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Autore: LadyGio99    29/04/2016    3 recensioni
Che diavolo ci fai qui?”
“Per prima cosa mi presento: Io mi chiamo Donquijote Corazon, sono il nuovo clown dell’ ospedale e sono entrato per sapere se ti serviva un po’ di compagnia”
(Law and Corazon/ AU)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donquijote Rocinante, Trafalgar Law
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci arrivati alla fine di questa storia.
Ringrazio Cola23, Elly_Chan18 e ale90.
Ringrazio vivamente chi ha letto la storia. Significa veramente tanto per me.
Spero che la fiction vi sia piaciuta.
Buona lettura.
LadyGio99

 


Con il passare dei giorni, Corazon, con il pensiero di prendersi cura di Law e di rimetterlo in salute al più presto, si ritrovò a trascorrere molto più tempo con il bambino che ormai lo accoglieva sempre a braccia aperte.
Il loro rapporto cresceva sempre di più nonostante entrambi, avevano l’abitudine di nascondere agli occhi dell’ altro le loro emozioni. Ma non potevano farci nulla.
Law non era un bambino espressivo e Corazon aveva paura di dire la sua.
L’ orso di peluche e il capello erano diventati molto cari al bambino come oggetti, e come se non bastava, Cora – San aveva regalato a Law una nuova maglia, gialla e nera con un grande stampo al centro che raffigurava uno smile. Anche se non lo aveva detto direttamente, il piccolo adorava tantissimo quella maglia, non perché gli piaceva la faccina sorridente o il tipo di indumento, ma perché era stata una persona speciale a regalarglielo.
Erano tutti e due felici e le buone notizie (come le ustioni di Law che stavano guarendo) non tardavano a arrivare ogni giorno. Tutto sembrava procedere per il meglio e per il bambino e l’ uomo che dopo tanto tempo di sofferenze, le cose sembravano ristabilirsi.
Ma l’allegria non durò per molto.
Un pomeriggio infatti, Cora – San non si presentò al suo solito appuntamento con Law. Il bambino rimase a aspettarlo per molto tempo, senza perdere di vista le lancette dell’ orologio muoversi. Trafalgar aspettò in vano ma Corazon non si fece vivo.
Nemmeno nei giorni successivi.
Fu un duro colpo per il piccolo Law, si rese conto di essere stato di nuovo abbandonato e questa volta, le possibilità che qualcun’ altro si sarebbe avvicinato a lui erano veramente poche. Come era stato così cieco!. Come diavolo gli era passata per la testa l’ idea che poteva credere in qualcuno, di sentirsi amato. Law cercò di scacciare dalla mente i brutti pensieri e cercò di prendere sonno, ma anche durante la notte, fu assalito da infinite nostalgie ripensando ai momenti che aveva passato con Cora – San e le sue angosce verso il futuro.
Solo dopo, si convinse che l’ unico modo per tornare ‘forte’ come prima era di dimenticarsi di Corazon, ormai per lui quell’ uomo non valeva più nulla, lo aveva tradito. Al diavolo quello stupido patto.
“Ti odio” furono le parole che uscirono dalla bocca di Law, non gli importava se era solo oppure se parlare da soli era da idioti, ma aveva bisogno di sfogarsi in qualche modo e con quel ti odio aveva liberato un macigno pesante dentro di lui.
Il bambino riuscì in seguito a prendere sonno cercando di dimenticarsi Corazon. Non gli importava più nulla di lui ormai, era solo una persona come le altre, uguale a cento mila.
Il giorno seguente, Trafalgar non ricevette un risveglio piacevole. A toglierli il sonno infatti fu il suono insopportabile e acuto dell’ ambulanza che rientrava nell’ ospedale e il rumore del carrello che passava velocemente e rimbombava nei corridoi semi vuoti dell’ edificio.
Il bambino sentì tutto, e con il suo udito cercò di ascoltare tutti i rumori che si frapponevano tra di loro cercando anche di distinguerli. Avvertì la barella passare proprio davanti la sua stanza dopo un brusco rumore che lo aveva fatto saltare per lo spavento e attraverso il vetro, non poté fare a meno di notare un gruppo di medici indaffarati che parlavano fra di loro, così forte che riusciva a sentirli. Forse era successo una disgrazia a un povero malcapitato.
Visto che fare il medico, era uno dei sogni di Law, il bambino moriva dalla voglia di andare a vedere cosa stava succedendo e non gli interessava se i medici gli avrebbero risposto male. Anzi, aumentava la sua determinazione. Ma non poté fare a meno di saltare giù dal letto non appena alle sue orecchie arrivò il nome: Donquijote Rocinante . Alias Corazon.
 
