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Autore: DarkDevil9700    02/05/2016    3 recensioni
{Storia temporaneamente sospesa}
E se Mikan non avesse vissuto la vita che tutti conosciamo? Se la sua storia fosse ben diversa?
Cosa succederebbe se una ragazza che per quindici anni ha vissuto nel terrore incontrasse un ragazzo deciso a liberarla dalle tenebre che la circondano?
Nessuno lo sa perché tutto può succedere...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mikan Sakura, Natsume Hyuuga, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11
Proteggerla a costo della vita 

(Natsume)

Guardare Mikan dormire in tutta tranquillità era uno spettacolo decisamente raro e che, quando potevo assistervi, mi faceva sentire speciale in un certo senso. Sembrava una bimba piccola con la divisa spiegazzata e i capelli che, disordinatamente, si sparpagliavano sul materasso creando una cascata di colore castano chiaro, mentre la bocca socchiusa le dava un'aria totalmente innocente.
"Dovresti essere così anche da sveglia" pensai scostandole i ciuffi color nocciola dal viso. "Dovresti smetterla di pensare a tutto quello che ti fa paura e, soprattutto, non dovresti cercare di capire persone come quella Aya... Se è una spia non c'è da fidarsi".
Presi una coperta dall'armadio della sua stanza e la coprì alla meglio cercando, comunque, di non svegliarla da quel sonno così bello e tranquillo, uno di quelli che raramente le veniva concesso, poi puntai il mio sguardo sulle lancette della sveglia posizionata sul suo comodino. Essa segnava le nove e mezza di sera.
"Se mi beccano fuori dalla mia stanza a quest'ora sono cavoli... Mai farsi scoprire mentre si viola il coprifuoco..." mi dissi sospirando, mentre mi dirigevo verso la porta.
Quando la mia mano fu sulla maniglia, però, sentii una brezza fredda entrare nella stanza, facendomi percorrere la schiena da un brivido di freddo causato dall'improvvisa entrata d'aria.
-Certo che solo una come lei si sarebbe potuta fidare di uno come te...- disse una voce femminile alle mie spalle facendomi sussultare.
"Ma cosa...?" mi chiesi e subito mi voltai.
Davanti ai miei occhi vidi una ragazza della mia età alta quanto me all'incirca. La sua pelle diafana faceva spiccare l'azzurro dei suoi capelli, lunghi fino alle spalle, e il colore metallizzato dei suoi occhi grigi che brillavano debolmente, quasi come se quelle iridi fossero state una coltre di nubi grigie attraversate da qualche debole raggio di sole. Indossava la divisa dell'Accademia che, stranamente, sembrava starle piccola, infatti la gonna era ancora più corta del normale e la camicia era leggermente stretta.
La strana ragazza voltò il suo sguardo verso di me ed iniziò a squadrarmi da capo a piedi soffermandosi ogni tanto sulle poche ferite che avevo.
-Davvero non capisco perché si fidi di te... Il ragazzo ritardato che ancora gioca a travestirsi da Gatto Nero...- disse l'azzurra facendo apparire sul suo volto un piccolo ghigno beffardo e leggermente divertito.
Sentii la rabbia attraversarmi tutto il sistema nervoso e una cascata di rosse scintille scivolò dalle mie mani andando sul pavimento.
-Chi sei tu?!- ringhiai io, mentre lei posava nuovamente i suoi occhi metallici sul viso dormiente di Mikan che, ignara di tutto, continuava a riposare silenziosamente.
-Davvero ti interessa Hyuuga? Credevo che non fosse tuo desiderio conoscere l'identità delle persone che vuoi far fuori... Per non avere il senso di colpa forse?- mi chiese lei facendomi rabbrividire.
-Tu come...?- 
-Come lo so?- chiese l'azzurra mentre rigirava fra il pollice e l'indice la pietra del suo orecchio per il controllo dell'Alice.
-Beh- riprese -So molte cose sia su di te che su di lei...probabilmente anche più del necessario...-
-Ma cosa stai dicendo?! E poi si può sapere chi diavolo sei?!- dissi io stringendo la mano in un pugno cercando, inutilmente, di frenare le scintille infuocate prodotte dal mio Alice.
-Dico solo la verità Natsume- mi fece lei allontanandosi dal letto di Mikan senza però smettere di fissarla.
Stavo per perdere il controllo.
-Ti ho chiesto chi sei?!- dissi cercando di moderare l'altezza della voce per non svegliare quella povera ragazza dai capelli color nocciola.
-Calmati. Io sono Hoshi Shingetsu, contento?- disse lei con una nota di seccatura nella voce.
"Dovrei essere io quello seccato!" pensai con una certa rabbia.
-Ma che razza di nome hai?!- le chiesi con amarezza senza un motivo preciso, forse perché volevo semplicemente darle fastidio o forse perché quella ragazza mi aveva davvero portato ai limiti della sopportazione con i suoi inutili discorsi privi di senso.
