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Autore: kaggychan95    08/04/2009    4 recensioni
Papà, tu hai sempre voluto che io vivessi a pieno la mia vita e ora che tu te ne sei andato mi sento persa, ma finché avrò la mia luce della speranza avrò ancora la forza di affrontare tutto, anche se non riuscirò mai a dimenticare questa tragica notte.
Questa one shot è per commemorare il terremoto d'Abruzzo e le sue vittime. L'Aquila, l' Italia e tutto il mondo è con te!
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tragic night

Mi guardo attorno. Disastro. Caos. Cerco disperatamente volti familiari. Mamma? Papà? Dove siete? Inizio a piangere silenziosamente e corro verso i resti di un albergo. L’ hotel dove alloggiavamo. Doveva essere una vacanza per noi. Solo relax e divertimento, ma quella tranquillità celava sotto il suolo quello che avrebbe rovinato tutto. Quella notte la terra iniziò a tremare. Una scossa forte. Panico totale. Urla di terrore ovunque ti voltassi. Sono scappata, ma i miei erano rimasti ancora in albergo. Vigliacca. Avrei dovuto aspettare e saremmo potuti fuggire insieme. Tutti e tre, anzi, tutti e quattro. Sì, perché mia madre proteggeva in grembo una vita, che rischiava di spegnersi prima di esser nata.  Anche adesso c’è tensione. La gente inizia a piangere ed io mi sento spaventata, anzi, terrorizzata. Mi giro a destra. Mi volto a sinistra. Guardo dietro di me. Volgo il capo nuovamente in avanti. Nessuno. Tremo. Vedo più in là una bambina piangere. Doveva avere più o meno la mia età.  Mi avvicino.
-Ciao, come ti chiami?-
-Ayumi. E… sigh… tu sigh?-
-Kagome. Perché piangi?-
-Perché… sigh… i… miei…sigh… genitori…sigh… sono…sigh… andati in…sigh… cielo…sigh… senza di… sigh… me!- E la bimba inizia a piangere più forte. Kami- sama. E se anche i miei genitori… No! Kagome non devi pensare a ciò. Sono vivi continua a cercarli. Come un automa inizio a scavare sulle macerie a mani nude. Ayumi mi segue e fa lo stesso.
-I tuoi sono qui sotto?-
Non rispondo. Sono troppo spaventata per proferir parola. Il fiato mozzato ma continuo a scavare. Speranza. Solo quella mi anima il cuore. Solo quella mi da vita. Solo quella mi da la forza per combattere contro il terrore, che bastardo vuole offuscarmi la mente e farmi precipitare nell’oblio. Demone oscuro dai vili scopi, non mi avrai. Forse l’avrò contagiata con la mia determinazione, ma resta il fatto che Ayumi smette di piangere e sebbene con gli occhi lucidi la vedo molto più determinata.
-Da sole non ce la faremo mai. Vado a cercare aiuto.-
La vedo allontanarsi. Aspetto cinque secondi. Poi ricomincio a scavare, non ho tempo da perdere! Sposto un masso e vedo un orologio da taschino. Ma quello è… di mio padre! Lo apro c’è una foto di tutta la famiglia al completo. Io, mamma e papà. Sorridevamo. Un accenno di sorriso sul mio volto. Bei ricordi. Metto l’oggetto nella tasca dei pantaloni della mia tuta e ricomincio la mia ricerca disperata.
-Kagome, ho trovato due persone disposte ad aiutarci! –
Sono due ragazze, alte e magre. Si chinano al mio fianco.
-Piccolina stai cercando i tuoi genitori?- Dice una.
Annuisco.
-Ti aiutiamo a trovarli, va bene?- Mi  dice l’ altra accarezzandomi una guancia.
Si dividono e mi aiutano nella ricerca.

