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Autore: 1_D    01/05/2016    0 recensioni
Quello che posso garantirvi,che lui,non riuscirà mai più a ferirmi,
perché quello che lui non sa,è che prima di cadere nel vuoto,
mi sono aggrappata a un qualcosa che è stato più forte di lui,me stessa.
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La persona che mi era stata accanto,e che mi aveva amata più di tutte,se n'era andata,lasciandomi cadere nel vuoto più profondo,senza fine.
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Ma quello che lui non sa,è che sono tornata,ma io a differenza sua,sorrido alla vita,ma farò in modo che la vita non gli sorrida ancora per molto.
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Il mio nome è Lea, e il demone della mia storia è proprio lui,Justin,l'angelo dalle ali nere.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio, Pattie Malette, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Justin Pov’s.

L’ho persa,solo ed esclusivamente per causa mia.

In giro si dice che sono uno stronzo,ed è vero,dicono anche che non me ne frega di niente e di nessuno,anche questo è vero.
Ma Dio mio,lei era tutto per me,anche io sono umano e vederla all’accademia e dirmi quelle cose mi ha distrutto,sono stato colto alla sprovvista,sapevo che era tornata in città,ed infatti ho cercato in tutti i modi di evitarla o non farmi vedere,perché sapevo che sarebbe accaduto tutto ciò,ma non credevo minimamente che lei fosse diventata questo,non potevo credere che mi odiasse cosi tanto,e non potevo credere che mi facesse cosi male.

Le cose sono andate nel verso sbagliato,non doveva finire cosi,non doveva cazzo.

Quando sono venuto a sapere di quello schifoso,sono andato su tutte le furie.
Non potevo credere che le avesse messo le mani addosso,che l’avesse accarezzata o toccata contro la sua volontà,andai su tutte le furie.

Io l’amavo.

Essendo stato un evento traumatico per lei,mi era stato consigliato di starle lontano per un po’,ma era la mia piccolina,passavamo tutto il tempo insieme,ma sapevo in partenza che sarebbe stato difficile abituarmi alla sua assenza,era sotto cura da medici e psichiatri,perché scappando aveva riportato alcune ferite e una brutta cicatrice sul ventre.
Mentre stava scappando cadde a terra su una serie di vetri rotti,ma si rialzò con quel poco di forza che aveva in corpo,aveva perso molto sangue,cosi decisero di andare sul sicuro,volevano fare tutti gli accertamenti,essere sicuri che quel bastardo non fosse andato oltre.

Verso i 15 anni ho iniziato a cambiare.
Ho iniziato a fare le mie prime esperienze con il fumo,le ragazze,i miei sbalzi d’umore,il mio essere freddo con la gente,la diffidenza,le cattive compagnie.
Un giorno l’andai a trovare,avevamo discusso per la prima volta,perché ero andato da lei fatto,mi ero appena fumato una canna,ho iniziato a straparlare e non ragionavo,stavo per metterle le mani addosso ma entrò Shawn,che mi ruppe il naso con un pugno,ma non mi meritavo solo quello,meritavo di peggio,facevo schifo,mi facevo schifo da solo.

A volte a scuola,la guardavo,e provavo tanto dolore nel vedere il suo sguardo,quello sguardo deluso,era delusa da me,e provavo una rabbia incredibile con me stesso,ho iniziato delle volte a deriderla quando qualcuno faceva una battuta su di lei,le poche volte che ci sentivamo era per chiederle il numero di qualche sua amica per farla stare male,o per darle semplicemente fastidio,ma ero fatto ogni giorno,non ho mai pensato davvero quelle cose,non ero neanche in me.

L’allontanamento da Lea mi aveva fatto male e non poco,ma quando mi diedero la notizia che voleva rivedermi,anche con il consenso della famiglia,io rifiutai,o per lo meno rimandavo sempre dicendo di avere da fare,non ero pronto per rivederla,iniziai a non fregarmene e definirla solamente un’amica d’infanzia e sottovalutai quelle volte che iniziavo a pensarla e ricordare i nostri bei momenti passati insieme.

Una volta essermi reso conto che per me non era solo una semplice un’amica d’infanzia,ma molto di più,tornai da lei,bussai alla sua porta,mi vide dalla finestra,non scorderò mai il suo sguardo deluso con cui mi guardava,venne ad aprirmi la madre,mi disse che aveva da fare,ma sapevo con certezza che non voleva vedermi,e lì sentii una stretta al cuore,faceva male,proprio come io feci con lei d’altronde.

