? Quella costante mi fa sentire viva. Comprendi?
È incredibile quando il mondo pieno di persone possa sembrare vuoto quando hai ancora le scatole da svuotare in casa. Mi sembra di sentire delle voci provenire in quegli scatoloni ancora ben sigillati, in attesa di vedere la luce. In attesa di farmi sprofondare nel mondo dei ricordi. Di farmi sentire ancora la tua presenza. La tua voce. I tuoi consigli. I nostri segreti. Risate. Pianti. Abbracci. I nostri viaggi. La scuola. I litigi. La pace. I nostri sogni. Fantasie. Progetti per il futuro.
Progetti mai iniziati che non riescono a finire. Come quelle scatole che sono fatte semplicemente di mancanze.
Eh, dimmi tu, sorellina mia, troverò mai un altro topolino che rosicchierà le mie pagine e riuscirà a riordinare la mia mente?”


« Hey, Brody! » Esclamò una voce maschile dietro le spalle della donna.  Colta di sorpresa, Meredith riuscì a cliccare sul bottone ‘icona’ e a cambiare la finestra di lavoro. Girò la sedia e rivolse lo sguardo verso gli occhi indagatori del collega che aveva tra le mani un vassoio ricco di prelibatezze.
« Come facevi a sapere che avevo una voglia matta di praline french toast, LaSalle? » Stava per acchiapparne una, ma il collega la bloccò in tempo. « Giù le mani, guastafeste! »
La collega non riusciva a distogliere lo sguardo dal contenuto del vassoio. Non ci vedeva più dalla fame.
« Non hai fatto colazione e non hai pranzato. Quindi sarai affamata come un leone che vaga da giorni in un deserto privo di segni di vita! Non permettere al lavoro di privarti delle praline french toast, Brody! »
Vedendola tentennare, Christopher aveva intuito anche di aver interrotto qualcosa di personale tra lei e quel foglio di Word, ma conoscendola che non gli avrebbe detto niente, le fece segno di seguirla in giardino.
« Come supponevo: Mary Poppins praticamente perfetta sotto ogni aspetto! » Esclamò Merri rimanendo a bocca spalancata quando vide che quel tavolino era apparecchiato di ogni ben di Dio di dolci e salati. « Chiudi la bocca, Brody. Non sei un merluzzo! » Come risponderle citando lo stesso film. E questa risposta provocò una risata divertita da parte della collega.
La cena stava proseguendo in maniera spensierata e Brody era certa di non essersi mai sentita così bene nemmeno con il suo attuale ‘romantic-man’ che, da qualche giorno, era impegnato in una strana faccenda di lavoro molto impegnativa.
LaSalle era riuscito nel suo intento di placare l’animo della collega. Erano settimane che si era accorto delle stranezze e delle abitudini che non facevano parte della vera personalità di Brody. E, inoltre, sapeva che era normale reagire in quel modo dopo la verità dell’omicidio di Emily. Dopotutto anche lui aveva vissuto lo stesso strano e confuso periodo dopo l’evento di Savannah.
« Quando una persona - con cui hai condiviso tante cose - lascia questo mondo, cadi in un senso di vuoto che sa di niente. Il tempo scorre inesorabilmente e inizi a ricordare in modo sfocato i lineamenti del suo viso, la sua voce si trasforma in un eco indefinito e ti abitui a vedere vuoto quel letto dove era solita aspettarti. E lentamente il senso di colpa inizia a divorarti perché hai paura di averla dimenticata, di aver trovato il coraggio di andare avanti. E l’egoismo cresce sempre dentro te anche per il semplice fatto che stai uscendo con qualcuno o condividendo pezzi di giornate con altri. Ma poi basta una parola che lei spesso ti diceva, o contemplare la medaglietta di S. Christopher e ti rendi davvero conto che quella persona è stata effettivamente un pezzo integrante della tua vita e tu della sua. » Si fermò un attimo per mettere in bocca un bocconcino di Beignetes. « E ti rendi conto anche che la tua vita è stata contaminata e non tornerà mai allo stato naturale. » Merri pronunciò questo pensiero con un filo di voce nostalgica. E in quel giardino regnò per un attimo il silenzio. Entrambi stavano condividendo un dolore simile che era stato represso per troppo tempo. « Chris, ti sei mai chiesto cosa c’è di peggio tra l’essere vuoti e il sentirsi svuotati? » Lei, ormai aveva capito le reali intenzioni del partner e, allora, perché non condividere i propri pensieri e le proprie paure? Mentre stava aspettando la sua risposta, addentò un boccone di praline french toast. « L’unica cosa che so spiegarti è quel senso di essere stato ancorato e portato alla luce da questa persona molto testarda che ha destinato una catenina viola alla mia medaglietta di S. Christopher e mi ha fatto capire di… Non essere solo. » Merri si bloccò nell’ascoltare tutto questo. Un flashback di quella serata ritornò nella mente più vivida che mai.
“« Tu e Pride siete stati meravigliosi con me. Mi avete fatto sentire... A casa. E vedi, io non mi sentivo più così da quando l’ho persa. Per questo... » Brody tese la collanina con la medaglietta di S. Christopher al collega. « Sarei onorata se volessi indossarla. »
E, ritornando alla realtà, la donna indirizzò gli occhi verso quelli del collega che la stavano osservando da qualche secondo.
« E che le sono infinitamente grato. »

--- Casa di Meredith Brody ---

“Cara Emily,
vuoi sapere cosa c’era scritto nel bigliettino?
Sii come la fenice. Rinasci dalle tue ceneri. Dai tuoi errori, dalle tue paure, dai tuoi momenti bui. E sii una guerriera pronta a rivoluzionare il mondo, partendo dalle scatole sigillate da affrontare.
Anche se non lo ammetterà mai, sono sicura che lo ha scritto personalmente LaSalle per poi infilare il bigliettino nel biscotto della fortuna. Che partner, eh?
E sai cosa ho imparato da tutto questo?
Ho imparato che quando ti senti sprofondare nel pozzo senza fondo c’è sempre un’àncora inaspettata pronta a soccorrerti e a portarti alla luce; che c’è sempre una persona in grado di leggerti dentro, di apprezzarti per davvero e che ha il coraggio di starti vicino anche quando la tratti freddamente.
E, credimi, che stasera a cena ho avuto la migliore conversazione degli ultimi tempi.
Ora, finalmente, non vedo l’ora di fare una tranquilla dormita. Riuscirò a recuperare i sonni arretrati?
Buonanotte, sorellina mia.”


#TheEnd

 

--- ANGOLO DELL’AUTRICE ---


E dopo ‘secoli’ che non pubblico delle storie, eccomi qua a farvi partecipe di quello che frulla nella mia mente quando vedo, osservo e mi lascio ispirare da certe situazioni che si verificano nelle serie TV.
Spero che la mia fanfiction sia stata di vostro gradimento e, inoltre, mi piacerebbe leggere le vostre opinioni e critiche.
Grazie a voi che avete letto e recensito.
Alla prossima storia!
Terry

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > NCIS / Vai alla pagina dell'autore: ladyT