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Autore: Eli Ardux    30/04/2016    2 recensioni
"Ho spesso pensato a come ti avrei detto addio un giorno. La morte è inevitabile, in fondo. Eppure non pensavo sarebbe successo così in fretta. Mi sono spesso immaginata invecchiare al tuo fianco. E sai, ricordare tutte quelle bellissime bugie fa male. Ma fa ancora più male pensare che tu stia leggendo tutto questo mentre io non sarò al tuo fianco. Mi dispiace, Sirius. Mi dispiace provocarti questo nuovo peso. Mi dispiace non averti suscitato un’altra volta un sorriso. O forse ci riuscirò ancora. Forse, tra molti e molti anni, ricorderai ancora quella stramba ragazza che ti ha insultato così pesantamente. Ricorderai ancora, magari, il calore di un abbraccio, quando il mondo inizierà a diventare freddo."
***
Dal capitolo 46
«Non è stata una mia scelta!» Sirius aprì le braccia, esasperato. Entrambi avevano alzato di nuovo la voce. «Sì invece» «Cosa?! Donna ma ti senti quando parli?» La bocca di lui si contorse dalla rabbia. «Calmati per Merlino» Elisa raccattò una borsa appoggiata al suo fianco, sulla panca, gettandogliela. I libri andarono a cozzare contro il braccio proteso dal ragazzo per difendersi, rotolando poi a terra poco più in là. «Non dirmi di calmarmi!»
Sirius x nuovo personaggio
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Il bacio di Giuda


« Cosa diamine ci fa lei qua?» « Zitta Taylor» la ammonì Regulus andandosi a sedere sulla lussuosa poltrona verde smeraldo « Accomodati pure» la invitò poi facendole cenno verso la poltrona affianco alla sua.
 
Elisa si sedette, guardinga. Un’occhiata allarmata richiamò la sua attenzione dall’altra parte del piccolo cerchio creatosi. Severus aveva gli occhi dilatati, colmi di quella che a lei pareva … paura?
 
« Abbiamo novità?» chiese quindi il Serpeverde accavallando elegantemente le gambe con fare aristocratico « Il fratello di Davies è stato messo in punizione, da quanto ho potuto capire» sorrise furba la ragazza che qualche minuto prima aveva parlato « Albert?» il Serpeverde alzò un sopracciglio in una domanda implicita « Si è fatto coinvolgere in una rissa, provvederò a riportarlo in riga» convenne il ragazzo seduto accanto a Severus.
 
« A proposito di novità» continuò quindi con un sorriso cordiale « Tu devi essere Stevenson …» « Elisa» completò lei senza troppo entusiasmo « Oh sì, Regulus ci ha parlato molto di te»
 
Regulus?! una vocina prepotente si accese nella sua testa Cos’era per Sev, la scema del villaggio?! Sorrise con cortesia dissimulando perfettamente una calma interiore inesistente.
 
« Avete il pranzo?» domandò quindi Regulus togliendola d’impiccio.
 
La ragazza osservò a lungo i quattro ragazzi mangiare. Non erano poi così strani. Certo, non le era sfuggita la rigidità delle spalle di Severus, ma non vi aveva nemmeno fatto troppo caso.
 
Aveva osservato Regulus, quello sì. Aveva un che di aggraziato, una bellezza aristocratica dovuta ad anni di obbedienza ed educazione. Tutti lo rispettavano, sembravano incantati dalle sue parole, dai suoi gesti. Si trovò incantata a sua volta a guardarlo, una piccola scintilla ad attirare irrimediabilmente il suo sguardo.
 
Rimase ore a chiedersi cosa ci fosse di così tanto sorprendente, cosa fosse quel piccolo particolare che illuminava la stanza. Rimase interi attimi a pensare, o forse ore, perdendo il filo del discorso.
 
