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Autore: ARed    28/04/2016    7 recensioni
Bella ed Edward stanno insieme, si amano molto, ma sono giovani e pieni di sogni, lei Los Angeles, lui New York. Troppo distanti, perciò decidono di lasciarsi senza urla e senza rancori, pur amandosi.
Cinque anni dopo, si ritrovano a Los Angeles, si erano sentiti in quei anni e si erano anche visti. Avevano un ruolo importante l'uno nella vita dell'altro, anche se non facevano più le loro lunghe chiacchierate. Diventano amici, ma siamo sicuri che un amore come il loro si possa limitare ad una, se pur bellissima, amicizia?
" Non parliamo più io e te"
" Già.. se non si tratta di Los Angeles o di New York"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Jessica | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Dove eravamo rimasti..
Edward e Bella passanomolto tempo assieme, tra le corse mattutine, e la ricerca degli ultimi mobili per la casa di Edward.
Incontrano nuovamente la vecchietta che gli scambia per una coppia, e loro stanno al gioco, è naturale per loro stare vicini, c'è una forte alchimia tra i due.
Edward ha un piccolo momento di crisi e si confida con Bella che lo rassicura.
La casa è pronta e decide di fare una cena un sabato dove riusciranno ad esserci tutti..


CAPITOLO 7 Bella - Edward
TREMENDAMENTE GIUSTO

Los Angeles - Novembre 2016

BELLA

Il giorno della cena a casa di Edward era arrivato, Alice e Jasper erano ancora a New York, sarebbero arrivati nel pomeriggio. Io mi alzai e cominciai a preparare il dolce che avrei portato a cena, un semplice e delizioso tiramisù.
<< Sta lontano dalla mia crema>>, dissi ad Emmet che si era appena svegliato.
<< Sei cattiva!>>, disse mettendo il broncio e sedendosi sullo sgabello difronte a me, fecendo gli occhi da cucciolo.
<< Ascoltami bene, quello sguardo con me non funziona, quindi se vuoi il tiramisù aspetti sta sera, altrimenti Los Angeles è piena di pasticcerie!>>
<< Come fa Jacob a sopportarti è un mistero!>>, scrollai le spalle e continuai ad inzuppare i savoiardi.
<< Devi lavorare oggi?>>
<< Si, ho pazienti fino alle 19, poi devo andare a prendere il vino e vi raggiungo>>, disse bevendo il caffè. << Allora ci vediamo direttamente la>>
<< Si Bellina, ma dai posso almeno testare la qualità del prodotto?>>, non sarebbe mai cambiato, era un buon gustaio, mangiava sempre. Inzuppai un biscotto nella crema e glielo passai, << Grazie>>.
<< Non ci fare l'abitudine!>>
<< Non ci contavo, ti lascio al tuo tiramisù, io vado in palestra>>, doveva pur smalitire tutto ciò che mangiava.
<< Torni per pranzo?>>, domandai quando scese con la borsa della palestra.
<< No, mangio qualcosa in giro e vado allo studio. Ci vediamo sta sera!>>, disse aprendo la porta ed uscendo.
<< A sta sera!>>, urlai, ma era già uscito.
Alice non chiamava e nemmeno mio fratello, sicuramente erano troppo impegnati per pensare di mandarmi anche un solo stupido messaggio.
Nel pomeriggio pulì tutto l'appartamento, il tiramisù era in frigo e scelsi i vestiti da indossare per la cena; gonna a fisarmonica color ciclamino, una blusa in pizzo nero con, una delicata zip oro sulla schiena, e giacchettino in pelle nera.
I vestiti gli avevo scelti, mi dovevo solo fare la doccia e poi truccarmi, ed Alice ancora non aveva chiamato, probabilmente erano già saliti sull'aereo, pensi al diavolo e lui chiama, << Pronto>>, risposi sedendomi sul letto.
<< Ciao Bella>>
<< Mi stai chiamando dall'aereo?>>
<< Mi piacerebbe, ma no, siamo bloccati a New York>>, disse dispiaciuta Alice.
<< Come bloccati?>>, sapevo che faceva freddo.
<< C'è una tormenta di neve, non fanno partire nessun aereo, almeno per oggi>>
<< Beh allora è meglio, perché rischiare>>, ero più tranquilla ora, con il maltempo non si gioca.
<< Mi dispiace per la cena..>>
