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Autore: Meramadia94    30/04/2016    1 recensioni
Viene commesso un omicidio e non è una cosa insolita per il piccolo Conan, ma stavolta è diverso, in quanto ogni prova ed ogni indizio da come colpevole una persona molto importante per il detective Takagi.
Il piccolo detective dovrà dimostrare la sua innocenza, malgrado tutto converga contro di lei e nulla pare riuscire a scagionarla.
Genere: Angst, Generale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Miwako Sato, Nuovo personaggio, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Wataru Takagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Come il fratello le aveva promesso, la mattina dopo, Takagi acompagnò Sakura in questura e le mise a disposizione il dossier sul caso Sakuragi e la giovane si mise a leggerlo febbrilmente alla ricerca di qualcosa che a quanto pare conosceva solo lei.
Megure si stupì quando vide DI NUOVO Takagi aggirarsi per la centrale durante quel periodo di riposo che gli aveva dato, ma ancora di più si stupì nel vedere la ragazzina riesaminare la pratica del caso.
'' Ancora con questa storia?''- fece Megure verso il suo sottoposto quando venne messo al corrente dei motivi di tale visita -'' ma vi siete fissati con questa storia del complice.''
'' Signore, con tutto il rispetto, quella persona esiste davvero.''- fece Takagi -'' Sakuragi per dare meno nell'occhio ha per poco avvicinato la vittima, come avrebbe fatto a darle appuntamento in quel vicolo? E soprattutto, per quale oscuro motivo Yuky avrebbe accettato di andare in un posto del genere?''
'' Ha ragione...''- fece l'agente Chiba -'' deve ammetterlo, è strano. Magari quella persona esiste davvero e in questo momento sta mettendo a punto un piano per far evadere il colpevole di prigione.''
In quel momento, il gruppo di poliziotti venne raggiunto dall'ispettore Shiratori -'' Se è questo che vi preoccupa tanto, potete anche smettere. Ho chiesto al direttore del carcere di far controllare tutta la sua corrispondenza, sia quella in uscita che in arrivo, e stretta sorveglianza, giorno e notte. Datemi retta, da lì non scappa.''
'' Anche se non credessi all'ipotesi del complice...''- fece Takagi senza smettere di fissare la sorella -'' lei ci crede. Eccome se ci crede.''
'' E allora?''- fece Shiratori.
'' E allora?''- fece eco il collega più giovane -'' I genitori di Yuky le hanno praticamente sbattuto in faccia la domanda, come è possibile che Sakura sia ancora su questa terra mentre la loro figlia no... e da quando ha letto quel biglietto, mia sorella è come precipitata in un baratro credendo di avere parte della colpa di quanto è accaduto a quella ragazza. Se riesce a dare una spiegazione convincente ai Sakawa...''
''... sarà il momento in cui potrà davvero ricominciare con la sua vita.''- concluse Sato. La compredeva. In fin dei conti, non aveva sopportato la medesima sensazione quando sapeva per certo che l'assassino di Matsuda era ancora libero?
Solo quando quell'assassino fu assicurato alla giustizia, e solo quando Takagi le aveva fatto capire che il passato doveva essere custodito gelosamente senza permettergli di interferire nel presente e condizionare il futuro, era finalmente riuscita a mettere una pietra sopra a tutto quel dolore e a ricominciare la propria vita, accanto a quella fantastica persona che l'aveva sempre protetta, aiutata e salvata in ogni singolo modo.
'' In fin dei conti, ispettore...''- fece Sato -'' Che mai potrà succedere se visiona il file? Quello che c'è dentro non è certo un segreto. Per lei, almeno.''
In quel momento, i poliziotti e l'ispettore più alto in grado videro due stivaletti marroni correre verso di loro, con una strana espressione in viso.
'' Come sospettavo Taru.''- fece Sakura raggiungendo il fratello e gli altri poliziotti -'' la catenina non c'è.''
'' Di quale catenina stai parlando scusa?''- le chiese Sato a nome di tutti i presenti.
Pur non sapendo nemmeno lui a cosa si stesse riferendo la sorella, Takagi aveva iniziato ad intuire dove la sorella volesse andare a parare.
'' Qualche mese fa, Yuky ha partecipato ad un concorso per partecipare ad un casting per fare l'assistente per un giorno di un famoso dee jay. Non ha vinto, però come tutte le partecipanti ha ricevuto un omaggio direttamente dal dee jay in questione, oltre che una foto con dedica. Si tratta di una catenina in argento con una pietra azzurra come ciondolo.''- spiegò la ragazza.
'' Ed era di valore?''- le chiese l'agente Chiba.
