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Autore: dark tears    29/04/2016    3 recensioni
Durante una battaglia Superman ferisce gravemente ed intenzionalmente Joker con il preciso intento di ucciderlo. Batman interviene e prende fra le braccia il criminale, deciso a portarlo al pronto soccorso per salvargli la vita.
*Dal testo*
< Che cosa stai facendo?! >
La sagoma imperiosa e minacciosa di Superman si stagliò d’innanzi ai due uomini, impendendo loro il passaggio. Batman strinse le labbra in un impeto di stizza che non si scomodò a dissimulare
< Cerco di rimediare a quello che hai fatto, ecco cosa sto facendo! >
Replicò caustico in tono di rimprovero, tentando di oltrepassare quella montagna di muscoli e determinazione. Superman intuì il movimento del Giustiziere e scattò di lato bloccando nuovamente la sua avanzata. Fissò l’amico con durezza, lo sguardo severo pregno di autoritaria arroganza
< Mi dispiace, ma non posso permetterti di passare >
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Altri, Batman, Joker
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Saving you
 
 
Una luna opaca e indifferente guardava dall’alto la città di Gotham in quella fredda notte di inizio inverno. Sul tetto del Graysonade’s Building si era appena consumato uno scontro all’ultimo sangue tra il folle Joker ed il valoroso Superman. Il pagliaccio criminale giaceva in un angolo accanto al cornicione di cemento, tremante e con gli abiti e la faccia inzuppati di sangue. Arrampicatosi con uno dei suoi speciali ed infallibili rampini, Batman era appena giunto sulla sommità del grattacielo, intenzionato a porre fine alla lotta cruenta fra l’amico e la sua eterna nemesi. Ma era arrivato troppo tardi. Se ne rese conto immediatamente, appena vide il criminale riverso a terra apparentemente privo di sensi e, dall’altra parte, il supereroe in lento ma costante avvicinamento, intenzionato ad infliggere il colpo di grazia. L’eroe di Metropolis era risoluto a porre fine una volta per tutte alla vita del Joker, lo si leggeva chiaramente nei suoi occhi rossi di collera e di cieca ed implacabile determinazione.
< Clark, noo!! >
L’urlo di Batman squarciò il silenzio della notte, attirando immancabilmente l’attenzione di Superman che tuttavia aveva previsto un simile intervento. Il pipistrello si gettò con impeto sul corpo esanime del pagliaccio, ostacolando in tal modo l’avanzata e le intenzioni dell’altro eroe. Superman rimase gelato, arrestandosi sui propri passi ad una manciata di metri dal suo bersaglio umano.
< Bruce, che ci fai qui? > esclamò lanciando un’occhiata severa all’amico < Ti avevo pregato di non interferire, di lasciarmi da solo con lui >.
Ma Batman non ascoltò una sola parola, impegnato com’era a raccogliere fra le proprie braccia forti e sicure il corpo magro e ferito di Joker. Con sua somma sorpresa, lo vide esalare un rauco e sibilante respiro, riaprendo gli occhi con fatica e portandoli sul viso del suo salvatore nonché eterno nemico.
< Ba-Batsy.. Sei tu?.. >
Mormorò frastornato con un filo di voce, languendo fra gli spasmi di dolore che come lame roventi attraversavano tutto il suo corpo martoriato.
< Sì, sono io > si affrettò a rispondere Batman, sollevando delicatamente la testa al criminale < Dio, sei gelato.. >
Affermò con espressione preoccupata, percependo il freddo di quell’esile corpo attraverso il tessuto della tuta da combattimento. Joker piegò le labbra in un penoso ghigno
< No-non doveva finire così.. Tu, tu avresti dovuto uccidermi, se proprio qualcuno doveva riuscire a farlo >
Il ghigno si sciolse in un sorriso amaro, mentre una lacrima di sangue scendeva giù lungo la guancia ancor più pallida del solito. Batman aggrottò la fronte ed un nodo improvviso gli strinse lo stomaco in una morsa dolorosa. Per quanto la ragione gli suggerisse di odiare e detestare quello spregevole assassino, qualcosa di più profondo e inesplicabile lo costringeva a provare compassione per lui, a desiderare di salvargli la vita ancora una volta.
