Pare che
questi remake di mie precedenti raccolte si abbiano da fare. Questa
volta ho
ripescato da qui (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1941535&i=1).
Il giorno in
cui accetta il suo ultimo caso (nell’ambiente, ironicamente,
lo definiscono il
canto del cigno) è il giorno in cui scopre con sua sorpresa
di possedere un
cuore.
“Siamo
giunti a destinazione, signore” lo avvisa l’autista
aprendogli la portiera.
Park
Chanyeol finisce di infilarsi i guanti di pelle nera, aggiustando le
dita
perché calzino alla perfezione. Afferra la valigetta,
raddrizza il bavero del
soprabito e mette un piede fuori dall’elegante berlina con i
finestrini
oscurati, gentilmente messagli a disposizione dal suo cliente.
La villa che
gli si presenta dinnanzi agli occhi è di dimensioni
ragguardevoli, ma il vero
spettacolo è il parco che la circonda: erba curatissima,
siepi artisticamente
potate, alberi in ogni dove e aiuole variopinte disposte lungo il
sentiero di
ciottoli che conduce alla porta d’accesso principale della
casa. Al centro una
fontana in granito, da cui zampilla un getto d’acqua
gorgogliante.
Un giovane uomo
dagli occhi grandi e allungati come quelli di una lince lo accoglie
all’ingresso. Indossa un completo di sartoria grigio
antracite e scarpe di
cuoio così lucide da potercisi specchiare. Sulle lunghe dita
fanno mostra di sé
anelli di varia foggia e dimensione, tutti immancabilmente di cattivo
gusto.
“Huang
Zitao”
si presenta l’uomo tendendogli la mano.
“E’ un piacere conoscerla. Mi segua,
prego”.
Lo studio
dell’uomo -seconda porta a sinistra di un lungo corridoio al
primo piano- è
presidiato da un individuo in total black e giubbotto antiproiettile,
auricolari e pistole (una Beretta 92 e una Glock 17, Chanyeol le
riconosce al
volo) in ciascuna mano. Gli manca la stazza tipica della guardia del
corpo, e
il contegno; il volto gli si illumina in presenza del datore di lavoro.
“Rimani
qui
fuori, Jongdae. Non disturbarci per alcun motivo” gli ordina
Zitao, una mano
posata gentile e fugace sulla sua spalla, prima di chiudere la porta
dietro di
sé. “Si sieda, signor Park. Gradisce qualcosa da
bere?” offre compitamente.
“No,
grazie
lo stesso. Se non le dispiace gradirei che saltassimo i convenevoli e
parlassimo di affari”.
“Come
desidera”.
Il padrone
di casa non fa una piega di fronte ai suoi modi sbrigativi e prende
posto
all’altro lato della scrivania. Tira fuori una busta di carta
da un cassetto e
la porge all’ospite.
Chanyeol la
apre e ne estrae una fotografia. La persona ritratta è un
ragazzo di
incredibile bellezza: un naso che sembra scolpito nell’avorio
più prezioso,
occhi di velluto, capigliatura folta e ben curata. Sorride al fotografo
a
labbra chiuse, l’espressione venata di sottile malinconia e
tuttavia imperscrutabile
di una Gioconda. Una creatura amata dagli dèi, un volto per
cui chiunque
farebbe carte false. Guardandolo, si ha l’impressione (o
l’illusione) che un
bacio rubato a quella bocca di bimbo innocente possa garantire
l’estasi più
completa, e che un rifiuto pronunciato dalla stessa condanni invece ad
una pena
eterna.
Con lui potrei
essere felice si ritrova a
pensare Chanyeol, turbato da
quell’improvviso
sentimentalismo, e rimane in silenzio. Rivolge uno sguardo
interrogativo al suo
cliente.
“Il
mio fratello
minore, Yifan” Zitao ha il sorriso, lo sguardo fissi e letali
di un rettile.
“Desidero che lei, signor Park, lo uccida per me”.
Il giorno in
cui Park Chanyeol, sicario di indubbie professionalità ed
esperienza, accetta
il suo ultimo caso è anche il giorno in cui scopre -con
dolore- di possedere un
cuore. E nello stesso momento sa di averlo appena perduto.
I KrisYeol
meritano più attenzione da parte del fandom, mannaggia.
Anche i TaoChen.
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è siempre mucho gradita: https://www.facebook.com/Il-Genio-del-Male-EFP-152349598213950/.
Bye!