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Autore: nikki_13    29/04/2016    3 recensioni
Kate non è un poliziotto, sua madre non è morta, ma il suo carattere sarà sempre quello determinato che abbiamo conosciuto. Castle è alle prese con sua figlia di sei anni, ribelle per via della futura moglie dello scrittore. Kate entrerà nelle vite della famiglia Castle come rivoluzionerà le loro vite? Che succederà a Castle nell'incontrare la sua anima gemella? Che legame si creerà tra Alexis e Kate? Non vi resta che leggere per scoprirlo...baci...Nikki
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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-Come stai piccola mia- Kate era avvolta dall’abbraccio caloroso della madre. –Meglio…ma inizio ad annoiarmi senza fare niente- sorrise lei, lasciandosi cullare da lei. –Gli hai già parlato?- chiese Johanna. –No…non mi risponde al telefono, non capisco perché…e sono passati tre giorni- rispose, un po’ preoccupata.

-Credo si senta in colpa per quello che è successo…dovresti andare a parlargli- le disse sua madre. –Ma io sto bene, il medico ha detto che la mia mano non ha subito un danno così grave, è solo una lieve frattura…qualche mese e tornerò a suonare- rifletté, guardando la sua mano ingessata. –Cara…te lo dico io…Rick si sente in colpa per ciò che è successo- la guardò –mi ricordo che tuo padre si era sentito come lui quando abbiamo avuto l’incidente in auto al nostro secondo appuntamento-

-Ok…credo tu abbia ragione e poi…ho voglia di vedere la piccola Alexis- sorrise, prendendo il giacchetto di pelle ed uscendo dalla casa dei suo genitori.

 
 
-Richard caro…perché continui ad evitarla? Ti ha chiamato talmente tante volte che non riesco più a contarle-
–Non mi va di sentirla…chissà che le avrà detto il medico…e se non dovesse più suonare per colpa mia?- Rick era seduto sul divano con un bicchiere di scotch in mano. –Come devo dirtelo?- si arrabbiò Martha – non sei stato tu a schiacciarle la mano con il piede, non l’hai scaraventata tu a terra…se fosse arrabbiata, avrebbe tagliato i ponti e non telefonare ad ogni ora- si sedette al suo fianco.

-Se proprio non vuoi incontrarla per te stesso…fallo per lei- indicò la piccola Alexis seduta al bancone della cucina che disegnava. Rick guardò la sua bambina, aveva un faccino triste, sapeva che le mancava la presenza di Kate. –Le parlerò…ma non adesso…non sono pronto- sospirò, appoggiando la schiena allo schienale. Martha non fece in tempo a roteare gli occhi che sentirono bussare alla porta.

-Vado io caro…non preoccuparti…tu…continua a crogiolarti su quel divano, invece di essere un uomo- lo punzecchiò sua madre, sapendo che la stava guardando con sguardo assassino. –Oh…ciao- Martha rimase sorpresa di trovare la ragazza alla loro porta. –Ciao Martha…- sorrise –Posso entrare?- chiese cordiale.

Rick nel sentire la sua voce sentiva di volersi nascondere, ma il suo corpo reagiva in maniera completamente diversa, facendolo alzare e voltare verso di lei.
-Certo…ragazza…come stai?- si preoccupò la rossa, indicando il gesso alla mano. –Meglio, ti ringrazio- l’abbracciò, era piacevole rivederla. Poi senza neanche il tempo di voltarsi che una piccolina dai capelli rossi si era gettata sulle sue braccia. –Katee…!!- si avvinghiò al suo collo, nascondendo il viso tra i suoi capelli. –Ciao principessa!- la sorresse lei, con la mano sana. –Pensavo non saresti tornata più…- parlava, senza mai staccarsi da quel gesto. –E dimenticarmi di questa scimmietta? Non sarebbe mai successo!- le accarezzò i capelli.

Quando si staccarono, lo sguardo di Kate cadde subito su quello azzurro mare dello scrittore, che la stava studiando ancora vicino al divano. –Che ne dici piccola, andiamo a prendere un gelato?- Martha prese la nipote per mano e la portò fuori dal loft, nonostante non volesse farlo.
Quando la porta si chiuse, rimasero per un tempo infinito a fissarsi.

-Non mi hai mai risposto…- si avvicinò Kate, sedendosi insieme a lui. –Ho avuto molto da fare- mormorò, maledicendosi subito dopo. –Mm…- annuì Kate -mia madre pensa che tu ti senta in colpa per ciò che è successo…e da quello che vedo, ora lo penso anche io- lo sorprese con quella affermazione.

