Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Ellie Miller    28/04/2016    1 recensioni
" Quando incontrano l’altra metà di se stesse da cui sono state separate, allora sono prese da una straordinaria emozione, colpite dal sentimento di amicizia che provano, dall’affinità con l’altra persona, se ne innamorano e non sanno più vivere senza di lei – per così dire – nemmeno un istante. E queste persone che passano la loro vita gli uni accanto agli altri non saprebbero nemmeno dirti cosa s’aspettano l’uno dall’altro. Non è possibile pensare che si tratti solo delle gioie dell’amore: non possiamo immaginare che l’attrazione sessuale sia la sola ragione della loro felicità e la sola forza che li spinge a vivere fianco a fianco. C’è qualcos’altro: evidentemente la loro anima cerca nell’altro qualcosa che non sa esprimere, ma che intuisce con immediatezza. "
-Platone.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alan Humphries, Eric Slingby, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Forever.'
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I due shinigami correvano sulla terra, ma Alan non sopportava tutta quella fatica.
Cadde sulle ginocchia, lamentandosi.
<< Alan! >> Eric lo soccorse, e la bambina sembrava spaventata dalle urla.
<< Sto bene… Lasciami riposare un pochino… >>
Ma le fitte e i lamenti aumentarono, facendo piangere la piccola.
Eric fece sedere Alan contro un muretto, tenendo la bambina con un braccio, sedendosi affianco al ragazzo.
<< Scusa se l’ho spaventata… >>
<< Non devi scu- >>
<< Eric…sicuramente…continuerai a uccidere… >>
Alan iniziò a lacrimare, osservando Eric voltare verso quella figura disgustosa.
Le sue parole furono bloccate, ancora, da quel conte e dal suo demone.
Eric diede la bambina al suo ragazzo, pronto a scontrarsi con quei due.
Alan sorpreso e spaventato, rimane paralizzato, ed Eric si pose davanti al moro e alla piccola, per difenderli da quel demone.
Trattenne i gemiti di dolore, stringendo la piccina.
Eran ostinati a distruggere ancora la sua famiglia, a veder una bambina sola, ancora?
Alan stava odiando ogni secondo di più quel demone, provando pena per quel ragazzino.
Ciel scrutava attentamente la bambina e lo shinigami bruno, pensieroso.
Sofferente a terra con una umana…Un uomo pronto a difenderlo e a rischiare l’ergastolo o di essere cacciato dal dipartimento per lui.
Una famiglia che si sarebbe rotta da un momento al altro…
Proprio come la sua.
Ma d’altronde doveva rispettare il suo compito da cane della regina, come suo padre e suo nonno.
Eric cadde in ginocchio, sentendo le lacrime solcargli le guance. << M-mi dispiace piccoletto…io non riesco…io non riesco a rinunciare a te! >>
<< TI PREGO…RISPARMIA ERIC! >> Urlò Alan, con le ultime forze.
<< Hai preso abbastanza anime, shinigami destinato all’inferno. >>
<< Quel…posto…è solo…per te… >> sussurrò Alan, provando ad alzarsi.
Eric osservò gli sforzi del moro, ascoltando le lacrime strozzate della piccola umana.
<< Metterò fine a ciò. Grazie a te…mi manca solo un’anima. >>
<< Si…otterrai ciò che vuoi, ma sarà la tua anima. >>
Iniziarono a lottare, ancora, sotto lo sguardo perplesso dei due giovani umani e di Alan, senza escludere colpi.
Eric fu graffiato e colpito dai suoi coltelli, ed ogni colpo aumentava la paura nel ragazzo seduto immobile contro il muro.
<< Mi dispiace, la mia anima non serve. >>
<< Come mai? >>
<< Perché la mia anima è già sporca come l’inferno! >>
Tornarono a scontrarsi, e la tensione a salire…
Eric cadde, troppo ferito.
<< Ha continuato…a rompere la promessa per me… La sua anima è corrotta per colpa mia… >> sussurrò in lacrime.
<< Ne serve una…solo una…ED IO LO SALVERO’!  >> urlò il biondo, incapace di alzarsi.
Sebastian aveva vinto…La sega era in mano sua…
Si spostò per colpire lo shinigami, ma Alan si alzò, correndo verso il demone, e spingendolo via con il braccio libero.
<< FERMATIIII! >> Alan cadde, sentendo dolore al braccio sinistro, ma ciò non serviva a fermarlo.
Eric aveva sofferto cosi tanto per lui, ora non poteva abbandonarlo…Lui lo amava davvero.
<< Alan…stai bene? >>
<< Perché…continui a dire cose del genere…avevo detto basta… >>
<< Ma c’è un’anima proprio lì…Ciel Phantomhive… >> Il biondo si rialzò, recuperando la falce e dirigendosi verso il ragazzino.
Ciel spalancò gli occhi, insieme ad Alan, mentre la bimba non faceva ancora che piangere.
Il dolore non voleva lasciare loro tre, ma…non avrebbe potuto vincere per sempre.
Il suo sguardo sembrava perso, sadico, verso il suo obbiettivo.