« Allora?» Regulus si era alzato in piedi e la guardava sorridendo, tendendole la mano « Cos-» « Non stavi ascoltando, vero?» il ragazzo ridacchiò bonariamente qualche secondo « Vuoi venire a fare un giro con noi? È tardi, magari c’è qualche allenamento interessante al campo di Quidditch » Elisa accettò con un sorriso spontaneo. Certo che le andava! Si alzò stiracchiandosi dalla poltrona e si diresse verso l’uscita.
 
I cinque ragazzi passeggiarono lungo i corridoi umidi e bui. Era rimasta un po’ indietro rispetto agli altri, ma le piaceva così. Osservare gli altri, guardare le loro azioni. Le dava una specie di calma, la possibilità di pensare tranquillamente.
 
Una mano posata sul suo braccio bloccò bruscamente i suoi pensieri. Severus le si era affiancato, lasciando un po’ di spazio tra loro e gli altri Serpeverde. Finalmente sbucarono su un corridoio lungo, il tramonto invernale già capolino all’orizzonte.
 
« Vattene» sussurrò quindi il ragazzo al suo fianco « Cosa?» « Devi andartene, adesso» proseguì facendo molta attenzione affinché gli altri non li sentissero. Erano però occupati in un’intricata conversazione e non badarono al loro bisbigliare sospetto. « Cosa intendi dire? Pensi che non sia degna della vostra compagnia? Posso avere anche io degli amici, sai» commentò brusca voltandosi dall’altra parte.
 
« Non c’entri nulla con loro. Va via finché sei in tempo. Non devono avere a che fare con te» « Cosa stai cercando di dirmi?» Un silenzio teso si distese tra i due. « C’è una guerra là fuori» esordì Severus voltandosi a guardarla « Questo non è il tuo posto» concluse poi guardando verso una voce qualche metro più in là.
 
« Fratello! Ci mancava solo la tua faccia per rovinarmi la giornata» Elisa trasalì a quella voce. Severus le toccò ancora il braccio, protettivo « Tu hai degli amici» sussurrò poi, più a sé stesso che a lei.
 
Arrossì a quelle parole.
 
« Mocciosus. Lasciala. Andare.» James prese mano alla bacchetta « Ehi ehi ehi» si intromise Regulus con le mani aperte in segno di resa. « Non vogliamo litigare» La ragazza notò, però, che anche Taylor e Davies avevano la bacchetta in mano.
 
Regulus sembrava attonito e sorpreso.
 
« Ah no? Allora spiegami perché lei è con voi» Sirius guardò con ferocia il fratello, squartandolo con sospetto « Perché lei è con noi? Semplice, abbiamo semplicemente pranzato, no?» il Serpeverde si girò chiedendo conferma. Si è ripreso in fretta, il giovine.
 
Elisa non si mosse.
 
« Non è vero» Remus si intromise, guardandola come per cercare conferma « Non può essere vero» Non lo vedeva da un po’, praticamente due settimane. Non era cambiato poi di molto, se non che non aveva più quell’aria malaticcia che lo contraddistingueva. «Credici» Regulus aveva parlato con voce spietata « È una di noi adesso» continuò imperterrito ghignando.
 
Aspetta aspetta cosa? la vocina nella sua testa era sbalordita quanto lei Addirittura un noi… Elisa concordava, questo punto lo avrebbe discusso più tardi: non c’era nessun noi.
 
« No» James si intromise scuotendo deciso la testa « No, lei non può, lei è dei nostri, lei non-» « Dei vostri?!» Elisa avanzò bruscamente, guardandoli incredula « Due settimane» Remus si avvicinò scrutandola « Due settimane, capite?» Il sorriso di Regulus si incrinò.
 
« Ti abbiamo cercata» sussurrò il Lupo Mannaro mortificato « Davvero?! A me non è parso. Sola, Remus, due settimane sola!» Aveva urlato e non ne andava fiera. Ma ora che poteva parlare, ora che poteva urlare, un piccolo palloncino le si era aperto nello stomaco. Sembravano passati secoli da quando aveva potuto respirare per l’ultima volta.
 