<< Non ti preoccupare Edward e gli altri capiranno, ne faremo altre tutti assieme>>, ci teneva molto a vedere l'opera che avevo fatto a casa di Edward, per vari motivi ancora non l'aveva vista.
<< Salutali da parte mia, ora ti lascio, io e Jasper prendiamo un taxi e torniamo in hotel>>
<< Va bene, salutami Jasper>>
<< A domani, forse..>>, disse facendomi ridere, sentì i saluti di Jasper e misi giù.
Dopo la doccia mi sistemai i capelli, e mi truccai: del semplice eye-liner e mascara sugli occhi, un po' di blush pescato sulle guance e labbra al naturale.
Alle 20 in punto ero pronta davanti alla porta della casa di Edward, non so come ma riuscì a suonare, avendo su una mano il vino e sull'altra il dolce.
Pochi secondi dopo un sorridente Edward mi aprì, << Ti faccio così tanto ridere?>>, lui scosse la testa, mi prese il dolce e mi fece entrare.
<< Benvenuta nella mia umile dimora>>
<< Con permesso>>, dissi ammirando la mia opera, avevo fatto davvero un ottimo lavoro, ero fiera di me.
<< Prego>>
<< Ho preso il vino, come mi hai detto>>, dissi passandogli l'elegante busta che conteneva il vino, mentre ero in macchina mi aveva chiamato per dirmi di passarlo a ritirare.
<< Grazie mille>>, disse andando a posare la bottiglia e il dolce in cucina.
<< Non dirmi che sono la prima!>>, dissi mentre lo raggiungevo, nell'aria c'era un buonissimo profumo, Dio benedica il servizio a domicilio dei ristoranti.
<< Emm..>>, disse voltandosi e mettendosi una mano tra i capelli imbarazzato.
<< Edward?>>, cosa nascondeva?
<< C'è stato un tamponamento a catena ed hanno chiamato Emmet d'urgenza al pronto soccorso un attimo fa, per questo ho chiesto a te di andare a prendere il vino..>>
<< Oh..>>, cioè a cena ci saremmo stati io, lui e Jessica?
<< E Jessica è ancora a San Diego, doveva finire il servizio fotografico e non è riuscita a prendere l'ultimo volo..>>, cominciai a ridere.
<< Che c'è?>>
<< No, niente, solo che avevamo scelto una data in cui ci saremmo stati tutti e alla fine ci siamo solo noi due..>>
<< Alice e Jasper dove sono?>>
<< Bloccati dalla neve a New York. Questa cena non sa da fare>>, risposi continuando a ridere.
<< Sai una cosa? Lo chef è da stamattina che cucina, festeggeremo solo noi due, poi vedi il lato positivo>>, lui era così, non si faceva mai abbattere da nulla.
<< Quale sarebbe il lato positivo mio grande chef?>>
<< Il dolce sarebbe diviso in due parti e non in sei!>>, disse ovvio.
Mi offrì un buon bicchiere di vino e ci accomodammo a tavola.
<< Ecco a lei l'antipasto: Schiacciate con involtini di San Daniele>>, disse mettendo a tavola il piatto, davvero ottimo alla vista.
<< Tu mi confermi, mi giuri e spergiuri che non hai cucinato te?!>>, volevo solo assicurarmene, ci andava di mezzo la mia salute, per diamine.
<< Giuro>>, disse mettendosi una mano sul cuore.
Dopo esserci gustati l'antipasto, mi alzai e andai a prender in forno il primo, aveva un profumo delizioso.
<< Salmone?>>, domandai prima di aprire il contenitore, lui annuì.
<< Per precisare, sono medaglioni di salmone al pepe verde>>, rispose fiero delle sue parole.
<< Ottima scelta>>, dissi versando sui piatti i deliziosi medaglioni.
<< Modestamente..>>
<< Sbruffone>>, risposi sedendomi e cominciando a perdermi in quei meravigliosi sapori.
<< Devo ammettere che Los Angeles comincia a piacermi..>>, disse mentre cenavamo.
<< Dillo.. su>>
<< Cosa?>>, domandò lui a bocca piena, era buffissimo.
<< Che è meglio di New York!>>
<< Mai!>>
<< Tempo al tempo Cullen..>>, l'avrebbe detto, parola di Isabella Swan.
<< Mai!>>, lo sfidai con lo sguardo, riprendendo a mangiare. 
<< Vuoi ancora del vino?>>, mi domandò quando finimmo di mangiare il salmone.
<< No grazie, devo guidare, l'acqua va benissimo!>>, risposi e lui mi versò un bicchiere d'acqua.
