Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Ricorda la storia  |      
Autore: Trixilla    08/04/2009    7 recensioni
Ci sono momenti nella vita di ognuno di noi che cambiano tutto quello che abbiamo intorno, quello che potremmo diventare, quello che siamo stati magari. Ci sono quei brividi e quella paura che stringe lo stomaco, sensazioni più o meno belle che mai e poi mai verranno riprovate. Questo è uno di quei momenti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Moments change your life

Ehilààà!

Questa è la mia prima one-shot sui Jonas ed è un mezzo esperimento, indiragionpercui sono più che ben accetti commenti di qualsiasi tipo :D

La canzone che corre lungo tutta la storiella è I Don’t Need a Man delle PussyCat Dolls ed è una di quelle che a me piacciono di più in assoluto, forse da un certo punto in poi si stacca un po’ dalla storia ma è stata quella che mi ha ispirato e che ancora oggi mi fa ripensare a questa shot.

Hope you like it J

Trix

 

PS: ovviamente tengo a precisare che i Jonas Brothers non mi appartengono (non ancora per lo meno) e tutto quello che segue è frutto della mia fervidissima immaginazione.

 

 

 

 

Moments change your life.

 

Stufa delle loro stupide regole, stufa della loro stupida vita.

Poco abituata a dover fare la brava da sempre, non ne poteva più.

Troppo estrosa, era stata redenta.

Troppo libertina, era stata trasformata in una santa di facciata.

Troppo originale, meglio rientrare negli schemi.

E si era persa.

Non pensava sarebbero arrivati a quel punto, quando tutto era cominciato, quando nella sua vita era entrato un morettino niente male che sembrava essere la porta per il paradiso. Quello che non era calcolato era che tutto fosse dannatamente perfetto.

Che a 21 anni si sarebbe trovata un diamante sotto il naso.

 

I see you looking at me
Like I got something for you

And the way that you stare
Don't you dare

 

La vita era diventata semplice da quando lo conosceva, ma ora, nonostante quegli occhi in cui si era troppe volte persa la fissavano attendendo una risposta, ora non voleva più una vita facile. Non voleva nulla di prestabilito, nulla che rispondesse alla normalità.

Voleva di nuovo lo sballo, voleva di nuovo poter spiccare il volo senza sentire gli occhi del mondo fissi su di lei a cercare un passo falso che magari sarebbe arrivato, e non sarebbe

andato bene per quella vita semplice ma perfetta.

Voleva sbagliare, eppure si rese conto che essere arrivata fin lì era il vero errore.


'Cause I'm not about to

Just give it on up to you
'Cause there are some things I won't do


Lei che nel matrimonio non ci aveva mai creduto fino in fondo, da quando aveva cominciato a capire come giravano le cose, da quando aveva visto i suoi genitori divorziare, da quando aveva accantonato le bambole con i vestiti da sposa.

E dire che pensava di essere stata brava, ad evitare le situazioni drammatiche.

Invece no, aveva completamente sbagliato le sue previsioni.

Sentiva gli occhi di tutti i presenti fissi su di sé, le aspettative che avevano nei suoi confronti, gli occhi di lui che la fissavano seri, che le stavano leggendo dentro, perché lo smacco sarebbe stato troppo da affrontare, perché non avrebbe fatto affatto bene a nessuno. Soprattutto a una certa persona che li fissava in modo terribilmente serio.

 

And I'm not afraid to tell you
I don't ever want to leave you confused

Meglio mettere in chiaro le cose.

Aveva conosciuto Joseph Adam Jonas per caso, facendo jogging una mattina d’inverno a Central Park, New York City, dove lavorava ormai da qualche mese, dopo essersi trasferita lì dalla caldissima Miami, dove era nata e cresciuta.

Rebecca Stansted era sempre stata la più carina della classe, la reginetta della scuola, la capo cheerleader, miss maglietta bagnata al college, la più richiesta tra le amiche. Non troppo alta, ben proporzionata, lunghi capelli ramati e grandi occhi blu, una bambola formato umano che aveva capito fin da subito come sfruttare il suo corpo a suo vantaggio. Laureata da poco in pubbliche relazioni, lavorava ora per un’agenzia di moda e se la cavava bene, lì nella grande mela, e fare jogging di mattina la rilassava parecchio.

Era stato proprio il famoso Jonas ad avvicinarla, con la scusa più banale del mondo “ehi sai dirmi che ore sono?” e un sorriso da spot pubblicitario. Lei aveva risposto sorridendo cordiale, facendo finta di non vedere il modernissimo iPhone nella tasca del ragazzo, a cui c’era voluto molto poco per attaccare bottone, chiedendole chi era, cosa faceva, perché era lì a quell’ora insolita per una ragazza.

Avevano passato una settimana a vedersi soltanto la mattina per correre, mentre parlavano di tutto e di niente, trovando punti in comune e punti in disaccordo ma Bec non ci aveva messo molto ad affezionarsi a quella testa bacata di Joe, la divertiva moltissimo e pensava che sarebbero stati certamente dei buoni amici, nulla più.

