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Autore: _happy_04    28/04/2016    3 recensioni
Conan è arrivato alla soluzione del caso, ed è pronto per mettere fine ai giri dell'Organizzazione Nera, ma c'è un imprevisto: Vodka è andato da Ai per farla tornare tra i corvi... la ragazza accetterà? Questo potrebbe essere il capolinea per il Detective dell'Est...
--tratto dal testo--
"Io non le do' mai retta, ma la mia vocina interiore mi dice che stavolta sarà diverso, che stavolta ci sarà un motivo in più per contrastare e rischiare. O per accettare e tornare al lato oscuro. O forse, più semplicemente, voglio smettere di cercare di mimetizzarmi nel bianco del foglio nonostante io sia il nero di seppia. Forse voglio solo rassegnarmi al fatto che il nero non viene più via dal cuore."
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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  1. La chiave

 

[(Shinichi)]

 

Finalmente mi mollano. Non appena sento le braccia libere dalle prese dei miei compagni, mi precipito verso Ran e verso Sonoko, seguito da tutti gli altri. Ran è in ginocchio accanto alla nostra amica, immobile, come se stesse morendo anche lei.

Non riesco a fare a meno di sentirmi in colpa per quello che è successo a Sonoko. Se non mi fossi immischiato e non avessi coinvolto anche lei in tutto questo, ora probabilmente sarebbe ancora viva. E invece, per colpa mia, lei è morta, ci ha lasciati tutti.

Mi getto accanto a lei e a Ran, cadendo in ginocchio anch'io. Anche se so che è completamente inutile, prendo delicatamente tra le mani il polso della mia amica, come se sperassi di star vivendo solo un brutto sogno.

Purtroppo non è un sogno. È la cruda e vera verità. Lascio ricadere il braccio di Sonoko, mentre tutto il resto di lei rimane immobile e insensibile. Anche le labbra, in perenne movimento, si sono fermate. Sento gli occhi pungermi, anche se l'ultima cosa che voglio è piangere. “Cavoli, no...”

Accanto a me, un sussulto richiama la mia attenzione. Ran è ancora statica, non muove un muscolo, solo la schiena si alza e si abbassa in singulti. “Ran...” Solo ora mi accorgo che, se soffro così io, non posso avere la minima idea di cosa stia passando lei in questo momento. Tra lei e Sonoko c'era un legame speciale, erano come sorelle.

Ran alza in qualche modo lo sguardo, che mi spezza letteralmente l'anima. Nonostante si sforzi di non piangere, ha gli occhi annebbiati di lacrime, sembrano si stiano svuotando lentamente ma inesorabilmente. E la cosa peggiore è che è colpa mia. Ho messo in mezzo Ran e Sonoko, e ora lei ci ha rimesso la pelle.

Non ho neanche il coraggio di chiederle scusa. Cerco di trasmetterle il mio messaggio con gli occhi, perché la voce mi si è impigliata in gola. Poi però Ran non resiste più. E cede.

Crolla su di me, affondando il viso nel mio petto, sfogandosi, buttando fuori tutte le sue lacrime. Sentirla tremare per il pianto contro di me mi fa male, molto più male di quanto potrebbe fare un proiettile nel petto. Ran si è sempre voluta mostrare forte, invincibile, ma ora è fragile come un cuore di porcellana. La stringo fra le mie braccia, pregandola in silenzio di smettere di piangere, di ferirmi così, anche perché i miei sensi di colpa per lei e per Sonoko mi stanno uccidendo.

 

[(Shinichi)]

 

Riuniti quasi tutti nella sala comune, rimaniamo in silenzio, a ripensare a quello che è successo poco fa. Almeno un po', Ran si è calmata, e ha smesso di piangere, anche se trema ancora un po' e il suo sguardo non si sposta da vuoto infinito e silenzioso in cui si è rinchiusa.