<< Bella Swan che si ferma ad un solo bicchiere, il mondo gira all'incontrario!>>
<< Simpatico Cullen, io ho voglia di dolce..>>, dissi alzandomi ed andando in cucina a prendere il tiramisù dal frigorifero.
<< Dimmi che è un tiramisù!>>
<< No, non è un tiramisù, è il tiramisù!>>, precisai io, mettendolo sul tavolo e togliendo l'involucro, lui mi raggiunse.
<< Hai ragione, è il tiramisù!>>, era il suo dolce preferito, spesso a Forks, comprava gli ingredienti e me gli portava a casa per preparaglielo.
<< Ti sei superata è buonissimo!>>, disse prendendosi una generosa, seconda porzione.
<< Grazie>>, dissi arrossendo.
<< Quando smetterai di arrossire quando qualcuno ti fa dei complimenti?>>, mi domandò dolce, accarezzandomi una guancia, ed io mi beai di quel semplice gesto. Sollevai lo sguardo e lo incatenai al suo, aveva la capacità d'incantarmi con il verde dei suoi occhi.
<< Mai>>, risposi.
<< Ne sono felice>>, disse continuando a mangiare, io mi soffermai a guardarlo, con il tempo era diventato ancora più bello, ma aveva sempre il suo sottile strato di barba, con la quale mi faceva il solletico sul collo quando mi baciava, Bella riprenditi!
<< Sparecchio ed andiamo a sederci sul divano, è più comodo!>>
<< Già testato?>>, domandai prendendo i piatti.
<< Sinceramente, ancora non ho dormito in camera, ieri mi sono addormentato sul divano!>>, ammise mettendosi una mano tra i capelli, si era trasferito da un giorno.
<< Tipico tuo!>>, lui alzò le spalle, come per vantarsene, e mise i piatti nella lavastoviglie.
<< Stai diventando un uomo di casa!>>, lo presi in giro, guardando quanto era bravo nello sistemare la cucina.
<< Sono da sposare!>>
<< Sicuramente!>>, gli risposi andando a sedermi sul divano, non mi aveva lasciato fare nulla, contento lui.
<< Ecco il suo caffè signorina Swan>>, disse porgendomi una tazzina, di quella bevanda nera e profumata. 
<< È  fatto con le capsule, io ho solo premuto un pulsante>>, ci tenne a precisare, ed io sorrisi, anche con il caffè ne aveva combinate tante.
<< Com'è New York?>>, domandai poggiando la tazzina, ormai vuota, sul tavolino basso nero.
<< Grigia, fredda, ma piena di vita..>>, rispose lui sorridendo.
<< Ti sei ambientato subito, è simile a Forks; grigia e fredda..>>
<< No, ci ho messo un po', mi dovevo abituare a quella nuova città, alla gente che si faceva gli affari propri..>>, aveva ragione a Forks lo sport preferito di tutti era spettegolare.
<< Anche qui a Los Angeles è così, meglio no?>>
<< Si.. mi dovevo abituare a stare lontano dalla mia famiglia, a stare lontano da te>>, mi colpì con le sue parole, anch'io avevo dovuto abituarmi a stare lontano da loro, da lui.
<< Non è stato semplice Bella, quando ci siamo lasciati l'abbiamo fatto per il nostro bene, ma..>>, disse rattristandosi, non avevamo mai parlato di noi, di quello che era successo cinque anni prima, perché faceva male, ma non mi pentivo della decisone presa.
<< Lo so, credo che fosse l'unica soluzione possibile, non volevo odiarti con il tempo..>>, ero completamente sincera con lui.
<< Nemmeno io Bella, nemmeno io>>, disse avvicinandosi e mi abbracciò stretta a lui, in un abbraccio pieno di calore, di quell'amore che ancora ci legava.
<< Sono felice che tu abbia realizzato il tuo sogno>>, mormorai al suo orecchio dandogli un bacio sulla guancia.
<< Ed io sono fiero di te, sono felice quando vedo i tuoi occhi illuminarsi quando parli del tuo lavoro>>, mi disse lui, ancora abbracciato a me, prima di darmi un bacio sul collo, causandomi mille brividi, era tutto tremendamente giusto in quel momento.
<< Oddio!>>, esclamai sentendo la musica che proveniva dalla televisione.
<< Cosa c'è?>>, domandò confuso sciogliendo l'abbraccio.
<< Sono i Coldplay!! Vieni questa canzone è bellissima!>>, lo presi per mano e cominciammo a ballare e a cantare "Hymn For The Weekend".