'' Questo non so dirglielo...''- fu la risposta -'' ma quello che è certo è che per Yuky, quel gingillo era molto importante. I suoi genitori, sua madre in particolare, non facevano che dirle in continuazione che ogni tanto poteva anche togliersela e mettere una collana più bella, una delle tante che aveva ricevuto in regalo per compleanni ed occasioni speciali varie.''
'' Capisco cosa intendi...''- fece Megure che iniziava a riflettere -'' ma Yuky non aveva alcun ciondolo con lei.''
'' In compenso c'era la sua borsa con tutto: cellulare, portafoglio e documenti, altrimenti non saremmo riusciti ad individuarla così facilmente.''- fece Miwako trovando molto strano che Sakuragi avesse preso un oggetto di dubbio valore ed avesse lasciato la borsa della vittima, che sicuramente aveva un valore leggermente più alto.
Ma quasi certamente, dopo aver pugnalato Yuky aveva iniziato a derubarla per mascherare il delitto come una rapina finita male ed aveva dovuto interrompersi perchè Sakura era arrivata quasi subito.
'' Quando l'ho trovata era buio e quindi non posso dirvi con certezza se l'avesse o meno...''- fece la sorella del fidanzato -'' ma quando siamo partite e mentre eravamo al ristorante dell'albergo l'aveva al collo.''
'' Non facciamo ipotesi azzardate...''- fece Takagi -'' ma tutto lascia pensare che Sakuragi ha preso la catenina come... trofeo di battaglia.''
O magari era stato il complice.
Megure gli aveva ordinato di redigere il rapporto sul caso e tra tutte le informazioni che aveva messo assieme, non ricordava una sola riga o parola in cui si menzionava un oggetto del genere. Non era tra le cose che avevano fatto riavere alla famiglia di Yuky e non era nemmeno nel vicolo in cui era avvenuto il fatto...
'' Ne dubito fortemente...''- fece Shiratori -'' Dopo l'arresto di Sakuragi, la sua abitazione e la casa in cui è stato ritrovato il suo '' diario dei ricordi'' e dove teneva prigioniera Sakura dopo averla rapita sono state rivoltate come calzini da cima a fondo, e più volte.
Quella catenina non era nemmeno lì.''
'' Di conseguenza...''- fece Megure -'' se ne deduce che quell'oggetto è stato preso da qualcun'altro. O magari è stato perso nel lasso di tempo che c'è tra quando Sakura ha abbandonato la sala da pranzo e l'ora del delitto.''
'' Io non credo ispettore.''- rincarò Takagi -'' ha sentito cos'ha detto Sakura, no? Quel gingillo, di valore o no, era l'oggetto preferito di Yuky. Se si fosse accorta di averlo perso, l'avrebbe cercato e non avrebbe certo perso tempo a...''
E qui un'illuminazione colpì tutti i poliziotti in un colpo solo come se li avesse appena attraversati un fulmine.
'' Ma certo, ecco come ha fatto l'assassino ad attirare la vittima in quel vicolo...''- fece Sato pensierosa -'' probabilmente ha fatto in modo che la vittima si separasse dal ciondolo, l'ha rubato e nascosto... e quando la vittima se n'è accorta ha iniziato ha cercarlo.''
'' In genere, quando si perde di vista una cosa o una persona in un luogo dove ci sono molte persone...''- continuò l'agente Chiba -'' la prima cosa che si fa è chiedere ai presenti se qualcuno ha visto l'oggetto della propria ricerca. Probabilmente una di quelle persone era il complice di Sakuragi.''
Ormai erano abbastanza convinti che quella persona, uomo o donna che fosse, non era una semplice congettura.
Sakuragi in fin dei conti, come alibi aveva progettato il rendersi irreperibile per un bel pezzo, causa seccature amministrative.
Non avrebbe certo potuto aggirarsi indisturbato per la sala ristorante o per qualche sala dell'albergo, rubare una catenina e poi fingere di dare indicazioni alla proprietaria per poterla ritrovare.
'' A proposito, abbiamo una foto più precisa di questa collanina?''- fece Megure rivolgendosi a Sakura.
Questa, per tutta risposta, tirò fuori il cellulare che aveva riavuto indietro quando era stata riconosciuta innocente di tutte le accuse e dopo aver armeggiato per un po' con la tastiera del cellulare, mostrò al superiore del fratello una foto di Yuky che indossava il ciondolo di cui stavano parlando.
'' Me l'ha spedita quando ha ricevuto quel ciondolo in omaggio.''- spiegò la ragazzina.
