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Autore: firstdatee    01/05/2016    3 recensioni
Jace sembrava il solito ragazzo popolare con tante ragazze alle calcagna che aspettavano solo di infilarsi nel suo letto e quindi aggiungersi alla sua interminabile lista di cuori infranti, ma in realtà aveva un segreto.
Clary, con la sua ristretta cerchia di amici, era sempre relegata ai margini, non era conosciuta e preferiva non mettersi al centro dell'attenzione, a differenza di molti altri che nella sua scuola avrebbero fatto i salti mortali pur di avere una buona reputazione.
Nessuno dei due avrebbe mai pensato che in un giorno come tanti i loro mondi si sarebbero scontrati, le loro anime si sarebbero incontrare e i loro occhi si sarebbero incrociati incatenandosi gli uni con gli altri.
-
"Tu qui?" Clary era abbastanza sorpresa di trovare uno come lui in quella sala, di solito a quell'ora era sempre deserta.
"I-io be'.." Jace dal suo canto non si aspettava di essere beccato, faceva sempre attenzione che la stanza fosse deserta e che non ci fosse nessuno spettatore.
"Jace Herondale quante altre cose dovrò scoprire su di te?"
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Terzo capitolo
 
Ritratto

"Be' perché.. è come un diario. Solo che io non penso per parole, penso per immagini, così è tutto fatto di disegni."
Clary - Città di ossa


 
-

«Elizabeth mi dispiace ma credo che dovremmo lasciarci.» Jace aveva preso una decisione finalmente e aveva scelto di parlare con la sua ragazza, se così potesse essere considerata, una volta per tutte. Aveva usato il tono più gentile del mondo e scelto accuratamente le parole. Il loro non era un vero rapporto, eppure non appena pronunciò quelle quattro parole vide gli occhi di Beth spegnersi, non era sicuro che fosse tutta scena, però aveva qualche sospetto trattandosi di una come lei. La conosceva bene infondo. Elizabeth si avvicinò a lui e si aggrappò alla sua camicia, Jace non era dell'umore giusto per ascoltare una delle sue sceneggiate, era stato già difficile provare a parlarle seriamente evitando i suoi soliti commenti isterici.

«Perché mi fai questo Jace?» Dopo aver improvvisato un tono fintamente piagnucoloso alzò gli occhi verso di lui e sporse le labbra come un cucciolo di cane bastonato. Lui ne aveva abbastanza dei suoi giochetti, sapevano entrambi che tra di loro non avrebbe mai potuto più funzionare e l'avevano capito dopo due settimane di frequentazione. Quando cominciarono a tradirsi a vicenda. Poi, Jace sapeva perfettamente che la clamorosa e bellissima Beth era un'opportunista nata, usava la loro relazione per rendersi più popolare e ovviamente aveva fatto centro, riuscendo nel suo intento.

«Andiamo Beth, mi sono stancato delle tue commedie.» Cercò di scrollarsela di dosso senza troppe cerimonie, ma lei aveva acquisito le sembianze di una sanguisuga.

«Cosa? Ma Jace, lo sai che io sono follemente innamorata di te!» Per poco non scoppiava a piangere, mancava solo quello a completare una tragedia greca con i fiocchi. Tra pochi minuti sarebbero cominciati gli allenamenti e l'ultima cosa che voleva era avere un altro ritardo, il coach si sarebbe arrabbiato e i suoi compagni di squadra avrebbero fatto tre volte peggio.

«Okay direi che abbiamo finito, ricordiamo tutti e due di quando ti ho scoperto alla festa di Jonathan. Ne vogliamo parlare? Vogliamo parlare di quanto tu mi ami così follemente da tradirmi?» A quel punto lei si allontanò e abbassò lo sguardo. Non credeva di certo che Jace avrebbe tirato in ballo quella storia, che lei considerava acqua passata.

«Quello è stato un errore, ma..» Lui si affrettò ad interromperla.

«''Ma'' niente, non possiamo più stare insieme.» Chiaro e conciso, proprio come avrebbe dovuto essere fin dall'inizio. Sì, ma fin dall'inizio della loro relazione. Non si era mai trovato bene con Elizabeth.

«Ah e per favore evita le sceneggiate o le finte lacrime, perché non ci casco più.» Detto questo prese il borsone che aveva lasciato a terra e andò verso la palestra. Almeno si era tolto un peso dallo stomaco, non che la bionda fosse sempre nei suoi pensieri, ma comunque non sopportava di doversi comportare bene con lei fingendo in compagnia degli altri che fossero una coppia ben assortita, fedele e perfetta. Gli allenamenti erano cominciati da dieci minuti, fortunatamente aveva la scusa dei corsi extra. Infatti lui oltre ad essere un ottimo giocatore riusciva anche ad avere una media abbastanza alta, a scuola non era famoso solo con le ragazze, ma anche tra i professori. La sua fama crebbe quando il preside lo trovò a flirtare molto esplicitamente con una tirocinante di letteratura inglese, lei fu severamente sgridata dalla professoressa, mentre per lui ci fu soltanto un'ammonizione ed un'ora in detenzione. Quando entrò in palestra il familiare suono delle scarpe da ginnastica contro il parquet lo colpì piacevolmente. Adorava il basket, aveva delle passioni completamente diverse fra di loro, avrebbero dovuto considerarlo un vero e proprio enigma. Sgattaiolò nello spogliatoio senza farsi vedere da tutta la squadra e si spogliò indossando i pantaloncini e la canotta. Mancavano mesi e mesi al campionato, eppure sembravano tutti così agguerriti e motivati che non riuscivano quasi a controllarsi, non stavano più nelle pelle.