La svolta però era arrivata al nono giorno, quando lui le aveva inaspettatamente offerto una colazione e strappandole il numero di cellulare. Poi era seguito un pranzo, il giorno seguente, finchè un paio di giorni dopo non l’aveva invitata a cena.

Bec non voleva una storia con Joe Jonas, non le interessava finire su giornali di gossip, siti e copertine, sebbene per anni fosse stata al centro dell’attenzione, ne aveva veramente abbastanza di essere la ragazza popolare.

Solo che improvvisamente ci si era ritrovata dentro, senza nessuna via di scampo, senza vie di fuga o scorciatoie, solo un paio di occhi scuri e delle labbra decisamente troppo vicine alle sue, decisamente morbide e un bacio troppo bello per essere vero.

E ci era finita dentro, si era trovata a mettersi un bel vestito e presentarsi a pranzo alla domenica in casa Jonas, per conoscere i fratelli e i genitori, si era trovata a dover andare con loro dallo stylist, per presenziare a feste mondane, si era trovata a essere squadrata dalle ragazzine per strada. Foto ovunque, vita privata in frantumi, sempre qualcuno a seguirti come un’ombra, la vita da quel punto di vista non era diventata facile.

Era passato un anno e mezzo da allora, un periodo dove si era trovata a finire in un mondo talmente diverso dal suo che neanche l’avrebbe mai immaginato, dove non c’erano alcool e sesso, cose che aveva sempre dato per scontate e ovvie e di cui si era dovuta privare, dove c’erano regole che non aveva mai approvato fino in fondo.

E ora, ad una cena di famiglia, le stava chiedendo di sposarlo.


The more you try
The less I buy it
And I don't have to think it through
You know if I'm into you

E no, non voleva sposarsi.

Non voleva sposarsi ora, con Denise Jonas che la fissava male dal primo giorno in cui le era stata presentata, non con 300 paparazzi pronti a cercare di fotografare l’evento e scriverci sopra per mesi.

Perché un matrimonio normale aveva anche difficoltà, quello sarebbe dovuto essere semplicemente perfetto, senza litigi e senza discussioni, solo una pace perpetua.

E poi una proposta di matrimonio era qualcosa di privato, non da fare davanti a tutti, qualcosa che doveva essere speciale, e restare sempre quel ricordo fantastico nella memoria di una donna, perché era un passo dannatamente importante.


I don't need a man to make it happen
I get off being free

 

Si, se la cavava bene quando era libera.

Libera di uscire con le amiche di sempre e fischiare dietro ai ragazzi.

Libera di dimenticarsi del mondo, libera di vestirsi come meglio le andava, libera di uscire di casa struccata e in disordine.

Conosceva bene Joseph, sapeva che quella proposta arrivava per tanti motivi diversi, l’aveva visto cambiare in quell’anno e mezzo insieme.

Sapeva che era un modo per scaricarsi la coscienza, perché qualche giorno prima avevano allegramente detto addio ad ogni pudore mal celato per mesi e mesi, perché la tensione sessuale tra loro due era sempre stata alle stelle e in una lussuosa camera d’hotel di Miami avevano perso la testa dopo l’ennesima serata a farsi fotografare, perdendo ogni freno inibitore e finendo a rotolarsi tra pregiate lenzuola di seta.

Sapeva che era per levarsi di torno sua madre, perché da quando Kevin aveva mollato la prediletta Danielle una volta per sempre facendola andare su tutte le furie, si era messa a bersagliarli come carne da macello con le sue imposizioni e le sue restrizioni, a voler trasformare Bec in una suocera modello, a volerle inculcare nella testa le sue idee.


I don't need a man to make me feel good
I get off doing my thing
I don't need a ring around my finger
To make me feel complete
So let me break it down
I can get off when you ain't around

 

Non era stanca di Joe, forse però non ne era neanche così sicura al cento per cento di esserne innamorata, c’era qualcosa di speciale tra loro, ma non sapeva fino a che punto.

Non era per cattiveria, ma quello che c’era tra loro non era affatto sicura sarebbe potuto durare per sempre, perchè ancora avevano tanto da dover condividere, prima di fare un passo del genere, e lei era sempre stata troppo fragile sulle questioni di cuore.

E aveva paura di dire no, perché non sarebbe finita bene.

Ma non voleva dire si, perché non era quello che voleva. Non aveva bisogno di un anello di diamanti di chissà quanti carati al dito per stare bene con lui, per sorridere al pensiero di vederlo, per sentire il cuore battere quando le sorrideva e la fissava perso.

Voleva tornare alla sua vita, quello si.


You know I got my own life
And I bought everything that's in it
So if you want to be with me
It ain't all about the bling you bringing

 

Joe la conosceva, sapeva che non era quello che contava per lei, non un anello, non un matrimonio, non la celebrità o la fama, ma solo l’amore vero ed incondizionato.