Poi venni a sapere che sarebbe dovuta partire,mia madre era rimasta in  contatto con la sua famiglia e mi dava sempre sue notizie,quel giorno mi disse che sarebbe andata a vivere da suo fratello in Messico per un bel po’ di tempo,e li mi crollò il mondo addosso.

Ma anche li,non andai a salutarla,non sono riuscito neanche li a mettere da parte il mio orgoglio e mostrai verso di lei,un altro gesto di indifferenza,mentre a casa morivo dalla voglia di rivederla.

Dopo quel giorno,dalla sua partenza decisi di mettere la testa a posto,allontanai la persone sbagliate dalla mia vita,iniziai ad uscire con gente con la testa sulle spalle,niente erba,niente puttane,una vita normale e tranquilla,cosi incontrai Chaz e Ryan,i migliori amici che abbia mai avuto,facciamo parte di un gruppo più ampio,ma con loro ho un rapporto particolare,solamente loro sanno di Lea.

Non sono il classico puttaniere,però ho iniziato semplicemente a fregarmene di meno delle persone,se avrei dovuto soffrire come sto soffrendo adesso per persone come me,preferivo spegnermi,ma da quando l’ho vista non so cosa mi sia preso.

Era cosi bella,era sempre stata bella,ma adesso è perfetta,cazzo se lo era,e Dio se l’amavo.

Anche quando era cosi lontana,non ho mai smesso un solo istante di amarla,mai,se solo potesse sentire il dolore che provo ogni volta che mi fissa con il suo sguardo deluso,ogni volta che mi dice parole piene di odio,ogni parola e ogni sguardo,sono una pugnalata al petto,e cazzo se fa male,troppo.

Mi pento di tutto ciò che le ho fatto,perché se fosse stata proprio lei a farlo a me,io sarei già morto dentro.
Proprio come sta accadendo adesso,mi sta uccidendo,e io con la mia arroganza sto peggiorando le cose.

Ma sapere che mi odia mi blocca,non voglio mostrarmi debole,ma credo che con lei non riuscirò a trattenermi ancora per molto,mi sono messo in ridicolo già abbastanza,ma facendo cosi,la perderò per sempre,anche se credo di averla già persa.

Me ne sono andato,non me lo perdonerà mai.

E non me lo perdonerò mai neanche io.

Riuscirà ad amarmi un giorno?
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Lea Pov’s.

Un altro giorno di scuola,che palle Dio mio!

Riguardo la vendetta di Justin,dopo averne parlato con mamma,ho preso una decisione.

Flashback**

Mamma:Tesoro,io penso che questa vendetta non ti porterà a nulla,ti farà solamente soffrire,e poi tu sei una persona cosi dolce e pura,vuoi credere di essere cambiata ma sei ancora quella bambina dolce e altruista di un tempo,solo che adesso hai le idee più chiare,finirai per farti del male figlia mia.-dice mia mamma accarezzandomi la testa.

Siamo allungate sul mio letto,ho la testa appoggiata sul suo petto e mentre parla,mi accarezza i capelli,amo mia madre,è sempre pronta a passare del tempo con me e coccolarmi,anche avendo 17 anni.

Io:Forse hai ragione mamma..-dico abbracciandola,alzando la testa per osservarla,e lei mi guarda di rimando scioccata.

Mamma:Dici sul serio? –dice sollevandosi per poi sorridermi incredula.

Io:Si mamma,ho 17 anni,e voi non mi avete cresciuta cosi,non devo vivere con questo desiderio di vendetta che mi sta consumando,magari provo odio e rancore verso di lui,ma questa vendetta finirà con l’uccidermi mentalmente e cosi avrebbe vinto lui,hai ragione mamma,io non sono cosi,posso essere meglio di cosi. –dico sorridendo dolcemente.

Mamma:Sono cosi orgogliosa di te,tesoro mio.-dice abbracciandomi e lasciandomi un bacio in fronte.

Fine Flashback**

Ha ragione,io non sono cosi,sono dolce e rispettosa,ma nei suoi confronti non credo che lo sarò,non mi vendicherò,ma non posso guardarlo con la stessa purezza di un tempo,mi ha fatto troppo male.

Un messaggio.

A Lea:”Cos’è tesoro?Hai smarrito la tua bussola?Se hai bisogno ci sono. ;)”

Sbuffo.
Lo odio,è possibile che debba essere sempre ovunque?
Stavo fissando il vuoto da quando avevo aperto il mio armadietto,beh non il vuoto,ma un punto indefinito se vogliamo metterla cosi.

A Justin:”Non ti avevo chiesto gentilmente di cancellare il mio numero?”

