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Autore: Luna Manar    01/05/2016    0 recensioni
È una follia. Mi sembra di essere in campeggio. Squall guardò Rinoa che frugava in una borsa da viaggio a nemmeno due metri da lui. "Ricordami ancora una volta di chi è stata questa idea."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà della Square-Enix e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro. Nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

THE CAMPING TRIP
scritta da Luna Manar, tradotta da Alessia Heartilly

È una follia. Mi sembra di essere in campeggio. Squall guardò Rinoa che frugava in una borsa da viaggio a nemmeno due metri da lui. "Ricordami ancora una volta di chi è stata questa idea."

"Tua" cinguettò lei per tutta risposta, sorridendogli divertita al di sopra della spalla.

Squall scosse la testa e continuò il compito di srotolare il suo 'sacco a pelo', o una cosa che gli somigliava. Era una coperta invernale con quella forma che aveva trovato per caso nella "sua" stanza sulla Lagunarock, ma per i suoi scopi andava bene. Ciononostante, Squall si sentiva gravemente fuori posto a dormire proprio dentro la bocca della caverna che aveva segnato il tumulto della giornata appena passata. Un pilastro di cristallo una volta cilindrico giaceva distrutto vicino al centro della caverna. Fissando brevemente le rovine, Squall represse un timore al ricordo, cercando di scrollarsi di dosso la sensazione ancora ossessionante di artigli e denti da drago...

Scosse la testa. È finita, adesso. Non serve preoccuparsene. Perché aveva scelto quel posto per accamparsi non lo capiva nemmeno lui. Il suo ragionamento era che avrebbe fornito un riparo dai venti della notte o da una qualsiasi possibile tempesta improvvisa che poteva avvicinarsi, ma persino in quel momento sembrava una scusa stupida. Il cielo era così chiaro che anche se ci fosse stata la minaccia di un temporale, lo avrebbero facilmente visto e sentito ben prima del suo arrivo. E non faceva così freddo, fuori. Beh, non per me. Raddrizzò pigramente il bordo del suo sacco a pelo di fortuna, dopo averlo fissato con occhi vuoti mentre i pensieri gli saltavano in testa a velocità sconvolgenti. Sembrava che a prescindere da quanto fosse calmo l'ambiente, la sua mente non smettesse mai di correre...

"Squall, hai una torcia o qualcosa del genere?" Lui si riscosse dai suoi pensieri per guardare Zell al di sopra della spalla, che stava - almeno in teoria - aprendo le borse più grosse che avevano portato con loro.

I cinque - Squall, Rinoa, Zell, Quistis e Selphie - erano scesi dalla Lagunarock quella mattina presto per esaminare quella strana isola, immaginando che avrebbero finito per passarci la notte; la nave, che necessitava di benzina, era partita per la Stazione Aerospaziale di Esthar, per tornare presumibilmente il giorno dopo. Squall sperava solo che per una volta le cose andassero bene e non ci fossero ritardi. Era più che pronto a lasciare quel posto inquietante. Ne aveva abbastanza di draghi e mostri, demoni armati di spada e trappole mortali sottomarine per quel giorno.

"No" disse in tono piatto, rispondendo alla domanda di Zell. "Perché ti serve?"

Zell voltò le spalle all'ingresso della caverna per guardare l'amico. Fece un gesto vago con l'altro braccio. "Solo... mi sembra meglio averne una. Questo posto mi fa morire di paura."

Quistis, che sembrava quella, tra i due, che in effetti disfaceva le borse, alzò lo sguardo e socchiuse gli occhi con un sorriso beffardo. "Ti serve la luce notturna, Zell?"

"No" disse indignato. "Sto solo dicendo..." Troppo tardi. Tutti i presenti stavano ridendo piano della domanda di Quistis. A parte Squall, ovviamente, che era impegnato a disegnare qualcosa nel terreno sporco. Non ci volle molto a Zell per notarlo, e balzò sull'opportunità di togliere l'attenzione da se stesso. "Hey, che stai scarabocchiando lì?"

All'apparenza spaventato dal fatto che l'avesse notato, Squall alzò in fretta gli occhi mentre cancellava qualsiasi immagine stesse disegnando. "Niente... solo un'idea."

"Tch. Certo, Scrooge, se lo dici tu."

"Chissenefrega." Squall guardò il punto in cui si trovava Rinoa, per scoprire che si era spostata. Si guardò intorno, non vide traccia di lei, e prima di potersi trattenere chiese: "dov'è Rinoa?".

