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Autore: ArashiStorm    01/05/2016    3 recensioni
C'era disperazione e speranza insieme in quella parola urlata da quell'unica voce che aveva il diritto di pronunciarla. Itachi si voltò verso quel suono, ma non vide nulla. Sentì la mano di Sasuke prendere la sua, stringerla con forza e la voce di lui chiamarlo ancora. Ma davanti ad Itachi il mondo si presentava come una vasta distesa di nero assoluto. Sbatté le palpebre ma nulla cambiò. Si portò una mano sul volto e capì quello che già aveva intuito fin da subito. I suoi occhi non gli appartenevano più, quegli stessi occhi che ora lo stavano guardando lacrimando come non erano avvezzi a fare…
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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“Non vai da lui?”

La voce di Sakura sembrò svegliarlo da uno stato di torpore in cui Sasuke non pensava nemmeno di essere caduto. Per un attimo pensò che suo fratello fosse riuscito a metterlo sotto illusione anche senza occhi e senza nemmeno voltarsi verso di lui. Ma era ovvio che così non fosse… semplicemente Sasuke si era imbambolato a fissare la figura di Itachi che se ne stava ferma sul limitare del precipizio. La verità è che non sapeva che fare…

“Non saprei che dirgli…” rispose quindi con una sincerità che spiazzò anche lui. Aveva anche scordato il suo proposito di informare il fratello della distruzione e rinnovamento della loro casa.

Sakura sospirò alternando velocemente lo sguardo tra i due Uchiha.

“Forse non c’è bisogno che tu dica nulla…” ribadì lei, notando il perdurare di Sasuke nel voler rimane li fermo, accovacciato sull‘albero. Solo a quelle parole il ragazzo si voltò con fare interrogativo. Sakura allora sorrise e si sedette più comodamente su ramo.

“Sai - cominciò - conosco poco Itachi-san, ma di una cosa sono certa. C’è una cosa in cui io e lui siamo uguali.” sentenziò con sicurezza.

Sasuke continuò a guardarla, sguardo fisso, quasi a squadrarla, nel tentativo di sondare in cosa suo fratello potesse essere simile alla ragazza che gli sedeva accanto. Sembrò pensarci ma non riuscì a trovare nulla che potesse essere rilevante.

“Non capisci di che parlo?” chiese lei, un po’ delusa.

Il giovane rimase ancora una volta immobile, gli occhi sembravano due fessure, ma erano ancora color dell’ebano quindi Sakura si sentì tranquilla quando semplicemente alzò il dito indicando proprio Sasuke.

Se possibile l’espressione dell’Uchiha diventò ancor più interrogativa e la ragazza si trovò costretta ad elaborare.

“Noi ti amiamo Sasuke-kun. In modo diverso, ma non meno intensamente… quindi se tu ci sei accanto, se tu stai bene, allora anche noi stiamo bene. Per quello dico che tutto ciò di cui tuo fratello potrebbe aver bisogno ora è la tua sola presenza. Potrai non credermi ma so che significa sentirsi soli ed è per quello che ringrazierò sempre Naruto per averti riportato da me…” concluse la kunoichi senza togliere gli occhi da quelli di Sasuke, ansiosa di una qualche reazione. Attese per più tempo di quanto pensasse fosse richiesto per articolare una risposta, ma questa non arrivò. Sakura cedette, reclinando il capo in avanti con un sonoro sospiro deluso.

“Aaaah vabbè’” disse quindi alzandosi in piedi “almeno hai trovato tuo fratello… Ora decidi tu che fare…”
La ragazza si tolse la polvere dal vestito con qualche veloce pacca e si voltò saltando sul un ramo vicino, pronta per tornare indietro. Fece due salti prima che una voce non ne fermasse la ritirata.

“Grazie”

Si voltò verso Sasuke e lo vide sorridere. Quanto tempo era passato da quando aveva visto quel sorriso? Troppo, decisamente troppo, constatò, quando una lacrima le scivolò lungo la guancia. Alzò una mano per asciugarsela ma Sasuke le si materializzò vicino e fu più rapido di lei nel gesto. Fu talmente veloce che Sakura quasi non se ne accorse, se non fosse stato per il lieve tocco delle dita del ragazzo sulla sua guancia.

“Scusa … per tutto” disse poi, a bassa voce, osservando le sue dita che si sfregavano facendo svanire la lacrima rubata.
Sakura fece del suo meglio per trattenere le altre che sentiva nascere agli angoli degli occhi e per aiutarsi strinse forte un pugno facendolo finire senza tante cerimonie contro lo stomaco del ragazzo.

“Puoi dirlo forte!” decretò, mentre Sasuke si abbassava, le mani li dove Sakura ancora teneva il pugno stretto, colto alla sprovvista da un attacco decisamente non forte da metterlo ko ma abbastanza da togliergli il fiato per un attimo.