-Hai mai pensato che io non ti incolpassi per le azioni di Gina? Io sto bene…solo qualche punto su questo taglio- indicò la sua fronte –e una lieve frattura alla mano…tornerò come nuova tra qualche mese e riprenderò a suonare- gli accarezzò la mano.

-Non è grave?- Rick sembrava respirare per la prima volta dal giorno in cui era andata in ospedale. –No…e se tu fossi rimasto lo avresti saputo e magari avresti evitato di fare il solito tontolone- scherzò lei. –Tontolone? Mi sono preoccupato per te…che sarebbe successo se fosse stato più grave- si difese.

-Non lo so e non voglio saperlo, ma sicuramente sarei andata avanti e me ne sarei fatta una ragione- gli regalò il sorriso travolgente che solo lei  aveva. –Che posso fare per farmi perdonare?- si erano avvicinato ulteriormente. –Potresti abbracciarmi…mi manca la tua musica- sorrise. Rick l’accontentò subito e la travolse con le sue braccia, facendo appoggiare il volto sul suo petto. –Quale musica?- chiese poi, riflettendo su ciò che aveva detto.

-Questa…- Kate appoggiò l’orecchiò sul suo petto, appoggiandoci anche la mano sana. Il cuore di Rick iniziò a battere più velocemente. –E’ la melodia più bella che abbia mai sentito- sussurrò, accoccolandosi su di lui. Rick era steso sul divano e Kate era stesa sopra di lui. Si rilassarono a tal punto che entrambi si abbandonarono alle braccia di morfeo, cullati dai loro respiri e dal calore dei loro corpi.
 
Martha stava rientrando nel palazzo di casa insieme ad Alexis. Vide una donna che parlava con il portiere. –Salve…- Martha non si faceva mai sfuggire l’occasione di fare nuove conoscenze. –Salve…Martha Rodger, giusto?- la sorprese lei. –Si…e lei è…?-

-Johanna Beckett, sono la madre di Kate- si presentò, porgendole la mano. –Oh…che meraviglioso piacere!! Adesso che ci penso, siete due gocce d’acqua, a parte gli occhi verdi- la squadrò da capo a piedi, era davvero una bella donna.

-E tu devi essere la principessina Alexis di cui mi ha parlato tanto…- si abbassò, facendo arrossire la piccola. –Cosa la porta qui Johanna?- si informò. –La stessa ragione per cui lei è uscita di casa quando è arrivata mia figlia- sorrise, tornando a guardare la rossa.

-Vorrei chiederle come lo sa…ma a giudicare dal carattere di Kate, non mi sorprende molto- sorrise Martha –vuole salire?- la invitò. –Volentieri, mia figlia mi ha parlato molto di Richard e della vostra famiglia…mi sono incuriosita- rise, Martha la capiva benissimo era madre anche lei.
 
Entrarono piano nel loft per non disturbare in caso i due ragazzi stessero ancora parlando. –Nonna?!- Alexis era davanti al divano –Guarda!- sussurrò, intimando anche a loro di fare silenzio. –Oh…dormono? E io che credevo…non importa!- si trattenne Martha per il bene di Alexis.

-Che ne dici piccola…andiamo a disegnare in cucina e lasciamoli riposare- Martha prese per mano la piccola. –Si…ma prima faccio i compiti- annuì seguendo sua nonna.

Johanna stava guardando il loft spazioso in cui risiedeva la famiglia Castle. Quando vide la figlia, beatamente avvolta dall’abbraccio dello scrittore, le venne istintivo un dolce sorriso. -La mia piccolina…e dire che una volta la tenevo io così-pensò. Li coprì con un plaid li vicino e raggiunse le due rosse in cucina.

-Perché non rimani? Così facciamo due chiacchiere tra donne- propose Martha, porgendole un bicchiere di vino bianco. –Volentieri- Johanna si sedette su uno degli sgabelli vicino ad Alexis e davanti a Martha.

-Allora che ne pensi della relazione tra il mio Richard e la tua Katherine?- iniziò il suo interrogatorio. –Mia figlia è felice e questa felicità è dovuta molto a lui, quindi penso che sia la cosa più bella che possa essere capitata a mia figlia- rispose, bevendo un po’ di vino. –Raccontaci di Kate, lei non ci ha detto molto del suo passato o della sua famiglia…sappiamo che voi siete degli avvocati e che volevate lo diventasse anche lei…- continuò ad indagare.