Quistis soffocò una risatina. Squall si accigliò, irritato.

"È andata al, uhm, cespuglietto delle ragazze" cinguettò Selphie dall'angolo che aveva appena svoltato. "Oh, tutto a posto, a proposito! Niente brutti mostri cattivi nelle vicinanze."

Prima che Squall potesse dire una parola, Quistis disse la sua. "Penso che il cuore del signor Leonhart stia diventando troppo grande per il suo petto." Rise. "È solo preoccupato, ecco tutto."

"Sentite, era solo una domanda, ok? Non fatene un caso nazionale" ringhiò Squall, saltando su a difendersi. "Inoltre devo sempre sapere dove siete tutti voi. Non posso permettermi di perdervi. Se lo facessi, sarebbe colpa mia se succedesse qualcosa a qualcuno."

"Un SeeD fino in fondo." Di nuovo, Quistis cercò di non ridere.

Zell si sedette su un piccolo affioramento di pietra che spuntava dal muro della caverna, posandosi le braccia sulle ginocchia e sorridendo divertito di quello scambio. "Aw, dai, Squall.. Ammettilo. Sei pazzo di lei. Dopo quel piccolo show alla Dimora della Strega, è abbastanza ovvio."

"Sì ok, quindi?"

Selphie fece un enorme sorriso, lasciandosi cadere accanto a Quistis. "Quindi è cariiiiiiiiiiiiiino!" Quasi cinguettò quella parola.

"Lasciatemi in pace." Squall si appoggiò su una mano, mettendosi l'altro braccio sul ginocchio. Guardò il fondo della caverna come se avesse sentito qualcosa in quella direzione.

Decidendo apparentemente di lasciar solo il loro capitano brontolone, Zell scrollò le spalle e saltò in piedi. Si mise a togliere dalle borse rimaste svariati oggetti per la notte, aiutato da Quistis e Selphie.

Squall avrebbe potuto dare una mano, se i suoi pensieri non l'avessero invischiato ancora. Fissò l'orizzonte illuminato dalle stelle fuori dall'ingresso della caverna, contando le costellazioni che riusciva a vedere. C'erano così tante cose che dovevano ancora fare, e così poco tempo per farle tutte. Chi sapeva cosa sarebbe successo nei giorni successivi? La gente poteva morire, e così sarebbe stato se Artemisia avesse fatto quello che voleva con Adele. Squall non intendeva perdere nessuno "sotto il suo comando", ma la possibilità rimaneva comunque. Cosa avrebbe fatto se fosse successo? Cosa si poteva fare per evitarlo? Non conosceva la portata del potere di Artemisia più degli altri. Come poteva prepararsi per qualcosa di cui sapeva così poco? E se qualcuno fosse morto per negligenza da parte sua? E se lui fosse morto? E se-

Smettila. Si riscosse dal suo incanto morboso, rifiutandosi di lasciarsi trascinare dalle sue stesse preoccupazioni. Non fare così. Lei non morirà, io non morirò. Ce la faremo... Dio, sono stanco.

"Hey, ehm, Squall?" Di nuovo Zell.

"Cosa" ringhiò seccato, stanco di avere i suoi pensieri, per quanto solenni, interrotti.

"Manca un sacco a pelo."

Dimenticata l'irritazione, rimpiazzata dalla sorpresa e da una strana specie di paura, l'attenzione di Squall si rivolse pienamente al suo amico. "Cosa?" ripeté, quasi urlando la parola, stavolta.

"Solo quello che ho detto." Zell scrollò le spalle. "Ci sono solo altri tre sacchi a pelo qui dentro. Qualcuno dovrà o condividere o dormire per terra."

"Chi? Di chi è quello che manca?"

"Di Rinoa."

Squall fissò Zell, studiando attentamente la sua espressione. Zell sembrava troppo sorpreso, troppo innocente. Gli era stato assegnato il compito di radunare l'equipaggiamento di tutti prima che la Lagunarock lasciasse l'isola. E Squall non pensava che lui non fosse il tipo da...

"Immagino di averne dimenticato uno uscendo." La scrollata di spalle "impotente" di Zell suggellò i suoi sospetti. "Oops."

"Lo hai fatto apposta." Socchiuse gli occhi, che luccicavano di un'incredulità pericolosa.

Zell indicò se stesso. "Chi, io? Bah!" Fece un gesto a minimizzare la cosa.