« Ti abbiamo cercata veramente» Sirius si avvicinò abbassando la bacchetta, scrutandola « Beh, non vi ho visti nemmeno una volta fuori dalle lezioni» commentò acida « Nemmeno noi» proferì James « Non ti pare un po’ strano?» continuò guardando i ragazzi davanti a sé « E poi, improvvisamente, quattro Serpeverde aiutano una Grifondoro. Singolare, no?»
 
Elisa poteva vedere il cervello del ragazzo elaborare una teoria che, seppur strampalata, pareva combaciare alla perfezione. « Prima di queste due settimane hai avuto contatti diretti con uno di loro?» Il moro osservava guardingo gli avversari, soppesandoli.
 
Contatti … la ragazza ci pensò su per un po’, pensando se avesse mai visto uno di quei ragazzi qualche settimana prima. Un piccolo morso le strinse lo stomaco. « Il bacio di Giuda» sussurrò quindi più rivolta a sé stessa che ad altri.
 
Il sorriso di Regulus si spense.
 
« Bacio? Che bacio?!» « Oh santo cielo, Felpato! Se riuscissi a trattenere le tue scenate di gelosia in un altro momento ci faresti un favore, grazie» « Ah sta zitto Ramoso» « Ma che teneri» commentò quindi Regulus facendo un passo avanti e applaudendo lievemente le mani.
 
« Quando … quel bacio» « Ma che brava!» il ragazzo sorrise perfido prendendo mano alla bacchetta « “Oh mio dio, nessuno mi vuole più!”» la scimmiottò mettendosi una mano al cuore « Ehi, cosa intende dire?» Sirius le afferrò il braccio, osservandola « Così patetica» commentò il fratello continuando a sorridere.
 
« Così morto» esordì James accennando un sorriso tirato e tendendo la bacchetta in avanti. Un incantesimo andò ad infrangersi davanti al Serpeverde, dove uno scudo invisibile aveva parato il colpo. « Oh, il piccolo e timido Lupin ha attaccato per primo» celiò Taylor sogghignando perfida.
 
« Sta zitta» « Lunastorta» Peter, rimasto in disparte fino ad allora, guardava preoccupato l’amico. Una ferocia inconsueta si era fatta strada sul suo volto. Assomigliava in maniera inquietante alla sua nemesi pelosa.
 
« Come hai fatto?» Elisa si rivolse al giovane Black « Ci sono tante pozioni, oscure ai più» « Pozioni anche capaci di far scomparire una persona agli occhi degli altri al di fuori delle lezioni e attivabili via contatto cutaneo?» chiese ancora sentendo la rabbia ribollire nelle vene, insieme anche a qualcos’altro: vergogna. « Con un pizzico di capelli di qua e di là … sì, direi proprio di sì» concluse il Serpeverde con un’alzata di spalle.
 
Checché l’avesse ferita e umiliata nel profondo, la ragazza non poté che accorgersi per l’ennesima volta quanta bellezza emanasse. Ma un altro sole, presente ora nella stanza, lo oscurava, rendendolo quasi scialbo.
 
Le era proprio al fianco.
 
Scoppiò a ridere di gusto, l’eco del pensiero appena formulato ancora nella testa. « Che hai da ridere?» Regulus ora la guardava stranito, infastidito dalla sua libera risata. Elisa si interruppe e lo guardo con interesse inclinando la testa, un misto di curiosità e pietà ad incorniciarle il volto. « Sai, ho passato tutto il giorno ad osservarti. In te c’era qualcosa, qualcosa che mi attirava, una calamita» « Sai, magari un giorno potrei invitarti per un giretto nel mio letto»
 
« Sirius!» James trattenne il giovane dallo staccare il collo al fratello « Tu, brutto schifoso verme, lascia che ti metta le mani addosso-» « Sai cos’era? Questa bellezza e questa scintilla che mi attirava così tanto» « Cos’è?» Regulus la guardò tronfio, l’espressione da vincitore stampato in viso.
 