'' Uhm...''- fece Shiratori osservando con attenzione il gingillo che la vittima portava al collo -'' non mi pare una collana molto preziosa o che qualcuno vorrebbe rubare.''
'' Di gioielli non me ne intendo, ma condivido.''- aggiunse Sato.
'' Però dato che quel coso non risulta essere da nessuna parte...''- fece Megure -'' tutto lascia pensare che il complice l'abbia rubata, si sia lasciato avvicinari dalla vittima apposta e che le abbia detto che avrebbe trovato ciò che cercava nel vicolo in cui poi la ragazza è stata uccisa. Poi ha avvertito Sakuragi che la vittima aveva abboccato all'esca che le avevano lanciato ed il resto già lo conosciamo.''
Takagi guardò la sorella e si scambiarono uno sguardo d'intesa: quella collanina era l'unica spiegazione plausibile per cui una ragazza come Yuky si trovasse in quel posto.
L'unico motivo per cui una persona vestita e truccata come per un galà avesse di punto in bianco deciso di andare in un posto del genere.
'' Quindi, troviamo la collanina, troviamo il complice...''- fece Sato.
Un'impresa tutt'altro che semplice, considerato che subito dopo questo o questa che fosse stata, poteva anche averla buttata via.
Ma ripensandoci... quella collanina era una sorta di trofeo di caccia. Qualcosa da conservare gelosamente, quindi era probabile che chi di dovere ne fosse ancora in possesso.
Il problema però... era chi.
Non potevano certo inquisire tutti i dipendenti dell'albergo e richiedere mandati di perquisizione per i loro domicili senza una valida ragione. Nessun giudice avrebbe concesso loro tanto.
Individuare tale persona non sarebbe stata un'impresa da poco.

'' Forse Yuky aveva ragione...''- fece Sakura una volta uscita dalla centrale passeggiando per le strade della capitale giapponese in compagnia del fratello.
L'idea che ci fosse ancora un assassino a piede libero non lo faceva stare affatto tranquillo ed aveva deciso di essere l'ombra della sorella, ovunque lei avesse deciso di andare. Inutile dire che se la sorella avesse potuto, sarebbe andata dritta dritta a prendere l'altro colpevole della morte di Yuky.
'' Riguardo a cosa?''- fece il fratello incuriosito.
'' Shiratori ha ragione. Quella collana non valeva molto, anzi... ma Yuky, quando sua madre le suggeriva di togliersi quella cosa di dosso e mettere qualche collana più bella e di valore che aveva, lei rispondeva che non poteva perchè quella collana era il suo portafortuna e che se l'avesse tolta... le sciagure l'avrebbero presa di mira.''
Takagi sospirò. Non riusciva in alcun modo a dimenticare l'accaduto o comunque a smettere di pensarci.
E non ci sarebbe riuscita sino al momento in cui tutti i colpevoli avrebbero pagato il conto delle loro malefatte.
Ma l'avrebbero preso.
Non importava il prezzo da pagare.
'' Il suo comportamento, Sakura. E' stato il suo modo di comportarsi che l'ha condannata a morte. Qui non c'entrano la fortuna o la sfortuna. Ma sono... contento che tu sia rimasta con me.''
Sakura sorrise -'' Non meravigliarti. Mi ha protetto questo.''- e nel dir così tirò fuori da sotto la camicetta d'organza bianca la collanina con il campanellino che il fratello le aveva regalato prima di tornare al suo lavoro dopo l'ultima visita che le aveva fatto a Kyoto.
Suo fratello le aveva detto che fino a quando lo avesse tenuto con sè, non le sarebbe accaduto nulla di male... che le sarebbe bastato suonarlo per farlo correre in suo aiuto.
Infatti, era stato così in un certo senso... mentre era prigioniera di Sakuragi e lavorava sui nodi delle corde per riuscire a scappare, allo stesso tempo riusciva a far suonare il campanellino. Era un modo per essere più forte, più sicura che avrebbe rivisto il suo adorato fratellone. Che lui l'avrebbe certamente salvata.
Takagi sorrise carezzandole i capelli, intenerito da quel pensiero, di come la sorellina pensasse che se si era salvata era stato merito suo... non sapeva quanto gliene andava riconosciuto se la sua Saku-Chan era ancora nel mondo dei vivi ma di una cosa era certo. Avrebbe fatto sempre del suo meglio per proteggerla. Finchè era vivo lui o fosse comunque stato in circolazione... nessuno le avrebbe più fatto del male.
'' A proposito...''- fece Sakura -'' grazie.''
'' Di cosa?''