Put your wings on me, wings on me 
When I was so heavy 
We're on a symphony 
When I'm lower, lower, lower, low

Ah-oh-ah-oh-ah 
Got me feeling drunk and high 
So high, so high 
Oh-ah-oh-ah-oh-ah 
I'm feeling drunk and high 
So high, so high

Ah-oh-ah-oh-ah 
La, la, la, la, la, la, la 
So high, so high 
Ah-oh-ah-oh-ah 
I'm feeling drunk and high 
So high, so high

Then we'll shoot across the sky 
Then we'll shoot across the... 
Then we'll shoot across the sky
 
<< Amo questa canzone>>, dissi quando finì, l'avevo cantata tutta a squarcia gola, sembravo tanto un adolescente al concerto del suo cantante preferito.
<< Lo vedo, se non ti avessi visto bere solo un bicchiere di vino, avrei scommesso che tu fossi ubriaca!>>
<< Sono perfettamente lucida! Altrimenti come torno a casa?>>, risposi tornando a sedermi sul divano accanto a lui, che sorrise.
<< So drink from me, drink from me.. >>, disse con voce roca, avvicinandosi a me, aveva puntato il suo sguardo nel mio, mi aveva rapita.
<< When I was so thirsty..>>, continuai io, il suo viso era sempre più vicino al mio, il cuore cominciava a battere forte, una sua mano mi  mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio, si avvicinò di più  a me, facendo scontare le nostre fronti, le labbra a pochi centimetri. Il suo respiro nel mio. Chiusi gli occhi e mi ritrovai le sue labbra sulle mie, in un bacio leggero e dolce.
La mia testa scivolò sui cuscini del divano, Edward era su di me e continuava a baciarmi ed io a rispondere al suo bacio, erano semplici sfioramenti di labbra, ma avevano il potere di provocare in me continue scosse di piacere.
<< Edward.. è tardi, devo andare>>, dissi mettendo entrambe le mani sul suo petto per allontanarlo, lui si alzò imbarazzato.
<< Scusa, io..>>, disse.
<< Buonanotte >>, presi,  la borsetta e mi avviai all'uscita, sentivo ancora le sue labbra sulle mie, non doveva succedere, dovevo andarmene.
<< Bella la giacca..>>, sussurrò alle mie spalle, io mi voltai e con pochi passi lo raggiunsi, le sue labbra tornarono sulle mie. Era inutile cercare di resistere, era quello che volevo.
Con un leggero colpetto sulle labbra mi chiese il muto permesso di entrare, io non opposi resistenza, dopo oltre cinque anni le nostre lingue tornarono a danzare insieme, tornai ad avere il suo sapore in me. Era tutto tremendamente giusto.
Le mie mani si allacciarono alla base del suo collo e cominciarono a giocare con i suoi capelli, le sue mani ai miei fianchi, sentimmo un rumore ma non ce ne curammo, troppo presi da noi, troppo presi nel riscoprirci.
Sentivo le sue mani vagare sulla mia schiena alla ricerca di qualcosa, finché non sentì la zip della blusa scendere, voleva quello che volevo io.
La camicetta in pizzo nero cadde a terra lasciandomi in reggiseno, Edward mi fissava con puro desiderio negli occhi, specchio dei miei. Eravamo stati lontani per troppo tempo.