Squall non si lasciò ingannare. "Cretino, lo hai fatto apposta, vero?" Quasi si alzò, socchiudendo gli occhi fino a ridurli a fessure furiose mentre Zell si voltava. "Non è vero?!"

"Ti inventi le robe, amico." Zell sorrise maliziosamente al di sopra della spalla.

"Non riesco a crederci!" protestò Squall. "Ne hai dimenticato uno apposta." Quistis e Selphie stavano ridacchiando come pazze. Squall non vedeva affatto nulla di divertente nello scherzo di Zell.

Sta scherzando. Lo ha solo nascosto. Deve essere uno scherzo!

"Se è una qualche specie di scherzo, non è divertente."

"Nessuno scherzo" si intromise Selphie. "Qui ce ne sono solo tre, e questo è mio!" Strinse il 'suo' sacco a pelo come se ne andasse della sua vita.

"Idem per me" aggiunse Quistis, prendendo il suo sacco a pelo e trascinandolo all'altro lato della caverna.

Squall fissò duramente Zell. "Vedremo chi dormirà per terra."

"Non esiste, amico." Zell si mise il sacco a pelo ancora arrotolato sulla spalla, indietreggiando. "Questo è mio, dal mio dormitorio. L'ho pagato, eh?" Senza permettere una risposta, si voltò e andò al posto che aveva scelto, come fece Selphie, lasciando Squall a fissarli impotente.

Squall poté solo stare seduto a infuriarsi. Dannazione, ucciderò quel bastardo.

E poi Rinoa svoltò l'angolo come se avesse ricevuto un segnale, dirigendosi verso di lui e guardando il fagotto da viaggio ora vuoto, cercando di trovare il suo sacco a pelo come avevano fatto gli altri. Prima di potersi accorgere che non c'era, vide Squall che la guardava, con una sensazione quasi rabbiosa, quasi spaventata, quasi confusa e decisamente nervosa dietro occhi su un viso impassibile.

Piegò la testa guardandolo incuriosita, sorridendo un poco. "...Che c'è?" Non era sicura se lui stesse davvero fissando lei, o se c'era qualcosa che non aveva notato.

Squall sospirò, rispondendo riluttante con un sussurro. "Uno scherzo che Zell ha deciso di farmi. Ci sono solo 'altri' tre sacchi a pelo." Sospirò, guardandola alzare le sopracciglia sorpresa. "Quello che manca è il tuo. Puoi prendere il mio se vuoi, ma in una maniera o nell'altra uno di noi dovrà dormire per terra."

"E saresti inevitabilmente tu, perché io non lo farei a meno che ne dipendesse la mia vita." Riuscì a trattenere la sua risata tranquilla fino a quando Squall la guardò imbronciato. "Sto solo scherzando" ridacchiò. "Davvero, allora cosa pensi?" Andò a inginocchiarsi accanto a lui, guardandolo, senza permettergli di osservarla senza guardarla negli occhi.

"Beh, non... non lo so" borbottò Squall. "Non voglio dormire per terra, ma lo farò, se devo. Non è che costringerò te a farlo o cose del genere."

Rinoa rise di nuovo della sua incertezza. "Oh, certo che no. Non sarebbe molto carino da parte tua. Ma, d'altra parte, sarebbe davvero poco dignitoso per Squall Leonhart dormire nella polvere, vero?"

"Sto cominciando a pensare che l'hai aiutato a organizzarlo."

Ci volle un pochino a Rinoa per calmare le sue risate, stavolta, ma scosse la testa una volta che fu riuscita finalmente a calmarsi. "No, ma sembra che non ci sia molta scelta, uno di noi due deve dormire per terra. L'unica altra alternativa è condividere questo." Sorrise leggermente, non dispiaciuta, ma un po' imbarazzata. "Anche se lo facessimo, sono sicura che gli altri sanno che siano entrambi migliori di questo."

"Fuori questione."

"Perché no? Non che lo stia suggerendo, ma..." Si interruppe, pensò un momento e terminò con una piccola scrollata di spalle. "Non è che 'faremmo' qualcosa."

"Non è quello il punto" brontolò pacato Squall, appoggiandosi al muro lì vicino, togliendosi velocemente gli stivali e mettendoli da parte - gesto che aveva l'unico scopo di dargli un motivo per non guardarla in faccia. "È che... non lo so. È troppo strano."

"Perché?"