< Sta calmo, risparmia le energie > disse alzandosi in piedi con cautela tenendolo fra le braccia < Ora ti porto all'ospedale >
< Che cosa stai facendo?! >
La sagoma imperiosa e minacciosa di Superman si stagliò d’innanzi ai due uomini, impendendo loro il passaggio. Batman strinse le labbra in un impeto di stizza che non si scomodò a dissimulare
< Cerco di rimediare a quello che hai fatto, ecco cosa sto facendo! >
Replicò caustico in tono di rimprovero, tentando di oltrepassare quella montagna di muscoli e determinazione. Superman intuì il movimento del Giustiziere e scattò di lato bloccando nuovamente la sua avanzata. Fissò l’amico con durezza, lo sguardo severo pregno di autoritaria arroganza
< Mi dispiace, ma non posso permetterti di passare >
Disse gelido, incrociando le forti braccia al petto in un gesto lento e imperioso. Batman strabuzzò gli occhi, digrignando i denti per la rabbia e lo sconcerto
< Come sarebbe a dire!? >
Rimbeccò fissando l’altro eroe con sguardo di sfida
< Tu lo lascerai qui. È chiaro? >
Il tono di Superman non ammetteva repliche, così come il suo sguardo non lasciava spazio ad alcuna pietà o compromesso. La collera aumentò nella mente e nel cuore di Batman, pompando violentemente sangue nelle sue vene
< Da quando ti permetti di darmi ordini?! >
Esclamò a denti stretti, quando una mano esile e fredda sfiorò tremante il suo mento, richiamando irrimediabilmente la sua attenzione. Gli occhi azzurri ruotarono in basso ad osservare il volto tumefatto di Joker che ora tentava nuovamente di parlare
< La-lascia.. Stare, è finita.. >
< No, non è finita! > urlò Batman veemente, reagendo come d’impulso a quella voce così debole e sibilante da far spavento < Joker, guardami! Resta sveglio, reagisci! > le dita incerte sfiorarono il viso pallido del criminale che respirava in maniera davvero pensosa.
< Clark, levati di mezzo, fammi passare! >
Affermò con una nota di acre disperazione nella voce mascolina e cavernosa.
< No >
Il tono e l’atteggiamento di Superman restavano irremovibili. Sembrava davvero una divinità austera ed intransigente, decisa ad interferire cinicamente con ogni umana volontà.
< Per l'amor di dio, Clark! Sei impazzito?! >
Batman fece un passo verso di lui, premurandosi di non far prendere scossoni al ferito che giaceva fra le sue braccia.
< Sei tu ad essere impazzito Bruce > replicò Superman dando segno di star per perdere la fredda calma che aveva mantenuto fino a quel momento < Ti preoccupi per questo squilibrato, questo.. Abominio della società come se fosse uno di famiglia. Lascialo morire come è giusto che sia >.
A quelle parole, Bruce avvertì un doloroso tuffo al cuore ed un denso fiotto di rabbia salirgli dal fondo dello stomaco come acido rovente
< Chi sei tu per decidere della vita di un uomo?? >
Ringhiò a denti stretti in faccia all’amico
< Chi è lui per decidere della vita di centinaia di persone!? >.
< Noi dobbiamo essere migliori dei criminali che combattiamo, non possiamo permetterci di abbassarci al loro livello >
Gli occhi di Bruce vagarono sul volto granitico dell’altro eroe, che irremovibile commentò senza battere ciglio
< Abbiamo il compito ed il dovere di proteggere i cittadini, i più indifesi >
< Non è uccidendo una persona che se ne difendono altre.. >
Batman incalzò, ma il cipiglio di ostentata perplessità sul volto di Superman lo fece desistere dall’intento di argomentare oltre la sua tesi.
< Una persona?! > replicò enfatico Clark < Un mostro vorrai dire! Eliminando lui salveremo la vita a dozzine di future vittime innocenti >.
Batman scosse con decisione la testa e replicò veemente
< Verrà rinchiuso ad Arkham, non nuocerà più a nessuno >
< Riuscirà ad evadere, come ha sempre fatto > obiettò laconico Superman < E tu lo sai meglio di chiunque altro, ma fai finta di credere il contrario >.
Batman fece per proseguire quell’estenuante botta e risposta, ma una flebile e tremolante voce richiamò nuovamente la sua attenzione
< B-Bruce... >
Joker era ormai allo stremo delle forze, non riusciva più nemmeno ad aprire gli occhi. La sua pallida mano sinistra vagò incerta alla ricerca della guancia di Batman, ma dovette desistere, schiacciata dal peso e dal dolore che ormai si era diffuso in ogni fibra del suo corpo. Bruce afferrò tempestivamente quella mano scheletrica e macchiata di sangue, stringendola nella propria forte e ricoperta dal guanto nero
< Coraggio, resisti! Non ti lascio morire qui >.
Rialzò il capo alla frettolosa ricerca di una via di fuga, ma si scontrò col viso cereo e attonito dell’altro uomo, contratto ora in un’espressione a dir poco allibita, quasi di ribrezzo
< Dio..! Guarda come te lo coccoli e lo rassicuri.. > commentò acido lanciando un’occhiata torva prima al criminale e poi all’amico < Sei disgustoso, Bruce! >.
