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Autore: Favilla    01/05/2016    1 recensioni
Per Caitlyn accettare i cambiamenti non è mai stato facile. Per Vi, è stato necessario per sopravvivere. E a volte, quando i dubbi insinuano nella mente brutti pensieri, non puoi far altro che urlare più forte di loro.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Caitlyn, Vi
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Characters: Vi, Caitlyn
Pairing: Vi x Caitlyn
Rating: PG-13 | Yellow
Warning: fem!slash (not explicit)
Genre: Slice of Life; Fluff 
 1200 

Prompt: Qualcosa di blu: un fandom, o una ship, scrivendo sul/la quale ti senti particolarmente a tuo agio (non necessariamente il tuo OTF/OTP) 

Inauguriamo il mio primo cowt con la mia prima fic su League of Legends. Se vi state domandando come faccia farmi sentire a mio agio scrivere su un fandom  e una ship completamente nuovo/a domanda che si staranno chiaramente ponendo tutti ecco, lasciate perdere. Ho mentito. Non mi sentirò mai completamente a mio agio a scrivere qualcosa, ma se non altro in League of Legends siamo io e i miei head canon soli soletti nel mio cervello a farci compagnia. 
(ringraziamo Fuuma che non mi lascia inventare generi a caso e che è sempre in prima linea quando si tratta di beccare e sbattermi in faccia tutti i passati che si trasformano magicamente in presente. Grazie! Dannata!) XD 

Disclaimers: i personaggi di League of Legends appartengono alla Riot.
Scritta per la prima settimana del COWT-5 di maridichallenge

 
~


 
Non tutte le indagini erano divertenti od emozionanti. A volte erano lente, faticose, fatte di giorni noiosi passati a spulciare disordinati archivi.
A volte invece erano addirittura sgradevoli, quasi malsane, occupate a setacciare gli angoli più squallidi di Piltover, dove ladruncoli disperati con nulla da perdere popolavano ogni angolo buio di strada come la muffa, e squallidi e sgangherati bar erano teatro più di risse che di feste.
Quello purtroppo, era uno di quei giorni.

 
“ Oh, hai visto? Lo sceriffo si è seduta nel tavolo dietro di te. “
“Dannazione, è talmente figa che me la farei qui ora su questo tavolo. “
“ Anche io. Quasi quasi faccio un po’ di casino così mi faccio ammanettare. “
“ Bradd, non fare il coglione. “

 
Erano passati appena venti minuti da quando avevano messo piede in quel bar, e mentre Caitlyn aveva trovato più ragioni di pentirsene che indizi utili sul trafficante che stavano cercando, Vi aveva già individuato cinque diverse facce che avrebbe preso volentieri a pugni. Sette, se si contavano quelle dei due uomini che stavano seduti nel tavolo vicino al loro, i cui sguardi lascivi cascavano con così tanta insistenza sulla propria donna che avrebbe quasi potuto accusarli di molestie sessuali come scusa per prenderli a calci. E se non avesse funzionato li avrebbe accusati di avere una faccia da schiaffi. O di esistere. Non le importava avere davvero una scusa.

« Se passo un altro secondo a sentire quei due senza far nulla implodo. » finì la frase e inspirò quasi con violenza, come se nell’ossigeno ci fosse l’antidoto alla rabbia che le stuzzicava i pugni, nascosti dentro gli inseparabili guantoni hextech, ben visibili sul tavolo in tutta la loro imponenza.

« Il barista dovrebbe fare il cambio di turno a breve. Poi usciamo da lui, ci facciamo dare le informazioni e ce ne andiamo. Abbi pazienza. » Caitlyn sembrava quasi non si sforzasse nemmeno di mantenere la calma, come se non fossero nemmeno degni della sua attenzione. Stavano parlando di lei? non le importava. Era abituata ad essere sulla bocca di tutti, a sgomitare in mezzo a malelingue invidiose della sua scalata al successo, ad ammiratori o criminali.

« ma ho già contato tre volte fino a dieci. Ho già triplicato il mio record! » Vi lasciò cascare la battuta, per dare il tempo allo sguardo mezzo divertito e mezzo esasperato della cecchina di alzarsi dalla propria bevanda e piantarsi sull’espressione furbesca della partner dai capelli rosa, che ridacchiava tra sé e sé.

