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Autore: Tessie_chan    02/05/2016    2 recensioni
Mi chiamo Aithusa Duchannes Kuruta, e non sono una ragazza come le altre. Sono una Maga, una Guardiana, e il mio unico scopo è proteggere gli umani,o come li chiamamo noi, i Mortali, dai demoni, dai Rinnegati e da tutto ciò che di oscuro e malvagio ci sia a questo mondo. Oggi ormai ho quasi vent'anni, sono trascorsi dieci anni dal giorno in cui ho perso quasi tutta la mia famiglia nell'attacco al popolo dei Kuruta, e sono sul punto di realizzare il mio destino: affrontare la Brigata dell'Illusione, e fare finalmente giustizia.
E' quasi come una roulette russa. Sto per giocarmi il tutto per tutto, potrei vincere e essere finalmente una donna libera, oppure potrei perdere e morire, abbandonando così tutte le persone che amo al loro destino.
La mia storia comincia cinque anni fa, dal mio esame per diventare Hunter. Perchè è in quell'occasione che ho incontrato le persone che hanno stravolto la mia vita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Killua Zaoldyeck, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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<< Forza, ragazzi! Cos'è, volete metterci tutto il giorno? >>
Aithusa batteva a terra con il piede, impaziente, aspettando che gli altri tre la raggiungessero. Gon, Leorio e Kurapika si affrettavano sulla salita, sbuffando  e brontolando a bassa voce << Ma come accidenti fa ad andare così spedita con quelle scarpe così alte? E perchè diavolo non abbiamo preso il pullman?? >>
<< Vi ho sentito! Andiamo, non fate le vecchiette, questa è una scorciatoia! >> rispose Aithusa, insofferente.
Ecco perchè non li voleva con sè! Se si lamentavano per un po' strada in salita, cosa avrebbero fatto una volta superato il Portone? Aithusa già li vedeva nascosti dietro di lei a tremare di paura come donnette.
<< Coraggio, siamo quasi arrivati ai confini della proprietà! >> li esortò Aithusa, ricominciando a salire, ignorando le proteste alle sue spalle.
Voleva chiudere quella storia il prima possibile; all'apparenza poteva sembrare indifferente, ma nel profondo si sentiva come se una mano ghiacciata le stesse stringendo il cuore in una morsa. La paura di essere stata ingannata, e di essersi innamorata di un mercenario crudele e bugiardo, la faceva andare fuori di testa.
Era strano pensare a quella parola: innnamorata. Ma non poteva mentire a sè stessa: lei amava Killua, profondamente e con tutto il cuore. E ora stava andando a cercarlo nonostante lui, molto probabilmente, l'avesse tradita. Aithusa si faceva pena da sola, e reagiva all'umiliazione che sentiva prendendosela con il mondo intero. Una logica che era tutta una grinza, ma non poteva farci nulla.
<< Eccoci! >> gridò Aithusa, e corse verso i Portali della Prova. Sembrava che, negli ultimi anni, non fosse cambiato nulla.
<< Aithusa-sama! >> gridò una voce che la ragazza conosceva bene << Siete proprio voi! Finalmente siete tornata! >>
La Maga non poté fare a meno di sorridere felice all'uomo anziano che le stava andando incontro, e lo raggiunse per abbracciarlo. L'uomo si bloccò per un momento per la sorpresa, poi rise benevolo e ricambiò la stretta << Vedo che siete affettuosa come sempre, signorina! >>. 
<< Sono contenta di rivederti, Zeburo-san! E' passato un secolo dall'ultima volta! >>.
In quel momento gli altri la raggiunsero, e Aithusa fece loro segno di avvicinarsi << Zeburo-san, lui Kurapika, il mio fratello maggiore, e loro sono Gon e Leorio, due nostri amici! Ragazzi, lui è il signor Zeburo, il custode dell'ingresso alla proprietà degli Zaoldyeck! >>.
<< Lieto di conoscere tutti voi! >> disse Zeburo, inchinandosi, e i tre ricambiarono gentilmente il gesto << Sono anni che qualcuno che non è Aithusa non viene qui! >>.