Il bambino non perse tempo e si catapultò sui medici “Che cosa succede?” gridò preso dal panico “Che fai tu in piedi” lo rimproverò un medico “Torna nel tuo letto!!” “Sta zitto e rispondi alla mia domanda!” ordinò Law senza farsi intimorire “L’ uomo sulla barella.. chi è? Come si chiama?” “Non sono affari che ti riguardano!!” continuò il medico che iniziava a perdere la pazienza.
Con la punta dell’ occhio Trafalgar vide il carello e notò che non era andato molto lontano, doveva raggiungerlo prima che entrava in stanza. Corse il più veloce  che poteva mentre i medici lo inseguivano, quando lo raggiunse, notò una mano che penzolava dal lettino in movimento, una maglia a cuori, i capelli color grano.
“CORA – SAN” urlò così forte che tutto l’ ospedale lo sentì. C’ era veramente Corazon su quell’ lettino, i medici non stavano mentendo.
“Cora – San! Cora – San! Ti prego rispondimi!” “Togliti di mezzo” gli fece un medico in modo cattivo “Dobbiamo medicare questo paziente!” “No. Non me ne vado” improvvisamente sentì un dottore afferrarlo e sollevarlo.
Nonostante il piccolo provò a ribellarsi, non ci riuscì e finì per esaurire le forze e l’ uomo vinse, così finì per riportarlo nella sua stanza dove questa volta lo chiuse a chiave per non farlo uscire. Il bambino rimase a dare calci e pugni alla porta per più di un’ ora, finendo così, a terra stremato con le nocche rosse e spellate assieme alle mani doloranti per i colpi forti che aveva dato.
Si accasciò a terra, con la schiena appoggiata alla tavola di legno con le ginocchia al petto pensando a Corazon. Era evidente che quell’ uomo sulla barella era lui. Ma perché era lì? Che cosa ci faceva?.
La si ritrovò tormentato da milioni di domande a cui non sapeva dare risposta che gironzolavano senza sosta nella sua testa. Law temeva il peggio e iniziò a maledirsi per aver pensato male di quell’ uomo. Se era mancato per diversi giorni, non era detto che l’ odiava e che non voleva più vederlo, ma forse, aveva avuto un imprevisto che lo aveva tenuto lontano da lui.
Non riusciva più a togliersi dalla testa Cora – San insanguinato.
Il suo cuore non si fermava.
Le sue paure non passavano affatto.
Solo qualche giorno più tardi Law tirò un respiro di sollievo. Un medico entrò nella sua stanza e lo invitò a seguirlo. “Dove andiamo?” domandò “Una persona vuole vederti” rispose l’ uomo senza nemmeno guardarlo.
Non appena il bambino seppe la notizia, l’ unica persona che apparve nella mente di Law era solo una: Corazon. Trafalgar, senza nemmeno pensarci due volte scansò di torno il medico che occupava il piccolo corridoio ignorando i suoi urli che rimbombavano nell’ ospedale e raggiunse la sala dove si trovava il clown.
Lo trovò immerso sotto delle coperte bianche, avvolto da diversi tubicini che si infilavano nella bocca e gli coprivano il viso. Accanto a lui c’era una strana macchina che Law non aveva mai visto ma che emetteva dei suoni insopportabili. Bip – bip, simile a quello di una sveglia.
Si avvicinò a lui molto lentamente, temendo di poterlo svegliare.
“Ehi” disse a bassa voce “Cora…sono io..Law”. Nessuna risposta.
Notò che il letto dove si trovava Cora – San era troppo alto per lui, così si limitò a afferrargli una mano che penzolava fuori dal lettino. Si limitò a tenerla stretta sperando che poteva sentire il suo tocco e di vederlo riaprire gli occhi. Ad un tratto, sentì le dita che aveva nella stretta muoversi. Prima una volta, dopo due, fino a che non sentì una voce dire il suo nome. Emetteva un suono debole ma molto chiaro “Law”. Il bambino spalancò gli occhi. Non riusciva a crederci, aveva detto il suo nome. “Cora – San!!” esclamò il bambino mettendosi sulle punta per cercare di vedere meglio l’ uomo “Cora – San! Cora – San!” continuava a chiamarlo.
 