-Mia figlia è la persona più testarda che io abbia mai conosciuto, si io e mio marito Jim volevamo diventasse un avvocato, ma sono orgogliosa e fiera per la decisione che ha preso- sorrise, aveva il suo stesso sorriso.  –La sua infanzia non è stata facile…abbiamo avuto delle difficoltà in famiglia e sicuramente hanno segnato fortemente la sua anima, ma ha una forza e una volontà d’animo da invidiare-

-Si…questo lo abbiamo notato!- Martha ascoltava attentamente.
-Mamma?- Una voce un po’ impastata fece voltare tutte e due le donne. –Mamma?- Rick guardò sorpreso prima sua madre poi l’altra donna. Da dove erano sbucate fuori? –Vi siete chiariti?- chiesero in coro le due donne, che scoppiarono in una risata.
-Si…si…- annuirono ancora più sorpresi.

-E’ un piacere conoscerti Richard! Sono Johanna Beckett…la madre di Katherine- si alzò per porgergli la mano. –E’ un vero piacere…signora Beckett…- si riprese subito, sorridendo lieto di fare la sua conoscenza. –Oh…ragazzo chiamami Johanna, non sono mica così vecchia!- lo riproverò lei. –Hai rubato una frase di mia madre per caso?- scoppiarono tutti a ridere.
-Sono venuta a vedere se era tutto ok e poi ho incontrato Martha…abbiamo fatto due chiacchiere- indicò la rossa al suo fianco. –Mi stava raccontando di quanto la nostra Katherine sia testarda- intervenne Martha.

-Oh…se è per questo allora mi aggrego anche io…perché non andiamo sul divano?- Richard era su di giri. –Tranquilla Katherine non dirò niente di preoccupante- scherzò Johanna.
-Sarà meglio- la fulminò Kate.
 
-Se volete ho anche delle foto da mostrarvi- aprì la sua borsa –ne ho moltissime, le porto sempre con me…sono delle copie, mi piace pensare di avere la mia famiglia sempre con me- spiegò, facendo sorridere tutti.


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-In questa foto, eravamo in ospedale…io avevo appena partorito e mio marito non ha resistito, ha voluto farmi una foto con la nostra bambina tra le braccia- sorrise, ricordando quel momento magico –ricordo che non pianse, la cosa naturalmente mi fece preoccupare, ma quando me la misero tra le braccia…sfoggiò il sorriso più bello che io abbia mai visto…- guardò la figlia –e questo mi fece già capire che persona straordinaria sarebbe diventata- spiegò.

-Era davvero una bambina bellissima!- constatò Martha guardando la foto da più vicino. -Vi somigliate moltissimo…sa?- anche Rick guardò la foto, passandola poi ad Alexis, che si era gentilmente seduta sulle gambe di Kate. –Sei tu?- chiese la piccola indicando la foto. Kate annuì. –Eri piccola…piccola-  guardò la foto rapita.


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-E qui aveva cinque anni- gli porse un’altra foto –ha voluto scattarla a tutti i costi…dopo ore i cadute dalla sua biciclettina era riuscita ad andarci senza ruotine e ha voluto ricordare il momento con questo sorrisetto divertito-

-Ho già visto questo sorrisetto- commentò Rick, guardando la ragazza. Johanna alzò gli occhi sulla figlia, era bellissima…stava ridendo con la piccola Alexis. –Mi sa che bisogna aggiungere qualche foto al repertorio eh?- sorrise, ricambiata dalla figlia.


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-E questo bambino chi è? Questi bambini?- Alexis aveva girato la foto che stava passando. C’erano due foto attaccate insieme. Una con due bambini neonati e un’altra in cui avranno avuto sei o sette anni. Kate si rabbuiò alla vista della foto e lo stesso accadde a sua madre.
-Lui…- Kate prese la foto dalle manine della piccola –Lui è mio fratello…Taylor- rispose, passando il dito sulla foto, nostalgicamente, come ad accarezzare quel volto.
Rick e Martha compresero al volo che quello era un tasto dolente nella loro vita, ma la piccola Alexis  era troppo piccola per capire. –E quando lo conoscerò?- chiese la piccola rossa.
-Temo non succederà mai…mio fratello è diventato un angelo- spiegò Kate alla bambina, che spalancò gli occhi capendo cosa significava. Anche il resto della famiglia Castle fu colpita, soprattutto Martha che si mise nei panni della povera Johanna.

Eccomi. Come andiamo? Spero che il capitolo vi sia piaciuto, spero di leggere altri vostri commenti. Grazie per avermi seguito fino a qui, ci vediamo al prossimo capito. Baci. Nikki.
 

   
 
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