A Lea:”Gentilmente non direi proprio,dato che me lo hai quasi imposto tesoro,ma sapevi già che non l’avrei mai fatto,poi oggi sei cosi bella..”

Il mio cuore perde qualche battito.
Ha detto che sono bella,dio Jus,anche tu lo sei.

A Justin:”Sei cosi bella?Dio Justin da quando sei diventato cosi banale?Non scrivermi più,sono seria.”

Una volta inviato spengo il telefono per non sentirlo più e sbatto l’armadietto.
Scrivo sempre l’opposto di ciò che sento,dopo tutto quello che mi ha fatto è il minimo.

Justin:Non prendertela con quel povero armadietto,è innocente,ma sai per lo meno che non rispondere ai messaggi quando io vengo nella tua stessa accademia non ti aiuterà molto vero? –dice camminando dietro di me mentre io a passo svelto mi dirigo verso l’uscita.

Justin:Sai anche che dare le spalle ad una persona mentre ti sta parlando è da maleducati? –dice fermandosi,allargando le braccia con una faccia ovvia.

Sto per andare su tutte le furie,penso di stare per strangolarlo,quindi qualcuno mi fermi.

Io:Sai che dopo 10 anni di amicizia,cercare di picchiare una ragazza e poi sparire per non so quanti anni,è da codardi? –dico urlandogli in faccia lanciandogli la borsa con i pochi libri ma pesanti che avevo dentro di essa.

Justin impreca,devo avergli fatto veramente male,dopo un po’ mi guarda contraendo la mascella,segno che non ha più nulla da dire.

Io:Bene,come pensavo. –dico raccogliendo la mia borsa voltandomi,e lasciarlo solo.

O meglio,cosi credevo avrei fatto.
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Justin Pov’s.

Dio mio.
Per rincorrerla mi sono slogato la caviglia,non solo mi ha tirato la sua borsa con libri che pesano tonnellate,ora mi rompo addirittura un piede per rincorrerla,questo è il colmo.
Proprio mentre pensavo che se ne fosse andata,la vedo aiutarmi ad alzarmi,la fissa incredulo,pensavo mi lasciasse morire lì.

io:Cosa stai facendo?-lo guardo,mentre lei prende un mio braccio per avvolgerlo sul suo collo.

Lea:Ti aiuto,non lo vedi idiota?-dice guardandomi con fare ovvio,mentre io sono troppo turbato e incredulo per darle una risposta di senso cpmpiuto.

Lea:Dov’è la tua auto?Ti riaccompagno a casa.-dice guardandomi negli occhi intrecciando la sua mano con la mia per tenermi in equilibrio.

Una serie di brividi mi percorrono la schiena vedendo la sua mano intrecciata alla mia,è cosi bello stringerla a me.

Una volta spiegato dove si trovava l’auto,la raggiungiamo,mi aiuta a salire e si dirigere verso casa mia.
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Io:Come fai a sapere dove abito?-la guardo stranita

E’ cosi sexy vederla guidare,mentre osserva la strada,mi metto ad osservare ogni movimento del suo corpo,dai lineamenti del suo viso,alle sue mani che girano il volante con eleganza,lo fa sembrare quasi una passione,con le sue unghia lunghe dipinte di rosso rende tutto troppo difficile per me.
Mi soffermo su un tatuaggio sul dito medio,un rosario,ma non mi pare il momento di chiedergli il significato che ha per lei.

Lea:I tuoi sono in contatto con i miei e venivo di tanto in tanto a trovarli,come se tu non lo sapessi.-dice fulminandomi con lo sguardo.

Beh,direi che aveva centrato in pieno.

Lea:Come va il piede?-mi chiedo senza degnarmi di uno sguardo,sta cercando di fare la dura,ma con me non può farla ancora per molto,so che gli importa ancora di me.

Io:Ti preoccupi per me dopo che mi hai tirato una borsa con il piombo dentro?Stai scherzando spero?-dico cercando di sdrammatizzare un po’,per un attimo mi è parso di vederla sorridere.

Lea:Siamo arrivati.-dice scendendo dal posto del guidatore per venirmi ad aprire la portiera e aiutarmi.

Io:Posso fare anche da solo,ti ringrazio.-dico cercando di non essere un peso per lei,infondo so che mi odia,le farei solo un piacere.

Lea:Perfetto,scendi da solo,ti aspetto dentro.-dice con un sorrisetto sghembo,mentre io la guardo confusa.

Mentre sto per scendere,poggio il piede e un dolore lancinante si sofferma sulla caviglia,quasi mi manca il fiato.
Ora mi toccherà chiamarla,non che mi dispiaccia,ma è alquanto imbarazzante.