'' Guarda che ho sentito l'ispettore Megure... mi sembra che ti abbia fatto una ramanzina sul correre dietro a piste inconsistenti o sbaglio?''
Se solo sapessi quante ramanzine mi prendo quasi ogni giorno per questo o quell'altro motivo... Pensò il poliziotto.
'' Sì, ma sono un detective della polizia.''- fece il giovane agente -'' Battere ogni pista si presenti è il mio lavoro. E poi adesso la teoria del complice non è più solo una chimera, se ne sono accorti tutti.''
Ma non era solo per quello che si era prodigato per far riaprire il caso.
Ed il fatto che Sakura fosse sua sorella, era relativo.
Nel suo momento di maggior confusione... lei per lui c'era stata.

'' Taru?''- fece Sakura pettinata, truccata e vestita di tutto punto con la sua uniforme da liceale entrando nella stanza del fratello con un vassoio -'' Io e la mamma ti abbiamo preparato la colazione.''
Il giovane agente si era appena svegliato, questo lo vedeva, ma vedeva anche che aveva dormito un'oretta sì e no.
'' Ciao piccola...''- salutò Takagi mezzo assonnato. Sakura lo guardò con aria triste: suo fratello era tornato a casa da tre giorni, per riprendersi e godersi un po' di pace e quiete familiare.
Un suo caro amico e collega purtroppo aveva avuto un incidente stradale e non ce l'aveva fatto. E suo fratello ne soffriva molto.
Sakura e sua madre ne erano venute a conoscenza dai notiziari e dai giornali, ma il poliziotto non aveva detto nulla loro riguardo all'incidente e nessuna di loro, con grande sollievo di questi, chiedeva particolari in più.
Tutto quello che potevano fare era stargli vicino il più possibile, ma vederlo così era una sofferenza.
'' Ti va se dopo la scuola, ci facciamo un giro a cavallo?''- gli propose la sorellina.
'' Sakura... stavo pensando... ti piacerebbe se riuscissimo a vederci più spesso? Intendo... quasi sempre, e non solo alle feste comandate o per occasioni speciali.''
Sakura non sapeva che rispondere. L'idea di riavere il suo fratellone quasi tutto per sè la riempiva di gioia, ma il tono grave del fratello non la faceva stare molto tranquilla.
Ad ogni modo, per vedere dove la conversazione sarebbe finita optò per un '' Sì'', così sottile che lei stessa fu incerta sull'aver proferito parola.
'' Bene. Allora oggi chiamo la centrale.''
'' Vuoi farti trasferire qui?''
'' Meglio ancora. Chiamo Megure e gli dico che lascio il lavoro.''
Sakura sgranò gli occhi dalla sorpresa, non troppo certa di aver inteso bene.
'' Comecomecomecomecome?''- fece la ragazzina sconvolta -'' ma... tu adori fare il poliziotto.''
Davvero non ci credeva a suo fratello che lasciava il suo lavoro di poliziotto per magari dedicarsi al maneggio assieme a lei e alla loro madre.
Lì si era fatto degli amici... quando gli raccontava delle sue indagini gli brillavano gli occhi... inoltre le aveva pure confidato di aver messo gli occhi su una bella donna che lavorava con lui, anche se lui dubitava seriamente di interessarle anche solo minimamente.
'' Sì, hai ragione... ci sono entrato perchè volevo fare qualcosa, fare la differenza, proteggere le persone... ma non sono riuscito a proteggere Date... pensi che sia in grado di proteggere qualcun altro?''
'' Senti...''- fece Sakura guardandolo negli occhi con una decisione alquanto insolita per chi aveva il loro cognome -'' Io non la conosco la dinamica dell'incidente e se tu non vuoi raccontarmela, non la voglio sapere...ma ricordo molto bene come Date ti descriveva. Un senso della giustizia e del dovere trasparenti, con un ottimo intuito e che saresti diventato un ottimo ispettore di polizia... e lo credo anch'io.
E so per certo che se adesso tu ti ritirassi dalla polizia, gli daresti un gran dolore.''
'' Ma...''- fece Takagi, quasi tentato di darle retta, anche se non del tutto.
'' Fratellone, la vita è tua, non voglio prendere decisioni per te o dirti come viverla... ma pensaci bene. Potresti pentirtene per tutta la vita.''

Ed aveva ragione.
Ora sapeva per certo, che se l'anno prima avesse preso quella decisione così repentina, senza parlarne con anima viva... se ne sarebbe pentito per tutta la vita.
E adesso toccava a lui.
Non l'avrebbe lasciata sola in quel momento... l'avrebbe riportata alla vita. A qualsiasi costo.

  
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