Bec sorrideva nervosa, non sapeva cosa fare, dire che era nel panico era poco. Non c’era una botola pronta a farla scomparire? Poi lui si mosse, le sorrideva dolce e le prese la mano, intrecciando le dita con le sue, preso da chissà quale idea. Se la strinse addosso e su piacevole ritrovarsi tra le braccia di lui, confortante anche se non aveva idea di cosa avrebbe fatto, intimo anche davanti a tutta quella gente di cui a malapena ricordava i nomi e che la fissavano quasi fosse un mostro.

Lo vide rialzarsi e voltarsi verso Denise, che li squadrava entrambi come fossero colpevoli del peggior reato del mondo, come se ci fosse un modo per incenerirli con uno sguardo.


I want a love that's for real
And without that then no deal
And baby I don't need a hand
If it only wants to grab one thing

Denise cercava in lei qualcosa che non ci sarebbe mai stato e qualcosa che non poteva certo darle, né ora né mai.

Joe vedeva in lei quella con cui provare a costruire un rapporto che stava evolvendo, dopo la nottata di Miami, dove aveva scoperto che anche il sesso vuole la sua parte in una relazione ed era una parte importante e non trascurabile, come gli avevano insegnato da quando aveva 14 anni.

Bec voleva solo che finisse, perché non ce la faceva davvero più.

“Non ci sposiamo, mamma. Non lo faremo prima di aver convissuto e vissuto le nostre esperienze. Ti posso tranquillamente ridare il mio anello perché non credo mi serva più” con poche parole ed un sorriso Joe aveva distrutto la sua vita per lei.

Per una che non era nei suoi canoni, che si era sentita dire che non era “abbastanza bella per un Jonas”, che con lui “non centrava niente un’impiegata”, che tra loro “certo non sarebbe andata oltre il paio di mesi”, che ovviamente “bastava poco e sarebbe ritornato l’amore con la bella e perfetta Taylor”.

Per una che però gli aveva stravolto la vita, che non si era mai gloriata della loro relazione, per una che avrebbe preferito cento volte una vita nell’anonimato, per una che però piaceva a Kevin, Nick e Frankie, per motivi diversi e disparati, ma che avevano sempre detto la ragazza giusta per lui. Per quella che l’aveva convinto a non piastrarsi di continuo i capelli, che lo preferiva vestito con una tuta e gli occhiali da vista, quella che gli aveva permesso di essere se stesso fino in fondo.


I don't have to think it through
You know if I'm feeling you

Si forse non c’era bisogno di anelli e matrimoni, forse era presto per pensare a qualunque altra cosa, però quel Joe Jonas era un tipo a posto, davvero a posto.

Bec lo baciò allegramente, dando il colpo di grazia alla povera Denise, che aveva perso un figlio per lasciarlo andare con una che, secondo lei, non valeva niente. Bec pensava che si, forse Denise aveva ragione, lei non era all’altezza di uno come Joseph e mai lo sarebbe stata, ma poteva provarci ad essere migliore. Ci avrebbero provato insieme.

Cercarono un appartamento a New York, anche se la famiglia Jonas si era ritrasferita a Los Angeles, dove si erano conosciuti e dove lei ancora lavorava, dirigente delle relazioni pubbliche di quello stilista da cui era stata assunta appena laureata, per cui casualmente Joe aveva appena accettato di firmare una linea di abbigliamento.

I Jonas Brothers si erano presi un po’ di pausa, e ci volle poco perché i paparazzi li lasciassero perdere, troppo presi da altri gossip per stare dietro alla loro vita banale.

Dopo un altro anno e mezzo, dopo notti passate a scoprire nuovi modi di amarsi, dopo tanti concerti visti insieme, dopo serate al cinema, un Natale sotto la neve e un Capodanno con fratelli e nuove fiamme, dopo aver fatto pace con Denise che vedendo il figlio così felice non poteva che esserlo a sua volta, decisero che potevano anche trasferirsi a Los Angeles, così che il gruppo potesse tornare a lavorare.

Comprarono una villa a Malibu Beach, che dava direttamente sulla spiaggia e fu il giorno del trasloco, con la casa vuota e scatoloni ovunque per una seconda volta che Joe le rifece la proposta di matrimonio.

Bec lo strinse forte e piangendo emozionata accettò quel piccolo anellino d’argento con un altrettanto minuscolo brillantino al centro.

Fu un matrimonio per pochi intimi, giusto i familiari e gli amici più stretti e una grande festa nella nuova casa sulla spiaggia, con un grande falò e una stellata magnifica.

Rebecca Stansted, nel suo vestito leggero che svolazzava al vento notturno, non sapeva cosa le riservava il futuro, e quando le braccia del suo neomarito la strinsero da dietro e un bacio leggero le si posò sulla clavicola nuda, sorrise solamente.

Qualunque cosa sarebbe successa, l’avrebbero affrontata insieme.

~ The End ~

 

Tadaaaaaan!

Una recensione sarebbe più che gradita, il pulsantino magico qui sotto lo conoscete J

Bye byeeeee.

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: Trixilla