«Ehy amico, dove eri finito?» Jonathan lo accolse passandogli la palla e lui scrollò le spalle, dopo gli allenamenti gli avrebbe raccontato tutto.

Quando cominciarono a simulare una partita dall'altra parte della palestra entrò un gruppo cospicuo dalla porta antistante a quella del campo da basket e l'attenzione di Jace si soffermò su una chioma rossa che spiccava tra quelle di tutti gli altri. Clary, ci aveva scambiato due parole il giorno prima. Sembrava simpatica, ma essendo amica di Isabelle poteva aspettarsi di tutto. Fu davvero una notizia scoprire che era la sorella di Jonathan.
L'aveva colpito, aveva deciso di mantenere un segreto con lui senza neanche conoscerlo ed i suoi occhi sembravano davvero sinceri. Era molto diversa da Beth, che era tutte forme e poco cervello, lei sembrava più pura e più semplice, Jace l'aveva notato ovviamente, non aveva di certo la stessa taglia di Elizabeth, né la stessa altezza, soprattutto perché la sua ex aveva l'altezza delle modelle di Dior, però era graziosa e particolare. Clary non si girò verso i giocatori, aveva lo sguardo fisso sul suo professore di arte. Lui era un bell'uomo sulla trentina, capelli castani e occhi neri come la pece.
Era davvero affascinante, infatti tutti gli sguardi delle ragazze erano puntati su di lui, come se fosse un gelato alla vaniglia ricoperto di caramello. Era appena stato assunto come supplente, il loro vecchio professore di arte aveva preso un anno di pausa, nessuno sapeva il vero motivo, si vociferava che fosse andato in vacanza ai Caraibi con la sua nuova moglie.
Clary cercò di concentrarsi sul nuovo compito assegnato dal professor Pennhallow. Dovevano disegnare e dipingere, se ci fosse stato il tempo, una scena dei giocatori di basket mentre giocavano, cercando di catturare il movimento.
Voleva un quadro dinamico e in evoluzione.
Li stava letteralmente mettendo alla prova. Clary non sapeva se avesse saputo rappresentare una cosa del genere, ma non le restava che provare. Era una specie di compito in classe, da poco più di due settimane dall'inizio della scuola i professori già iniziavano a tartassarli con i test a sorpresa. Non se lo sarebbe mai aspettato da uno come lui, che raramente li sottoponeva ad interrogazioni e verifiche.
Tutti si prepararono con le loro tele e i loro block notes per i primi schizzi. Come sempre Clary si immerse nel suo mondo e tutto intorno a lei scomparve, perfino il professore che di tanto in tanto girava tra i suoi alunni per controllare i loro lavori. Intercettò subito il soggetto che avrebbe dipinto. Non voleva essere scontata, probabilmente molti avevano avuto la sua stessa idea, disegnare il capitano poteva essere un cliché ma tutto sarebbe dipeso da come veniva fatto. Si concentrò il più possibile sui movimenti delle sue scapole mentre giocava, su come con un movimento fulmineo sistemava i capelli che ricadevano davanti agli occhi, come si muoveva velocemente per afferrare la palla e passarla dall'altra parte del campo, come si concentrava quando si ritrovava vicino al canestro e anche sui suoi salti e sugli scatti delle gambe.
Restò ad osservarlo per un po', mentre tutti gli altri erano concentrati a disegnare. Probabilmente era del parere che prima di creare un dipinto del genere, avrebbe dovuto guardare e studiare meglio la scena, senza avere troppa fretta.
Quando Jace si girò verso di lei e la colpì in fallo, mentre lo stava fissando intensamente, Clary sussultò facendo cadere tutte le sue matite a terra e gli altri si voltarono improvvisamente verso di lei. Il professore la raggiunse raccogliendo il quaderno e lei si affrettò a prendere il resto delle sue cose. Lui glielo porse con un'espressione contrariata e allo stesso tempo divertita.
A quanto pare ultimamente non faccio che mettermi nei guai pensò Clary aspettandosi una ramanzina dal professore. Fortunatamente non aveva ancora disegnato niente, sarebbe stata in imbarazzo se solo i suoi compagni di corso avessero visto il protagonista del quadro.

«Clary, capisco che hai un tuo modo di lavorare, ma invece di studiare attentamente i movimenti del nostro capitano, cerca di dipingerli.» Il professore parlò a voce bassa in modo che gli altri non potessero sentirlo. Clary fece un sorriso per ringraziarlo di non averla umiliata davanti a tutti e prese la matita, lanciò un ultimo sguardo a Jace che intercettò il suo e poi cominciò a ritrarlo.
   
 
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