Prese un piccolo sgabello che si trovava in un angolo della stanza e ci salì sopra per rivedere il amico. Non appena il biondo vide il faccino sorridente ma altrettanto coperto dalle lacrime, un sorriso gli scappò. Uno puro e semplice, uno bellissimo che ricordava quello di un clown nonostante non era truccato.
“Ehi campione” lo salutò “perché stai piangendo?”.
Law non riuscì a trattenersi e iniziò a piangere più forte mentre una mano debole si posava sul suo capello  "Cora-San! Dannato idiota dove ti sei andato a cacciare?! " "Mi dispiace Law" fu quello che riuscì a dire "Mi dispiace se ti ho lasciato solo per tutti questi giorni,  ma avevo un conto in sospeso con mio fratello " "Quello di cui mi avevi parlato l'altra volta? " "Si proprio lui. Non volevo dirtelo ma lui... è un criminale molto ricercato.
Non lo rivedevo da molto tempo e il mio desiderio non poteva essere che questo visto che non lo consideravo più come la mia famiglia. Tuttavia,  quando sono venuto a sapere che si era spostato in una città non molto lontano da qui sono andato da lui perché una voce dentro di me mi diceva che dovevo rincontrarlo e magari non giudicarlo per quello che era diventato.
Mi sono fidato di quella voce e sono andato da lui. Credevo che nel suo cuore poteva esserci un briciolo di bontà ma non era così. Allora mi sono messo d'accordo con la polizia e per un po' di tempo ho fatto l'infiltrato nel suo clan. Alla fine l'intento della polizia è riuscito e Doflamingo è stato arrestato. E qualche giorno fa,   mentre tornavo all'ospedale. Un uomo che a quanto pare faceva parte del clan di mio fratello mi ha sparato.
Ed ecco come sono finito qui.
Law perdonami.
Scusami se non sono più venuto e ti ho lasciato solo. Scusami se non ti ho parlato di mio fratello,  ma come ti ho detto,  mi vergono a possedere il suo sangue".
"Sai cosa me ne frega delle tue assenze Cora - San? " disse Trafalgar mentre le lacrime gli sgorgavano dagli occhi e del muco abbondante gli usciva dalle narici "Io non voglio che tu muoia!  Me lo prometti che vivrai? ".
Per un attimo il biondo chiuse gli occhi e fece un respiro profondo,  il bambino temette il peggio,  ma per fortuna,  era ancora vivo "Non posso prometterti niente " gli rispose il clown con molta difficoltà nel pronunciare le parole "Che diavolo significa? " "In questo momento sto combattendo tra la vita e la morte.
Questa volta non so se riuscirò a cavarmela " "No Cora - San!! " protestò Law "Tu non puoi morire. Io altrimenti resterò solo e poi non so cosa dovrò fare!!". Improvvisamente Corazon con tutta la forza che aveva strinse la manina del bambino "Non dire così. Che fine ha fatto il bambino forte che ho incontrato la prima volta? Ascolta... se io dovessi morire,  ti prego,  non perdere il tuo carattere e la tua forza di volontà. Segui i tuoi sogni,  sii sempre libero e non farti comandare da nessuno. Tu sei padrone di te stesso. Promettimelo va bene ".
In quel momento la porta si aprì e apparve un medico che ordinò al piccolo Law di lasciare il paziente riposare "No" urlò il bambino "Io non ho alcuna intenzione di lasciare Cora - San!! " "Fa come ti dice" disse il biondo pacato,  forse derivante dalla sua debolezza.
A lui,  Law diede ascolto. A malincuore lasciò la stanza,  sperando che in seguito,  le loro strade si sarebbero rincrociate.
Molti giorni si susseguirono dopo l'ultima visita che Cora - San aveva fatto a Law.
E lui non tornava.
Nessuno entrava e gli dava le notizie di Corazon. Non passava giorno in cui pensava a lui e la sua salute.
Ma un giorno,  quando era mezzo addormentato sentì la porta aprirsi e una voce famigliare chiamarlo per nome. Il bambino si voltò subito "Cora-San!! " gridò buttandosi su di lui.
Lo trovò pieno di fasciature e si reggeva in piedi a malapena grazie a delle stampelle.
“Visto?” disse facendogli l’ occhiolino “Te lo avevo detto. Non puoi dire che non mantengo le promesse” “Su questo è sicuro”. Finalmente si sentirono veramente uniti e Corazon gli propose di andare a vivere con lui. Il piccolo ovviamente accettò.
Fu la prima volta che Corazon vide sorridere veramente Law.
E il bambino rimase convinto che il sorriso di Cora – San era il più bello.

 


FINE
   
 
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