Elisa non aveva la bacchetta, lo sapeva. Ce l’aveva in tasca e le sarebbe bastato un minimo movimento per afferrarla. Ma non le importava. Era stanca, spossata, o forse non aveva voglia, semplicemente.
 
« L’eco di tuo fratello» un sorriso sincero si aprì sul suo viso mentre quello dell’altro si tramutava in un urlo furioso.
 
Fu un attimo.
 
Il tempo parve fermarsi. Elisa rimase ferma. Vide Sirius voltarsi sorpreso verso di lei, poi qualcos’altro attirò l’attenzione del ragazzo. Urlò.
 
Qualcosa le colpì il petto, lanciandola qualche metro più in là. E mentre il mondo svaniva tra onde nere e dolori lancinanti sparsi per il corpo, Elisa si chiese perché, tra tutti, era stato il viso di Sirius Black l’ultimo nella sua testa.
 
I tuoi occhi sono fonti, nelle cui silenziose acque serene si specchia il cielo.*
 
 
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« Porca miseria» Un dolore lancinante le perforava il cervello. Una luce accecante le abbagliò gli occhi. Decise sarebbe stato più prudente aspettare qualche minuto per accertarsi delle sue condizioni psicomotorie fossero quanto meno accettabili.
 
Sicuramente non era morta e questo, si disse, era un punto di partenza positivo. Gli arti sembravano esserci tutti, le dita anche. Con un sospiro incerto si decise ad aprire gli occhi. Ci impiegò qualche secondo per abituarsi alla luce.
 
« Oh finalmente» La ragazza si girò stupefatta verso il suo Preside che, con nonchalance, chiuse il libro che aveva in mano. « Sta bene?» Elisa annuì poco convinta « Riesce a parlare?» chiese ancora con una nota comprensiva nella voce « Si» sussurrò. La sua voce suonava come un verso rauco e insicuro.
 
« Ottimo!» commentò sollevato battendo le mani. La ragazza l’osservò alzarsi dalla sedia e produrre con la bacchetta una sottile figura di luce. « Una fenice?» chiese quindi stupita « Ho chiamato Madama Chips, che sarà così gentile da offrirti una pozione per farti dormire» « Dormire? Io non voglio dormire, io-» « Io non voglio dormire?! Ma sentitela! Non ci si sveglia tutti i giorni dopo aver ricevuto delle ferite come le tue tesoro, spero bene che tu te ne renda conto» la signora la spinse con fermezza sul letto dove aveva appena cercato di alzarsi.
 
Un capogiro la colpì. Assecondò la donna.
 
« Inaccettabile un comportamento simile, inaccettabile! Incantesimi del genere, e sugli studenti poi!» « Che incantesimo-» « Una maledizione» spiegò il preside tetro « Mai vista prima. Crea emorragie e perdite di sangue» « Oh» Elisa si guardò le braccia, dove grandi bende gliele avvolgevano.
 
« Credo di dover andare adesso» Silente guardò l’orologio, per poi riportare la sua attenzione su di lei.  « Tieni» La donna le passò una sostanza verde e acida. Checché l’aspetto e l’odore non presagissero nulla di buono, non fece domande e trangugiò il tutto. « Giusto, mi dimenticavo!» L’anziano le sorrise mentre uno strano torpore si impadroniva dei suoi arti.
 
 « I suoi amici sono stati qui prima. Oh meglio, probabilmente il signor Minus è ancora appostato qui fuori. Credo sia giusto informarla che probabilmente appena me ne andrò via quei quattro sgattaioleranno qui dentro. Si riposi» detto questo si diresse alla porta.
 
 Non lo vide mai raggiungerla ma, dal senso di vuoto che la percuoteva, doveva aver lasciato la stanza. In fin dei conti aveva mantenuto la promessa: aveva cercato di proteggerla.
 