L’uomo pipistrello fu profondamente colpito da quelle parole così dure e crude, e si domandò cosa ci fosse realmente dietro così tanta ostilità. Fece in modo di non apparire sconvolto né amareggiato, e rinsaldò la presa sul corpo sempre più debole del Joker.
< Non sono come te > rispose fissando l’amico negli occhi ed alzando il mento in un’espressione altera e orgogliosa < Io ho un codice etico da rispettare e.. >
< Tutte scuse! > gridò irruento Superman senza lasciare all’altro il tempo di finire la frase < Non incanti più nessuno con la storiella dei tuoi nobili e rigorosi principi che ti impediscono di uccidere. C’è ben altro dietro le tue azioni >.
Bruce aggrottò la fronte con aria interdetta, davvero non capiva
< Cosa vuoi dire? >
Domandò con tono sospettoso, assottigliando gli occhi da dietro la maschera nera. Clark rispose d’impulso, senza esitazione; sembrava quasi che non vedesse l’ora di vomitare fuori quelle insinuazioni che doveva covare dentro da parecchio tempo
< Tieni più a lui che a Gotham. Tieni più a lui che a me >.
Spiazzato da quella reazione e dalla durezza di quelle parole, Batman sgranò gli occhi e riuscì a balbettare una debole replica:
< Ma.. Che stai dicendo!? >.
Superman non rispose a quella domanda inutile e retorica, bensì continuò in quello che a tutti gli effetti era un doloroso sfogo di rabbia e frustrazione represse.
< Sai che ti dico Bruce? > esclamò con voce acuta fissando con durezza il volto mascherato dell’altro < Va bene, passa! > si spostò di lato, accompagnando le parole ad un ampio ed eclatante gesto della mano < Porta quello psicopatico all'ospedale, salvalo per l'ennesima volta. Ma poi non venire a piangere sulla mia spalla quando evaderà e mieterà la prima vittima di una nuova, lunga serie > strinse forte le labbra carnose, indeciso per un attimo se proseguire o arrestare il fiume in piena delle sue parole, ma alla fine l’impulso ebbe la meglio < Spero solo che il senso di colpa ti schiaccerà, così da farti rimpiangere amaramente questa notte. La notte in cui hai avuto la possibilità di fare la differenza e l’hai sprecata in nome di un attaccamento morboso e malato >.
Batman lo fissò basito, non poteva crede a quello che aveva appena sentito. Fosse stata qualsiasi altra situazione, non avrebbe esitato a rispondere per le rime per poi affrontare la questione con maggior dedizione e serietà, cercando di scavare a fondo nei pensieri dell’amico, andando oltre quella barriera di parole ciniche e velenose che dovevano nascondere per forza qualcos’altro. Adesso però non vi era il tempo. Joker continuava a perdere sangue e Bruce avvertiva quell’esile corpo farsi sempre più debole e pesante. Ancora pochi minuti e sarebbe morto. Il confronto ed il chiarimento con l’amico dovevano aspettare, sarebbero venuti in un secondo momento, sempre ammesso che una riappacificazione fosse mai possibile.
< ..Hai finito? >
Domandò freddamente Bruce, deciso a liquidare la faccenda il prima possibile. Superman stirò le labbra in una smorfia quasi disgustata, ma decise che era meglio tagliar corto e farsi da parte, prima di cedere alla tentazione di strappare Joker dalle braccia di Bruce e finirlo con le proprie mani.
< Sì, tranquillo. Ho finito > replicò con altrettanta freddezza < Non ti rubo altro tempo prezioso, ti lascio andare con il tuo prezioso amico fra le braccia >
< ... >
< Ah, sai una cosa? > aggiunse in risposta all’improvviso mutismo dell’altro < Su una cosa ha ragione lui: voi due vi completate a vicenda, siete fatti l'uno per l'altro >
Detto questo, si voltò di scatto senza dare a Batman il tempo di replicare e finalmente spiccò il volo, schizzando in alto verso il cielo nero e sparendo alla vista in un lampo.
Bruce tentò di seguire con gli occhi ancora sgranati per l’amara sorpresa la scia di blu e rosso disegnata dal volo dell’altro eroe, ma dovette desistere dopo pochi secondi, scoraggiato dalla velocità sovrumana e dalla coltre di dense e minacciose nubi disseminate nel cielo. Con un pesante sospiro riabbassò mestamente lo sguardo, portandolo sul Joker agonizzante e ricoperto di sangue. Non c’era più un attimo da perdere. Strinse le labbra e rinsaldò la presa, premendo istintivamente il viso del criminale contro il proprio petto.
< Non ti lascio morire, te lo prometto >
Disse in un sussurro appena percettibile, prima di agganciare alla cintura il rampino con il quale era salito sul tetto e calarsi giù lungo i trentaquattro piani del grattacielo.
  
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