Io:Dio mio ma chi me l’ha fatto fare?..-dico guardando per aria.

Io:Lea!Potresti aiutarmi per favore?-le chiedo guardandola supplicante,e lei con un sorriso soddisfatto mi tira su,con un corpicino cosi gracile mi sorprende che abbia tutta questa forza.
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Lea:Dove tieni il Kit del pronto soccorso?-dice guardandomi impaziente.

Io:Nello sportello del bagno. –dico sedendomi sul divano e poggiando il piede sul tavolino del salotto.

Mentre aspetto Lea con il Kit,penso a quanto sia assurda questa situazione,lei che mi odia,ma appena vede che sono in difficoltà mi aiuta,dio se la amo.

Lea:Eccomi,c’era anche una pomata per le infiammazioni e ho pensato che sarebbe stato l’ideale per il tuo piede. –dice sedendosi sul divano e mettendo il mio piede sulle sue gambe nude,per via dei pantaloncini a vita alta,e io mi limito ad annuire non avendo lucidità nel momento in cui inizia a massaggiarmi il piede con la pomata.

Mi sono incantato a guardarla mentre si prendeva cura di me,è cosi bella,ma che dico!?E’ bellissima,è sempre stata una ragazzina intelligente e altruista,sapevo che non sarebbe potuta cambiare da un momento all’altro,è rimasta la mia Lilo.

Io:Perché lo fai?-dico di punto in bianco interrompendo il silenzio che si era creato.

Lei alza la testa una volta finito di fasciare la mia caviglia.
Ma non parla,si limita a sedersi sul bordo del divano di fronte a me e avvicinare il suo viso al mio.
Sento il mio cuore accelerare,quasi come se volesse uscirmi dal petto,avevo il respiro affannoso,ero agitato,tutta questa vicinanza mi stava facendo impazzire,e non poco.

Io:C-cosa s-stai facendo Lea?-dico quando noto che mi mette una mano sul viso per tenermi fermo.

Lea:Ti sto mettendo la pomata sullo zigomo,si che vorrei ucciderti,ma non volevo farlo con la mia borsa.-mi dice sussurrando sul mio viso,ho le sue labbra cosi vicine che credo di impazzire,è bellissima.
Ma la guardo confuso mentre mette la pomata sul mio zigomo sinistro,e incomincia a metterlo uniforme a modo suo,non sono per niente lucido,credo di averlo detto tipo 5 volte,ma ha un effetto incredibile su di me.

Lea:Ti è spuntato un livido per via della botta,davvero pesavano cosi tanto?-dice strabuzzando gli occhi incredula per il peso eccessivo dei suoi libri.

Una volta che si allontana dal mio viso e non sento più nessun contatto con lei,una sensazione di vuoto mi riempie.

Io:Non hai risposto alla mia domanda.-le dico mentre la vedo prendere il suo zaino dirigendosi verso la porta.

Lea:Se ti stai riferendo al perché l’ho fatto,non lo so,per il semplice motivo che anche se il rancore verso di te è troppo,non vorrei mai vederti a terra,forse perché non sono come te,o forse perché sono una brava persona non lo so,ma nonostante tutto non ti avrei lasciato li,anche se tu probabilmente l’avresti fatto.-dice fissandomi e dirigersi nuovamente verso la porta.

In quel momento,ho il cuore che scoppia di gioia quando sento che non mi avrebbe mai lasciato li,ma dall’altra parte mi distrugge sapere che crede davvero che io l’avrei lasciato sola,sapendo anche che mi ha appena definito come una persona orribile,e forse lo sono,anche se purtroppo non posso biasimarla,dato che l’ho fatto già una volta,e dio se me ne pento.

Io:Lea!-dico prima che esca definitivamente da casa mia,si volta per guardarmi,prima di uscire.

Io:Ti ringrazio,molto probabilmente non mi merito neanche il tuo aiuto,ma voglio che tu sappia che non ti avrei mai lasciato sola li.-dico guardandola con dolcezza,e nel mio cuore,sento che c’è ancora un barlume di speranza.

Lea:Lo hai già fatto Justin.-dice guardandomi un’ultima volta,lasciandomi solo,chiudendosi la porta alle spalle.

Una piccola frase,capace di uccidermi.

E fa male,fa male vederla andare via di nuovo,ma fino a che c’è vita,c’è speranza,la rivoglio con me,voglia che sia mia,perché senza di lei è una tortura,e tutta questa freddezza da parte sua mi uccide ogni giorno.

Perdonami amore mio,ma non posso lasciarti scappare di nuovo.
  
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