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« Si sta svegliando, si sta svegliando» « Peter, si stava svegliando mezz’ora fa, e prima di allora mezz’ora prima, e prima di allora mezz’ora prima ancora e così via» « Uff e va bene Rem» Un angolino della sua bocca si contrasse per un momento nel sentire quelle voci.
 
« Piantala Sir» « Non sto facendo nulla» rispose una voce irritata « Stai camminando da quando siamo arrivati, quindi circa da tre ore. Stai scavando i solchi per la stanza» James ridacchiò alla sua stessa battuta.
 
Elisa mugugnò qualcosa, tanto per far capire che era sveglia. « Si sta svegliando!» pigolò contento Peter « Ce ne siamo accorti» lo assecondò con un sorriso James.
 
« Buongiorno» Remus le sorrise comprensivo dall’alto di un grosso tomo. « ‘Giorno» biascicò lei in risposta cercando di mettersi a sedere. Per sua grande sorpresa, gli arti risposero perfettamente.
 
« Come stai?» James la guardava al suo fianco, seduto sulla sedia dove probabilmente qualche ora prima doveva aver seduto il preside. Remus stava qualche metro più in là, su un’altra sedia, un sorriso stanco dipinto sul viso. Peter stava dall’altra parte del letto, su un’altra sedia ancora. Leggeva una rivista, probabilmente, gettata malamente sul letto accanto. Sirius si avvicinò con lentezza e si fermò ai piedi del letto, quasi avesse paura di andare oltre e invadere uno spazio a cui non gli era concesso accedere.
 
« Come ti sentiresti se ti avessero tirato una padella in testa?» James esibì un sorriso tirato « A te hanno tirato qualcosa di più di una padella in testa» « Oh sì, giusto» commentò massaggiandosi il collo « Sono ancora viva, però» continuò serafica tornando a guardarli.
 
« Per poco» Sirius la guardava, il viso contratto in una smorfia « Che melodrammatico» Lo apostrofò quindi con una scrollata di spalle.
 
Gli amici si guardarono perplessi ma non dissero nulla.
 
« Elisa vorrei …» Remus sembrò scegliere con cura le parole « parlare con te di una cosa» « Mi preoccupi, sai?» sdrammatizzò giocosa. Ma lui non rise. « Promettimi che sarai sincera»
 
Lo guardò per alcuni attimi. Sembrava che avesse rimuginato sul discorso a lungo, scegliendo con cura le parole. Da come lo squadravano interdetti gli altri, dedusse che nessuno dei presenti sapeva di cosa si trattasse. La cosa iniziava a metterla a disagio. Annuì, per quanto poco convinta.
 
« Quando stavamo parlando, prima del- beh, ci siamo capiti» annuì esortandolo a continuare. Il ragazzo fece un grande sospiro « Hai detto che sei rimasta da sola per due settimane, è così?» Un grosso groppo le si formò in gola: non voleva parlare di quello. Remus non aspettò la risposta. « Ne vuoi parlare?»
 
La guardava e sapeva che quella domanda aspettava solo una risposta. Toccava a lei parlarne, ovviamente, ma non si sentiva pronta, non voleva farlo. « Non credo ci sia molto da dire» commentò quindi tetra.
 
Remus alzò gli occhi al cielo « Senti io-» « Non sei sola» James si intromise nel discorso, stralunato « Hai noi, no?» si guardò quindi in giro, per cercare sui volti degli amici quello che, per lui, era stata fin da subito una realtà. « Non è vero» sussurrò lei stringendosi le ginocchia al petto.
 
« No?!» Sirius si avvicinò imponendosi su di lei « Se quello non fosse vero non rischierei l’espulsione» « Cosa?!» James guardò con severità l’amico « pensavo che non avremmo sollevato questo punto» il giovane sbuffò e si allontanò malamente di qualche metro.
 
« Pensavo anche che lei fosse più sveglia» commentò quindi punto sul vivo. Elisa non badò all’insulto.
 