La Maga si schiarì la voce << Senti, Zeburo-san, volevo chiederti... Killua è tornato a casa? >>
<< Killua-sama? Oh sì, è arrivato circa quattro giorni fa! >>
La ragazza annuì in silenzio: dunque aveva deciso davvero di tornare dalla famiglia.
<< Be', io gli devo parlare! Con permesso, signor Zeburo >> disse Aithusa, e andò verso i Portali della Prova.
<< Signorina, non disturbatevi. Posso aprirla io! >>
<< No, grazie, Zeburo-san. Voglio verificare quanto è aumentata la mia forza dall'ultima volta >> rispose la ragazza, e, dopo aver posato i palmi sulle ante, cominciò a spingere.
Il primo portale cominciò lentamente a muoversi, seguito dal secondo, e infine dal terzo, mentre Aithusa gridava per lo sforzo.
I portali di aprirono del tutto, e la Maga saltò dall'altra parte un attimo prima che si richiudessero << Che ne dite, Zeburo-san? Niente male,vero? >> gridò dall'altra parte delle mura.
<< Non riesco a crederci! Avete aperto i portali fino al terzo! Siete diventata fortissima, signorina! >>
Aithusa saltò oltre le mura, ritornando dai suoi amici << Avete visto, ragazzi? Quella è la prima prova da superare per entrare in casa Zaoldyeck. Ogni anta della prima porta pesa tre tonnellate,e ogni volta che si apre una porta in più il peso delle ante raddoppia. L'unico modo per entrare nella proprietà senza essere uccisi all'istante è aprire almeno una delle porte. >>
I ragazzi intanto la guardavano come se fosse un'aliena, a bocca aperta.
<< Questo significa che sei riuscita ad aprire una porta che pesa sedici tonnellate??? >>.
La ragazza alzò le spalle << Sì, esatto >>. Aithusa sospirò << Ragazzi, non so come dirvelo, ma... non possiamo entrare là dentro tutti insieme se non potete aprire almeno la prima porta. Dovrete allenarvi per diventare abbastanza forti da riuscire ad aprirla, perchè se non ne sarete in grado, appena farete un passo là dentro sarete morti. >> 
<< Vi aiuterò io >> intervenne Zeburo << Sotto il mio allenamento, in pochi giorni diventerete abbastanza forti per poter entrare! >>.
E così fu. I tre amici, sotto la guida di Zeburo e Aithusa, si allenarono duramente, portando per giorni pesi terribili per aumentare la propria forza. Aithusa era sempre più impaziente, ma non li rimproverò mai, anzi li incoraggiò ogni volta che si abbattevano, esortandoli a rimettersi in piedi e a fare del loro meglio per migliorare.
Due settimane dopo riuscirono tutti e tre ad aprire la prima porta. Ringraziarono calorosamente Zeburo per l'aiuto, e l'uomo si raccomandò molto con loro, facendo loro promettere di essere prudenti, e li lasciò andare.
Aithusa si era rimessa alla testa del gruppo, e aveva ricominciato a guidarli nella loro marcia su per la montagna. I ragazzi erano decisi ad arrivare alla villa, e non avrebbero permesso a niente e a nessuno di fermarli.
***
<< Allora Killu? Non hai nemmeno il coraggio di reagire? >>
Killua sentiva appena il dolore delle frustate che Milluki gli stava infliggendo, perchè il dolore fisico non era niente rispetto a quello che sentiva nel cuore.
Continuava a vedere solo una cosa: Aithusa inginocchiata accanto a Bodoro che lo guardava con gli occhi pieni di lacrime, dolore e delusione, e gli diceva << Come hai potuto, Killua? >>.
Il ragazzo era tentato di chiedere a Milluki di ucciderlo e mettere fine alla sua pena; non lo faceva solo perchè era consapevole di meritare quel dolore così atroce, che lo annientava completamente: lo meritava, perchè aveva ferito e deluso la ragazza più meravigliosa che avesse mai incontrato, la persona che più amava al mondo.
Aveva ucciso Bodoro quasi senza rendersene conto; era sotto shock per le rivelazioni di Aithusa e le parole terribili di Illumi, e aveva fatto ciò che gli riusciva meglio, ciò che era più istintivo per lui: aveva ucciso senza pietà.