"Perché lo è." Squall fu tentato di offrire la soluzione più logica - che uno di loro iniziasse a fare la guardia - ma non lo fece per il semplice fatto che non avevano bisogno di una sentinella; il mero GF a tre teste di Squall e la sua capacità di sentire la presenza del pericolo ci avevano già pensato.

"Mi dispiace se l'idea ti turba così tanto. Va tutto bene. Sono sicura che troverò un posto."

"No" sbottò lui prima di potersi fermare. Cercò freneticamente un motivo per dar forza alla sua argomentazione. "Fa freddo fuori. Non hai un cappotto. Ti serve più di me."

"Allora dove intendi dormire?" Rinoa indicò le pietre e la polvere circostanti. Lo guardò mettersi una mano sul viso, indeciso. "No, no, davvero" si corresse in fretta. "Non voglio farti stare scomodo. Semplicemente non mi piace l'idea di te che dormi sulla pietra. Potresti farti male."

"Giusto. Non sarebbe la prima volta. Tu preoccupati di te stessa." Strofinandosi pensieroso due dita sulla cicatrice, Squall lottò silenziosamente tra sé e sé.

Rinoa lo guardò accigliata. "Smettila di cercare di fare il duro. Hai bisogno di dormire, Squall, più di noi. Posso trovare un posto. Non è un gran problema-"

"Bene" ringhiò lui da dietro la mano. "Mi prenderò il dannato sacco a pelo. Ma non dire che non ti ho dato una scelta."

"Non lo farei." Il suo broncio si addolcì.

Altrettanto fece la voce di Squall. "Scusa..." Si prese mentalmente a calci. Si era irritato di nuovo. E per quale motivo? Tutto quello che lei cercava di fare era aiutarlo. Un respiro profondo gli permise di recuperare la calma. "So che non lo faresti. Solo che non riesco a pensare adesso."

"Hai bisogno di dormire, Squall."

"Lo so." La fissò attraverso le dita. "Ma non è giusto che tu debba dormire per terra solo perché Zell ha convenientemente lasciato il tuo sacco a pelo sulla Lagunarock." Abbassò la mano sul ginocchio, piegando la testa da un lato per guardarla seriamente. "Lo sai cosa sta cercando di fare" terminò piano dopo qualche battito imbarazzante.

"Giusto, ma non ci sta dando molta scelta." I capelli neri dondolarono quando lei scosse lentamente la testa, e il suo viso andò in ombra ad intermittenza. "Capisco se non lo permetterai, però." Il suo sguardo cadde rassegnato sul pavimento duro. "Sarebbe un po' vicino, dopo tutto."

Il viso di Squall ebbe un minuscolo guizzo di solenne divertimento. Poi chiuse gli occhi a metà, e per un momento sembrò più affaticato di quanto Rinoa potesse ricordare di averlo mai visto. "Come se ti desse fastidio" mormorò lui, con troppa calma.

Fu il turno di Rinoa di sentirsi esaminata, e seguì l'esempio di Squall, togliendosi le scarpe per evitare di incontrare il suo sguardo abbastanza a lungo da formulare una risposta a quella supposizione. Ma nonostante il suo disagio, non aveva percepito quella frase come accusatoria. Era stata più una semplice osservazione da parte sua, non per litigare con lei, ma per sottolineare una verità indiscutibile.

Alla fine, mettendo le scarpe da parte, si tirò le gambe contro il petto e ci avvolse intorno le braccia, posando il mento tra le ginocchia e fissandolo. "Credo di no" ammise. "Non se non lo dà a te."

Squall esalò bruscamente in quella che poteva essere una specie di risata. Rinoa non riuscì a capirlo. Senza più riflettere, piegò all'indietro l'angolo del tessuto; come soprappensiero, gettò i guanti vicino agli stivali, accanto al muro. Si sistemò nella trapunta a forma di sacco a pelo il meglio che poteva e chiuse gli occhi, all'apparenza dimenticando completamente la presenza di Rinoa.

Guardandolo, Rinoa venne colpita da un'osservazione casuale e divertente. Ridacchiò.

Squall la guardò. "Cosa?"

Lei cercò di smettere di ridere. "Oh, niente. Ho appena notato una cosa. Non è poi così divertente."

"Chissenefrega." Rimise giù la testa.

Rinoa rimase seduta in silenzio per qualche minuto; non voleva andarsene, né aveva un posto dove andare, ma era spaventata a morte dal restare. Se solo avesse saputo... "Squall?"