« Verrete espulsi? Che diamine significa?!» « Non verremo espulsi» la rassicurò Remus con un sorriso tirato  « Ma ci siamo andati vicini» completò per lui James sorridendo più tranquillamente « Sai, avevamo stufato il Preside con tutto quella guerriglia nei corridoi, così gli è scappato l’ammonimento»
 
Osservò ancora per qualche secondo il ragazzo per poi prestare attenzione a quello in piedi qualche metro più in là. Cercava di evitare il suo sguardo, guardando con convinzione prima a destra e poi a sinistra. « Lo verrò a scoprire» disse quindi lentamente « In un modo, o nell’altro» terminò continuando ad osservare il giovane che, costretto, ritornò a restituire il suo sguardo.
 
« Aveva cercato di ucciderti. Ti aveva isolato» iniziò accorandosi « Sirius» lo ammonì l’altro « Noi non perdoniamo certe cose, Stevenson. Non le perdoneremo mai» Elisa impiegò qualche attimo ad elaborare la notizia « Sono tutti vivi, vero?» « Sì tranquilla, solo ossa rotte e ustioni qua e là» « James!» lo rimproverò Remus con sguardo accusatorio. L’amico alzò le spalle, indifferente.  « Non ho mai visto Silente così infuriato, sai? Sembrava sul punto di distruggere qualcosa» una risatina generale si propagò tra i ragazzi, allentando la tensione.
 
« Ma si può sapere che mi è successo?» I ragazzi si guardarono, guardinghi « Sangue» rispose allora Sirius fissando il pavimento « Solo sangue che si spandeva sul pavimento. Tu eri diventata così bianca …» i suoi occhi vagavano verso un passato troppo vicino « Mi sono avvicinato, ho iniziato a scuoterti. Non ti svegliavi. Ho provato anche a svegliarti con la magia» si girò, uno sguardo di puro sconforto sul volto « Ho pensato fossi morta» concluse amaramente.
 
« Lo abbiamo pensato tutti» James si accasciò sulla sedia, meditabondo. « Beh, grazie» Elisa li ringraziò, un sorriso sincero sul volto « Oh non devi ringraziare noi, Felpato aveva minacciato di vivisezionarci tutti se non ti fossimo venuti a cerca- Ahia» Una bacchetta era brutalmente volata da un capo all’altro del letto  « Taci Ramoso!» « Oh su dai fratello!» I ragazzi risero e lei non poté fare altro che unirsi a loro. Il rumore della porta che si apriva con lentezza attirò la loro attenzione.
 
Lily guardava la scena impassibile, i capelli scompigliati e gli occhi sbarrati. Un silenzio innaturale si ricreò nella stanza.
 
« Evans!» Il ragazzo con gli occhiali si alzò come una molla, la mano a ravvivarsi i capelli. Remus scoppiò in una risatina incontrollata « Ci sono più ormoni nella stanza che medicine» Elisa scoppiò a ridere un attimo, per poi tornare seria.
 
« Vedo che riesci sempre a metterti nei guai» Gelida, ecco come la voce di Lily risuonava nella stanza. « Già, sembrerebbe così» concordò lei con un’alzata di spalle. Rimasero a fissarsi per qualche attimo, quasi si stessero sfidando a distogliere lo sguardo. Dopo qualche secondo una cascata di capelli rossi le era addosso tra le esclamazioni generali.
 
« Sei una stupida stupida stupida» ripeté Lily stringendola in un abbraccio stritolatore « Senti chi parla» si beccò un pizzicotto ammonitore. Rise mentre un grande nodo allo stomaco veniva finalmente sciolto.
 
La ragazza poté osservare con la coda dell’occhio un James decisamente in subbuglio guardare la stanza concentrato. Il suo sguardo si rivolse quindi al suo cavallo dei pantaloni « Chi ti ha chiamato? Stai buono!» Rise più forte.
 