Illumi aveva ragione, pensò disperato. Lui non meritava amici, figuriamoci se meritava che una persona bella come Aithusa gli rivolgesse solo la parola. Era un assassino con le mani sporche di sangue, e lo sarebbe stato sempre.
Eppure una parte di lui sperava ancora che tutto sarebbe andato a posto; che Aithusa con il tempo lo avrebbe perdonato, che avrebbe ricominciato ad avere fiducia in lui, che sarebbero stati insieme, lontani da quel mondo di sangue e morte che odiavano entrambi.
Ma come poteva una cosa simile accadere davvero? Come poteva Killua anche solo sperarci? Chissà dov'erano Aithusa e gli altri in quel momento; con ogni probabilità erano andati per la loro strada, come era giusto che fosse.
<< Così speravi di andartene e di vivere una vita normale, accanto a quella piccola strega e ai tuoi amici? Sei proprio un illuso! Perchè quelle persone dovrebbero avere un minimo di stima nei tuoi confronti, secondo te? >>
Il cellulare di Milluki squillò, e il ragazzo rispose << Sì, cosa c'è? >>. Dopo qualche secondo il ciccione gridò << COSA? QUATTRO RAGAZZI HANNO APERTO LA PORTA DEL TEST E STANNO VENENDO VERSO LA VILLA?! >>.
Killua sussultò. Quattro ragazzi erano entrati nella proprietà? Possibile che fossero....
<< NO, NON MI IMPORTA SE CREDETE CHE AITHUSA SIA TRA LORO! FERMATELI! >> e riattaccò << Ma tu guarda, fratellino! A quanto pare quella ragazza è più stupida di quanto pensassimo, se è venuta a cercarti! O forse è venuta per ucciderti, tu che dici? >>
Killua non rispose. Aithusa era lì. Forse Milluki aveva ragione, forse era venuta per ucciderlo, ma non aveva importanza: era lì, era venuta fin lì per lui. Forse c'era davvero una speranza.
***
<< Tess, ma per quanto ne abbiamo ancora? Ti rendi conto che siamo in marcia da due giorni? >> si lamentò Leorio.
Aithusa non ce la faceva più: era praticamente da quando erano partiti che continuavano a lamentarsi e a chiederle quando sarebbero arrivati! Eppure li aveva avvisati che si sarebbe voluto parecchio tempo ad arrivare! Non li aveva costretti lei a venire!
<< BASTA LAMENTARSI! QUANDO ARRIVIAMO, SIAMO ARRIVATI! >> esplose esasperata la ragazza << E comunque ci siamo quasi, vedete? In lontananza si vede la villa! >>
I ragazzi esultarono, e Aithusa sbuffò. Non era stanca fisicamente, ma decisamente lo era psicologicamente. Avevano trascorso gli ultimi due giorni evitando trappole su trappole, e ad un certo punto si erano trovati davanti a un gruppo di maggiordomi con intenzioni chiaramente ostili; Aithusa si era limitata a incendiare un albero con i propri poteri, avvertendoli che se Silva avesse scoperto che avevano cercato di fermarla, sarebbero finiti tutti sottoterra prima ancora di poter chiedere pietà. I maggiordomi a quel punto li avevano lasciati passare, consapevoli che Aithusa Duchannes avrebbe potuto causare loro parecchi problemi con i padroni, se solo ne avesse avuto voglia.
E ora erano quasi arrivati alla villa, dopo due giorni di cammino. Aithusa in fondo era dispiaciuta per i ragazzi, ma non era molto in vena di carinerie; al contrario, più si avvicinava alla villa, più si arrabbiava.
Dannati Zaoldyeck! Perchè dovevano sempre mandarle la vita sottosopra?
Un'ora dopo erano davanti all'ingresso principale della villa. I ragazzi si lasciarono cadere per terra esausti, mentre Aithusa andava a bussare.
<< Non potremmo riposarci per qualche minuto, almeno? >> chiese Kurapika, infastidito.
<< No! Voglio andarmene da questo posto il prima possibile, perciò prima entriamo, meglio è! >> rispose la ragazza decisa, e bussò con forza.
