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Autore: Moony91    08/04/2009    0 recensioni
"Lì si fermò qualche secondo ad occhi chiusi ad odorare il profumo dei fiori che circondavano quel piccolo spazio verdeggiante. Sentiva le lacrime affiorare per la gioia e per la malinconia: si ricordava perfettamente quando sua moglie con santa pazienza aveva dato origine a quello sprazzo di paradiso terrestre, coinvolgendolo nel piantare tutte quelle creature. Si diresse verso il cespuglio di rose rosse: erano nel momento di massimo splendore. monsieur Hoberaux ne recise una e se la pose nel taschino odorandone prima la corolla. Ora si sentiva davvero pronto: guardò verso l’alto sorridente come sempre e visibilmente emozionato."
Genere: Romantico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel nostro giardino ti rincontrai

 

Quella mattina primaverile, quasi estiva, monsieur Hoberaux non sentiva minimamente il peso della vecchiaia: provava infatti un’insolita sensazione di felicità, si sentiva rigenerato, come se durante la notte il suo corpo avesse subito una trasformazione.
Appena alzato dal letto andò verso lo specchio della sua camera, dapprima il suo sguardo scivolò con affettuosa nostalgia sul viso di lei, là sul comò, sormontato dalla discreta cornice argentea, poi iniziò ad osservarsi attentamente: non notava nessun cambiamento apparente. Le rughe che gli rigavano il volto da ormai più di trenta anni erano ancora lì a sbeffeggiarlo, ricordandogli la sua veneranda età. Si tastò con le mani come per assicurarsi di essere ben consistente, si portò all’indietro i pochi e canuti capelli ormai stopposi che ancora aveva sul capo per poi rimanere fisso sul suo stesso sguardo riflesso nella superficie lucida dello specchio. Quella mattina gli sembrava di avere uno sguardo più profondo del solito: i suoi occhi, normalmente di un colore tendente al grigio, quel giorno erano di un azzurro intenso simile al colore di un cielo turbinoso, trasmettevano uno strano senso di superiorità e di onniscienza, nonché di tranquillità interiore.
Per il tempo necessario a quell’accurata osservazione monsieur Hoberaux aveva provato una lieve inquietudine, specialmente nella diversità dello sguardo, ma subito la felicità e quel senso naturale di leggerezza avevano di nuovo riempito il suo cuore.
D'altronde era sempre stato un individuo insolito il signor Hoberaux. Avvertiva un sincero e innato amore per la vita e per ogni sua manifestazione, la rispettava in qualsiasi forma gli si presentasse e, cosa davvero straordinaria, lo faceva con una semplicità fuori dal comune.
Quella calda mattinata con la sua solita gaiezza, fiero del cambiamento dello sguardo, dopo aver consumato un’abbondante colazione, si vestì con insolita cura. Indossò un completo bianco di cotone finemente lavorato e una camicia di seta nera coronando il tutto con un paio di scarpe di pelle appena lucidate, un cappello di paglia anch’esso bianco con una banda di tela nera e infine un bastone da passeggio nero con il pomello argentato che raffigurava la testa di un cavallo.
In quel giorno per lui tanto importante aveva deciso di vestire l’abito preferito dalla moglie.
Poco dopo scese nell’ingresso e prese lo scatolo rettangolare chiuso con un grosso fiocco rosso poggiato sul tavolo. Fu poco prima di uscire nel giardino. Lì si fermò qualche secondo ad occhi chiusi ad odorare il profumo dei fiori che circondavano quel piccolo spazio verdeggiante. Sentiva le lacrime affiorare per la gioia e per la malinconia: si ricordava perfettamente quando sua moglie con santa pazienza aveva dato origine a quello sprazzo di paradiso terrestre, coinvolgendolo nel piantare tutte quelle creature. Si diresse verso il cespuglio di rose rosse: erano nel momento di massimo splendore. monsieur Hoberaux ne recise una e se la pose nel taschino odorandone prima la corolla. Ora si sentiva davvero pronto: guardò verso l’alto sorridente come sempre e visibilmente emozionato.
Improvvisamente la luce solare si fece più forte avvolgendolo, ma lui non ne venne abbagliato, anzi era come se lo rifornisse di energia.
Poi la vide, sopra di sé che scendeva delle scale invisibili c’era sua moglie con indosso una candida veste lunga, liscia. Assomigliava ad una sposa. Il signor Hoberaux trovò che fosse di una bellezza disarmante, non seppe se era una sensazione provocata dal fatto che erano ormai sette anni che non la vedeva, ma si rispose che in fondo la cosa non lo interessava più di tanto: lei gli sorrideva e questo bastava a fargli dimenticare tutti i problemi che aveva.

-Ciao mio Pierre..-
Lo salutò lei con una voce che giunse alle orecchie di lui leggermente vellutata.
-…sono venuta a prenderti-
Gli riferì con un sorriso angelico rimanendo un gradino sopra l’uomo.
-Ti aspettavo mia dolce Marianne-
-Ho notato, ti sei messo il mio vestito preferito-
Rispose lei imbarazzata come al primo appuntamento.
-E ti ho anche portato i tuo cioccolatini preferiti-
Annunciò lui raggiante.
-Ti ringrazio infinitamente mio amato, ma questi lassù non ci serviranno…-
Gli porse la mano, Pierre la strinse e la raggiunse sul gradino invisibile e non resistette alla tentazione di stringerla a sé; i due rimasero lungamente a perdersi l’uno nello sguardo dell’altra.
-Ora puoi del tutto affidarti a me…-
Gli sussurrò lei, interrompendo quel silenzio.
-E’ quello che ho sempre fatto…-
Replicò lui con le lacrime agli occhi per la contentezza.
Fu allora che lei si avvicinò, baciandolo lievemente e, proprio in quell'istante, vennero inondati di una luce divina che li fece scomparire.

   
 
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