-Ma come non lo sai?- mi chiese lei con un sorriso decisamente falso dipinto sul volto -Hoshi significa stella, mentre Shingetsu significa luna nuova- disse.
La vidi posare il suo sguardo sui mobili neri della stanza di Mikan che facevano contrasto con la brillante ondata di luce prodotta dal lampadario ancora attivo.
-Non dirmi che il mio nome non ti dice niente? Eppure sapevo che avevi parlato con Reo...- disse lei sogghignando.
In quel momento non capii, probabilmente a causa di quella rabbia che stavo reprimendo o a causa di quei suoi sorrisi finti e schietti che mi facevano drizzare i capelli sulla testa...sta di fatto che all'inizio non compresi affatto chi fosse la persona davanti a me.
-Diciamo che il mio nome d'arte è "La Ragazza della Luna", ti dice nulla moccioso ritardato?- mi fece lei con un certo astio nella voce, evidentemente offesa dalla mia "mancanza" d'intuito.
Subito il mio corpo venne attraverso da una strana sensazione simile ad una debole scossa elettrica.
"Devo aver sentito male... Lei non può essere colei che è stata incaricata per proteggere Mikan..." pensai, mentre la cascata di scintille, che fino a poco prima la mia mano aveva prodotto, si spegneva definitivamente, come se non fosse mai esistita.
-Tu dovresti essere quella che deve proteggerla?- le chiesi con un tono più basso e tranquillo rispetto a quello che avevo usato fino ad allora.
-Questo è ciò che mi è stato detto di fare ed è quello che sto facendo con ogni mezzo di cui dispongo- mi disse lei gentilmente, mentre voltava il capo verso la finestra che, fino a quel momento, era rimasta aperta.
-Beh stai facendo un pessimo lavoro- iniziai io -Non ti sei accorta che una spia della scuola la sorveglia?-
-Tsz...dai tempo al tempo Hyuuga. Io so esattamente ciò che sto facendo a differenza di te...-
-Che intendi?!- 
-Beh, non ti capisco proprio. Perché tu vuoi proteggerla? Per quale ragione? Io lo faccio per una ragione che riguarda tutti noi, ma tu...tu non hai motivo di proteggerla o di salvarla dalle tenebre che la circondano. Quindi perché lo fai?- mi chiese lei, mentre si sedeva sulla sedia davanti alla scrivania.
"Già, perché?" mi chiesi.
Non mi ero mai fatto quelle domande perché non ne avevo mai avuto motivo, però, in quel preciso istante, compresi quanto effettivamente potesse sembrare strano il fatto che io desiderassi così ardentemente proteggerla. Non era per pietà nei suoi confronti o perché in lei rivedevo me stesso...no, niente di tutto ciò... La risposta era ben diversa e io, allora, ne conoscevo solo metà.
-Perché da quando la conosco tutto mi sembra possibile, sento che potrebbe succedere qualsiasi cosa se sto accanto a lei e se la aiuto a sorridere liberandola dall'oscurità e donandole nuovamente la luce che ha perso- dissi prontamente facendo sorridere Hoshi, davvero questa volta, infatti il suo era un sorriso sincero.
-Ecco allora perché è così affezionata a te...- disse lei guardando nuovamente Mikan -Perché anche lei sente che con te tutto può cambiare e tutto può succedere...-
La vidi alzarsi e dirigersi verso la finestra dalla quale, quella stessa sera, era entrata con passi lenti e felpati.
-Promettimi una cosa Hyuuga- mi fece lei mentre si preparava a saltare giù dal davanzale -Promettimi che anche tu, come me, la proteggerai a costo della vita-
"Credo di non dover ne che pensare alla risposta" pensai.
-Promesso- dissi freddamente.
-Idiota- disse lei sogghignando per poi sparire nel buio della notte e lasciando di tiro di se solamente il lento movimento delle tende soffiate dal vento.
"Non so se fidarmi di lei, ma se vuole proteggere Mikan allora la aiuterò indipendentemente da che tipo di persona sia..." mi dissi per poi chiudere le ante della finestra e dirigermi verso la mia stanza.
 

***

(Hoshi)

Il vento fresco della notte mi passava fra i capelli facendomi provare delle emozioni uniche ed irripetibili accompagnate da uno strano senso di libertà.
Seduta su una panchina osservavo la finestra chiusa della stanza di Mikan dalla quale usciva un caldo bagliore causato dalla luce che era stata lasciata accesa.
Ad un tratto sentii un liquido scendermi dalle narici e andarmi a macchiare la gonna.
"Maledizione!" pensai mentre cercavo di asciugare il sangue che mi colava dal naso.
"Non oso immaginare cosa succederà quando riutilizzerò il mio Alice..." mi dissi per poi alzarmi e dirigermi verso la mia stanza nel dormitorio cercando di non pensare alla punizione che, sicuramente, Rei Serio mi avrebbe dato il giorno dopo...

  
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