All'improvviso, però, un'ombra fruscia contro la stoffa della tenda. Il suono arriva basso e soffuso, ma alle mie orecchie di detective non sfugge per niente. Drizzo in un attimo le orecchie, richiamando l'attenzione di tutti. Concentrandocisi, sembra che anche Hattori abbia percepito qualcosa di strano, e, in pochi istanti, il rumore arriva alle orecchie di tutti. Kazuha stringe la mano di Heiji, rabbrividendo. Dopo gli avvenimenti di oggi pomeriggio è particolarmente tesa, e basta il minimo segno strano a farla spaventare. “Che... che cos'era?” sussurra appena, in un fruscio. Heiji le accarezza la mano, senza distogliere l'attenzione dall'ambiente circostante. “Non lo so, ma niente di buono.” Kazuha impallidisce, stringendo la mano di Heiji fino a far sbiancare le nocche di entrambi.

“Chi ve l'ha detto, che non sarà nulla di buono?”

Una voce elegante e misteriosa risuona all'improvviso. Tutti ci giriamo verso l'entrata, dove c'è una donna dai lunghi capelli biondi e gli occhi di ghiaccio, con un forte lucidalabbra rosso e uno sguardo fiero. Tiene le braccia incrociate sotto il petto, con un'espressione di sfida e il mento alto.

Senza neanche accorgermene, scatto in piedi, mentre Kazuha emette un gemito e si stringe ancora di più a Heiji. “Vermouth! Che ci fai qui?”

“Che accoglienza calorosa, Silver Bullet. Sono felice anch'io di vederti.”

Non so perché, ma l'ironia nella sua voce mi va a toccare i nervi. “Pochi scherzi, Vermouth. Dicci cosa c'è, così finiamo la cosa.”

Lei ha la faccia tosta di avvicinarsi e poggiare le mani sul tavolo. “Ho un paio di cose da dirvi. Cose che potrebbero aiutarti a colpire il cuore dei Corvi, Silver Bullet.”

Queste ultime parole attirano tutta la mia attenzione, facendomi dimenticare in un attimo tutto il resto. Un modo per neutralizzare finalmente completamente gli Uomini in Nero. Sono sette anni che aspetto questo momento, e ora finalmente è arrivato. Sento come una scarica elettrica lungo tutta la spina dorsale. “Avanti, spara.”

Negli occhi di Vermouth scatta una scintilla di soddisfazione. “Felice di sentirtelo dire.” Dopodiché afferra distrattamente un foglio di carta e una penna, scarabocchiandoci sopra qualcosa. Dopo aver finito quella che sembrerebbe essere una cartina approssimata della zona con tanto di tende, comincia il suo discorso rappresentativo: “Voi siete qui.” indica un quadratino sull'angolo in basso a destra del foglio. “C'è un modo molto rapido per distruggere tutto subito, e non è questa stupida sfida. Ci sono alcuni punti strategici, che, se colpiti, sono capaci di far crollare l'intera Organizzazione.”

In pochi istanti, il discorso di Vermouth ha attirato tutti, persino Kazuha, che si affaccia timidamente da sopra la spalla di Heiji.

E io? Devo ammettere che la cosa si fa interessante. Non sembra essere una balla. Anzi, sembra più vero di qualsiasi cosa abbia mai sentito dire a Vermouth/Sharon. E poi... insomma, un modo rapido e veloce di distruggere l'Organizzazione Nera? Sembra una buona opzione. Certo, bisogna vedere di che si tratta, ma in linea di massima il piano si può anche modificare un po'.

“Bene, qui, qui, qui e qui ci sono i punti strategici di cui vi parlavo prima. Colpendo lì, l'Organizzazione potrà definirsi ufficialmente finita.”

I punti di cui parla Vermouth si trovano più o meno agli estremi del foglio. Heiji però sembra piuttosto turbato da quei quadrati storti, in particolare dal più grande di loro. “Scusa tanto, ma... come sarebbero fatti questi palazzi?”

La donna sembra un po' perplessa, ma poi fa mente locale: “Questo piccolo è alto una decina di piani, di cemento, con poche ma grandi vetrate. Questo qui è medio, simile al primo ma un po' più grande. Il terzo è alto meno piani, ma più largo. Questo qui, invece, è il principale, interamente di vetro, alto tra i cinquanta e i sessanta piani.”

Kazuha impallidisce, diventando bianca come un cencio, mentre Heiji sembra starsi strozzando. “Hattori, che...?”

Lui deglutisce e cerca di riprendere la calma. “Credo di averlo già visto.”

“CHE?”

“Ma certo, quando mi hai chiesto, quattro anni fa, di recuperare la biondina.”

La saliva mi va di traverso per la sorpresa. “E tu non me l'hai detto?”