Lo presi per il colletto e lo attirai a me, mi mancavano le sue labbra sulle mie, cominciai a sbottonargli la camicia, mi prese in braccio e mi fece allacciare le gambe alla sua vita, il tutto continuando quel bacio pieno di passione e desiderio.
In pochi passi, raggiunse la camera da letto, quella camera che avevamo scelto assieme, come fossimo una coppia. Mi posò a terra con delicatezza, io feci scivolare la sua camicia a terra facendolo rimanere a torso nudo. Era bellissimo, ed era mio. Almeno in quel momento lo era.
Mi prese in braccio e con delicatezza mi posò sul letto, continuando a lasciarmi una scia di baci sul collo, si tolse le scarpe e si sdraiò su di me, facendo attenzione a non pesarmi addosso. Riprese le mie labbra ed io raccolsi il suo viso tra le mie mani, come se avessi paura che scappasse, ma lui era li, non aveva alcuna intenzione di andarsene.
Cominciò a baciare il mio collo con passione e dolcezza, mi avrebbe lasciato un segno, ma non m'importava, non in quel momento, quello era il suo modo d'indicare che ero sua, come lui sarebbe stato mio, sempre.
Le sue mani vagavano sulla mia schiena fino a trovare il gancetto del reggiseno a balconcino nero, lo tolse e cominciò a dare attenzioni al mio seno. Io ero in paradiso.
Riprese a baciarmi e tra un bacio e una carezza ci togliemmo gli ultimi indumenti fino a rimanere in intimo.
<< Sei perfetta>>, disse passando le sue mani sulle mie spalle, sul mio seno, sul mio ventre fino ad arrivare alle mutandine, che con delicatezza fece scivolare sulle mie gambe, ero completamente nuda davanti a lui, ma non me ne vergognavo. Ogni suo tocco era un brivido di piacere.
Tornò su di me e baciò ogni centimetro del mio viso, le mie mani accarezzavano la sua schiena, e la sua cicatrice, << Ti fa male?>>, sussurrai sulle sue morbide labbra, sapeva a cosa mi riferivo, scosse la testa e mi regalò il suo sorriso, quello che aveva il potere di sciogliermi.
<< No>>, sorrisi e ripresi a giocare con la sua lingua. Come lui aveva fatto con me, abbassai i suoi attillati boxer. Ora eravamo nudi entrambi, nessun indumento ci separava, nessun imbarazzo. Ripresero le carezze, i baci, i sospiri, ci donavamo piacere a vicenda, era tutto così naturale tra noi.
<< Sei sicura?>>, mi domandò con la voce roca, che fece solo aumentare la mia la mia voglia di lui, non risposi e lo baciai, lui lo prese per un si e con delicatezza entrò in me, un gemito uscì dalle mie labbra quando cominciò a spingere. 
Tra di noi c'era una sintonia fisica come se il tempo non fosse mai passato, come se i nostri corpi si riconoscessero, erano perfetti l'uno per l'altro.
Le sue spinte erano dolci e decise, ad ogni spinta un bacio sulla fronte, sulle palpebre, chiuse dal piacere che mi stava donando, baci sulle guance, sul naso, sulle labbra e poi scendeva, per poi riprendere tutto il percorso. Le sue mani vagavano sul mio corpo nudo contro il suo, entrambi impegnati nella danza più antica del mondo. Ad ogni spinta una parola, un sussurro, che procurava continui brividi di piacere in me e in lui.
