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Autore: Ice_DP    29/04/2016    2 recensioni
Tutti sanno che Portuguese D. Ace, prima di diventare il comandante in seconda della flotta di Barbabianca, ha cercato in tutti i modi di farlo fuori. Non ha risparmiato nemmeno la scelta più assurda che potesse venirgli in mente, architettando in ogni dettaglio i suoi piani, con i quali ha attentato alla vita del capitano della flotta più potente del mondo.
Inutile dire che tutti, dal primo all'ultimo, hanno fallito miseramente.
Tra avvelenamenti, oggetti volanti non ben identificati e tentativi di buttarlo in mare, alla fine Ace scoprirà che c'è un modo più semplice per poterlo annientare definitivamente.
[Comunicazione di servizio: molti capitoli potranno risultare stupidi oltre ogni misura ed aspettativa, andando oltre a qualsiasi soglia di logica e decenza]
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Barba bianca, Ciurma di Barbabianca, Portuguese D. Ace
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le imbarazzanti avventure di Ace'
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100 modi per uccidere Barbabianca


#16 Gioco di carte

 

Ci aveva provato con Marco, ma la cosa non era andata affatto a buon fine. Così Ace non si era dato per vinto, e aveva progettato di traviare qualcun altro; qualcuno con lo spirito, forse, meno forte di quello del Primo Comandante. Ed era così che si era ritrovato a giocare a carte nel pieno della notte, sul ponte buio, fatta eccezione per alcune candele che lui stesso si era preso la briga di accendere. Al freddo per colpa di quel caspita di vento che si era alzato da mezz’ora buona. Con Satch.

“Tocca a te fiammifero!” esordì quello, visibilmente brillo.

Quella volta Ace aveva fatto in modo che le difese del suo avversario fossero nettamente più basse della volta precedente. E cosa, meglio del buon vecchio alcol, poteva rendere un uomo più vulnerabile? E, soprattutto, manipolabile?

“Tiè” disse con un velato disprezzo, lanciando la carta sul tavolo con sdegno. Sapeva che non era importante che vincesse, anzi, più l’avrebbe tirata per le lunghe e più possibilità avrebbe avuto di uscirne vittorioso, ma era davvero sfortunato.

Satch proruppe in una grossa risata.

“Oh ho carissimo, mi sa che hai perso!” era tutto gongolante e rosso, e si lanciò in una specie di balletto improvvisato.

Ace colse il momento. Si alzò di fretta, con la scusa di andare a sorreggere il barcollante cuoco, e lo diresse verso la cabina del capitano.

Satch non si oppose e si lasciò trascinare, sentendosi dire parole all’orecchio che però non riusciva a comprendere troppo bene.

“Il capitano…coltello…dorme…notte…” quelle le aveva sentite distintamente, ma non capiva quale senso logico avessero. Non riusciva minimamente a collegarle tra di loro.

E intanto Ace continuava con la sua tiritera, sorridendo perché convinto di avercela fatta, questa volta.

“Eccoci” disse tutto felice, una volta che furono arrivati davanti alla camera di Barbabianca.

“Dove?” chiese il cuoco, guardandosi freneticamente intorno, non riuscendo a mettere bene a fuoco cosa lo circondasse.

“Adesso vai e fai quello che ti ho detto!” lo incitò il moro, spingendolo verso la porta. E fu in quell’attimo che Satch rinsavì, sgranando gli occhi e mettendo tutti i tasselli al loro posto.

“Tu…il capitano…il coltello…” ragionò, per poi scoppiare a ridere fragorosamente.

“Non ci pensare nemmeno!” rise ancora, allontanandosi quasi zoppicando a causa dell’alcol che gli girava in corpo.

“Non ci posso credere, stava cercando di…di…insomma, io uccidere il babbo!” quelle parole accompagnarono il Quarto Comandante finché non si dileguò per il corridoio, lasciando Ace da solo con la sua rabbia per il misero piano appena fallito.

Decisamente, quella ciurma era davvero difficile da corrompere.

L’aria si beccò l’ennesimo calcio frustrato di Ace.

 

 

 

 

ANGOLO DELLA DEMENZA

*Si sentono cespugli rotolare*
Salve bella gente! Ebbene, il mio spazio autore è tornato, almeno per ora. L’altra volta ero stata troppo pigra per aggiungerlo, e ammetto che avevo paura che il capitolo fosse fuori tema e completamente stupido. Beh, non che questo sia da meno, per carità sia mai! Non posso proprio smentirmi su queste cose!
Coooooomunque. Ricomincio la mia tiritera con la solita polemica. Ma prima ringrazio sentitamente tutti quelli che lasciano un segno del loro passaggio quando leggono un mio capitolo.
So che la mia raccolta è qualcosa senza pretese, ma serve (almeno quello era lo scopo principale) per far ridere, o per lo meno strappare un sorriso a chiunque la legga. Non ha implicazioni e complesse trame, anche perché temo che non ne sarei in grado e comunque non era affatto mia intenzione. È per lo più qualcosa di estremamente stupido che solo io potevo tirare fuori.
Ora, non mi aspetto tutta questa affluenza, per carità, io scrivo perché mi piace e perché le mie idee nella mia testa non ci vogliono stare. Ma quando vedo che la storia è preferita da cinque persone, ricordata da due e seguita da diciassette, quando nemmeno un terzo di questi lascia una misera recensione, beh, allora qui forse un po’ la rabbia mi viene. Se l’avete inserita in una di quelle parti, vuol dire che comunque un’occhiata ce la date, e i capitoli non sono mai letti da meno di cento persone. Con questo non voglio esaltare me o la mia storia, ed essere poco modesta, assolutamente; ma i numeri sono quelli e non mentono (a meno che qualcuno non si diverta ad aprire e chiudere la pagina del capitolo innumerevoli volte) e allora perché non potete anche spendere semplicemente due parole? Io lo scrivo anche per voi, e sarebbe carino e simpatico che mi diceste che cosa ne pensate. Anche perché altrimenti la mia storia non sarebbe finita tra quelle che leggete. So che i capitoli sono tanti, ma sono ancora all’inizio, ho un ritmo (purtroppo) molto lento nell’aggiornare e la storia non è per nulla impegnativa.
Detto ciò, vi lascio sperando che anche questo capitolo vi sia piaciuto, e grazie anche per essere giunti fino a qui!
A presto! :*

P.s. vi voglio bene comunque! <3

   
 
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