I colpi riecheggiarono in una maniera che metteva i brividi, e Aithusa abbassò la mano, in attesa. Qualche secondo dopo la porta si aprì lentamente, e sulla soglia comparve Kykyo Zaoldyeck in persona.
Aithusa aveva sempre odiato la matriarca della famiglia Zaoldyeck, anche se non quanto odiava Illumi o Milluki. Kykyo era sempre stata gelosa in maniera ossessiva di Concorda, ed era per colpa sua se Aithusa non conosceva tutti i membri della famiglia: l'assassina infatti aveva impedito in ogni modo alla ragazza di intrecciare rapporti con persone che non fossero Silva e Zeno, e, celandosi dietro un falso atteggiamento affettuoso, l'aveva sempre trattata come un ospite molto poco gradita. Per non parlare del fatto che aveva delle convinzioni sulla vita e i rapporti umani che sfioravano l'assurdo. Dopo tanti anni, Aithusa si chiedeva ancora cosa potesse trovarci lo zio Silva in lei.
<< Aithusa carissima, mia dolce bambina! >> gridò Kykyo con voce così acuta che Aithusa sentì che le orecchie le si allungavano come quelle di Pinocchio quando diventa Ciuchino << Finalmente ti fai rivedere, dopo tutti questi anni! Ma dove sei stata finora? >> continuò la donna abbracciando forte la giovane Maga, che rimase immobile nella sua presa, rifiutandosi di reagire  << E come sei vestita? Sembri una di quelle ragazze moderne dai facili costumi! Devo assolutamente procurarti degli abiti più adeguati! >>
Aithusa rabbrividì al ricordo dell'ultima volta che Kykyo aveva cercato di vestirla. Mio Dio, che esperienza terribile era stata. << No, grazie, Kykyo-san, non dovete disturbarvi. Io e i miei amici siamo venuti per parlare con Killua, perciò se volete scusarci... >> disse, e cercò di oltrepassare la donna, che però si spostò, sbarrandole la strada.
<< Tesoro, mi dispiace, ma Killua non può vedere nessuno in questo momento. E' in punizione, e ci rimarrà ancora per molto tempo >>
Aithusa sapeva bene cosa significava "essere in punizione" in casa Zaoldyeck: sentì una furia terribile impossessarsi di lei. << Bene, allora! >> dichiarò con tono così furioso che Kykyo indietreggiò appena, sorpresa da tanta veemenza << Vorrà dire che parlerò con zio Silva di questa storia, e sentirò cosa ne pensa! Ora fatevi da parte! >> ordinò Aithusa autoritaria; Kykyo la guardò oltraggiata.
<< Come osi tu rivolgerti a me in questo modo.. >> cominciò Kykyo, lanciandosi in avanti. Aithusa sollevò i pugni, preparandosi a ricevere quella megera come meritava.
<< Kykyo! >> tuonò una voce << Ti sembra il modo di trattare la nostra amata Tess, dopo tutto il tempo che è passato dall'ultima volta che è venuta a trovarci?! >>
Un vecchio comparve sulla porta. Aithusa non fu sorpresa quando vide che non era cambiato di una virgola. La ragazza sapeva che, a dispetto dell'aria tranquilla che aveva, era uno dei combattenti più astuti e straordinari del mondo, celebre per la sua velocità sia in pensiero, sia in battaglia. Ma lei era una delle poche persone che sapeva che, nel profondo, quel vecchio era una delle persone più cortesi in circolazione.
<< Zeno-san! >> Aithusa sorrise radiosa, correndo ad abbracciarlo << Mi siete mancato tantissimo! >>.
Kykyo rimase a bocca aperta, scandalizzata, mentre Zeno ricambiava affettuosamente l'abbraccio della giovane << Anche tu mi sei mancata, cara >> Zeno le sorrise, accarezzandole la testa << Bentornata a casa >>.



Angolo autrice: Ragazzi, pazzesco, siamo al ventesimo capitolo! Non so davvero come ringraziarvi, perchè continuate a seguire la mia storia! Mi raccomando, recensite, fatemi conoscere la vostra opinione, baciiiii!
   
 
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