<< Sei bellissima>>, disse sulle mie labbra, per poi rapirle con le sue e cominciare una guerra che difficilmente gli avrei fatto vincere, una guerra che piaceva combattere ad entrambi.
Arrivammo al piacere assieme, i nostri corpi ancora scossi dai brividi, mi diede un ultimo dolce bacio e posò la testa sul mio seno, circondò la mia vita con le sue braccia stringendomi forte, era ancora in me, ed io non volevo che quel momento finisse. Perché era tutto tremendamente giusto in quell'istante.
Non dissi nulla, non disse nulla, era un silenzio giusto, un silenzio calmo, cominciai solo ad accarezzare i suoi morbidi capelli, sentì il suo sorriso a quel gesto sul mio seno, odiava che qualcuno lo facesse, solo io potevo. Era un gesto nostro.
Uscì da me e mi strinse forte al suo petto, continuando a posarmi dolci baci sui capelli, << Edward..>>, dovevamo parlare, quello che era appena successo, era..
<< Non ora.. dormi amore mio>>, mi aveva chiamata amore, aveva ripreso a coccolarmi lasciandomi dolci carezze sulla schiena e canticchiando la mia ninnananna, e così, tra le sue braccia, nuda mi addormentai.
Non so per quanto dormì, so solo che quando mi svegliai era già giorno ed ero ancora stretta a lui. Avevamo fatto l'amore ed era stato bellissimo, dolce, romantico, passionale e sbagliato. Perché non dovevamo, perché non eravamo una coppia, perché c'erano Jacob e Jessica, perché gli avevamo traditi, perché ci eravamo fatti prendere dalla passione. Perché quello che avevamo fatto era sbagliato, anche se bello.
Perché ci saremmo fatti ancora del male, ci eravamo fatti del male ancora, perché lui amava Jessica ed io Jacob.
Nonostante tutto non riuscivo a pentirmi di quello che avevo fatto, << Buongiorno>>, mi disse dandomi un bacio sulla fronte, poi sul naso, lasciando per ultime le mie labbra.
<< Buongiorno>>, risposi sorridendogli felice di stare tra le sue braccia.
<< Vado a preparare la colazione>>, mi alzai ed andai in cucina mettendomi la sua camicia e le mutandine.
<< Bella mi faccio una doccia veloce>>, mi disse entrando in salotto con solo i boxer addosso, una visione da dichiarare illegale.
<< Va bene>>, sorrisi e tornai alla colazione, il mio telefono mi avvisò dell'arrivo di un messaggio.
"Buongiorno tesoro, com'è andata la cena?
Ti amo Jake"
<< Jacob>>, lui mi amava ed io l'avevo tradito con il mio ex, come la peggiore delle.. cosa stavo facendo? Era nuda nella cucina di un altro, dopo averci fatto l'amore, ma che razza di persona ero? Come avevo potuto tradire il mio Jacob?
Io che non concepivo nemmeno l'idea del tradimento, me ne ero appena resa colpevole.
Io non centravo nulla in quella casa, io non ero Jessica, quell'appartamento era per loro due, loro dovevano fare l'amore per primi in quella camera, non noi due.
Velocemente mi tolsi la sua camicia, mi rivestì e lasciandogli un bigliettino me ne andai, lui non se ne accorse, era ancora sotto la doccia.