Passano le ore ed ancora niente. E’ quasi l’alba. La gente venuta ad aiutarmi è aumentata, ma ancora nessun risultato. Intorno ci sono anche dei vigili del fuoco, ma ogni corpo che trovano non appartiene a chi sto cercando. Attorno ci sono anche cadaveri, con i rispettivi cari che piangono. Perché non vi trovo? Perché non ci siete?
Rispondetemi. Qualcuno mi risponda. Speranza, anche tu mi hai lasciata. In balia del terrore sono caduta ed ora dentro non posso che sopportare questa agonia.  Continuo il mio lavoro, ma non con vigore. Ormai sono morta. Ho perso tutto. Mi giro ancora e vedo Ayumi piangere di nuovo vicino ai suoi cari, ritrovati sotto le macerie di un palazzo. In lei mi rivedo. Me stessa che si dispera vicino a coloro che erano la mia vita.
Inizio a cantare…

Ki wo tsukete kami sama wa miteru
kurai yomichi wa te mo tsunaide kudasai
Hitori de tooku ni de mo itsumo mitsukidashite kureru
Shitteru koto wa zenbu oishiete kureru
Watashi ga oboetenakutemo nandodemo oshiete kureru
Demo zenbu wakatte shimattara dou sureba ii no?*

Morire? E’ davvero questa la soluzione giusta per me? Uccidere questo corpo? Sì, è inutile cercare. Loro non ci sono più. Se non hai ragione per cui vivere perché stare ancora qui a straziarsi il cuore e l’anima? Abbandonare questo mondo non sarà nemmeno doloroso. Non ho niente ormai. Niente tranne il rimorso. Il rimorso di non essere rimasta lì, con loro. Prendo una pietra appuntita e la avvicino al petto. Lenta.  Voglio godermi ogni istante di questa caduta verso l’ignoto, verso l’oltretomba. Sayonara vita. Chiudo gli occhi. La punta tocca il petto. Ora basta una leggera pressione. Improvvisamente un urlo di donna ed in seguito un pianto di bambino. Proviene dal centro. Getta la pietra e scalo le macerie fino ad arrivare al vertice di quella specie di cono. Sposto i massi presenti lassù e la vedo.
-Mam…-
Non riesco a parlare. Lei è lì e tra le braccia vedo un bimbo piccolo piangente. Il pianto che li ha fatti trovare.
-Sono qui! Li ho trovati.- Urlo di gioia. Scendo giù, su quella specie di fossa venutasi a creare.
-Piccolina mia.- La mamma ha uno sguardo dolce, ma malinconico. Perché? Ora era salva! Mi guardo un secondo attorno, c’erano tre uomini vicino a noi ed un cadavere più in là… Ma quello è…
-Papààààà!- Piango, stavolta disperatamente. Non mi trattengo. Lui… Non c’è più! Impossibile, non voglio crederci! Non lo accetto! Anche mio fratello piange con me. Mi volto a guardarlo un attimo. Mia madre ha la testa bassa e lo stringe al petto cercando di calmarlo. Lui alza una mano verso quel rumore simile ai suoi vagiti. Faccio si che lui possa incontrare il mio indice destro e lo stringe con forza. Tra i pianti sorrido. Piccolino, tu sei la mia speranza anche se ancora non lo sai. Guardo nuovamente il corpo inerme di mio padre e poi mio fratello.
Papà, tu hai sempre voluto che io vivessi a pieno la mia vita e ora che tu te ne sei andato mi sento persa, ma finché avrò la mia luce della speranza avrò ancora la forza di affrontare tutto, anche se non riuscirò mai a dimenticare questa tragica notte.

The end.
* Fai molta attenzione
Perchè Dio osserva quello che fai.
Sono nell'oscurità, ti prego,
non lasciare la mia mano, no.
Anche se solo o distante da qui
lui saprà come trovare te,
sempre.
Conosce tutto di te, tutto.
Pur se memoria non hai
non puoi nasconderti e tu, questo lo sai
resta qui con me, non ti lascerò più andare.
Ma se poi è così, mi domando cosa ti accadrà
se io morirò?

Allora questa scritta qua sopra è la traduzione della canzone che Misa Amane (DN) canta poco prima del suicidio (?).

Questa shot è nata per commemorare il terremoto d’Abruzzo. Non è un granché e l’idea di dare una causa alla morte del padre di Kagome non è geniale, ma mi sono sentita in dovere di scrivere qual cosa per simboleggiare quest’ avvenimento che vede per la prima volta (come hanno già notato Vacchy ed Emiko) un’ Italia più unita, Non pretendo da voi dei commenti positivi, ma vi invito a riflettere un attimo ed a non perdere mai la speranza.
  
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