Quando lei tolse la mano, Sasuke notò come non fosse solo il braccio di lei a tremare. Alzò gli occhi quando il dolore allo stomaco cominciò a scemare e la vide in lacrime, vinta dal tentativo di non piangere.

“Va al diavolo! Scemo!” si sfogò alla fine accucciandosi nuovamente sul ramo nascondendosi il volto con le mani.

Sasuke rimase a guardarla per un po’ … poi sorrise e portò due dita a toccarle la fronte.

“sei proprio noiosa…” disse con un mezzo sorriso prima di sparire e ricomparire ai piedi dell’albero.

Sakura si toccò la fronte, le lacrime ancora le rigavano il viso, ma l’espressione sul suo volto era di profonda sorpresa. Aveva visto Itachi fare quello stesso gesto nei confronti di Sasuke quando i due erano in ospedale. E ogni volta che riceveva quel buffetto Sasuke assumeva un’espressione che lei non gli aveva mai visto e che probabilmente Sasuke stesso ignorava di aver mai mostrato, se non davanti al fratello. Sakura si ricordò si essersi sentita una spiona di bassa lega, ma nonostante quella sensazione non era riuscita a distogliere lo sguardo dalla scena. E il fatto che ora lui riproponesse quel gesto nei suoi confronti la fece sentire speciale. Speciale abbastanza da poter tornare a sperare… ancora una volta.

Lo guardò camminare verso la radura, sorrise mentre ancora le pareva di sentire quella leggera pressione sulla fronte. Forse avrebbe dovuto ringraziare il ritorno di Itachi-san anche per quella piccola nuova speranza…


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Gli arrivò alle spalle facendo meno rumore di un alito di vento, ma Sasuke non si stupì quando Itachi fece cenno di averlo sentito.
“Perché sono tornato in vita Sasuke?” chiese all’improvviso senza nemmeno voltarsi.

Il minore si sentì morire sul posto e, senza pensarci due volte, scattò in avanti, prendendo il fratello per il polso per paura che Itachi potesse gettarsi di sotto.

Itachi sembrò intuire la paura del fratello e, forse per tranquillizzarlo, gli pose l’altra mano sopra quella che gli stava afferrando il polso.

“Non voglio suicidarmi, non potrei mai farlo. Tsunade Hime ha dato la sua vita per darmi una seconda possibilità. Ciò che mi domandavo - continuò mentre con la mano convinceva il più piccolo a lasciarlo andare - cosa dovrei fare con questa mia seconda vita?”

Sasuke sembrò convincersi a lasciare la presa al polso, ma rimase comunque vicino al fratello, quando questo tornò a voltarsi verso il baratro.

“Lo stavi chiedendo a Shisui-san?” chiese a bassa voce quasi nel tentativo di non farsi sentire. Ma Itachi annuì.

Avrebbe fatto qualsiasi cosa per alleviare la sofferenza che era certo suo fratello provasse in quel momento. Avrebbe voluto dirgli che sarebbe stato disposto ad usare l’Edo Tensei oppure ad usare il rinnegan per potergli permettere di parlare con Shisui, ma vedendo il fratello fermo sul bordo del precipizio gli sembrarono entrambe due possibilità da non menzionare nemmeno.
Allora gli tornarono alla mente le parole di Sakura e decise quindi di rimanere zitto, mettendosi anch’egli ad osservare il baratro sotto di loro.

L’acqua scorreva veloce nel fiume Naka. Era di un azzurro così intenso da poter rivaleggiare con il cielo. Stranamente quell’immagine lo fece ripensare a Naruto. Per il villaggio lui ora era il sole, era il cielo, azzurro e limpido come i suoi occhi. Il clan Uchiha invece era, e sarebbe sempre stato visto, come l’oscurità, come il nero delle loro iridi che ne copriva il rosso sangue.

Fu in quel momento che il ragazzo ricordò la sua motivazione iniziale del mattino.

“Nii-san ricostruiamo casa!” proclamò quindi senza anticipazioni di sorta.

Itachi si sorprese non poco da quella uscita del fratello. “Ricostruire casa? Ma non lo avevi fatto fare proprio ieri al capitano Yamato?”

“No No - scosse la testa il più piccolo - intendo ricostruirla ex novo. Senza nessun rimando o ricordo al passato…”

Itachi sembrava continuare a non capire quindi Sasuke decise di spiegare il perché di quella decisione. Non voleva che tra loro ci fossero ancora incomprensioni.

“Ho notato come hai girato per casa ieri quando siamo entrati… Non ho pensato che è stato in quella casa che hai…si, insomma…”

“…ucciso mamma e papà…” concluse il più grande con tono piatto.