EDWARD
Dopo anni avevamo fatto l'amore ed era stato qualcosa di unico, era tutto tremendamente giusto. L'averla vista in cucina con indosso solo la mia camicia aveva aumentato la mia voglia di lei, averle dato il buongiorno era stato come fare un tuffo bellissimo nel passato, averle visto quel sorriso di prima mattina era stato per me come respirare di nuovo, come respirare davvero.
Uscì dalla doccia e con solo l'asciugamano attorno alla vita la raggiunsi in cucina, ma lei non c'era, << Bella?>>, la chiamai ma non rispose, e solo in quel momento notai un biglietto sul tavolo:
“ È stato bellissimo, ma non doveva succedere.
Perdonami, Bella”
 
Se ne era andata, avremmo dovuto parlare, ma lei se ne era andata, aveva fatto l'amore con me e se ne era andata. Perché? Non l'avevo soddisfatta come il suo Jacob? Ero consapevole anch'io che non sarebbe dovuto succedere, ma era successo, e dovevamo parlarne, dovevamo chiarire.
Tornai in camera, quella camera che era stata testimone di quello che era successo la notte precedente, l'immagine di lei che mi baciava, che ansimava ad ogni mia spinta, che provava piacere assieme a me, comparve ai miei occhi.
Mi vestì, avevo fatto sesso con Bella,  no io ci avevo fatto l'amore ed avevo tradito Jessica, come avevo potuto farle questo? Lei mi amava.
Non chiamai Bella, non la cercai, non dovevamo dirci nulla, per lei "era stato bellissimo", ma uno sbaglio ed aveva ragione, avevamo sbagliato entrambi.
Cercai di ripulire il salotto e la cucina, mettendo da parte gli avanzi e caricando ancora la lavastoviglie, mi tenevo occupato per non pensare, se l'avessi fatto sarei scoppiato.
Alle dieci sentì il campanello suonare, senza nemmeno guardare chi fosse aprì, forse era Bella, ma non era lei, la mia ragazza mi aspettava sul pianerottolo.
<< Che ci fai li? Entra!>>, le dissi prendendola per mano e trascinandola in casa.
<< Scusa per ieri..>>, se ci fosse stata lei non sarebbe successo nulla, ma lei non c'era, ed io l'avevo tradita, ero un mostro.
<< Non fa nulla, quando sei arrivata?>>
<< Sta mattina>>, rispose guardando il pavimento del mio appartamento, quello dove avrei dovuto passare del tempo con lei, quello in cui avrei dovuto fare l'amore per la prima volta con lei e non con Bella.
<< Com’è andata la cena?>>, domandò puntando i suoi grandi occhi azzurri su di me, quei occhi dove mi ero abituato a perdermi, che mi avevano rapito dopo Bella. Quei occhi che ora erano diversi, sembravano freddi.
<< Bene..>>, risposi non guardandola, ero sempre stato sincero con lei, odiavo mentirle.
<< Senti ho bisogno di prendere aria, mi accompagni a fare un giro. L’aria di questa casa è pesante>>, non riuscivo a pensare ad altro in quella casa se non  a Bella e ai suoi baci.
<< Perché?>>, perché mi ricordava troppo l'errore che avevo commesso, quell'errore di cui, però, non riuscivo a pentirmi, perché l'avevo voluta e me la sono presa.
<< Ho mangiato troppo ieri sera, voglio digerire..>>
<< Andiamo su>>, disse posandomi un casto bacio sulle labbra, lei era cosa buona con me ed io l’avevo tradita, in quel letto che dovrebbe essere anche suo, essendo la mia ragazza. Presi il suo volto tra le mani e la baciai con più decisone, ma non provavo nulla, nulla se confrontato al bacio con Bella.
<< Ti amo>>, le dissi posandole un ultimo bacio prima di prenderla per mano ed uscire da quell’appartamento. A modo mio amavo Jessica e lei amava me, con Bella era solo attrazione fisica, il nostro amore si era spento anni prima.

Oh, cosa hanno combinato? Nonostante tutto non se ne sono pentiti, si amano mia ci metteranno un po' ad accorgersene, non troppo però.
Grazie a tutti, grazie a chi legge, a chi recensisce (le vostre parole sono bellissime), a chi segue la mia storia.
Aggiorno oggi per due motivi:
1- per ringraziarvi di cuore perché siete in tantissime
2- oggi sono felice, un piccolo angelo è venuto al mondo 

PS. Vi piace, all'inizio di ogni capitolo, il "dove eravamo rimasti.."?

   
 
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