 
“ ehi bellezza, molla il tuo ragazzo e vieni a vedere quanto è lungo il mio fucile. “
“ Bradd guarda che quella se sente che le hai dato dell’uomo ti spacca la faccia. È Vi. “
“ ma è la verità. Quella è più uomo di te. La sua compare è molto più figa di lei. “
“ Vi? Sta per virilità! Duh“
“ Pfff, bella questa! “

 
Un lampo di odio attraversò gli occhi di Caitlyn. Si dovette quasi mordere la lingua per impedirsi di ribattere, e far rimangiare a quei due ogni singola sgradevole parola che avevano osato sputar fuori dalla bocca sulla sua compagna. Senza rendersene conto, si ritrovò con il bicchiere in mano vuoto, realizzando solo in seguito che si era sforzata così tanto di non parlare che aveva continuato a bere. Fu una cosa che la sorprese, al punto che la paura di poter agire d’impulso iniziò ad annebbiarle la mente, assieme ad una paura più nuova, forse anche più subdola. Provare dei sentimenti così forti per qualcuno la stava cambiando.

« Andiamocene. Aspettiamo il barista sul retro. »  E senza nemmeno aspettare il parere della partner si era già alzata, impaziente di lasciar dietro di sé quello squallido locale che si ostinava a stuzzicare il suo proverbiale controllo e quello quasi inesistente della propria compagna.
 E dire che sarebbe bastato incontrarli qualche mese prima, e a quell’ora le loro facce toste avrebbero già fatto conoscenza dei pugni e dell’impazienza di Vi almeno un paio di volte.

« A volte essere i paladini della giustizia fa proprio schifo. » Ammise Vi in un sospiro, mentre si accingeva a seguire la ragazza dai capelli neri fino sul retro, ribollendo di rabbia a sua volta. il desiderio di prendere a calci i due malviventi era già stato sostituito nella sua mente dall’espressione preoccupata di Caitlyn, ma sapeva che se avesse voluto che la ragazza vuotasse il sacco su ciò che la turbava avrebbe dovuto aspettare che fosse lei a parlarne. L’aveva imparato a sue spese.


 
 
~
 

Quella giornata ci aveva messo molto, troppo a finire.
E nonostante avessero già abbandonato da tempo quel malconcio bar in favore dell’ accogliente casa di Caitlyn, e nessuna delle due avesse più nominato i due individui, la cecchina non era ancora riuscita a levarsi dalla testa i commenti che avevano fatto su Vi, e ancor di più la reazione di intensa rabbia che l’aveva attraversata come una scarica elettrica. Non era abituata a perdere così la pazienza. Soprattutto, non con gli ennesimi criminali da quattro soldi, che regolarmente vomitavano insulti su ogni poliziotto di Piltover, lei compresa.

« Dlin dlon! » la voce squillante di Vi la richiamò brutalmente alla realtà e al piatto vuoto di zuppa che stava contemplando da qualche minuto, come se fosse la cosa più interessante di quella cucina. « Sono il tecnico, e sono venuto a controllare il sistema di raffreddamento. Posso entrare? » e prima di finire la frase, era già scivolata alle spalle della ragazza e le sue mani le stavano massaggiando le tempie, con la stessa delicatezza che sapeva sapientemente riporre nei fragili circuiti che costruiva e per la quale la gente continuava a stupirsi, paragonata al suo modo brusco di porsi e di combattere. Caitlyn si lasciò scappare una risata, ma doveva ammettere che aveva ragione: arrovellarsi di continuo non le avrebbe portato altro che un cervello in fiamme e un esaurimento nervoso. Si girò verso Vi, il ghiaccio dei suoi occhi così vicino a sciogliersi nell’azzurro più caldo di quelli di lei.

« mmh? che ti prende cup- »  ma la cecchina fu più rapida, e fece sua ogni parola quasi con prepotenza, con un bacio che lasciò Vi letteralmente senza fiato. Era brava con le parole, ma non quando si trattava di sentimenti, e lasciò che le mani parlassero per lei; prima con delicatezza, scorrendo con le dita affusolate lungo il viso, il collo, tra i seni, poi con più passione, facendo sbocciare brividi di piacere ad ogni carezza, a cui Vi rispose con piccoli sospiri che Caitlyn catturò tra le sue labbra, con un nuovo bacio, e un altro ancora, mentre le mani correvano ad allacciarsi attorno alla vita della ragazza per avvicinarla possessivamente a sé.
 
Era vero, forse non era più la donna impassibile e contenuta di un tempo. E la cosa la spaventava.

Ed era vero anche che non era mai stata del tutto certa della propria relazione con Vi, essendo la sua prima ragazza.

Ma ad ogni bacio, il desiderio di urlare al mondo che è sua gridava nella sua mente più forte di ogni dubbio, e forse un giorno, sarebbe riuscito a dirlo anche a lei
  
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