"Sì?"

"Tu..." Esitò. "Ti dà fastidio se mi siedo qui e basta per un po'? Starò tranquilla. Ho solo voglia di restare qui."

"Se vuoi."

In silenzio, si spostò un po' più vicina a lui, piegando la testa su un lato, guardandolo. Perché, si chiese, quasi tutti, a prescindere da quanto siano stoici normalmente, o quanto siano carini o cattivi, perché sembrano sempre così innocenti e pacifici quando chiudono gli occhi per dormire? All'improvviso una paura di quella giornata la afferrò, senza avvertimento, senza motivo. Un riflesso di panico momentaneo la mosse, e gli sfiorò la spalla con la mano prima di accorgersi di cosa stava facendo.

Anche protetto attraverso la giacca, Squall doveva aver sentito quel tocco, perché aprì gli occhi e la fissò mentre toglieva la mano.

"Scusami." Scosse la testa, tenendo la voce bassa. "Mi sono spaventata così tanto questa mattina. Quando Bahamut... io... pensavo che non avresti riaperto gli occhi, Squall, e per un secondo penso di aver solo..." Perché non riusciva a parlare con coerenza? Lottò con la pressione crescente nella sua gola. "Per qualche ragione, quella sensazione è tornata." Sperò solo che la sua spiegazione frammentata avesse senso per lui. Lo guardò annuire e chiudere gli occhi ancora una volta, ma si trovò a parlare ancora. Se a Squall o a se stessa, non ne era sicura. "Ho quasi paura di allontanarmi troppo da te, perché con tutto quello che è già successo, qualsiasi cosa potrebbe andare male. Potrebbe succedere qualcosa a uno di noi e non saremmo lì a impedirlo."

Sospirando, Squall si sollevò su un braccio, guardandola con calma, insolita pazienza mentre Rinoa lottava per tenere a freno le lacrime. "Ascoltami" disse infine. "I prossimi giorni saranno davvero duri per tutti noi. La nostra situazione non è bella, e non migliorerà. Ecco perché siamo venuti qui, per vedere se potevamo trovare qualcosa da usare. Anche con Bahamut, abbiamo meno di quello che speravamo, e questo significa che abbiamo perso più tempo di quello che abbiamo guadagnato. Dopo che verranno a prenderci domani ci muoveremo senza fermarci, e non possiamo permetterci di rallentare per nulla al mondo. Senti quello che sto dicendo?"

Rinoa chiuse gli occhi, asciugandosi frustrata una lacrima silenziosa, e annuì di scatto.

Squall continuò piano. "Ci saranno molte battaglie, probabilmente molte uccisioni. Alcuni di noi potrebbero morire nella battaglia. Ma tu ci sei dentro come noi, il che significa che devi stare al passo. Non puoi ritrarti nella paura. Non c'è più posto per quello. Se lasci che si metta in mezzo, esiterai, e non riuscirai nemmeno a pensare. Finirai per morire così, forse trascinando anche noi. Sei una Strega adesso, e significa guai per te. Ma per quanto vorrei poterlo fare, non posso salvarti dal potere di Artemisia. Se cerca di controllarti ancora, l'unica che può resisterle sei tu. Non c'è modo per te di nasconderti da questo. Non c'è nulla che io possa fare per fermarlo. L'unico modo per uscire è continuare ad andare avanti, a prescindere da cosa succede. Non è il momento di avere paura. Devi sapere quando combattere."

Rinoa aveva calmato le lacrime, e fissava il terreno con occhi vacui, ascoltandolo. Non disse nulla.

"Io ho visto quello che puoi fare" aggiunse fermamente Squall. "Hai più potere di quanto sei disposta ad ammettere. Senza di te, quelle cose sulla Lagunarock mi avrebbero usato come spuntino di mezzanotte. Senza di te nessuno di noi avrebbe mai potuto sopravvivere al primo colpo di Bahamut. So meglio di chiunque altro che sei molto potente. Un potere come quello spaventerebbe chiunque avesse anche solo mezzo cervello. Ma dato che ce l'hai, tanto vale che lo usi. Usalo per evitare che la gente muoia, e per aiutarci a sconfiggere Artemisia." La vide iniziare a scuotere la testa, e alzò leggermente la voce, con insistenza. "Non pensare a tutte le cose che potrebbero andare male. Se esiti per questo, potresti fare la differenza tra vivere e morire. Non deve piacerti per forza, e non deve per forza essere facile. Le cose sono così, e basta. Devi conviverci. Non permetterti di morire per questo. Non sarebbe giusto per te, o per chiunque altro."

