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Autore: Anya_tara    29/04/2016    2 recensioni
kardia cavagliere di scorpio si ritrova in una situazione imbarazzantre oltre ad essere l'unico suo sogno.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Degel, Sasha, Scorpion Kardia
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Finalmente un po’ di pace.
Kardia di Scorpio versò l’ultima secchiata di acqua calda nella tinozza. Sfilò la corta tunica, pronto ad immergersi; quando un mugolio sordo, quasi quello di un animale ferito, riecheggiò tra le mura del suo Tempio.
Subito corse fuori: stava forse accadendo qualcosa di terribile … non si poteva mai stare troppo sicuri di niente … ma appena giunto all’entrata della sua Casa, si rese conto che di terribile c’era solo lo stato del suo amico Dégel di Aquarius.
Sembrava uscito da uno dei bassifondi del villaggio. Stropicciato, gli abiti sempre così impeccabili stazzonati, i capelli dello stesso colore delle foglie dei gigli in disordine, lo sguardo vacuo, i gesti scoordinati.
<< Dégel? >>.
<< Oh, amico … >>.
<< Ma che hai combinato? Sei ubriaco? >>.
<< Nahh … ho bevuto … solo un goccetto … con Manigoldo … >>.
<< Eh, e ti pareva! >>. Kardia sospirò, scuotendo la testa; e infilato un braccio sotto le ascelle del compagno lo tirò su, trascinandolo fino dentro la sua casa.
<< Vieni, magari con un po’ d’acqua ti senti meglio >>. Gli prese un braccio, e lo tirò con dolcezza trascinandolo nella stanza da bagno. Il vapore aveva riempito la camera di una fitta nebbia umida.
Kardia si accinse all’opera di spogliare l’amico sbronzo marcio. << Io non riesco a capire. Ridursi in questo stato … un cavaliere d’Atena … ubriaco fradicio >>. Slacciò la camicia, e il poveretto sembrava quasi incosciente; ma appena portò le belle mani alla cintura, due morse ferree come ceppi gli bloccarono i polsi. Rialzando lo sguardo, Kardia si accorse che gli occhi del compagno erano tornati fermi e consapevoli, brillanti e lucidi, ma non di febbre. Come avesse smaltito la sbornia all’istante.
<< Non farlo. Non ti piacerebbe >>, disse.
Kardia lo guardò esterrefatto. << Ma cosa dici … sei ubriaco, riprenditi >>.
<< Non lo fare. Se lo fai sarà a tuo rischio e pericolo >>.
Il Santo dello Scorpione scosse la testa, e si accinse a continuare il suo lavoro. << Vedrai, con un bagno ti passeranno tutte queste sciocchezze … ma, oddei … Dégel … cosa fai? >>.
<< Penso a te. Alle tue mani. Alla tua pelle. Ai tuoi capelli. Alla tua bocca … >>. Gli afferrò la nuca attirandolo a sé.
Il petto di Kardia si gonfiò di un sospiro tremante, mentre le sue labbra si univano a quelle di Dégel che gliele schiuse infilando dentro la lingua.
<< Oh … Kardia … >>. Risucchiò l’aria tra i denti, accarezzandolo come una piuma.
La morbidezza viscosa della bocca era pari a quella vellutata delle mani, che presero quelle di Kardia per portarle sul proprio petto. Le fece scorrere fin sui fianchi, e più giù, sulle ossa solide del bacino, e ancora più in fondo, dove le richiuse a coppa sul proprio sesso, duro e gonfio. Lo stesso che aveva strappato a Scorpio quell’esclamazione.
<< Penso a te … continuamente … >>. Dégel s’inarcò, sospirando mentre stringeva le dita di Kardia su di sé, sul suo punto più caldo. << Kardia … ti prego … >>.
Gli leccò le labbra, le spalle, la gola. << Kardia … >>.
Rotolò mettendolo sotto e gli allargò le cosce lattee insinuandosi nel mezzo.
Ora fu Kardia ad inarcarsi, con un sospiro.
E si portò le mani al petto.
<< Kardia? >>, lo chiamò Dégel.
<< Il … cuore … >>, mormorò in un sussurro strozzato.
 
 
<< Kardia! >>. Dégel si tirò su immediatamente, prendendogli il volto tra le mani. << Kardia, per gli dei, rispondimi! >>.
Aveva le guance in fiamme, gli occhi chiusi. Dégel si chinò a sentire se respirava ancora.
E si ritrovò col loro dell’orecchio catturato tra i denti del compagno. << Ah! Kardia! >>.
Il cavaliere di Scorpio sorrise maligno. << Paura, eh? >>.
<< Ma sei scemo? Un altro po’ e veniva a me, un colpo! >>.
<< Così impari >>, replicò Kardia mostrandogli la lingua. Dégel colse l’occasione al volo attirandola nella propria bocca e allacciandola alla sua.
<< Kardia! >>. Una vocina risuonò nel vestibolo interno; i due si staccarono di colpo, neanche fossero loro, due bambini pescati in flagrante.
<< Dove sei, Kardia? >>. Lo sguardo attento di Sasha si fece sospettoso. << Che state facendo? >>.
<< Chi, noi? No, niente! >>.
La dea bambina si avvicinò e annusò la giacca di Dégel. << Ma tu puzzi! >>, esclamò, con aria schifata. << Cosa caspita hai bevuto? >>.
<< Ma solo una goccia … >>.
<< Dì pure una botte! Esigo che si cambi immediatamente, un cavaliere di Atena deve mantenere un certo contegno! >>.
Detto da quella pulce in camicia da notte rosa con cuffietta tutta pizzi e trine abbinata era alquanto dura da mandar giù. Come il fatto di essere stati interrotti sul più bello.
<< Cos’hai in tasca, Dégel? Mi hai portato un regalo? >>.
<< Nooooo! Non, cioè, no, mia Dea. E’ soltanto l’astuccio degli occhiali >>. S’alzò, sforzandosi di mantenere appunto un certo contegno. << Con permesso >>.
 
 
Rimasti soli, Sasha tornò a concentrarsi sulla sua “vittima preferita”, il cavaliere di Scorpio. << Kardia, vieni a giocare con me? Shin mi ha appena regalato delle meravigliose bambole, ma mi serve qualcuno che faccia loro le trecce! Albafica come sempre si rifiuta di aiutarmi … col pretesto che è velenoso! E invece è impegnato con le sue rose >>, sbuffò la Dea bambina.
Ma Kardia era impegnato, a percepire il messaggio che Dégel gli stava inviando attraverso il cosmo. “ Ti aspetto stanotte, mon coeur “.
Kardia lanciò un’occhiata fuori dalla finestra. Il crepuscolo … tra poco sarebbe calata, la notte.
La loro notte.
Oddei …
<< Kardia? >>, lo chiamò Sasha.
<< Sì, mia Dea? >>.
<< Anche tu porti gli occhiali? >>.
<< No, ovviamente >>.
<< Allora … perché >>, e qui fece una faccia che aveva poco della ragazzina e della Dea. << Hai un astuccio in tasca anche tu? >>. 
   
 
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