Lily si spostò con cautela sedendosi al lato del letto, continuando ad osservarla. « Stai bene?» « Sì dai, non c’è male» La rossa continuò ad analizzarla con occhio critico, quasi volesse accertarsi di persona la cosa. « Mi dispiace» Elisa sorrise a quelle scuse improvvisate « Sì insomma, non sapevo come avvicinarti. Si può sapere cos’è successo?» « Oh» la osservò per qualche attimo decidendo cosa fare.
 
Non poteva mentirle, ma Severus …
 
« Ecco sì insomma, è stato un po’ così perché-» « Dei Serpeverde l’hanno ingannata, siamo arrivati in tempo» « Ah» Lily squadrò per qualche secondo James, quasi si fosse accorta solo in quel momento della presenza dei Malandrini. « Lily?» l’amica la richiamò alla realtà « Uh? Giusto! Quindi tu stai bene?» Non aspettò nemmeno la risposta e, girandosi, squadrò di nuovo Potter.
 
« Da quanto siete qui?» « Penso una ventina di minuti, no?» chiese conferma James voltandosi verso gli altri « Siamo arrivati qua e dopo tre minuti si è svegliata» Elisa rimase interdetta qualche secondo. Non erano tre ore? « Immagino, con il vostro solito chiasso..» concluse quindi la rossa voltandosi con aria di sufficienza. James alzò le spalle osservando la ragazza con un sorriso.
 
« hai qualche lezione?» chiese Elisa all’amica, interessata. « Pozioni, ma posso benissimo saltarla» fece con un’alzata di spalle lei « Tu ci tieni alla tua carriera scolastica!» « Ci tengo di più alla mia migliore amica!» la zittì lei posando la borsa a terra, autoritaria.
 
« Se posso permettermi» si intromise James alzando lievemente la mano « Potremmo fare a turno, no?» Lily lo squadrò con sospetto crescente « Ognuno di noi farà qui dei turni così che  noi non perderemo lezioni fondamentali per la nostra carriera scolastica» spiegò pomposo e fiero « e lei non si sentirà sola» concluse quindi con un sorriso seducente. Elisa ridacchiò scuotendo la testa, sconsolata.
 
« Mi pare un’ottima idea!» Remus batté le mani entusiasta « Non dovete sentirvi obbligati» sorrise Elisa piano « Nessuno qui si sente obbligato» spiegò Sirius sorridendo sconsolato per un attimo al soffitto.
 
Si era avvicinato, notò con piacevole sorpresa.
 
Datti un contegno, Lolita! la riprese la voce nella sua testa.
 
« Va bene» convenne allora la ragazza annuendo lentamente al nulla. « Andate pure, il primo turno lo faccio io» James alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa, sconfitto. « Faccio io il primo turno» concluse quindi alzandosi dalla sedia. Un piccolo silenzio si diffuse fra tutti.
 
« Su su, andate o farete tardi» La protesta della rossa fu bloccata dall’amica che, con sguardo severo, le intimò di allontanarsi. « Ci vediamo dopo, però» « Certo, a dopo!» Salutò agitando la mano, lentamente. Tutti restituirono il saluto, chi più, chi meno.
 
Solo quando la porta si fu chiusa alle loro spalle, James parlò. « Allora Scricciolo, che vuoi fare?»  la ragazza sorrise serafica « Parlare» « Parlare? Ok spara, di cosa?» Un sorriso furbo si aprì sul suo viso « Di quel bellissimo mantello in tuo possesso, naturalmente »
 
« Miseriaccia»
 
 
*Shakespeare


Angolo autrice
Salve! Capitolo assolutamente lunghissimo, come avrete potuto notare. Mi sono divertita un mondo a scriverlo, però. A voi che ve ne pare?
Alla prossima
Eli ;-P
 
P.S. Non ci credo, sono stata puntualeee! Un ringraziamento speciale a E mi e ai suoi metodi di persuasione molto convincenti ;)
   
 
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