“Non immaginavo che fosse così importante!”

“Non è questo il punto.” taglia corto Vermouth, bloccando la discussione sul nascere. “Dovete mettere fuori uso quei posti, e la vittoria sarà vostra.”

“In che senso, mettere fuori uso?” domanda Ran, prima che Vermouth cambi discorso.

Lei sembra soddisfatta della domanda di Ran, come se aspettasse solo quella. “Io avevo pensato a delle bombe, per dire, all'ingresso, nella sala comandi e in quella delle armi. Tanto dalle finestre non ci si può scappare: sono antiproiettile e antitutto, in pratica. Neanche una bomba aprirebbe quelle finestre. Questo vale per il palazzo grande, per gli altri due basterà bloccare le entrate e le uscite, visto che le sale comandi sono fuori servizio e quelle delle armi completamente vuote.”

“E come si dovrebbe fare per raggiungere questi locali?” Anche Mitsuhiko si sta facendo coinvolgere, anzi, quasi più di tutti gli altri: si è sporto così tanto sul tavolo da oscurare quasi la vista a Ayumi e Genta.

In risposta, Vermouth tira fuori dalle tasche alcuni fogli, che, spiegati, rivelano le piante del terzo e del quinto piano del palazzo maggiore. “Le entrate sono una per lato, su due lati, quelli corti.”

Prendo tra le mani i fogli, analizzandoli bene, cercando di memorizzare tutti i dettagli: tutte le stanze si sviluppano su quattro corridoi che formano un cancelletto dritto. Le stanze in questione sono tutte negli angoli, quindi non sarà difficile ricordare, soprattutto tenendo conto della posizione dell'entrata principale.

Vermouth fa per congedarsi. “Spero sia tutto chiaro. Vedete di non cominare pasticci.”

Si avvicina all'uscita, ma la fermo con un'ultima domanda, che ho sulla punta della lingua da quando ha cominciato a svelare tutti questi segreti. “Vermouth?”

Lei si gira verso di me, fermandosi sulla soglia.

“Perché stai facendo tutto questo per me?”

Vermouth sorride appena, per la prima volta non un sorriso enigmatico, di sfida o perfido, ma un sorriso vero, di fiducia risposta, di richiesta. “Vedi di non deludermi, Silver Bullet.” dice, invece di rispondermi, allontanandosi.

Proprio ora, Shiho emerge dalle stanze della tenda, ma quando vede Vermouth allontanarsi la prende il panico. “No! Perché la state lasciando andare?”

Faccio per chiederle spiegazioni, ma il rumore di uno sparo richiama la nostra attenzione: Gin è sull'uscio della tenda dei Corvi, con una pistola in mano, puntata su Vermouth... che però sta cadendo verso il terreno, silenziosamente ma senza perdere quel suo sguardo fiero, neanche nel suo ultimo istante.

Shiho, disperata, si sporge verso l'esterno, urlando con tutto il fiato che ha in gola il nome della sua amica, bloccata appena in tempo da Mitsuhiko un attimo prima che si lanci fuori dalla tenda, senza smettere di gridare tra le lacrime.

In fondo, neanch'io sono più sicuro, ma so per certo che non tradirò la fiducia che Sharon ha riposto in me.

 

[(Vermouth)]

 

Non appena mi avvicino alla tenda, Gin mi punta una pistola contro, la rabbia negli occhi verdi. “Si può sapere cosa stavi combinando di là?”

“Non sono affari tuoi.”

Ringhiando minaccioso, Gin richiede ancora una riposta, ma mi rifiuto di dargli la soddisfazione di vedermi cadere. Così Gin ricorre alla soluzione più rapida: spara.

Mentre il proiettile arriva e mi scava il cuore però non mi smuovo, e decido di non farmi vedere debole da lui neanche mentre muoio.

Ho fiducia in te, Silver Bullet.


-----------Angolo dell'autrice
Ciao a tutti!!!
eccomi qui con questo nuovo capitolo!!!! non avete idea di cosa ho fatto per stenderlo entro oggi pomeriggio (credo ci sia quasi la cena ad apsettarmi a tavola ^_^)
beh, spero che vi piaccia, e lasciate un commentino se vi va!
bacioni!!!
<3, _happy_04

   
 
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