"Dimentichi una cosa" sbottò lei all'improvviso, sorprendendolo.

"Cosa?"

"Non posso combattere da sola." Incrociò le braccia, tremando un poco nell'aria fredda. "Se verrò separata da voi... non so fare niente. Non posso." Lo guardò, implorando brevemente, silenziosamente, la sua comprensione. "Potrà essere egoista e debole, e forse sono semplicemente stupida, ma-"

"No" la bloccò lui. Qualcuno tossì nell'altro angolo della caverna. Squall contò i propri respiri. "Rinoa, guardami."

Lei lo fece, un po' spaventata quando lui si allungò e le prese una mano per stringerla forte tra le sue.

I suoi occhi negavano qualsiasi discussione. "Non sei mai sola."

Rinoa sentì le sue mani stringersi intorno alle sue dita, e sbatté le palpebre, in muta sorpresa. Sentì un brivido lungo la schiena. Non succedeva da quando gli aveva insegnato a ballare a quella festa - era davvero sette mesi prima? - che lui la toccasse senza i guanti neri che indossava così spesso. Ora la teneva con affetto sincero, e parte di lei notò l'insolito calore della sua stretta. Lo fissò con la bocca semi-aperta, incapace di muoversi.

"Se verrai separata da noi" disse abbassando la voce quasi a un sussurro "anche se non riuscirai a ritrovarci... io non rinuncerò a te. Non sei dimenticata, e conto su di te per mantenerti viva. Se ti perdi io non mi fermerò fino a quando non ti avrò trovata. Ricordatelo. E credici. Non ti mentirò. E non esiste che io ti permetta di svanire. Anche se sei da sola... non sei sola. Mai."

Rinoa non sapeva cosa dire. Riuscì solo a fissarlo, intrappolata nella sua espressione, nel calore delle sue mani e nelle parole che le aveva detto. Alla fine riuscì ad annuire lentamente. Sentì l'aria fredda chiudersi intorno a lei quando lui, infine, la lasciò andare. Lo guardò mentre la guardava, e fece qualche tentativo senza successo di muovere la bocca prima di riuscire a parlare di nuovo. "Ehm... credo... credo che dovresti dormire. Proveremo ancora a, ehm... entrare nelle difese della Lunatic Pandora, domani, giusto?"

Squall annuì lentamente. "Sì."

"Io... credo che andrò a trovarmi un posto." Non si mosse per alzarsi. Si trovò a fissarlo di nuovo.

"Al rifugio" disse lui, facendo sempre al di sopra della spalla con la testa "avevi paura di dover combattere ancora la SeeD. Ricordi cosa ti ho detto?"

Rinoa sorrise un poco. "Di stare vicino a te."

"Beh?"

"Beh cosa?"

Lui scrollò un poco le spalle, distogliendo gli occhi dai suoi per un momento. "Non stavo giocando quando l'ho detto. L'ho detto sul serio."

Lei rise nervosamente. "E da quando giochi?"

"Si dice che sia successo."

Lei gli rivolse un sorriso triste. "Non molto spesso, eh...?"

"Perché sei ancora seduta lì?"

La domanda fece ripensare Rinoa alle sue parole, per essere sicura di averlo capito bene. "Cosa?" Lui era davvero sembrato in qualche modo scocciato. Non sapeva come l'aveva offeso.

Il broncio di Squall svanì quando si rese conto di che aspetto e che tono doveva avere. "Beh, ovviamente, non stai andando da nessuna parte." Parlò molto piano, non voleva che nessun altro sentisse, ma la sua voce era insolitamente espressiva; c'era qualcosa di intenerito nel suo tono che Rinoa notò. "Fuori inizia a far freddo. O stai lì a gelare, o farai qualcosa per evitarlo. Qui, o per terra?" La sua espressione non mutò mai dalla maschera impassibile mentre faceva un gesto vago dietro di sé.

Ora fu Rinoa a innervosirsi un po'. "Non lo so. Sei sicuro che non ti dà fastidio? Io... io non voglio metterti in imbarazzo."

"Se fossi imbarazzato, penserei anche solo di offrirtelo?"

"No."

"Mi darai qualcosa di cui essere imbarazzato?"