Sasuke annuì, lo sguardo nuovamente sulle onde azzurre del movimentato fiume sotto di loro.
Preso com’è era a non guardare Itachi, Sasuke non vide le dita del fratello avvicinarsi se non quando toccarono la sua fronte.

“Sciocco di un fratello…non hai capito nulla”

Il ragazzo alzò la testa mentre la mano andava a massaggiarsi la fronte in un gesto automatico. Sul volto di Itachi vide un sorriso triste.

“Che vuoi dire?” chiese.

“Non era a me che pensavo ieri, mentre girovagavo per casa dopo tanto tempo. In realtà stavo pensando a te… Ho realizzato che nel tentativo di salvarti ti ho lasciato in una casa tanto grande e silenziosa, in compagnia di soli dolorosi ricordi. Pensavo di salvarti, ma ho capito che non ti ho salvato per nulla, tutto ciò che ho fatto è stato unicamente non ucciderti…”

Sasuke non rispose e non disse nulla nemmeno quando sentì la mano del fratello accarezzargli la guancia.

“Non ho ucciso il tuo corpo, ma ho ucciso il tuo animo. Cercando di salvarti, colui a cui ho fatto più male sei proprio tu…”

Sasuke scattò in quell’istante, le mani sulla bocca del fratello.

“Non dirlo! Giuro che se lo dici ti lancio io di sotto!”

Il ‘perdonami’ aleggiò tra i due, ma nessuno lo pronunciò. Itachi alzò una mano incrociando le dita per far capire che aveva inteso l’avvertimento e solo a quel gesto Sasuke spostò le mani.

Rimasero entrambi comunque in silenzio. L’unico rumore erano le fronde degli alberi mosse dal vento, qualche verso di uccelli e il lontano scorrere dell’acqua del fiume.

Poi, dopo qualche minuto, Sasuke decise che non ne poteva più di quel silenzio e cercò di romperlo.

“Allora per la casa…”  inziò.

“…se per te non è un problema lasciamola così” decretò il fratello maggiore.

“ma…”

“non preoccuparti Sasuke, poi in fondo è meglio così. Me la ricordo bene e in questo modo eviterò di andare a sbattere da qualche parte.”

Sasuke incrociò le braccia. “Tu sei come un pipistrello Nii-san, non andresti a sbattere sul muro nemmeno se questo ti venisse lanciato contro”

“Eh? Perche dici così?”

“Ma come perché?…sei arrivato fin qui da solo… per arrivare io e Sakura abbiamo attraversato il bosco…non è esattamente un tragitto facile per un cieco. Eppure se qui. Come ci sei arrivato?”

“Ah beh… non so” rispose il maggiore in effetti ignorando il perché. Aveva semplicemente seguito il suo istinto seguendo il suono dell’acqua. “Forse è che sono abituato a vederci poco e quindi anche senza vista riesco comunque a orientarmi in altro modo.”

Sasuke ascoltò le parole del fratello e subito dopo gli venne un dubbio che non riuscì a frenare dal far uscire a voce.

“Quando abbiamo combattuto tu quanto male vedevi?”

Itachi si voltò verso di lui e Sasuke capì subito che il fratello non avrebbe voluto rispondere, ma ciò non lo fermò dal chiederlo nuovamente.

“La verità…” domandò semplicemente.

Itachi sospirò tornando di nuovo a volgere lo sguardo che non aveva al fiume sotto di loro.

“Vedevo solo una sagoma sfuocata. Ho visto il tuo volto attuale solo quando sono stato riportato in vita con l’Edo Tensei”

“Avrei dovuto immaginarlo…Eppure in quel momento non mi era passato nemmeno per l’anticamera del cervello. Ripensandoci ora avresti potuto battermi in un attimo. Ma tu volevi liberarmi dal marchio, vero?”

“Prevedibile eh?…” rispose l’altro con un mezzo sorriso.

“Ora si… E voglio che tu continui ad esserlo d’ora in avanti. - disse il più piccolo prima di volgere gli occhi al terreno - Non voglio più essere ingannato…”   

Itachi sorrise nuovamente. Era strano come nella sua mente gli si fosse formata l’immagine del broncio di Sasuke, ed era sicuro che non fosse poi tanto diversa dalla versione reale che aveva davanti. Gli poggiò una mano sulla testa scompigliandogli i capelli che le dita sentivano ancora lisci ma non finissimi quanto i propri.

Stava per rispondere quando un frusciò catturò l’attenzione di entrambi.

Naruto sbucò dalla foresta con un leggero fiatone. “Eccovi finalmente.” disse avvicinandosi lentamente.

“Naruto? Che succede?”

L’Hogake si guardò alle spalle velocemente prima di rivolgere di nuovo lo sguardo verso i due Uchiha.

“Abbiamo un problema” rispose con semplicità, incrociando le braccia al petto…



  
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