Ciel e la sua anima pura.
Lo bloccò puntandogli la falce nella carne morbida del collo, pronto a ucciderlo.
Alan si alzò, lasciando la bimba a terra, dietro di se.
<< Ti prego…tesoro…n-non uccidere quel bambino. >>
Eric premette ancora più forte la lama sul collo del conte, ignorando la sua voce.
Era come perso…verso la pazzia.
I loro momenti felici sembrarono volare via. Dimenticati…
Il finale era li?
La bambina gattonò piano davanti ad Alan, verso Eric, pronunciando qualcosa che gli adulti non potevano capire.
Le pupille di tutti furono catturate da quel corpicino in movimento, verso il biondo.
Il demone era più stupido degli altri, capendo qualcosa grazie ai suoi poteri.
Puntò il suo sguardo su Ciel e Eric, poi di nuovo sulla bambina.
<< F-ferma… >> Alan si avvicinò alla bambina, preoccupato, finché non notò la mano di Eric vacillare, fino a lasciare Ciel, per prenderla in braccio.
La strinse al petto, piangendo.
Ormai era distrutto, non riusciva più a pensare.
Non voleva fare più del male…ma non voleva perderlo.
Alan si avvicinò al biondo, per stringerlo a se.
Ciel si strinse al demone, spaventato dalla falce che gli aveva lasciato qualche graffio sanguinante, decidendo di abbandonare quell’incarico.
<< Andiamo, Sebastian. Troveremo una scusa per la regina. >>
<< Ma bocchan. >>
<< Nessun ma. Non toglierò mai il futuro a qualche bambino. Ho anch’io…un buon senso. >>
Ciel si staccò avvicinandosi alla bambina, per baciarla sulla fronte, per poi allontanarsi dai due, che lo osservavano sorpresi, seguito dal demone.
Grell aveva osservato tutto, da un palazzo, con Ronald e William.
Alan si alzò, porgendo una mano al suo ragazzo, e donandogli un bacio, per poi camminare verso una locanda.
Entrarono in una piccola stanza affittata, dove potevano star al caldo e godersi la loro vita, finalmente.
Quel momento era stato terribile per entrambi.
Entrarono, chiudendo la porta  e posando le falci.
La camera aveva le pareti azzurre, un letto con delle coperte blu, un camino e due poltrone.
Eric si sedette sul letto, tenendo la bambina sulle gambe, mentre Alan accendeva il fuoco.
Appena il fuoco iniziò ad emanare calore il moro si sedette vicino ai due, felice di vederli giocare.
Sembravano davvero padre e figlia, secondo Alan.
<< Allora, lei hai dato un nome? >>
Il moro spalanco gli occhi, spalanco la bocca.
<< Okay, lo prendo come un no… >> ridacchiò il biondo, poggiando la bambina sul letto, che iniziò a giocare con un cuscino.
Alan disinfettò e curò le ferite di Eric, con amore, per poi fasciarlo.
La piccola si tirò a sedere con difficoltà, gattonando verso Eric, che la riprese.
<< Non sapevo che nome dargli…e non ho avuto occasioni per pensarci. >> sussurrò il moro, ricoprendo il dorso del biondo.
<< Dai suoi vestiti si capisce che la sua famiglia era nobile. >> Disse il biondo, capendo che l’aveva recuperata dal teatro…quindi lui l’aveva resa orfana.
Alan capì dall’espressione del ragazzo, e cercò di distrarlo.
<< Allora…ehm. Il nome, okay. Idee? >>
<< Perché…non…utilizzare quel nome? >>
<< I fiori che vedemmo la prima volta? >>
<< Esatto… >> rispose Eric, osservandola bambina che gli tirava la cravatta.
<< L’Erica significa solitudine… >> spiegò Alan.
<< Si, ma se ricordo bene mi spiegasti che quella di colore bianco significa ammirazione e la speranza che i sogni si avverino… Non è bello per una bambina? >>
<< Ha-hai ragione. >>
<< Erica… mh… >>
<< Erica White…T-ti piace? >>
<< Proprio come un’aristocratica. >> Eric ridacchiò.
<< In effetti. >> rise anche il moro, mentre la bambina faceva versetti felici, osservandoli ridere.
Più tardi cenarono, dando un passato di carote e zucca alla piccola, anche se faceva qualche capriccio.
A parte trovarsi le giacche arancio, si divertirono, per poi addormentarsi insieme, stremati.
Durante la notte Erica si svegliò due volte, ma il biondo non la sentiva, stanco com’era non riusciva ad alzarsi.
Cosi Alan per due volte, dovette cullarla per tutta la camera, provando al calmarla, sperando che il suo pianto non avrebbe svegliato Eric e tutta la clientela.
Finalmente alle cinque si addormentò, e la ripoggiò a letto, vicino a Eric.
Si avvicinò alla finestra, osservando l’alba.
Sospirò, tornando a osservare le sue due nuove felicità, lui non era più solo.
Si stese accanto, contento, poggiando un braccio intorno alla piccola e al suo ragazzo.
 
TO BE CONTINUED…
  
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