Rinoa ridacchiò leggermente rispondendo, arrossendo nonostante il freddo. "No."

"Se tieni le ginocchia lontano dalla mia schiena allora va bene. Niente arrotolarsi come una piccola palla come ti ho visto fare."

Sorridendo debolmente, lei annuì.

"Solo questa volta, però, e NON sto scherzando."

Prima che avesse anche solo finito di parlare, Squall si trovò abbracciato stretto alle spalle. Rimase rigido per un momento, poi lentamente, quasi insicuro di come farlo, ricambiò leggermente l'abbraccio con il braccio libero. La sentì posargli il mento contro la spalla, la sentì sussurrare.

"Ti amo, Squall."

Chiudendo brevemente gli occhi, si permise un brivido. La sua espressione non cambiò, gli occhi che fissavano semplicemente il nulla, ma dopo un po' riuscì a risponderle con voce stretta, quasi debole. Comunque, la sua risposta gli parve troppo disinvolta, senza significato e apatica, detta troppo velocemente e con troppa calma per avere una qualche sincerità. "Sì. Sì, ti amo anch'io." Le parole suonavano come se non volessero dire nulla di quello che lui provava davvero. Sperava solo che fossero abbastanza.

Lo scambio fu breve, si lasciarono andare con poco più di uno sguardo. Mentre Rinoa si alzava, Squall si coricò, chiudendo gli occhi e rivivendo nella mente gli ultimi imbarazzanti momenti. Si chiese vagamente se gli altri avessero visto il piccolo dramma dai loro posti nella caverna, ma francamente non gli interessava se l'avessero fatto o no. La sua confessione semi-sentita era stata strana ed aliena per lui, ma aveva inteso davvero ogni parola.

E si sarebbe comportato di conseguenza. Sarebbe stato dannato se non l'avesse fatto. Ma se, urlò una qualche piccola paura in fondo alla sua mente, come faceva ogni notte, non riesco a trovarla quando si è persa? E se non mi sveglio mai più? Respinse il concetto, proibendo il dubbio.

La presenza non familiare di Rinoa dietro di lui gli fece considerare se fosse davvero riuscito o meno a risposare. Questa era l'ultima cosa che aveva mai pensato di permettere. Persino in quel momento, non era sicuro di cosa pensare. Aveva sempre, sempre dormito da solo, nel suo angolo, lontano da tutti, fin da quando aveva memoria. Non era sicuro di sapere come addormentarsi vicino a qualcun altro. Se ci riusciva. Stando così le cose, era così consapevole del fatto di non essere solo che a malapena osava ricadere nella sua mente come faceva di solito, come se, per la semplice vicinanza, Rinoa potesse sentire i suoi pensieri.

Ciononostante, la sua preoccupazione svanì lentamente, sentì di iniziare a rilassarsi per la prima volta da... quanto? Sembrava che non ci fosse stato risposo per giorni. Settimane? E a chi importava? Troppo, ecco cosa.

Aprì gli occhi e li spostò sull'apertura della caverna, sul cielo punteggiato di stelle là fuori. Cosa devo fare, chiese a niente e a nessuno, senza aspettarsi alcuna risposta. Dove vado da qui? Sentì Rinoa strofinarsi esitante contro il pelo bianco del suo colletto. Fece un respiro, espirò, non obiettò al gesto. Sentì del peso contro la schiena, e permise anche questo senza una parola. Poi tutto il movimento cessò, tranne per il suo respiro, e - così strano - i respiri più leggeri dietro di lui. Un ritmo aggiuntivo a quello con cui si addormentava lui, diverso dal suo... e in qualche modo, più che piacevole.

Ebbe una risposta alla sua domanda, anche se da chi o da dove non sapeva dirlo, né sapeva pensarci; si stava addormentando, nelle stelle che fissava.

Casa arrivò una risposta morbida e silenziosa, e notò vagamente le proprie dita stringersi ancora una volta intorno alla mano più piccola che si era allungata a stringerlo, prima di lasciarsi andare finalmente, pietosamente alla stanchezza.

Andremo a casa.

*****
Nota della traduttrice: ogni recensione e commento, anche in messaggio privato, sarà tradotto e inviato all'autrice, e ogni eventuale risposta verrà poi riportata qui. Per chi volesse tenersi aggiornato sulle mie traduzioni (in questo e altri fandom), lascio il link alla mia pagina facebook (dove segnalo sempre quando aggiorno) e alla mailing list. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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